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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Draconian - Arcane Rain Fell
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( 6884 letture )
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Even though he stole my pride - I stand above his lies Even though I ocean cried - and sailed them far and wide... ...my star shall ever shine...
Un lungo viaggio. Una interminabile e costante caduta dalla luce verso l'oscurità, attraverso regni che mai il genere umano avrà modo di vedere, in un'Era prima dell'inizio dei tempi. L'orgoglio punito di un'entità individualista che non intendeva piegarsi all'autorità e che per questo ha pagato con l'esilio all'apice dello splendore. Cosa scegliere? Una cieca ed insindacabile obbedienza al bene o una ribellione in nome della propria visione (gravida però di frutti maligni)? È un quesito che molti di noi nella vita si sono posti, giungendo nella maggior parte dei casi a conclusioni che non sono che una difficile mediazione tra due posizioni diametralmente opposte. Ma come ci ricorda Milton, Lucifero aveva preso una decisione radicale: nessuna terza via, nessun grigio ad addolcire la scelta, solo il nero del profondo abisso dove fu scagliato. Perché è lui il protagonista dell'opera seconda dei Draconian, la sua caduta e la sua ascesa al trono degli Inferi, “culmine” della sua parabola invertita che l'ha reso null'altro che la nemesi di colui che tanto odiava, difetti inclusi.
Arcane Rain Fell è un'opera tanto bella quanto complessa, che va ascoltata più volte ed esplorata in ogni suo oscuro meandro, senza distrarsi, senza pensare ad altro (regola aurea che non vale solo in questo caso). Parte da un concept impegnato e difficile da trattare dato che mette in musica la storia di una personalità complessa e scomoda; eppure l'affresco che ci resta alla fine dell'ora tonda di running time è qualcosa di impagabile, da vivere almeno una volta nella vita. Personalmente credo sia l'equilibrio la carta vincente dell'act svedese, quella mescolanza delle capacità tecniche dei tanti singoli coinvolti unita ad una vena compositiva ispirata e ad una notevole abilità di rendere in modo profondo ed emotivo dei testi tanto lunghi ed intricati. Atmosfere malinconiche e plumbee dominano la scena, senza mai uno sprazzo di luce né un momento in cui quello che sentiamo possa anche solo lontanamente evocarci qualcosa di positivo. Le asce gemelle del duo Ericson / Bergström incedono lente intrecciando melodie toccanti, intricati arpeggi che vanno a fondersi a ritmiche in power chords pesantemente distorte, solide ma per nulla esasperate (tranne in rare occasioni in cui sfociano in tremolo picking più estremi). Accanto a queste le tastiere di Andreas Karlsson aggiungono quei dettagli che completano il reparto più melodico, con tappeti di accordi orchestrali, archi solitari, pianoforte e tanti altri suoni che gettano le basi per quelle atmosfere di cui parlavo poc'anzi. L'opera della sezione ritmica è da spavento: Jesper Stolpe al basso si prende prepotentemente la sua parte in prima fila proponendo giri lenti ma articolati in ogni momento in cui può permettersi di svariare, supportando comunque con il suo suono medioso e caldo le chitarre quando queste si dedicano maggiormente a fraseggi più solisti; il drumming di Jerry Torstensson invece è la sintesi di tutto quello che si potrebbe chiedere ad un batterista che suona doom: una botta non indifferente, l'abilità di creare pattern pesanti (usando tutto il drum-kit) anche a velocità relativamente lente e soprattutto la capacità di far crescere il ritmo fino a qui momenti più spinti in cui ingrana la marcia veloce e tira fuori sfuriate di cassa in sedicesimi che piazzate in quei punti esatti creano passaggi ad alta tensione. Ma sono le voci la punta di diamante dell'album e forse della band in generale: due anime opposte che smontano completamente i detrattori dell'opposizione tra bella e bestia. Le harsh vocals di Anders Jacobsson arrivano dritte dall'inferno, graffianti, taglienti eppure tanto definite da far distinguere ogni singola parola pronunciata dal singer, donano ulteriore aggressività ad un disco che trasuda rabbia e disagio e lo fanno con una classe rara. Dall'altro lato invece c'è l'angelo non ancora caduto, quella Lisa Johansson che ha purtroppo abbandonato la band in tempi recenti per dedicarsi alla famiglia, con la sua voce incredibilmente dolce, cristallina e potente anche ad altissime tonalità che si intreccia a quella di Anders (che rimane comunque prevalente) creando un equilibrio che si avvicina alla perfezione. Combinati i due mettono in piedi una prova da brividi, con linee vocali estremamente azzeccate ed intrecci studiati nei dettagli che permettono a queste due facce della stessa medaglia di completarsi al meglio.
Vi parlerei più a fondo dei pezzi migliori, ma ora che ci penso, se avessi dovuto descriverveli con dovizia di dettagli non penso avrei potuto evitare la classica analisi track by track. È praticamente impossibile trovare canzoni migliori di altre, dato che ognuna non è che il piccolo pezzo di un puzzle e va considerata come tale, anche se, come potrete immaginare, in qualche caso il gusto personale ha prevalso.
Another day will go astray... Another tear in this life so grey If you ever saw me smile You should know I felt sick inside...
Ecco, Daylight Misery è uno di quei classici casi in cui si finisce ad ascoltare in maniera compulsiva (più e più volte) la stessa canzone senza mai stufarsi. Ha tutte le caratteristiche che si potrebbero chiedere ad un pezzo di questo genere: variazioni di ritmo, melodie riuscite, atmosfera cupa ed opprimente e un ritornello (riportato qui sopra) in cui la combinazioni delle voci crea un crescendo irresistibile. O Heaven Laid in Tears (Angels' Lament), con i suoi arpeggi quasi ipnotici e la riuscita alternanza dei passaggi tra Lisa ed Anders: quest'ultimo in particolare nella seconda parte da fondo davvero a tutto il suo arsenale trasmettendo una carica emotiva quasi annichilente. Tutto questo per non parlare della conclusiva Death, Come Near Me, una suite di quindici minuti che riassume perfettamente tutti i contenuti del disco e ne segna la fine con una delicatezza rara e una leggerezza non comune per canzoni di questa durata.
La produzione è perfettamente all'altezza della situazione, bilanciata ma non per questo esageratamente laccata - insomma - di uno di quei pochi casi in cui non ho davvero alcun commento da fare in merito. C'è poco da dire per riassumere: Arcane Rain Fell è senza dubbio uno dei migliori dischi dei Draconian e probabilmente una delle release più interessanti che il panorama gothic/doom abbia visto nella primi anni del nuovo millennio. Nel caso non abbiate ancora avuto modo di sentirlo correte a rimediare, fatelo vostro in una scura sera d'inverno, magari ascoltandolo alla sola luce di un caminetto, vi garantisco che partirete per un viaggio che difficilmente vi scorderete.
Behold the pain and sorrow of the world, dream of a place away from this nightmare. Give us love and unity, under the heart of night. O Death, come near us, and give us life!
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14
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10, anzi oramai quasi 11 anni fa l\'ultimo commento su questo album meraviglioso. Direi proprio che sia decisamente il caso di dare una rinfrescata. |
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13
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Come si fa a non riascoltare l'album dopo una simile recensione? Grande nostalgia di Lisa, senza nulla togliere alla nuova voce femminile, Heike. |
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12
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Cette fois, arrivo prima di Monsieur Il Vichingo... Loro sono di Goteborg dove ho abitato per un certo periodo e li ho seguiti fin dal loro primo demo "The Closed Eyes of Paradise" del 1999. Hanno sempre fatto musica eccellente anche se le loro due perle rimangono When Lovers Mourn e questo splendido Arcane Rain Fell. Metterei questo, al posto di Turning Season Within tra "Gli Intoccabili" degli anni 2000. Sanno scrivere e suonare pezzi di una grandezza evocativa che ha pochi uguali. Qui, Death Come Near Me è il top dell'album ma consiglio anche The Solitude, meglio nella versione contenuta sul promo "Frozen Features" del 2000. Uno dei miei gruppi preferiti in assoluto. |
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11
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gruppo esagerato, anche se poco conosciuto,peccato che lisa non ci sia piu ora  |
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10
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Stupendo, il mio preferito del gruppo |
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9
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non conoscevo questa band fino alla lettura di questa recensione... merita molti ascolti questo full length |
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8
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Premesso che sono mooooolto di parte dato che i Draconian sono da anni il mio gruppo preferito, non posso che sottoscrivere tutti i passaggi delle rece. Pietra miliare del gothic/doom d'autore, lontanissimo da ammiccamenti commerciali e "manierismi" vari che spesso imperversano nel genere. Su tutto, il genio di Ericson alla chitarra e la coppia vocale a disegnare emozionanti paesaggi di rara intensità (verissimo, la dipartita di Lisa dalla band pone qualche interrogativo per il futuro, ma le prime prove della sua "erede" Heike Langhans inducono a un solido ottimismo... ). Difficile scegliere il vertice assoluto dell'album, ma rimango fedele al primo impatto, Death Come Near Me mi emoziona ancora come al primo ascolto. Piccola dissociazione da Giasse sulla palma di migliore, Where Lovers Mourn ha forse uno zero virgola in più... |
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7
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Io mi accodo agli elogi visto che sono una delle poche realtà che ancora oggi giorno interpreta il "gothic" come lo si dovrebbe fare... bell'album. |
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6
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Ti aspetto con un paio di birre!  |
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5
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In tal caso punterò su Arcane rain fell. Se poi non mi piace, allora ti aspetterò sotto casa, Giasse! (scherzo eh ) |
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3
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Band scoperta con colpevole ritardo e che sto ancora approfondendo, purtroppo il doom ho cominciato a (ri)scoprirlo da relativamente poco tempo ed ho una grande quantità di band che ho sempre ignorato da recuperare. Questo lo conosco ancora poco quindi evito di votare. Anzi, dovrei anche comprare un loro disco tanto per cominciare, mi consigliate questo o Where lovers mourn, che quasi quasi mi faccio un regalo per la befana?  |
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2
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Bellissimo! Gothic ai confini del doom, atmosferico, decadente e allo stesso tempo romantico. Per me davvero un riferimento per il genere, nonostante non proponga nulla di veramente innovativo. |
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1
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Bellissimo! Gothic ai confini del doom, atmosferico, decadente e allo stesso tempo romantico. Per me davvero un riferimento per il genere, nonostante non proponga nulla di veramente innovativo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Scenery of Loss 2. Daylight Misery 3. The Apostasy Canticle 4. Expostulation 5. Heaven Laid in Tears (Angels' Lament) 6. The Abhorrent Rays 7. The Everlasting Scar 8. Death, Come Near Me
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Line Up
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Anders Jacobsson (Voce) Lisa Johansson (Voce) Johan Ericson (Chitarra) Magnus Bergström (Chitarra) Andreas Karlsson (Tastiera) Jesper Stolpe (Basso) Jerry Torstensson (Batteria)
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