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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Draconian - A Rose For The Apokalypse
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( 5531 letture )
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Al bar consumo sempre “il solito”… Cosa? Un caffè lungo zuccherato. Dove? Sempre nello stesso locale. Quando? Tutti i (santi) giorni. Lo bevo frettolosamente e poi vado a lavorare. Una piacevole abitudine.
Oggi nelle cuffie ho i Draconian, band che fa del metodo, dell’abitudine, del “mestiere” insomma, il suo primo, indiscusso alleato: dalle melodie decadenti - a tratti tese, a tratti melanconiche - condotte dalla sei corde del maestro di doom (:VS?) Johan Ericson e perfettamente “glassate” dalle tante coperture armoniche dei sinth, ai duetti dei prim’attori Anders Jacobsson e Lisa Johansson, che si rincorrono in dialoghi vocali dai sapori ostentatamente romantici, i nostri costruiscono con grande lucidità un prodotto per tutti gli appassionati del “boccato” amaro. Fin tenero constatare che nel songwriting persistono, senza alcuna variazione di merito se non quella di sovraesporre il cantato femminino, tutte quelle soluzioni che da Where Lovers Mourn a Turning Season Within hanno caratterizzato ognuno dei brani presentati dai nostri; lodevole, ma anch’esso etichettabile come “manieristico”, l’utilizzo di un violinista acustico nelle registrazioni (tal Olof Gothlin). Nulla a che vedere, intendiamoci, con le mire dei degli ispiratori primigeni My Dying Bride che, pur nelle tante declinazioni assunte, non hanno mai toccato lidi così edulcorati preferendogli temi più angosciosi e sconsolati, ma nemmeno con la deriva sympho-power di Within Temptation, Epica e compagnia bella, da cui gli svedesi si distanziano con grande autorevolezza. I Draconian sono i portabandiera di un mondo gotico a sé stante che ha voluto consapevolmente sbilanciarsi verso il doom senza però ostracizzare quell’approccio light che permette di accedere in modo aggressivo al mercato. Un bel po’ di “mestiere”, per l’appunto.
Controindicazione certa di questo A Rose For The Apokalypse, è dunque quella di trovarsi al cospetto di un vero e proprio standard in materia, perfezionato fino alla nausea, ma tanto autocitazionistico da divenire buffamente caricaturale. Il disco è “draconico” fino al midollo in tutti i suoi 60 minuti, cosa che costituisce, in questa sede, motivo di critica negativa da parte del sottoscritto. Raggiunto il traguardo del quinto full-lenght (The Burning Halo incluso) avrei infatti gradito (anche se in fondo non ci credevo affatto) una qualche timida variazione. Le soluzioni sono invece efficaci, tuttavia scontate: -il potente digrigno di Lui è ammorbidito dalle tante svolazzate di Lei; -il drumming è dinamico, solo un po’ meno double-bass addicted rispetto agli esordi, così come lo è l’intero songwriting giocato su ciclici switch-off tra i temi tirati, su cui martella il profondissimo growl di Johan, e quelli soffici e delicati - spesso depurati dal gain “portante” tipico del sound svedese -, su cui si adagia la voce dell’impeccabile Lisa; -l’orecchiabilità, assicurata dal lavoro mostruosamente indolente di Ericson che trova in Arvidsson e Johansson (Fredrik) una coppia di mediani davvero inarrestabile, si erige a simbolo del CD, com’anche i dialoghi tra le due asce ed i tanti solismi che però - questi ultimi - pagano dazio schiantandosi sull’esagerata ricorsività all’interno dello schema della forma-canzone. Niente da eccepire sulla fattura - lo ripeto, maniacale -, sullo stile perseguito - che grazie alla propria limpida riconoscibilità acquisisce quella “purezza” riservata ai generi nativi - e nemmeno sulla creatività - costantemente a livelli invidiabili da qualunque altra realtà del settore -: i punti deboli di A Rose For The Apokalypse sono l’inumana limpidezza (anche produttiva) e la disillusa prevedibilità, attributi che lo rendono freddo e distaccato anche se, in un certo senso, inavvicinabile, come fosse stato posto su un piedistallo per l’adorazione. Ascoltare le belle The Drowning Age, The Last Hour Ancient Sunlight, Elysian Night e Dead World Assembly (che si affiancano ad episodi un meno ispirati quali End Of The Rope, Deadlight e The Death Of Hours, tanto per citarne i più evidenti), metterebbe a dura prova il cuore di chiunque, essendo - queste - tracce di grande carattere che però trasudano una forma sorniona ed eccessivamente “leccata” (sentire i minuziosissimi arrangiamenti). Tutto troppo finto, ragionato, presentato con cura. Il gothic/doom di A Rose For The Apokalypse impressiona per pulizia e schiettezza di intenti, limitandosi però a scalfire solo la carcassa corporea dell’ascoltatore, senza altresì penetrare l’ambiente emotivo sottocutaneo dello stesso. E chi ama il doom ciò potrebbe non perdonarlo.
Va però ammesso che la strada piuttosto piatta con cui i Draconian avevano già dovuto fare i conti ai tempi dell’ultimo Turning Season Within si è senza dubbio mitigata con questa freschissima pubblicazione. A Rose For The Apokalypse, oltre alla sua impressionante regolarità, ha degli sprazzi di notevole efficacia concentrati nei titoli di cui vi ho precedentemente fatto nota. L’album, di cui la versione digipack include la bonus Wall Of Sighs (migliore, ad esempio, della conclusiva The Quiet Storm) non è paragonabile ai capolavori Where Lovers Mourn e Arcane Rain Fell, dove ancora una certa macchinosità era assente e dove la produzione lasciava maggiori margini di grezza godibilità, ma è comunque piacevole e assolutamente degno di essere introdotto nel carrello degli acquisti, più di quanto non lo fu il suo predecessore. Per concetto, giudizio e analisi critica, A Rose For The Apokalypse sta ai Draconian come Abrahadabra sta ai Dimmu Borgir, clonandone anche il voto finale.
Un buon caffè (lungo e zuccherato), rimane sempre un buon caffè (lungo e zuccherato)… … anche se lo si prende tutti i giorni nello stesso posto…
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VOTO LETTORI
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75.95 su 150 voti [
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31
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Dei Draconian ho ascoltato solo questo e Sovran, e sinceramente ho preferito questo: cantato alla stragrande da entrambi gli interpreti, ben suonato e ancor meglio prodotto (nel gothic, a differenza di altri generi, apprezzo molto la pulizia dei suoni). Forse fatico a contestualizzare le critiche perchè sono sono un fan di vecchia data della band, recupererò sicuramente i primi capolavori ma questo sinceramente l'ho trovato un gran bell'album. Voto 77 |
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30
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Ed ecco la notizia che NON avremmo mai voluto ricevere, Lisa lascia i Draconian.... ARFA resterà il canto del cigno di una band strepitosa, maledizione.... |
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29
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Appena finito di ascoltare tutto...davvero bello! Non cambia praticamente nulla dai precedenti album, ma è meritevole di qualche ascolto! Le due voci sono esemplari..  |
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Il growl è di ANDERS JACOBSSON (che è anche l'autore dei testi), non di Johan, che è invece il chitarrista e principale autore delle musiche. E questa non è la prima recensione in cui trovo questo errore.... |
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27
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Francamente la media dei voti mi sembra un po' esagerata; 30 io lo darei ad un album proprio inascoltabile, vomitevole, scandaloso eccetera, l'ultimo dei Morbid Angel rende bene l'idea. Detto ciò, non ritengo comunque quest'ultimo disco dei Draconian un buon lavoro. Il genere di riferimento (gothic doom) secondo me è smorto da parecchi anni, ha esaurito tutte le cartucce, e anche i grandi gruppi (vedasi MDB, gruppo che adoro ma che negli ultimi anni si sta pericolosamente ammosciando) risentono di questa "carestia"... I Draconian sono appunto dei furbi mestieranti, e questo può star bene per alcuni, mentre per altri no. "Arcane Rain Fell" è adorato un po' da tutti; a me piace ma non mi fa impazzire... Questo "A Rose" è semplicemente un disco ben prodotto, ben suonato, ben curato, ben hypato, ben impacchettato, ma dal punto di vista dei contenuti lo trovo di una vuotezza disarmante. Le melodie sono piacione e ridondanti, lo stile 'beauty & beast' ha rotto le bolas ed è diventato ruffiano e prevedibilissimo, e il tutto puzza di vecchio nonostante goda di una produzione impeccabile... Insomma, un modestissimo lavoro di riciclaggio, che dura peraltro 65 minuti. Voto 50 |
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@andrea , purtroppo la società odierna è questa. Ritornando all'album, l'ho detto, non brilla per innovazione ma è un ottimo album, io gli assegnato un bel 83. Anche se la recensione è perfetta in tutti i punti  |
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detrox: scusa, non riesco a trattenermi! se pensi a certa gente che ha il diritto di voto politico...! (è una citazione di una didascalia ad una foto di nonciclopedia che ritrae tre maestosi truzzi da brivido hahaha) |
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E intanto ci sono altri idioti che votano 0...guardate il voto lettori:25.5...certa gente non dovrebbe avere la possibilità di dire la sua se ha intenzione di comportarsi da bambino. |
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23
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non è che forse padremaronno si è sentito chiamato in causa? personalmente quando parlavo di "pessimi ascoltatori", per usare un eufemismo, non alludevo certo a te ma ad alcune cose che ho letto online. e credo che nemmeno fulvio si riferisse a te, visto che ha proseguito il discorso partendo dal mio intervento. mi chiedo tra l'altro se non sia il caso di permettere il voto solo a chi, ad esempio, si iscrive regolarmente al sito tramite mail, ecc. come si fa altrove. eviteremmo bimbiminchia di vario tipo che danno zero di continuo ad un disco che non se lo merita solo perché... perché?! più che altro penso a chi viene a leggere la recensione senza conoscere il gruppo... |
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@ Detrox: grazie infinite dell'intervento. @ PadreMaronno: adeguati a quanto richiesto dalla community per cortesia. Che tra l'altro hai anche un nickname fighissimo, mi spiacerebbe inibirti i post... |
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No scusa, lo dico per il quieto vivere, potresti fare a meno di insultare? Siamo in un sito serio dove si discute correttamente e civilmente tra adulti. Non c'è bisogno di usare certe parole e di essere offensivi. |
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ehhh hai ragione caro Fulvio...ma con tutta sta roba doom gothic che ti ascolti non lo hai ancora trovato il coraggio di impiccarti e levarti dai coglioni? |
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@Detrox: beh si Detrox anche io XD ormai non sono più un giovincello ghgh ma era da tanto che non mi capitava di interagire con tali personaggi. |
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Purtroppo il web è fatto così Fulvio xD io ci ho fatto l'abitudine xD |
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Vieni a dirmele in faccia ste cose XD bello internet ed i bimominchia che si permettono qualsiasi insulto solo perchè protetti da uno schermo! Complimenti alla maturità. Bah, sarai l'orgoglio dei tuoi genitori. |
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Anche se a me l'album non è piaciuto sono d'accordo con andrea ma io cmq ritengo di averlo sentito abbastanza volte da giudicarlo inferiore al precedente che mi aveva preso in meno tempo...@Fulvio: il solito cacacazzo |
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Anche se a me l'album non è piaciuto sono d'accordo con andrea ma io cmq ritengo di averlo sentito abbastanza volte da giudicarlo inferiore al precedente che mi aveva preso in meno tempo...@Fulvio: il solito cacacazzo |
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@andrea: beh si certo, hai ragionissima. Sparare sentenze dopo soli 2 ascolti va bene per altri generi, non certo per questo. |
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fulvio: lo dicevo perché ho letto molte opinioni online, su forum e altri siti ad esempio, opinioni dicevo date dopo un paio di ascolti. il che non lascia tra l'altro ben sperare sulla bontà dell'ascoltatore, per così dire! - scusate non son riuscito a trattenermi! |
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@andrea: beh ma hai scoperto l'acqua calda scusa XD il genere doom/goth non è certo immediato come..chesso' il folk/epic, il thrash o il pauer; i Draconian e gruppi analoghi hanno assolutamente bisogno di più ascolti....soprattutto con il mood giusto. Non è, fortunatamente, un genere di musica easy. p.s. se a qualcuno interessa un ottimo new gruppo, almeno per me sono nuovi, consiglio gli "A Pale Horse Named Death"! Soprattutto se avete nostalgia dei Type 0 Negative. |
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secondo me nel bene e nel male è un album che ha bisogno di molti ascolti. non voglio cagare fuori dalla tazza, non dico che sia un album così tecnico e blablabla. io però, da fan del gruppo e del genere, lo sto ascoltando initerrottamente da 2 settimane e ancora non lo colgo appieno. e coi dischi doom, o influenzati dal doom, è sempre così (infatti la stessa cosa mi era capitata coi loro precedenti lavori). penso che chi lo ascolta un paio di volte e si ferma ad impressioni e giudizi azzardati solo perché si aspettava altro abbia totalmente sbagliato indirizzo, come si dice da me. |
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Chi si diverte a mettere 0? |
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Album che mi ha fatto sinceramente più cagare del precedente che trovo più originale e bello di questa merda senz'anima...spero si ripiglino perkè mi piacevano |
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lo sto ascoltando anche io da giorni per recensirlo, lo trovo un album molto complicato, nel bene e nel male. per ora preferisco tenermi le mie opinioni finché non ho le idee più chiare! ad ogni modo, come per ricollegarmi al commento di arakness, ho sempre pensato che siano uno dei pochi gruppi che potrebbero entrare a pieno titolo in un ipotetico calderone "new wave of doom-gothic metal" e credo che lì stiano sia la loro forza che la loro debolezza. |
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La mia su i Draconian l'ho dispensata in passato (sorbendomi critiche, per carità più o meno lecite): ad ogni modo si confermano abili mestieranti, a mio avviso sopravvalutati, che evidentemente hanno già detto (comunque poco) quanto avevano da dire. |
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Concordo con Giasse, album di mestiere, piacevole ma nulla più, è anche vero che da loro ormai il capolavoro non l'aspetto più, si sono gradevolmente appiattiti, dopo la doppietta iniziale molto molto bella hanno limato e continua a limare seguendo un percorso ben tracciato, comunque un ascolto che vale la pena di metter su almeno un paio di volte. |
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Premesso che sono un devoto fan delle recensioni di Giasse e delle sue puntuali semi-stroncature dei Draconian in guanto di velluto , come al solito non condivido il suo "braccino corto" verso i maestri svedesi..... ARFA è per me un album eccellente e con molti elementi di novità, dal growl molto più cupo e potente di Anders a una maggior cura nella "pulizia" dei riff fino a una sezione ritmica impeccabilmente incastonata nalla struttura delle song a far risaltare ancora di più quel mostro di classe che è ormai diventata Lisa Johansson... Insomma, la mia "carcassa corporea" è stata ben più che scalfita, a partire dalle vette di Dead World Assembly e Deadlight (splendido il lavoro di basso e chitarra con ascendenze quasi "curiane"...). Voto : 95 |
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Partendo dal fatto che adoro i Draconian,reputo questo album,il loro ennesimo capolavoro. Magari non hanno stravolto il loro suono,ma credo che quest'ultimo disco,sia abbastanza diverso dal precedente. I suoni in certe parti,sono più rallentati,più vicini agli esordi,mentre Turning Season Within che per me è strepitoso,era più immediato. E poi gli urli di Anders Jacobson,con le aperture melodiche di Lisa,come al solito raggiungono un livello unico nel suo genere. Spero veramente molto presto di vederli dal vivo. |
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3
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Ottimo album! Conobbi i Draconian per caso qualche anno fa e mi colpirono positivamente anche se il doom non era, e non è, uno dei miei generi preferiti; ma rimasi comunque stregato da canzoni come The Cry Of Silence. Anche il nuovo album lo trovo ottimo, certo nulla di nuovo sottto il sole, o per meglio dire l'eclissi, ma va bene così! 80 pieno per me! |
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2
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Stimo moltissimo gli ultimi lavori dei Draconian, vale a dire The Burning Halo dalle atmosfere a tratti raccapriccianti, a Turning Season Within, che a mio avviso rasenta la perfezione. Il loro è uno stile unico nel panorama Gothi Metal, e come tutte gli stili, viene compreso appieno solo da chi ne è veramente appassionato. Forse una pecca di A Rose For The Apokalypse è che, a distanza di 3 anni, conserva, anzi rafforza lo stile espresso nel suo straordinario precedente lavoro, e a mio avviso non è al livello di Turning Season Within, ma è e rimane un ottimo disco. I duetti in stile "Beauty and the Beast" dei due protagonisti ed i suoi malinconici e decadenti del Gothic Doom nella rivisatazione dei Draconian, anche in questo disco ne fanno dei protagonisti straordinari ed indiscussi di questo genere che amo. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere! |
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1
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D'accordo con l'ottima recensione Un bell'album che però non aggiunge niente di nuovo al sound Draconian, anche se continuano a far bene il loro mestiere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Drowning Age 2. The Last Hour Ancient Sunlight 3. End Of The Rope 4. Elysian Night 5. Deadlight 6. Dead World Assembly 7. A Phantom Dissonance 8. The Quiet Storm 9. The Death Of Hours 10. Wall Of Sighs (bonus track)
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Line Up
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Anders Jacobsson – vocals Lisa Johansson – vocals Johan Ericson – guitar Daniel Arvidsson – guitar Fredrik Johansson – bass Jerry Torstensson – drums
Session member Olof Gothlin – violin
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