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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Vicious Rumors - Electric Punishment
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( 3284 letture )
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Non è mai facile parlare di gruppi che nel corso degli anni si sono ritagliati uno status da cult band. I Vicious Rumors fanno senza dubbio parte della categoria, storia e peso specifico alla mano, ed il rischio è sempre quello di valutare più il pedigree che il disco di volta in volta esaminato, fornendo un cattivo servizio ai lettori. Nel caso di Electric Punishment però, il problema si pone in misura nettamente minore, perché ciò che si vede, è - (Cit.). Va inoltre rilevato come il songwriting del nuovo lavoro della band in esame, fornisca contemporaneamente elementi che tendono a confermare le qualità tradizionali dei Vicious Rumors ed altri che introducono elementi nuovi nella discussione riguardante la loro musica, non sempre positivi, ma chiari nella loro linearità e di conseguenza analizzabili senza troppi patemi d’animo. Electric Punishment infatti, si discosta un po’ dalla tipica produzione del gruppo di Alameda, basandosi essenzialmente sul solito U.S. Power di grandissimo impatto, ma introducendo degli elementi che probabilmente faranno storcere il naso ai fans più oltranzisti, i quali potrebbero accusare la band di essersi leggermente ammorbidita.
Electric Punishment arriva sul mercato dopo un buon album in studio come Razorback Killers, un lavoro che aveva riconfermato le tipiche qualità del gruppo, e dopo un live non perfettamente riuscito come Live You to Death, segnando -come detto- l’introduzione di elementi diversi dal solito nella musica dei Vicious Rumors. Si tratta però di novità intese in senso lato, dal momento che in realtà queste si rifanno a sonorità tipiche dei ‘70/‘80 apparentemente lontane dal classico approccio di Thorpe & Soci, ma soprattutto molto più morbide della loro media. L’album parte decisamente bene, con un dittico micidiale in puro stile Vicious Rumors. I Am the Gun è assolutamente rappresentativa dell’U.S. Power che li ha resi famosi: pesante e marziale, dopo una breve introduzione oscura e malvagia si sviluppa in un articolato pezzo che delizierà i fans del gruppo. Ancor più micidiale Black X List, mitragliata heavy con un Allen in grande spolvero ed una pesantezza globale difficilmente ottenibile in campo puramente heavy, se non da chi possiede anni ed anni di esperienza nel settore. Tocca poi alla titletrack: di ispirazione sabbathiana, Electric Punishment mostra chiaramente la sua derivazione dagli schemi degli anni ‘70 (non sarà la sola, seppur con diverse declinazioni) col suo incedere basato su un riff semplice ed indovinato. Il pezzo viene però “stirato” troppo, perdendo infine di mordente; una maggiore capacità di sintesi lo avrebbe reso più efficace. Il rallentamento è temporaneo, giusto il tempo di rifiatare e riparte una scarica di metallo fuso intitolata D-Block, collocabile a mezza via tra thrash e speed, canzone che siamo certi che costituirà uno dei momenti salienti delle esibizioni a supporto di questo disco. Fin qui tutto bene, ottimi pezzi che sembrano scritti ed eseguiti da una scatenata band di ragazzotti imberbi tutta furia, rabbia e potenza, ma dotati di tecnica ed esperienza. Arriva però anche il primo vero calo di tensione di Electric Punishment, rappresentato da Escape (From Hell): il brano non è affatto male, ma viene essenzialmente retto dalla vocalità di Allen, dalla capacità del gruppo di creare pathos e dall’accelerazione in coda; non brutto, ma niente di che. Si riparte subito in quarta con Dimestore Prophet, ancora un pezzo quadrato ed essenziale, risolto di mestiere su un riff di base non particolarmente originale e molto ottantiano. A questo punto l’album comincia a farsi a tratti discutibile. Togheter We Unite è un pezzo poco made in Vicious Rumors, decisamente più adatto all’airplay radiofonico (non in Italia, ci mancherebbe) e forse rivolto al pubblico di determinati concerti, ma decisamente troppo insignificante per essere considerato positivamente. Anche la seguente Eternally non è certo un capolavoro: brano abbastanza raffinato se vogliamo, ma ancora una volta più easy, più amichevole, più “generalista”. Non è nemmeno quello però il problema, piuttosto il fatto che scivola via senza colpire da nessun punto di vista, al massimo considerabile come piacevole e nulla più, col termine “filler” che sembra il più adatto alla situazione. C’è ancora il tempo per una bella mazzata sui denti, rappresentata da Thirst for a Kill: pezzo compatto e lineare, non esaltante, ma adatto a ripristinare una tensione che era andata decisamente scemando. Sarebbe il caso di chiudere qui, invece i Vicious Rumors decidono di stupire ancora con Strange Ways, cover dei Kiss tratta da Hotter Than Hell del ‘74. Il pezzo non è tra i più rappresentativi dei Kiss ed inserito in un album firmato Vicious Rumors, per di più non irrobustito così tanto, non migliora affatto.
Electric Punishment è un lavoro bifronte, capace contemporaneamente di mostrare quanto questi ragazzi siano ancora in grado di far bene, di macinare un heavy solidissimo, rasoiante, furente ed in grado di trascinare all’ascolto, ma anche quanto forse dobbiamo aspettarci da loro in futuro, con l’avanzare inesorabile dell’età. Non è tanto l’ammorbidimento complessivo, quanto il fatto che i pezzi rappresentativi di questo approccio sono oggettivamente deboli, fino alla definizione di filler che si ritaglia un suo spazio all’interno della recensione. Peccato, perché alla fine dell’ascolto sono proprio quei tre o quattro pezzi fuori linea a colpire di più, mettendo un po’ in ombra il resto, che è largamente positivo. Solo un estemporaneo e legittimo tentativo di recuperare certe radici o è davvero questo ciò che dobbiamo aspettarci in futuro dai Vicious Rumors? Non ci è dato saperlo, ma la nostra preferenza va decisamente verso quei cari, vecchi, classici schiacciasassi che sanno ancora essere.
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7
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Ottima recensione, e totalmente condivisibile. Prima parte del disco eccellente, poi purtroppo da Together we unite inizia la parte debole. Il pezzo in questione sembra una mal riuscita versione metal di We are the world, Eternally è una ballad lontana anni luce da quelle dei tempi d'oro (When Love Comes Down, vi ricordate che pezzo?), Thirst for a Kill anonimo thrash sfrenato e cover dei Kiss risparmiabile. Non ho mai storto il naso a certe virate orecchiabili del gruppo (tipo Axe and Smash, irresistibile), ma qui certe trovate proprio non ci stanno bene (la già citata Together we unite, l'intermezzo di Electric Punishment rubato ai Pink Floyd di Comfortably Numb). Un capolavoro mancato che poteva essere decisamente meglio del disco precedente. 70 anche per me. |
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6
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Bel disco, grande classe, potenza, qualità e mestiere. Se la media delle uscite metal fosse sempre così alta potremmo dormire sonni tranquilli. Mio voto: 78/100 |
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5
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Mezzo passo falso...sembra una raccolta di b-side a tratti. D' accordo con la recensione. |
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4
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Ho forse scritto che non mi piace o che non contiene pezzi che picchiano da morire? Che poi sia complessivamente (ripeto: complessivamente) più morbido del precedente mi sembra innegabile, ma non è quello il problema. Il punto è che i pezzi meno aggressivi mi sembrano di qualità non eccelsa. |
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3
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Non molto daccordo col recensore. I VR, rispetto al glorioso passato, oggi, sono una band diversa e nuova...ma riescono facilmente a riempire di calci in culo, l'80% delle metal band odierne. L'album è piacevolmente metallico e sprizzante di energia pura e se vi lamentate delle melodie di facile ascolto, vi ricordo sempre che i VR, in passato, ci avevano sempre sorpreso favorevolmente con ritornelli catchy e soluzioni orecchiabilissime. Niente di nuovo, quindi. A me il disco piace e me lo sto godendo. |
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2
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Devo ancora ascoltarlo con l'attenzione che merita, ma non credo si possa parlare di "ammorbidimento complessivo". Del resto, una vena melodica i VR l'hanno sempre avuta (vd album Word Of Mouth), anche se negli ultimi tempi era poco marcata. Comunque sono abbastanza d'accordo con il voto. |
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1
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sono d'accordo con la recensione, i pezzi più belli sono quelli dove pestano di brutto (D-Block, Black X List), altri sono comunque buoni (Dime Store Prophet, I am the Gun) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. I Am the Gun 2. Black X List 3. Electric Punishment 4. D-Block 5. Escape (From Hell) 6. Dime Store Prophet 7. Together We Unite 8. Eternally 9. Thirst for a Kill 10. Strange Ways
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Line Up
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Brian Allen (Voce) Geoff Thorpe (Chitarra, Voce) Stephen Goodwin (Basso) Larry Howe (Batteria)
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