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In data 25 Marzo, venerdì Santo di Pasqua, Inchiuvatu rilascia il capitolo finale del trittico sulla figura di Cristo. Questa macabra trinità è inizia nel 2008 con l'EP 33, prosegue con Ecce Homo - del 2010 - fino ad arrivare a quest'ultimo full-length, INRI. Quattordici brani, la messa in musica delle stazioni della Via Crucis; quattordici canzoni, perchè si tratta proprio di canzoni cantate, spesso orecchiabili e canticchiabili; l'epilogo perfetto anche per quanto riguarda il percorso stilistico di Agghiastru/Inchiuvatu. Mentre si possono notare decise differenze con il debutto della trilogia (33 era praticamente un album black metal anomalo, con forti distorsioni sulle medie tonalità e gli elementi folk-teatrali che caratterizzano la mediterrean scene da sempre), c'è una sorta di naturale continuità con Ecce Homo. Eppure, anche questa volta non si può parlare di black metal o di metal, tantomento di metal estremo. Si può parlare di un linguaggio particolare, di distorsioni e di melodie, di strumenti standard - per quanto riguarda il panorama rock - assemblati ad altri della tradizione folk italiana e siciliana. I tamburi di Pilatus e le sue chitarre distorte abbracciano tipici flauti panici dalle armonie maghrebine. Aisa (Alza, riferito a Cristo che imbraccia la croce) è una desertica nènia southern-folk che si scontra col combo noise e pianoforte della successiva Cari. Matri Mea è una composizione di una solennità e di un rispetto incredibile, perfino il linguaggio in siciliano lascia spazio ad un corretto italiano che loda non tanto l'incontro fra Cristo e la Madonna, quanto l'incrontro di un uomo che sta andando alla morte messo di fronte al volto di una madre. Inchiuvatu racconta in modo malinconico e teatrale una vicenda che è capace di crearsi, in mezzo agli altri brani, un alone di silenzio e di rispetto, una descrizione neorealista e caravaggesca della scena dove il monologo cristico (con una timbrica sprezzante e quasi di sfida) enfatizza la scelta del Figlio dell'Uomo e la ricorda alla madre, la quale ben conscia di quel destino (l'Arcangelo glielo predisse trentatre anni prima) si abbandona alla tristezza materna, ben più forte del piano divino. Ma l'occhio vigile, cinico e reale di Agghiastru non si concentra solo su questo dialogo. Attorno alla sacra coppia c'è una moltitudine di popolazione che festeggia e balla perchè un "traditore" sta per essere messo in croce. El Cireneo è una maligna filastrocca dedicata a Simone di Cirene dove, a suon di blues-metal - e con metrica di ritornello e coro - si ricorda a quell'uomo il peso che sta portando. Altro segno di cinica descrizione è quella della Veronica, che prende possesso dei lineamenti di Cristo grazie al suo sangue. La voce di Agghiastru, fra flauti e synth, è un mezzo urlo e racconto che non toglie l'attenzione dalle parti strumentali del brano. Carri Arre' è una strumentale litania noise, dall'incidere del basso quasi burzumiano; 'i fimmini riporta ancora una volta in auge il tema dei due opposti: il realismo dei pianti delle donne assieme ad un giocoso flauto; Cariri (la terza caduta di Cristo) è un'altra stupenda strumentale blues dalle tinte aride e scarne, dalle alte tonalità e dai profondi chorus; rimembranze di Sergio Leone che incontrano paradisi Lynchiani. Cristo Pasto è un'altra scena toccante della Via Crucis: Gesù viene denudato dalla veste porpora e si mostra per quello che è, rimarcando visivamente le parole dell'ultima cena ("questo è il mio corpo, questo è il mio sangue"). Il brano di soli cori, organo e chitarra è stato registrato in una chiesa e, come altri brani di questo full-length, essendo registrato in un posto diverso dagli altri, è una stazione ideale per un'ipotetica via crucis dello stesso album, nel quale il fruitore si muove brano per brano e le composizioni stesse si "muovono" di location in location per prendere forma e per creare la scena in questione. INRI è caratterizzata dai colpi di martello sui chiodi che fissano il corpo alla croce; una possente sezione di fiati enfatizza il drammatico evento, fino all'arrivo del temporale che ricoprì tutta la terra. Amen (registrato in aperta campagna) è forse il brano più "classico" dell'album. Le chitarre piene di fuzz si alternano ad arpeggi acustici e i suoni riarsi della batteria lasciano spazio ai canti grandguignoleschi di Agghiastru. Si arriva alla fine delle stazioni con Salma, altra filastrocca blues dalla lingua biforcuta dove le sei-corde prendono corpo con distorsioni; ultima stazione è Scava che descrive il Santo Sepolcro a suon di macabro folk-metal. Si alzano i delay, i synth e gli archi per descrivere la solennità della sacra tomba.
Ancora una volta Agghiastru, grazie alla sua personalissima vena di chansonnier e bluesman estremo arricchisce di tinte e di suoni un percorso di per se reiterante e mantrico. Lo spostarsi di stazione in stazione evoca diversi sentimenti che in questo INRI sono ben descritti e delineati, con una sensibilità unica che tratta, con una visione quasi riformatoria, di Cristo, qui visto come uomo fra gli uomini.
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Aggiungo: se qualcuno bravo è in grado di capire e di spiegarmi cosa diavolo intendesse dire quando ha detto che il nome Inchiuvatu è sessista, me lo spieghi così smetto per un po' di ridere |
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Mi sto spezzando in tre dalle risate per quel matto che commentava cose totalmente a caso in mille lingue diverse senza mettersi d'accordo neppure con se stesso. Chiunque tu sia, sappi che ti amo! |
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@Moro nessuna critica alla recensione anzi tutt'altro hai messo in luce delle cose che quando le scrissi io commentando diciamo la nuova strada di Inchiuvatu sono stato mangiato vivo @Paolo Pagliaro io ho trovato "vagamente" black e molto intrigante invece il pezzo "Amen"......per il resto a mio modesto modo di vedere il capitolo "black" Agghiastru l'ha chiuso con Miseria... |
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@Le Marquis: se devi scrivere in inglese, fallo giusto... Please  |
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@Marquis: intanto vorrei capire perchè ogni tanto commenti in italiano, ogni tanto in francese e ogni tanto in inglese ma vabeh.... questa recensione sta qui anche se non si tratta di "metal" in senso stretto ne' di blackmetal in senso stretto perchè il progetto cmq parte da quelle origini.. poi come si è sviluppato è un altro paio di maniche. dovremmo allora non recensire gli Ulver o vari progetti avantgarde ? dovevamo metterlo in Low-Gain ? mah... l'importante è leggere e capire se potrebbe essere un album da comprare. Non dirmi che sei così legato/a alle etichette. |
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Dunque 'Veronica' da INRI non è sicilian folk black metal? Ascoltatela sul tubo, francamente non capisco cosa intendete qui per black. Comunque, viva Dio, ben vengano le sperimentazioni colte. |
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Ma che cazzo dice sto qui? |
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Well, I've just made some remarks about the name, familiar to a Sicilian, probably not for the rest of the World. So, not a bullshit behaviour or "vaccate" as Mr. Il Solo Male likes to underline (are you the "Evil One"? Do I had to be scared?), just comments. But, if the name remains quite incomprehensible, he plays not black and not metal, why this review is here? |
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@Evil One: mi sembra ovvio quello che dici.. non l'ho neanche rimarcato troppo forte perchè già era ovvio in Ecce Homo. Invece ho segnalato già la differenza con 33. Questo è quasi una colonna sonora. C'è molto blues, molto folk e molto "southern" (ma questo più per una scelta di suoni che per tematiche o songwriting ovviamente). |
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@evil one aller en enfer |
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@Heliogabalus: chi sarebbe il troll qui? Il marchese? E pensare che mi ha dato pure del cretino...ovviamente non ho mai conosciuto un vero cretino che fosse cosciente di esserlo, altrimenti non lo sarebbe, e il marchese non fa differenza... |
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Tralasciando il marchese del grillo e le sue vaccate...ci troviamo di fronte a tutto tranne che un disco metal...per gli amanti di tutto quel filone pseudo intelettuale italiano degli ultimi tempi (con aggiunta qualche venatura oscura) lo consiglio vivamente,per chi si aspetta o vorrebbe sentire un disco BLACK tenetevi fortemente alla larga! |
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Non date retta ai troll |
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caro Marchese: eee... ammettilo ca si fatt' nà figura emmerda!  |
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Monsieurs! Ho per caso toccato il Crocefisso (Lui) o l'Inchiodato (sempre Lui?). Pourquoi questa levata di scudi? Non lo conoscevo, et alors? Per me il nome suona qualcosa tra due parolacce, et alors? Qualcuno addirittura risponde in modo scurrile, sbagliando la parola simpatia (o "simpantia" è un idioma Italiano?) e la traduzione in Francese (Google translator, eh?). E gli altri cretini a fare le faccette... Merci a Monsieur Raven e a Monsieur Moro per le risposte pacate. In Olanda c'è uno yogurt che si chiama "Mona". Se lo usassi qui in italia (e in Veneto surtout) pensate che qualcuno non mi avvertisse che suona un po' equivoco? Et alors? |
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Hahaha fantastique "L'Eremo", c'était vraiment génial!  |
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@ Le Marquis de Fremont, avec simpantia et italien actuel: aller à répondre à vos fonctions physiologiques dans le WC. |
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No marchese, essendo siciliano il pensiero non mi ha nemmeno sfiorato. In generale se una cosa non la conosco prima mi informo, poi parlo. |
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inchiuvatu sarebbe appunto la forma dialettale per dire Il Crocifisso. Ma non la croce, bensì colui che è stato crocefisso.. ma non uno dei migliaia crocefissi dai romani, semplicemente Lui. Au Revoir. |
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@the sicilian: Bravu 'me cumpari!  |
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da siciliano posso dire che la parola inchiuvatu non ha niente da vedere con il sesso. Per noi l'inchiuvatu è gesù.....inchiodato in croce. Spero di essere stato utile |
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Se canti in dialetto il tuo nome deve essere in dialetto. Evidentemente il discorso non è solo fare "effetto" ma si basa su altri presupposti. |
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Je suis désolé, Monsieur Moro ma non ne aveva mai sentito parlare prima. E' vero, Monsieur Raven, dovevo informarmi prima. Mi sa indicare, cortesemente un sito di traduzione siciliano-francese o siciliano-italiano o siciliano-inglese? Poi, suvvia, non mi dica che il tipo in questione, non ha neanche lontanamente immaginato che il "sound" del nome scelto non potesse essere accostato al significato sessista? Tra l'altro in ambito metal, dove i nomi delle band, sono spesso truculenti o un petit peu volgari. Questo anche per rispondere a Monsieur Freedom. Se avesse usato il termine INCHIODATO, a mio parere, avrebbe fatto più effetto. Au revoir. |
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Carino il fatto di dire "non poteva scegliere un nome migliore" riferito ad un progetto che ha quasi venti anni... Come se fosse una nuova band ahahah |
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No Marchese, è siciliano e significa INCHIODATO. A cosa poi, è questione che attiene appunto alla filosofia dietro al moniker. Talvolta informarsi prima di parlare è opportuno. |
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E comunque Le Marquis de Fremont se non sai cosa significa perché dici certe cose? |
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Ahahaha!! Aspettavo con ansia qualcuno che gli dicesse una cosa del genere!  |
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@ Le Marquis de Fremont, con simpantia e in italiano corrente: vai ad espletare le tue funzioni fisiologiche in zona WC. |
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Well, parlo cinque lingue ma questa non la conosco... Ma a naso mi sembra qualcosa un petit peu sessista... |
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Hai idea di cosa significhi e del concetto che c'è dietro? |
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Mi sembra interessante. Ma non poteva scegliere un nome della band meno ridicolo? |
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Grandissimo Agghiastru! Non sono ancora riuscito a reperire l'album ma ho ascoltato quelle 4 o 5 canzoni che girano sul tubo, grandioso! E' sempre originale e personale nelle sue produzioni, fregandosene di cosa potrebbe o non potrebbe piacere alla gente. Orgoglio di tutto il Mezzogiorno d'Italia Metal! |
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