|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
|
17/11/2018
( 1447 letture )
|
Recensire un album di una band decisamente fuori da ogni regola, lontana da una possibile classificazione e perennemente mai uguale a se stessa o ripetitiva come gli Inchiuvatu dell’estroverso e versatile Agghiastru è impresa quanto mai ardua ma degna di essere affrontata fino in fondo. Qui si tratta di un artista a 360 gradi che in venticinque anni di carriera ha fatto dell’arte più pura e della creatività più versatile e mutevole il proprio punto di forza, e questo Via Lucis, conclusione di una pentalogia iniziata con 33 nel 2008, è quanto di più creativamente illuminante si possa chiedere a una band italiana che osa cantare in dialetto proponendo musica rock/metal/folk dalle tinte black e dal mood blues in un mondo musicale dominato dall’appiattimento culturale e sonoro, perennemente esterofilo e privo di coraggio sperimentativo.
L’apertura di Triònfu è decisamente significativa e sprigiona tutta la versatilità del combo agrigentino, che ci offre un folk metal dalle forti tinte rock ma con pesanti radici locali e l’agghiacciante voce black di Agghiastru che accompagna ogni accento cadenzato a dare corpo a un brano che si stampa in testa immediatamente. Di differente fattura è invece la seguente Balàta Scunsacrata, appunto una ballata tanto lenta quanto malvagia e pregna di black folk mefitico la cui malvagità sembra non avere limiti, tanto da sfociare in maniera geniale nel folk estremo di Maddalena, il cui ritornello cantato e fischiettato è tanto scanzonato quanto contagiosamente subdolo e inquietante. La mediocrità in casa Inchiuvatu viene letteralmente lasciata fuori dalla porta e schiacciata da brani intensi come la strumentale Pi’Stràta che fa da preludio alla meravigliosa Rùna, una vera opera d’arte carica di pathos basata su chitarra e voce, cori funerei ma dalla forte accezione processoria, anche grazie all’uso di strumenti decisamente folcloristici come i tamburelli e al colpo di genio dei grilli che friniscono la notte, creando un sound carico di atmosfera magica e sognante. Il trittico ‘Utu, ‘Ati e ‘Itu ci offre invece la parte più folle, imprevedibile, black e instabile di questo Via Lucis, alternando sfuriate black estreme e dilanianti ad arpeggi armonizzati talmente maligni da ricordarmi i primi Necrodeath in tema di carica malefica ma qui concentrata nel suo nocciolo, senza necessariamente la parte metal, rendendola quasi pura, ancestrale e primordiale. La maestosità artistica delle composizioni di un talento unico come Agghiastru sembrano tanto semplici quanto inarrivabili: la seconda strumentale Làu, la struggente e meravigliosa Petru, altro pezzo da novanta di un album tanto innovativo quanto genuino, l’ipnotica e disturbante Iti, quasi un incubo a occhi aperti e ben spalancati. Un vortice di black e folk in cui i sintetizzatori e le tastiere delle opere precedenti sono state oggi sostituite da basi preimpostate ma fortemente incisive con i loro effetti specifici e da cori ad alto contenuto armonico, sapientemente supportati da strumenti folcloristici che in brani come Scèusa e la conclusiva Ruvìna sottolineano ulteriormente i passaggi dalle strofe ai ritornelli, senza tralasciare la matrice black che trasuda da ogni nota estrema lungo tutto l’album.
Un’ora precisa di viaggio in cui gli Inchiuvatu ci prendono per mano e sotto un cielo stellato, una luna beffarda e un cammino roccioso ci accompagnano alla fine di un percorso lungo nove anni che chiude il cerchio della pentalogia e ne lascia aperto uno, musicalmente parlando, tutto da scoprire, perché l’essenza della creatività di questo Via Lucis (il cui titolo è altamente emblematico se ci si sofferma a pensarci un attimo dopo aver ascoltato l’album tutto d’un fiato) può solo che essere un faro per abbattere la piatta standardizzazione a cui si è ridotta quella che dovrebbe essere l’estrosità della musica moderna, di qualunque genere si tratti.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Uno dei pochi che ha ancora molto da dire, peccato che della mediterranean scene resti poco oramai. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Triònfu 2. Balàta Scunsacrata 3. Maddalena 4. Pi’Stràta 5. Rùna 6. ‘Utu 7. ‘Ati 8. ‘Itu 9. Làu 10. Petru 11. Iti 12. Scèusa 13. Rura Attisa 14. Ruvìna
|
|
Line Up
|
Agghiastru (voce) Kaos (chitarra) Tati (batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|