|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Escape the Fate - Ungrateful
|
( 3954 letture )
|
Rigorosamente dotati di ciuffi sbarazzini, tornano a farsi sentire gli Escape The Fate, ormai consolidatisi come affermata realtà della scena emotional metalcore. Meglio precisarlo subito: è inutile soffermarsi troppo sul loro look, sul loro stile e sul loro approccio complessivo se, in generale, si prediligono altre coordinate sonore. Gli affezionati di metal tradizionale o sonorità differenti, infatti, dovrebbero limitarsi ad evitare una proposta a loro non gradita, senza necessariamente trasferire il loro malcontento su questi ragazzi. La musica è arte, ed è bella perchè varia: chi non comprende questo e denigra le passioni delle nuove generazioni, a detta di chi scrive, sbaglia in partenza. Il nuovo Ungrateful, quarto prodotto in studio per la formazione proveniente dal Nevada, presenta il consueto e gradevole mix di violento hardcore -molto molto sparuto e limitato a isolati passaggi vocali o saltuari breakdown, per la verità- e romantica melodia dal sapore adolescenziale: l'atmosfera è introspettiva e malinconica, anche se il platter sembra più duro e meglio congegnato del precedente e omonimo Escape The Fate, che suonava decisamente più radiofonico. I cinque americani sono musicisti più che validi e bisogna dirlo: alla faccia dei sorrisini ironici e delle infondate speculazioni dei saccentoni figli del pregiudizio, la band dimostra di saper imbastire composizioni semplici ma orecchiabili, ben ideate, che in certi passaggi di chitarra solista fanno mostra di stilettate fresche e goderecce, in parte influenzate dall'heavy classico. In tal senso è ottimale l'apporto di Monte Money, che con la sua ascia garantisce melodia a fiotti ed adrenalina in giusta quantità. Forse non sarà un lavoro migliore del validissimo This War Is Ours, che resta probabilmente l'opera più rilevante del quintetto; però Ungrateful è più omogeneo e maturo, non pecca di nessuno scivolone clamoroso e tantomeno mostra il fianco a causa di qualche brano eccessivamente ruffiano, come capitato invece in passato. Non solo bei faccini da mostrare alla ragazzine, dunque, ma anche delle reali qualità artistiche che spesso vengono insabbiate inopinatamente.
L'attacco vocale dell'opener e titletrack lascia subito filtrare l'idea che la band abbia inasprito il proprio stile, ma immediatamente riff e refrain melodici altamente emotivi (ed accattivanti) ripropongono le sfumature suadentemente zuccherose tipiche della band; queste emergono ampiamente anche nel corso di Until We Die, dal chorus trascinante e struggente, o Live Fast, Die Beautiful, episodio dal riffato velenoso: è il primo passaggio vagamente danzereccio del disco, incalzante e caratterizzato da vocals molto accattivanti. Forget About Me e You're Insane, molto gradevoli, avrebbero potuto benissimo figurare in uno dei due dischi precedenti, in quanto fanno fede al classico sound-Escape The Fate in maniera a dir poco radicale: in particolare, spiccano riff semplici ma agili e ritornelli subito memorizzabili. Chemical Love suona come un brano decisamente poco metal, con un riff praticamente ballabile e vocals rilassate, assai profonde, cadenzate e seriose; Picture Perfect è invece la ballad strappalacrime, il passaggio più dolce del full length: una canzone piacevole, anche se a qualcuno potrebbe far venire in mente qualcosa degli One Direction (con tanto di coretti di sottofondo). La bravura del gruppo nel creare canzoni e refrain dal piglio sempre immediato e coinvolgente si evince anche in Risk It All o Desire (quest'ultima dotata di un assolo di chitarra di ottimo fatturato, ricco di gusto melodico ed ispirazione metallica), mentre One for the Money si lascia ascoltare anche al di là di alcuni effetti elettronici fortemente moderni; poco aggiunge, invece, la conclusiva Fire It Up.
Le sensazioni che si vivono durante l'ascolto del platter sembrano riportare direttamente a quel periodo della nostra esistenza -l'adolescenza- così influenzata da emozioni diametralmente contrastanti, disagi insormontabili ed emozioni galoppanti che tradizionalmente vengono dipinte come farfalle nello stomaco; la voce melodica e malinconica del bravo Craig Mabbit traccia dunque scenari tristi e desolanti, i quali vanno ad accentuare la percezione di incomprensione ed il desiderio di sussulti forti, arricchiti ancora da quel necessario pizzico di speranza ultima nel futuro. Una produzione moderna e nitida esalta i suoni e l'esecuzione priva di sbavature, mentre il lavoro di Robert Ortiz viene reso con modernità e compattezza, risuonando asciutto e puntuale. La tracklist presenta undici tracce, la maggioranza delle quali dinamiche e potenti nonostante l'alone di cupezza e rassegnazione; non mancano alcuni episodi quasi danzerecci (Live Fast Die Beautiful, Chemical Love, Desire), nei quali le vocals assecondano insoliti riff di chitarra con linee ultra-catchy. Chi non gradisce tutti i derivati del metalcore e le ramificazioni affini giri necessariamente al largo, ma chi invece apprezza anche le sfumature emotive che queste sonorità possono regalare potrà tranquillamente gustarsi un disco piacevole e che scorre senza stancare, anche dopo diversi ascolti.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
Figa monumento della musica internazziunale. Mai vista na robba simile, e che innovazzionee, che emozioneee |
|
|
|
|
|
|
7
|
Bello commercialotto ma orecchiabile e con ritornelli che ti entrano in testa 80 |
|
|
|
|
|
|
6
|
Capolavoro assoluto,gruppo travagliato ma che sforna capolavori grandissimi do 90 a questo album |
|
|
|
|
|
|
5
|
Fa talmente schifo che non ho nemmeno voglia di scrivere un giudizio critico ben studiato, semplicemente perché ti disgusta al primo impatto. Ruffiano, commerciale, banale, componibile da un bambino di 10 anni, pop modaiolo con le chitarre, non metalcore (che tra l'altro è un genere che amo) |
|
|
|
|
|
|
4
|
TAste of chaos non diciamo eresie.... |
|
|
|
|
|
|
3
|
Sinceramente col primo cantante non sono mai riuscito a farmeli piacere, mentre quasi tutti i loro fans che conosco mi dicono di preferirli col primo singer... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Questa band mi ha iniziato al metal, a 15 anni, ma quando se n'é andato il primo cantante (adesso singer degli agghiaccianti falling in reverse) li ho persi di vista...vedremo |
|
|
|
|
|
|
1
|
buon disco...molto orecchiabile |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Ungrateful 2. Until We Die 3. Live Fast, Die Beautiful 4. Forget About Me 5. You're Insane 6. Chemical Love 7. Picture Perfect 8. Risk It All 9. Desire 10. One For The Money 11. Fire It Up
|
|
Line Up
|
Craig Mabbitt (Voce) Monte Money (Chitarra solista, Tastiera, Cori) Michael Money (Chitarra ritmica) TJ Bell (Basso, Cori) Robert Ortiz (Batteria, Percussioni)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|