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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2886 letture )
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Poche parole di presentazione per i Master, storico gruppo death attivo dal 1985 e presente sul mercato dal ’90 con il primo full length omonimo. Da allora ci sono stati ben dieci album che non hanno mai deluso le aspettative dei fan, e diversi EP, compilation e DVD. Nonostante ciò, i Master sono sempre vissuti nell’ombra e sono conosciuti soltanto dai veri cultori del genere, quelli che non si fermano ai soliti tre nomi che portano la bandiera.
Dopo l’uscita di The New Elite dell’anno scorso, i Master hanno ancora idee da proporre al loro pubblico, mai sazi di far ascoltare il loro death crudo vecchio stampo, divulgandolo con i loro testi le loro idee malsane, spaziando da argomenti fantastici a critiche alla società. La copertina di The Witchhunt è un connubio ammirevole dei lavori grafici che si facevano una volta e delle tecniche di realizzazione più moderne. Oscura e malefica proprio come il sound del gruppo. Parlando della musica, i Master non si smentiscono ancora una volta. The Witchhunt si presenta come un disco sfrontato, arrogante, che non ha alcuna paura di essere giudicato. Ciò che i tre musicisti avevano in mente di suonare lo hanno suonato ed inciso, senza preoccuparsi delle recensioni e delle vendite. E’ musica che i napoletani definirebbero “ro cori”, realizzata con lo scopo di arricchire una discografia piuttosto completa ma soprattutto per divertimento, il componente principale di un vero musicista. Il loro death old-style non cambia molto rispetto alle uscite precedenti. Gli elementi thrash sono presenti in misura maggiore, rendendo talvolta il sound dei Master più leggero ed orecchiabile. La produzione è moderna, adatta ai nostri tempi, e gli strumenti appaiono tutti ben udibili, con la voce rigurgitante di Speckmann in primo piano a predominare. Le sonorità di questo The Witchhunt sono originali, per la maggior parte orecchiabili come già detto, ma a volte i riff tendono a ripetersi troppe volte e l’attenzione sull’ascolto cala parecchio.
L’album inizia meravigliosamente bene con la title-track, canzone che piace e stimola l’ascoltatore a procedere, voglioso di sentire cosa questa nuova produzione di casa Master ha intenzione di proporre. Purtroppo, per attendere qualcosa di diverso e meno scontato si deve aspettare la traccia numero quattro, Waiting to Die, in quanto le due precedenti presentano una metrica uguale a quella della numero uno e riff piuttosto simili. Waiting to Die è invece più articolata ed incalzante, proprio come The Parable, dove l’atmosfera thrash è più presente. Altre canzoni degne di nota sono la sperimentale Raise Your Sword, iniziata con un incipit lunghissimo e monotono, e conclusa come uno dei cavalli di battaglia dell’album; Manipulated to Exterminate, più personale, contenente mid-tempo di elevata prestazione tecnica e il solito stop&start con accordo libero per introdurre la seconda parte, decisamente accattivante; la conclusiva The American Dream, la canzone più varia e più legata all’etichetta old style death.
Se potessi ridurre l’album, manterrei solo le tracce citate. Il resto è roba già sentita centinaia di volte, riff simili fra di loro, parti di batteria e strofe e ritornelli alquanto scontati. Con molti spunti interessanti e altri (molto) meno, questo The Witchhunt soddisfa ma non dà il 100% delle potenzialità della band ai propri fan. E’ un disco suonato per il solo gusto di farlo, innovando ciò che si poteva e ripetendo ciò che è stato fatto. Non brilla nella discografia dei Master ma non delude nemmeno. Quantomeno, possiamo affermare che nella discografia di questi capisaldi del death, fino ad ora non è presente nemmeno un neo.
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5
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In linea con il commento di Undercover. |
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4
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recensite anche i vecchi classici |
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3
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Oltre i primi due non è che mi abbiano mai detto molto, ne riconosco la storicità e adoro il personaggio Paul, ma musicalmente non sono mai stati questo granché. |
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2
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io vado praticamente ad occhi chiusi con i Master, garanzia! approfitto per fare a Daniele i complimenti per il lavoro svolto ottimamente ed in tempi record  |
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1
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e io lo aspetto con ansia, se il recensore dice che la componente più thrash è in maggiore evidenza per me va benissimo ugualmente dopotutto apprezzo anche dischi come collection of souls o let's start a war dove la componente thrash punk era in bella evidenza. loro non deludono e spero in un tour europeo per promuover il disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Witchhunt 2. Plans of Hate 3. Another Suicide 4. Waiting to Die 5. The Parable 6. God of Thunder 7. Remove the Clowns 8. Raise Your Sword 9. Wipe Out the Aggressor 10. Manipulated to Exterminate 11. The American Dream
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Line Up
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Paul Speckmann (Voce, Basso) Alex "93" Nejezchleba (Chitarra) Zdeněk Pradlovský (Batteria)
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