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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Havok - Unnatural Selection
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( 4800 letture )
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Cosa ci si può attendere dagli Havok se non un thrash metal tradizionale e ottantiano, velenoso nel riffing e incalzante come un martello pneumatico? Unnatural Selection, il loro terzo full length, riprende la ricetta del precedente Time Is Up e rispetta dunque le attese, sciorinando una buona serie di mitragliate secche e senza orpelli, taglienti e nevrotiche tanto nel lavoro delle chitarre quanto nella tipica voce di David Sanchez, la quale ricorda quella al vetriolo di tante formazioni culto della decade d’oro. Inutile sottolineare come una spinta essenziale derivi dalla veemenza e dalla rapidità esecutiva che caratterizzano le varie tracce.
La produzione, bombastica e moderna, permette a tutti gli strumenti di distinguersi nitidamente ed esalta i suoni asciutti della batteria, ma forse appare troppo rifinita e curata per il filone proposto. Non irresistibili appaiono gli assoli di chitarra, mentre il drumming incessante e rapidissimo garantisce parecchi punti al disco in oggetto. Per il resto, l’adrenalina scorre a fiotti, anche se l’originalità o la personalità sono caratteristiche che passano in secondo piano al cospetto delle rasoiate ritmiche proposte dal quartetto di Denver: pazienza, dunque, se qualche riff suona banalotto (I Am the State o Give Me Liberty... Or Give Me Death, già sentita mille e mille volte) perché quel che conta è l’eccitazione scaturita dalle serrate rincorse ritmiche e dai cori da pugno al cielo, immancabili nel genere. La proposta, di per sé, è rivolta ai conservatori, ad una frangia di pubblico che non solo non avverte la necessità di innovazioni, ma addirittura le avversa: pertanto l’ascolto scorre più che esaltante, garantendo sprazzi di headbanging e suonando urticante dall’inizio alla fine. La stessa Give Me Liberty... Or Give Me Death, per quanto scontata, rappresenta uno degli episodi migliori del lotto assieme all’isterica Living Nightmare o alla tellurica titletrack, mentre più che ottimi appaiono anche brani leggermente meno tirati come Waste of Life, Chasing the Edge, Worse Than War e soprattutto Under the Gun, ricchi di groove accattivante. In realtà, questi brani rappresentano un timido tentativo di discostarsi da un canovaccio unicamente fast’n’furious, e la cosa è già di per sé elogiabile; qualche momento di noia, invece, coincide col refrain-cantilena di It Is True, ma è fisiologico concedersi almeno un calo nel corso di quasi cinquanta minuti di thrash riottoso.
Abbastanza inutile risulta la cover sabbathiana di Children of the Grave, resa con fin troppa fedeltà e priva di ogni qualsivoglia spunto personale che, invece, dovrebbe essere la scintilla capace di rendere più interessante e curiosa la riproposizione di un brano altrui. Al di là di queste considerazioni, la nuova zampata degli Havok è andata a buon segno: per quanto semplice, spigolosa e citazionistica, colpisce dritto in mezzo agli occhi e fomenta proprio come un disco del genere dovrebbe fare. Potremmo discutere per ore a proposito della genuinità della band, che sembra limitarsi alla ripetizione pedissequa di un determinato flavour ottantiano; ma, attenendoci all’impatto del disco in sé e per sé, non possiamo che constatare il gran “tiro” che lo pervade e che dunque lo rende una miccia esplosiva che merita un bel po’ di ascolti privi di eccessive pretese.
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8
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evviva il thrash anni 80.....meglio rispolverare dalla propria collezione un vecchio lp di quegli anni....che acquistare cd di queste bands copia ed incolla! |
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7
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Bravi davvero anche se preferisco time is up e burn. Condivido il voto. |
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6
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Le prime 4 sono bombe a mano, poi è un po' alti e bassi fino alla title track ottima. Gli alti sono molto alti e i bassi si mantengono comunque sulla sufficienza. Fantastici. |
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5
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Ci sta'...buon album che legna a dovere. Non posso fare confronti col precedente che conosco poco...ma recuperero' pure quello. Comunque molto validi tra le leve del thrash 2.0 |
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4
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Gran album a mio parere,quando lo trovai,lo ascoltai per settimane e non mi stancava mai.Una delle migliori realtà thrash moderno assieme a Violator,Fueled By Fire,Bonded By Blood e Pessimist |
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3
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Ho ascoltato un paio di anteprime e devo dire che mi sono piaciute molto, sano thrash bello incazzato e sempre adatto a sfasciare la stanza a spallate! Da quel che ho capito il disco é abbastanza omogeneo come qualità, quindi in barba all'assenza di novità e alla riproposizione dei cliché, il voto mi pare giusto, e anzi forse un quasi 8 grazie alla prova del batterista e del cantante ci scappa, ma prima lo ascolterò per bene! Bella la rece |
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2
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La recensione mi ingolosisce, approfondirò. |
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1
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Per me hanno fatto un mezzo passo falso... Insomma non è niente di che questo album, soprattutto se paragonato a Time is Up... La rece è fatta molto bene e la condivido, ma il voto è troppo alto a mio parere... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. I Am the State 2. Give Me Liberty... Or Give Me Death 3. It Is True 4. Under the Gun 5. Waste of Life 6. Untitled 7. Chasing the Edge 8. Worse Than War 9. Children of the Grave 10. Unnatural Selection
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Line Up
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David Sanchez (Voce, Chitarra ritmica) Reece Scruggs (Chitarra solista, Cori) Michael Leon (Basso) Pete Webber (Batteria)
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