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27/04/25
THE LUMINEERS
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Warbringer - IV: Empires Collapse
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( 3722 letture )
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La storia della formazione dei Warbringer è simile a quella di molte realtà storiche della musica thrash e death ottantiana, essendo iniziata tra i banchi delle scuole superiori tra alcuni amici appassionati di musica metal. Per giungere al momento della nascita della band bisogna tornare indietro al 2004, quando il quintetto si formò per volontà comune dei musicisti originali. L’intenzione prioritaria è stata quella di formare una band che cogliesse le tradizioni della musica metal, unendo quel tanto amato thrash con riffing più taglienti di matrice punk/hardcore e qualche sfuriata black. Essendo tutti e cinque i musicisti fortemente amanti della musica più disparata -malgrado il chitarrista John Laux sia il principale scrittore di musiche e testi-, ognuno di loro è stato in grado di fornire la propria inflessione sonora durante le fasi di songwriting. Oggi, dopo aver pubblicato tre album sotto Century Media e, grazie ad essa, aver aperto i concerti di band del calibro di Arch Enemy, Exodus, Megadeth, Suffocation, Nevermore, Kreator, Destruction, Overkill, Testament e Obituary, i cinque ragazzi della West Coast hanno dato alla luce la loro quarta fatica, IV: Empires Collapse. Visti i trascorsi live e la grande esperienza maturata dal quintetto negli ultimi anni, da questo album ci si può aspettare un thrash compatto, di grande resa live e dalle sfumature melodiche convincenti su strutture acuminate e affilate.
Incipit melodico e ossessivo quello di Horizon che da il via al disco, con le chitarre che si prodigano in note ansiose prima della consueta apertura di potenti accordi ad anticipare la classica sfuriata thrash. Le vocals di John Kevill possiedono le stesse caratteristiche genetiche di Mille, quasi alla stregua di un gemello più giovane ed egualmente incazzato. Come se fosse uno stampo delle recenti inflessioni del genere, la chiusura viene dedicata a un delicato arpeggio acustico che offre un passaggio tra i due brani: The Turning of the Gears irrompe con batteria e basso che la fanno da padrone, sostenuti da un piacevole riff solista di chitarra. Con il trascorrere della registrazione, da un lato diventa sempre più lampante l’oggettiva ottima capacità dei Warbringer di dosare acceleratore e melodia, mentre dall’altro spicca sempre più la forte derivazione della loro proposta. Malgrado questo dettaglio non proprio positivo, gli undici brani e i quarantadue minuti complessivi scorrono via con impressionante facilità, aiutati da costruzioni ritmiche e riffs in ogni caso trascinanti e travolgenti, che renderanno IV: Empires Collapse un album molto piacevole per coloro che non cercano altro se non la malsana irruenza del thrash nudo e crudo. Pezzi come Hunter-Seeker, Scars Remains e Dying Light garantiscono scorribande di air guitar e furioso headbangin’ d’altri tempi, mettendo in mostra le gravose influenze che band come Testament, Anthrax e Destruction hanno avuto sui cinque giovani thrashers. Punto forte dell’album è l’ottima Black Sun, Black Moon, in grado di unire efferatezza e melodia in un bilanciatissimo concentrato impreziosito da un primo assolo in perfetto stile Jeff Loomis. Curiosa, invece, la velocissima Off With Their Heads!, posta appena prima del brano di chiusura e caratterizzata da un furibondo scambio solistico che farebbe invidia a un gruppo di gatti incazzosi o -eventualmente- al Kerry King di turno.
In conclusione, i “portatori di guerra” hanno mantenuto ampiamente le premesse iniziali: IV: Empires Collapse è un disco nel quale rabbia e melodia si bilanciano ottimamente, senza che una di queste due caratteristiche oscuri l’altra. Certo, siamo lontani dai capolavori del genere o da qualsiasi altro dettaglio innovativo per il thrash metal, tuttavia, lungo tutta la sua durata l’album scivola via suscitando interesse, intensità e numerosi abbozzi di air guitar nell’ascoltatore. Sotto una produzione ottimale, il quintetto sfoggia una prova decisamente sopra le righe, esclusivamente limitata dalla forte derivazione di quanto proposto: John Kevill assale il suo microfono con la stessa brutalità -e quasi la stessa timbrica schizofrenica- di Mille Petrozza, mentre i due axe-men John Laux e Jeff Potts si prodigano in assoli esaltanti e quasi sempre di buon gusto. Sostanzialmente, i Warbringer sono avvicinabili alle recenti pubblicazioni del quartetto di Essen, sia come stile sia come proposizione sonora. Certo, la strada per raggiungere i maestri è ancora lunga e, se venisse percorsa interamente senza prendere in considerazione la creazione di altri sentieri, risulterebbe comunque troppo stretta per superare quanto offerto dagli storici thrashers tedeschi. La qualità musicale del quintetto è indubbia, così come il coinvolgimento dell’ascoltatore durante la riproduzione, dote sicuramente importante in una band di questo genere. Manca solamente una buona manciata di personalizzazione sonora per raggiungere i lidi più alti delle nuove leve del thrash e, di conseguenza, far crescere la valutazione a livelli ottimi. Non che sia una cosetta da niente, ma si sa: it’s a long way to the top...
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12
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Avevo sentito il primo e me era piaciuto veramente poco, poi ho sentito questo meno male che son cambiati, già dal primo avevano un potenziale come tecnica ed ora a questo IV: Empires Collapse ci hanno aggiunto anche l'originalità, l'ho trovato veramente molto vario, ci sono influenze da tutte le parti dal neoclassical al death metal, le prime 6 traccie sono perfette, poi le 3 seguenti son un po' sottotono soprattutto Leviathan che non centra un bel niente con tutte le altre! Comunque sia il miglioramento fatto dal primo è veramente molto. Voto 85/100. |
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11
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senza dubbio li considero i migliori della nuova ondata thrash. Hanno avuto un costante miglioramento album dopo album ed hanno un bassista mostruoamente bravo. |
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10
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Bel disco scorre bene un 80 se lo merita tutto |
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9
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una vera bomba. originale (non innovativo, ho detto originale), spaccaossa, melodico a tratti... secondo me merita 80 |
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8
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ottimo album per me, con alti e bassi ma all '80 ci arriva... ah e concordo con l'ultimo degli onslaught |
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7
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ascoltate l'ultimo degli onslaught che fa paura |
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6
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a proposito...w la malsana irruenza del THRASH |
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5
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Album molto bello....le prime 4 canzoni sono una cannonata da ripetere ancora e ancora,poi un pò si perde escludendo Iron City e le ultime due...quindi a mio parere un 80 se lo merita.Penso che questo sia il migliore album della band fin ora.Bravi P.S concordo con l'ultimo dei Toxic Holocaust...fantastico |
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4
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Non ha convinto neanche me, mentre il nuovo dei Toxic Holocaust è una bomba ! |
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3
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non mi hanno mai convinto molto. proverò ad ascoltare anche questo. Sperem.. |
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2
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Proverò ad ascoltarlo, ma il loro debutto già non mi aveva detto granchè. Bravi a suonare, fine. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Horizon 2. The Turning of the Gears 3. One Dimension 4. Hunter-Seeker 5. Black Sun, Black Moon 6. Scars Remain 7. Dying Light 8. Iron City 9. Leviathan 10. Off With Their Heads! 11. Tower of the Serpent
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Line Up
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John Kevill (Voce) John Laux (Chitarra) Jeff Potts (Chitarra) Ben Mottsman (Basso) Carlos Cruz (Batteria)
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RECENSIONI |
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