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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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27/04/2022
( 1640 letture )
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A 4 anni di distanza da Tunguska tornano sugli scaffali gli svedesi Treat. Una copertina tanto bella e significativa quanto enigmatica: mica avranno intenzione di mollare la ribalta dopo 40 anni di militanza rock? Eh sì, perché la band in questione è una delle più “mature”, in senso di anzianità temporale, della scena del proprio Paese ed è passata attraverso tanti album con matrici diverse che, non sempre, hanno attizzato i fan. Ma fa parte delle lunghe carriere sperimentare e uscire, talvolta, dal prevedibile seminato, a costo di deludere qualcuno. Prodotto da Peter Mansson, che aveva lo stesso ruolo anche per l’album precedente e per Ghost of Graceland, The Endgame è un lavoro dai toni cupi ma melodici; così l’ensemble torna al classico sciorinando il proprio gusto per sprintare in fase melodica, costruendo scheletrati che si fanno apprezzare molto. Sicuramente i Treat non verranno ricordati, nei secoli dei secoli, come una band seminale nella storia della nostra musica, ma hanno acquisito una valenza sin dalla fondazione a Stoccolma, avvenuta nel 1982.
Freudian Slip apre le danze con il classico sound della band: armonie potenti e levigate, controcori esemplari, ritmi serrati, voce matura e solo di chitarra ardente. Una buonissima partenza, di qualità, subito doppiata da Rabbit Hole altra steccata di ipermelodia gioiosa e scorrevole. Sinbiosis è AOR puro con spine hard rock nella guitar, eleganti partiture di pianoforte e un ritornello classicamente nordico, con una ricerca per le sinuosità armoniche non indifferente. Home of the Brave (non quella dei Toto) ha un flavour quasi irlandese e sviluppa una cavalcata tra melodie e arrangiamenti pregiati e di trama superiore. In Both Ends Burning schiudono lo scenario le tastiere, seguite da un arpeggio morbido, che si congiungono in un up tempo; chorus anthemico e la solita prova avvolgente e calda del singer. Solo della sei corde breve, pompato e veloce, altra scheggia di gran gusto che riecheggia forte nelle casse. My Parade vede una slide guitar aprire i giochi di una ballad vellutata che esplode sull’inciso, con una tonnellata di melodie che sanno di Scandinavia e serate tirate per le lunghe… la riuscita è semplicemente perfetta. Wake Me When It’s Over sfoggia key in simbiosi con le linee della sei corde e si rivela track frizzante e molto corale; la chitarra svolge un ottimo lavoro sia in pennate, assolo e ritmiche, rispettando, alla lettera, il vecchio trademark del gruppo. Segue Jesus from Hollywood, la quale sferra un attacco coriaceo, dai toni epici e cori da madrigale; trasformandosi, sul ritornello acchiappante in un altro frammento dalle grandi coralità pressate insieme, che sovrastano la struttura svettando nettamente dal punto di vista melodico. Magic è una ballad azzeccata con toni alla Def Leppard, sia nella voce che nella struttura. Carolina Reaper è un singolo fantastico, la giusta tensione in fase di scrittura per uno sviluppo da arena rock, tastiere che tallonano chitarre nervose, chorus acchiappante e cori de luxe: un pezzo di altissimo lignaggio e di presa immediata, che illustra la classe del quintetto, tutto corredato da un solo energico e focoso dell’ascia. Sul finale del timing la band cambia qualche registro nella propria musica e devo dire con risultati molto buoni. Dark to Light, come indica il titolo, appare più oscura segnata da un up tempo profondo, chitarre cupe e cattive, e un refrain sostenuto da un giro di tastiere costante; buona la vena creativa capace di distaccarsi dal resto dell’album, fornendo una sfumatura diversa ma convincente. To the End of Love serra il lavoro dando fiato ad una semi ballad pianistica con tanto di batteria secca in 4/4 e coralità celestiali: arrangiamenti di valore e orchestrazioni di spessore intenso, ottima chiusura per uno dei top dell’intero lotto di pezzi.
Altro centro per gli svedesoni! Chi li adora da sempre amerà molto questa nuova prova, in cui la band torna a scintillare, alternando accenti, luci e sfumature che passano dall’epico al drammatico, puntando forte su costruzioni melodiche, corali, e armonie di gran gusto, di perfetta riuscita in studio e su di un palco. Un album immancabile per i cultori dell’anthem rock melodico, questo The Endgame è un disco che colpisce sin dal primo ascolto per capacità, perizia e prelibata fattura. Pollice altissimo per voi ragazzi!
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8
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Forse è il loro ultimo album? Questo e il precedente sembra che abbiano un filo conduttore, sia di composizione che di produzione. Tante cose già sentite, ma a che livello, sembrano brani di fattura ottantiana in una versione rivisitata, moderna. Tecnicamente ineccepibile, con una produzione limpida, scintillante. Lo ascolto da mesi, mai saltato un brano, mai la noia. Credo che abbiano raggiunto un\' apice compositivo proprio a fine carriera, spero continuino. Per chi è rimasto vedovo del sound Europe, kee marcelo era, ascoltatevi quest\'album e poi ditemi.....voto 90 |
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7
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Bello bello bello..i treat non riescono a fare un disco brutto |
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6
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Bello anche se un filo sotto i migliori lavori della band. Hard rock melodico che non stanca, Swedish Rock chebsi merita un giudizio da 80. |
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5
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Motto bello e dopo due settimane circa non mi ha ancor stancato..... |
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4
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Disco da avere.Bellissimo. |
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3
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Disco semplicemente spettacolare. Caso chiuso |
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2
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Recensione perfetta per un album FANTASTICO! |
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1
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Mi viene da dire che i Treat non sbagliano un colpo: anche questo disco si rivela una perla di hard rock melodico,. Impossibile trovare una canzone debole, voce meravigliosa, ballate mai banali, ed anthem con quei cori che dopo due ascolti già ti trovi a cantare ovunque. What else? Nothing. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Freudian Slip 2. Rabbit Hole 3. Sinbiosis 4. Home of the Brave 5. Both Ends Burning 6. My Parade 7. Wake Me When It’s Over 8. Jesus from Hollywood 9. Magic 10. Carolina Reaper 11. Dark to Light 12. To the End of Love
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Line Up
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Robert Ernlund (Voce) Anders ‘Gary’ Wikstrom (Chitarra, cori) Patrick Appelgren (Tastiere, cori) Nalle Pahlsson (Basso, cori) Jamie Borger (Batteria, cori)
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