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Treat - The Road More or Less Traveled
21/04/2017
( 1298 letture )
Piccolo indovinello: la band di cui ci occupiamo oggi suona un hard rock a tinte melodiche fin dalla sua nascita, avvenuta all'inizio dei ruggenti anni 80; ha piazzato alcune hit divenute celebri; ha suonato in alcuni dei più grandi festival di allora, fra cui il Monsters of Rock e, infine, proviene dalla Svezia. Beh facilissimo, direte voi, si tratta degli Europe!
Ed invece no. Benché i due gruppi abbiano molto in comune, oggi la nostra lente di ingrandimento si posa sui Treat. I suddetti, benché viaggino da oltre trent'anni e si siano tolti indubbiamente parecchie soddisfazioni, non sono tuttavia celebri come i loro connazionali, a dispetto di alcuni ottimi lavori pubblicati nel corso degli anni; sono infatti stati lontani dalle scene addirittura per diciotto anni fra il 1992 ed il 2010, quando il loro album di reunion Coup de Grace ha venduto sorprendentemente bene. Infine, nel 2016, la Frontiers Records si è proposta di far recuperare al gruppo il tempo perduto, con il buon Ghost of Graceland.

Ma qual è, da sempre, il miglior modo per celebrare un ritorno? Stavolta l'indovinello è più semplice, giacché naturalmente la risposta è: un disco dal vivo. Ecco dunque la band battere il ferro finché è caldo ed offrirci The Road More or Less Traveled, costituito da quattordici brani che ripercorrono la lunga carriera della band svedese, con un ovvio occhio di riguardo proprio per il nuovo arrivato. Il live, registrato nel 2016 in quel di Milano al Frontiers Rock Festival, è aperto dalla title-track dell'ultimo album in studio, un ottimo inizio benedetto da chitarre rocciose (ancorché un po' troppo ovattate), tastiere mai invadenti e piacevoli linee vocali. Da notare che alle tastiere, nella serata in cui lo show è stato registrato, figurava Jona Tee degli H.E.A.T. in luogo del membro fisso Patrik Appelgren. Better the Devil You Know, a sua volta tratta da Ghost of Graceland, è ancor più ariosa e melodica grazie al suo ritornello da cantare a squarciagola, ma non rinuncia a riff di chitarra solidi e precisi, in una interessante dicotomia melodia/pesantezza ben gestita dai cinque musicisti scandinavi. Nonstop Madness cerca nuovamente il ritornello semplice, ma la strofa ci appare meglio riuscita (o meglio suonata, trattandosi di un live!) rispetto al brano precedente, con la batteria sugli scudi. Solo alla quarta traccia i Treat, dopo i saluti di rito al pubblico, fanno un tuffo nel passato, per la precisione nel 1989, con Ready for the Taking, tratta da Organized Crime: la chitarra di Wikström tesse come di consueto abilmente tanto ritmiche quanto parti soliste in una canzone che è indubbiamente una delle migliori dell'album e, probabilmente, della carriera trentennale del gruppo. Si prosegue con Papertiger, altro brano di ottimo livello con un'eccellente prestazione di Ernlund, prima di tornare a Ghost of Graceland con il lento Do Your Own Stunts, mid-tempo struggente e coinvolgente. I nostri sanno bene come dosare melodia e pesantezza, come detto! Un passo falso giunge con Endangered: benché la traccia di per sé sia valida, le somiglianze con i Def Leppard sono davvero soffocanti. Va meglio con One More Night, tratta ancora una volta da Organized Crime: benché il brano sia interamente pensato per condurre gli spettatori a cantare ripetutamente il ritornello, il pezzo funziona, probabilmente proprio per questo motivo: semplicità ed efficacia al potere! Lo stesso si può dire per We Own the Night, altro brano che dimostra come si possa scrivere un buon pezzo senza particolari orpelli o innovazioni. L'esecuzione dal vivo dei brani è precisa e pulita, forse anche troppo, ma in fondo chi non ha mai ritoccato qualcosina in studio? Ci sentiamo di perdonare i Treat in caso abbiano aggiustato qualche parte vocale o strumentale. Certo, Roar ci piace un po' meno a dispetto di un bellissimo assolo alle sei corde, ma il classico Get you on the Run, tratta dall'esordio Scratch and Bite del 1985, rimette a posto le cose: c'è poco da fare, i classici sono classici e la differenza rispetto a brani successivi, benché magari anche validissimi, si percepisce immediatamente. Lo stesso dicasi per Conspiracy, uno dei brani migliori di Organized Crime, il cui gioco chitarra/tastiera fa capire come questi ragazzi non abbiano nulla da invidiare, come compositori, a musicisti più celebrati. Ci avviciniamo verso la conclusione con altri due buoni brani: Skies of Mongolia, tratta da Coup de Grace, è uno dei pezzi più interessanti del comeback targato 2010, mentre World of Promises è un altro classico dei bei tempi andati, per la precisione del 1987; la partecipazione del pubblico, per la verità assai contenuta finora, aumenta finalmente proprio in occasione della chiusura, ben suonata ancora una volta dai Treat.

The Road More or Less Traveled certifica un ottimo stato di forma del gruppo svedese: la tracklist è discreta, anche se forse un po' troppo incentrata sul nuovo album per poter davvero essere una retrospettiva dei molti anni di carriera del gruppo e, a parte alcuni pezzi sottotono, le canzoni scorrono via in modo piacevole e godibile. Resta qualche dubbio su eventuali aggiustamenti in studio e, in generale, avremmo apprezzato una maggiore incisività dei suoni degli strumenti, chitarra su tutti. A parte queste sbavature, comunque, il prodotto è buono e può essere apprezzato anche da chi si accosta per la prima volta ai “cugini” meno celebri degli Europe.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
74.25 su 4 voti [ VOTA]
Andy
Martedì 22 Agosto 2017, 1.44.26
1
Io ero presente alla data live in quel di trezzo dove e' stato registrato questo "falso" live album!!!....dico falso perche' semplicemente la band non ha suonato come si sente sul cd....e' stato completamente ritoccato da studio...in piu' non fu una grande performance,,,piena di cori pre-registrati e di pecche anche gravi occorse al cantante smemorato il cui ha sbagliato stacchi e parole delle canzoni....Detto questo oserei dire che gli ultimi due album da studio sono dei grossi capolavori....soprrattutto coup de grace che dava il colpo di grazia agli ultimi strani album dei connazionali piu' famosi !!!!
INFORMAZIONI
2017
Frontiers Records
Hard Rock
Tracklist
1. Ghost of Graceland
2. Better The Devil You Know
3. Non Stop Madness
4. Ready For The Taking
5. Papertiger
6. Do Your Own Stunts
7. Endangered
8. Gimme One More Night
9. We Own The Night
10. Roar
11. Get You On The Run
12. Conspiracy
13. Skies of Mongolia
14. World of Promises
Line Up
Robert Ernlund (Voce)
Anders Wikström (Chitarra, Cori)
Pontus Egberg (Basso, Cori)
Jamie Borger (Batteria)

Musicisti Ospiti
Jona Tee (Tastiere)
 
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