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Nirvana - MTV Unplugged In New York
20/07/2022
( 3433 letture )
Una fotografia atemporale in grado di cogliere la vera essenza degli anni ’90


Oltre la musica, oltre l’esibizione stessa e oltre il suo tempo: l’Unplugged dei Nirvana ha saputo trascendere la dimensione acustica originaria elevandosi a paradigma generazionale e fedele ritratto dello spleen caratteristico dei Nineties, il decennio “alternativo” per eccellenza. Un live iconico, cinquantaquattro minuti che hanno fatto la storia del rock e sono già entrati nella leggenda dalla porta principale: il miglior set acustico di sempre? In questo campo non conviene assegnare patenti di unicità ma va detto che i crismi dell’ordinario mal si addicono al concerto del 18 novembre 1993, indimenticabile e segnante come pochi altri. Da subito nell’immaginario collettivo, la performance registrata ai Sony Music Studios di New York non può essere analizzata esaustivamente senza tenere conto dell’apparato iconografico/visuale che ne ha accompagnato la messa in onda: i gigli orientali, le candele, il tendaggio rosso sullo sfondo e il lampadario di cristallo erano infatti dettagli richiesti da Kurt in persona al fine di immergere la band in uno scenario attiguo a quello di un funerale, oscuro vezzo che dopo la sua morte ha assunto una valenza ancora più sinistra; il binomio suoni-immagini è quindi inestricabile e i due elementi non devono essere separati l’uno dall’altro, pena un’interpretazione difettiva dell’intero evento. Ad essi va inoltre aggiunto il significato culturale della pubblicazione (01/11/1994), distante sette mesi dal suicidio del frontman e prima uscita postuma targata Nirvana: fin da aprile, MTV decise di trasmettere in heavy rotation l’Unplugged e sull’onda emozionale parecchi iniziarono a considerarlo una sorta di cerimonia funebre “retroattiva” che -col senno di poi- si prestava a simboleggiare anche il termine dell’epopea grunge, orfana della sua stella più fulgida e destinata in seguito ad una frammentazione in rivoli post- completamente avulsi dal contesto e gli ideali di partenza.

Inconsapevoli di quanto stavano per realizzare, gli alfieri del Seattle Sound avevano trascorso una vigilia burrascosa che non lasciava presagire nulla di buono: l’eccessiva agitazione di Kurt, le prove andate male, la confidenza pari allo zero con l’approccio acustico e le continue intromissioni dei produttori dello show, infuriati per l’assenza delle principali hit (Smells Like Teen Spirit, Heart-Shaped Box, Lithium) e contrari agli ospiti scelti dal cantante, quei semi-sconosciuti Meat Puppets che mai avrebbero garantito lo share di un Eddie Vedder o una Tori Amos. A fronte di tutte queste problematiche il leader del gruppo reagì minacciando di non presentarsi, salvo poi fare marcia indietro e arrivare in studio nervosissimo e in grande affanno per l’astinenza da eroina.

Doveva essere un disastro, poi però siamo andati sul palco, le telecamere hanno cominciato a girare ed è scattato qualcosa: ti crediamo sulla parola Dave, ma è altrettanto innegabile che fin dall’ingresso dei musicisti un alone di irrequieta magia sembrava essere calato sullo stage newyorchese, altare laico intorno al quale i Nirvana hanno celebrato la loro poetica di conflitto e dolore esistenziale. La tensione -unita alla paura di sbagliare- è chiaramente dipinta sui volti dei protagonisti (in primis quelli di Kurt e dell’imberbe Dave Grohl, mentre Novoselic e il nuovo acquisto Pat Smear sapevano dissimulare meglio), eppure non serve altro che l’uomo più atteso imbracci la sua Martin D-18E del ’59 per far girare la ruota dei Novanta nell’ennesima direzione inaspettata. Sguardo basso, capelli sporchi, il famoso cardigan e un veloce saluto al pubblico: gli occhi sono tutti su di lui e a sciogliere le riserve ci pensa About a Girl, depurata dalla selvatichezza di Bleach e ripresentatasi in una veste affabile quanto maliarda, di sicuro funzionale a preparare il terreno all’intoccabile Come as You Are, bastarda nel suo continuo mentire (I swear that I don’t have a gun) e graffiata dalle imprecisioni vocali che paradossalmente la rendono ancora più affascinante. L’acustic-folk di Jesus Doesn’t Want Me for a Sunbeam è la prima cover della serata con Novoselic alla fisarmonica, Grohl al basso e Lori Goldston al violoncello (i The Vaselines ringraziano), poi arriva in scia The Man Who Sold the World, clamorosa re-interpretazione di Bowie eseguita da un Cobain in stato di grazia capace di far diventare il brano un semi-inedito dei Nirvana. Un’altra scelta quantomeno azzardata riguarda Pennyroyal Tea, forse la traccia che aveva convinto di meno durante le prove. All’improvviso fuori tutti, il palco si riconverte a spazio intimo adibito solo e soltanto a lui: non si tratta di una canzone ma di un fatto personale, è una sfida voce-chitarra da condurre in solitaria attraverso un monologo dove fragilità e insicurezze sono ben accette; pazienza se le note prolungate stridono, la sua anima è rimasta impigliata in quei solchi dimostrando quanto sia profonda la relazione vita-arte-musica.

Il cinismo apatico del grunge risuona nelle gemellari Dumb/Polly (il testo della seconda rimane sempre un pugno nello stomaco) e con la ritmata On a Plain si prende una boccata d’ossigeno in vista di Something in the Way, uno dei vertici emotivi della tracklist: flebili sussurri, vocalizzi laceranti, la progressione letargica delle chitarre e un’aura di solitudine mista a disperazione che neppure l’algido accompagnamento del violoncello riesce a lenire; non ci sono parole sufficienti per descrivere il grado di coinvolgimento e l’empatia scaturenti dall’ascolto, quando si provano sensazioni del genere bisogna solo vivere il momento lasciandosi ispirare e prendendo il meglio da tale esperienza. Dopo un breve scherzo ai danni di Kurt (il finto attacco di Sweet Home Alabama) si accomodano sugli sgabelli i fratelli Kirkwood, puntuali all’appuntamento con la storia grazie al tris antologico estrapolato da Meat Puppets II: in mezzo a cangianti modulazioni vocali e quadretti di puro idillio acustico va in scena un medley “indie-country-folk” atto a far risplendere la caratura melodica del protagonista, caldo e suadente in Plateau, evocativo nella toccante armoniosità di Oh Me e disinvolto nei continui sali-scendi della sinestetica Lake of Fire. L’amarezza di All Apologies sembra far calare il sipario ma in realtà la band ha intenzione di proporre un’ultima cover, la sesta in totale e il passo decisivo per consegnare l’Unplugged all’immortalità. Dalla tradizione americana di fine Ottocento a Lead Belly fino al Mark Lanegan di The Winding Sheet: Where Did You Sleep Last Night è la sofferenza primigenia del blues che si riconnette all’allora modernità del grunge, è un racconto dove rabbia, preoccupazione e morte si intrecciano confluendo nell’io interiore di Kurt Cobain, già consapevole del suo imminente destino. Una melodiosità inquieta -a tratti sommessa- viene squarciata da un timbro roco e lancinante, sgraziato potrebbe dire qualcuno, ma così vero da risultare nella sua imperfezione semplicemente perfetto; folle sarebbe anche solo pensare ad un eventuale bis o encore che dir si voglia, l’intensità emozionale di questo brano non potrà mai essere replicata e infatti Kurt si alza e si incammina verso il dietro le quinte, conscio di aver appena firmato il proprio testamento musicale.

L’Unplugged nirvaniano, da più di venticinque anni nell’olimpo del rock, è uno dei migliori live album di sempre e il canto del cigno di una formazione rivoluzionaria e divisiva ancora oggi. Venerati, odiati e purtroppo mercificati, i tre di Aberdeen sono stati i principali attori di una breve quanto folgorante stagione “alternativa” che ha cambiato in maniera indelebile il volto degli anni ’90: la digressione acustica in esame (anche se l’amplificatore c’era…) ha avuto l’ulteriore merito di rivelare al mondo la struggente umanità di un cantante come Kurt Cobain, figura unica nel suo genere e indiscusso emblema del “meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente”. Non serve aggiungere altro, se non l’invito a riascoltare questa pietra miliare ancora una volta: dopotutto, la storia della musica passa anche da qui.



VOTO RECENSORE
100
VOTO LETTORI
74.12 su 41 voti [ VOTA]
No Fun
Martedì 23 Agosto 2022, 14.45.25
58
Ops al #50 ho sbagliato, ho scritto Jerry Cantrell invece di Chris Cornell, lo specifico perché parlavo di frontman e poi Skull incazza come una biscia
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 18 Agosto 2022, 13.14.40
57
Sembra quasi ingeneroso in ogni caso paragonare gli unplugged di queste due band, entrambe ottimi ma molto molto diversi fra loro. Inevitabile propendere per l'uno o per l'altro. Io, personalmente, preferisco quello degli AIC e di gran lunga anche, semplicemente perchè era puro stile AIC, senza troppe divagazioni/innesti: poco mi importa che abbiano inserito brani che si rifanno alla storia del rock americano ecc ecc, io avrei preferito "in bloom" tanto per dire, nel complesso è fin troppo "solare" rispetto agli album della band a mio avviso. Inoltre, non posso proprio far finta che questo unplugged non sia stato spnto mediaticamente in maniera fortissima, inclusi ripetuti spot sulla tv generalista, cosa che normalmente avviene (o avveniva) soltanto verso Natale per i cofanetti dei vari Queen, Hendrix, ecc... alla luce di tutto questo, ripeto soltanto la mia prima affermazione, imho, voto decisamente esagerato, ed aggiungo "ancorchè postumo" di un quarto di secolo o quasi
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 18 Agosto 2022, 13.01.16
56
La storia della classifica di Rolling Stone la ricordo anche io, mi pare fosse un po' più su del 25esimo posto ma... parliamoci chiaro... questo genere di classifiche fa in genere abbastanza ridere chiunque ne sia il curatore (sottolineo chiunque) in particolare poi Rolling Stone non è attendibile, praticamente mai e praticamente in nulla (recensioni, classifche, ecc). Le più grandi minchiate che mi è capitato di leggere le ho lette proprio li
Diego75
Mercoledì 17 Agosto 2022, 14.03.52
55
No fun... quando mori' Stanley rolliing stones dedico' la copertina e lo inseri' al 25 posto....se non ricordo bene ...comunque sia nei primi 25 posti.
L'ImBONItore
Martedì 16 Agosto 2022, 23.47.09
54
Nonostante non sia il loro fan numero uno, questo album è storia. Ma vorrei capighe una cosa , mi recensite l'unplugged dei Nirvana eeeee ottimo così , mi discutete dell'unplagged degli Alice In Chains eeeee ottimo così., Ma mai una parola spesa per l'eccellente Unplugged degli Stone Temple Pilots? Eeeee cheeeeee caaaaaaaaaaazzzo vi hanno fatto per dimenticarli sempre eeeeeee comunque quei poveri cristi?
No Fun
Martedì 16 Agosto 2022, 20.00.56
53
Diego, abbi pazienza, non ho bisogno di farmi spiegare da Wikipedia chi sia Lyane Staley e neanche da due così che non so neanche cosa sono. La mia curiosità era relativa alla classifica di Rolling Stones che dici di aver visto, tutto qua.
Diego75
Martedì 16 Agosto 2022, 15.40.04
52
Andate a leggere su wikipedia Layne staley...5 posto come miglior cantante secondo made manual.. 27 posto come cantante metal secondo hit pareder!...tanto per citarne 2 di classifiche.
Galilee
Lunedì 15 Agosto 2022, 9.02.34
51
Difatti è uscito due anni prima e si sente. La classifica che vede Layne al 25 posto non esiste.
No Fun
Domenica 14 Agosto 2022, 21.07.03
50
#49 Non mi sembra che il disco dei Mad Season sia successivo all'Unplugged. A parte questo, ma in quale classifica? Lo chiedo perché proprio di recente guardavo queste classifiche di Rolling Stones e le avevo trovate assurde, in quella dei cantanti in generale c'è tipo John Lennon al quinto posto prima di Marvin Gaye e Freddy Mercury è diciottesimo, McCartney meglio di Jeff Buckley o Axl Rose, in quella dei dieci migliori frontman Eddie Vedder prima di Jerry Cantrell, Cobain al decimo. In nessuna delle due c'è Staley. Assurdo.
Diego75
Domenica 14 Agosto 2022, 20.15.23
49
...e per fortuna che Layne era alla frutta nell' unplugged...chissa' se fosse stato in forma... e che il disco dopo con i mad season e' l'esempio assoluto che descrive il grunge....e che dopo la sua morte secondo rolling stones e' tra le migliori voci del rock .. se non ricordo al 25 posto!
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 11 Agosto 2022, 13.18.53
48
@Galilee: alle sette e un quarto di mattina pensa a lavarti bene la faccia, sparati un paio di caffè e falla tutta prima di dedicarti ad altro
Galilee
Giovedì 11 Agosto 2022, 11.48.17
47
X Tino. Non lo considero un punto basso di per sé,perché comunque è piacevole, ma se penso a cosa sarebbe potuto venir fuori con un Layne in forma.
Gal
Giovedì 11 Agosto 2022, 11.38.09
46
Se sei sordo Skull non so che dirti. In realtà basterebbe un pò di buonsenso per ammettere la veridicità di ciò che ho scritto. Il live è palesemente una pessima prova live per Stanley, basta ascoltarne altri presi a caso dal web. La voce è bassa, non si sente mai ed è sorretta e sovrastata dai corì, che per fortuna ci sono.
Tino
Giovedì 11 Agosto 2022, 10.51.02
45
Gli Alice in chains non hanno avuto secondo me punti bassi, né a inizio, né al top e nemmeno ultimamente
SkullBeneathTheSkin
Giovedì 11 Agosto 2022, 9.35.39
44
Non dire cazzate Gal
Galilee
Giovedì 11 Agosto 2022, 7.14.10
43
Peccato che nell'unplugged canti di merda. Si può tranquillamente dire che, se per i Nirvana l'unplugged può risultare il punto più alto della carriera, per gli Alice in chains è il punto più basso. Con un Layne ormai alla frutta, che si trascina lungo i brani e spesso non si sente nemmeno.
Diego75
Mercoledì 10 Agosto 2022, 22.01.43
42
Personalmente darei un 100 a quello degli alice in chains...questo un buon 85....sara' ma Layne Layne al microfono era unico...e musicalmente gli alice in chains erano al top.
Freccia
Lunedì 8 Agosto 2022, 9.53.34
41
ho amato e continuo ad amare i Nirvana, per me questo è un album bellissimo che mi rimanda ai tempi del liceo e alla carica dei fantastici anni 90..
angus71
Giovedì 28 Luglio 2022, 17.41.06
40
il voto non lo dò. ma perchè sarebbe negativo. ammetto di essere sempre stato ostile agli unplagged (non quanto i concerti rock/classica). diciamo che questa recensione (Bravo Indigo) mi spinge a risentirlo. e, di per sè, è un grande passo per me. Comunque non posso dire che i Nirvana, o il grunge in generale, abbaino mai fatto parte della mia vita. pur avendoli visti prima della loro esplosione, così come i PJ.
Tatore
Giovedì 28 Luglio 2022, 15.01.59
39
Una delle recensioni più belle e sentite che abbia mai letto su questo sito, e solo ora mi rendo conto che è stato il grande Jacopo a scriverla. Applausi! Oggi ho 45 anni, e i Nirvana hanno segnato profondamente la mia adolescenza: conosco a memoria tutti i loro album e ho replicato tutti i loro pezzi alla batteria quando per diletto suonavo con gli amici. Periodo indimenticabile! Mentre leggevo vedevo davanti a me le immagini del live e i brividi sono stati inevitabili, specie per 'Something In The Way', che quando con gli amici l'ascoltavamo in macchina (nella versione originale di 'Nevermind') era l'unica che ci zittiva tutti. Il voto è superfluo per me, c'è troppo sentimento nei confronti di questo gruppo e della loro musica
uomoragno
Giovedì 28 Luglio 2022, 10.04.26
38
@Arena limite mio di allora, testosterone e gioventù. Hai ragione, anche il Punk è arrivato a scoppio ritardato... poi ho recuperato, almeno un pò. Ascoltato, apprezzato diverse pietre miliari e così via. Diciamo che sono sempre stato più un amante dell'Heavy Classico, del Power, Prog e Thrash...
Area
Mercoledì 27 Luglio 2022, 12.09.07
37
@uomoragno... peter parker se pensavi che i Nirvana fossero un Downgrade non oso immaginare che cosa potessi pensare del Punk Rock
uomoragno
Mercoledì 27 Luglio 2022, 11.58.36
36
Anno domini 1994. 15 anni. Ascoltavo ed amavo Led Zeppelin, Queen, Metallica, AC/DC, Iron Maiden, Slayer, Megadeth e compagnia briscola. I Nirvana non li consideravo, li vedevo, come @commento 31 vitadathrasher una sorta di downgrade e musica che non riuscivo ad "apprezzare" per quello che mi piaceva in quel momento e per quello che volevo ascoltare. Poi ho acquistato Nevermind e ascoltato più volte questo Live, con gli anni, con gli ascolti e valutando in modo differente le cose (capelli bianchi ed esperienza), tutto (o quasi) ha un sapore differente. Bella recensione e giusto tributo, band che definirei come caposaldo e fondamentale nel panorama musicale, tipico esempio in cui il talento, quello immenso, supera la bravura tecnica. Chapeau.
Jan Hus
Sabato 23 Luglio 2022, 1.07.01
35
Magnifico, recensione e parole doverose. Le sensazioni che dà effettivamente sono da top album, certo fa specie un voto superiore a Nevermind.
duke
Venerdì 22 Luglio 2022, 21.01.46
34
....gran bel disco....storico....da avere....simbolo di un epoca....
Joker74
Venerdì 22 Luglio 2022, 16.13.51
33
Unplugged meraviglioso, una testamento musicale prezioso. A mio modesto parere però quello degli Alice in Chains , meno pubblicizzato, è suonato meglio ma sopratutto è ancora più emozionante.
Area
Venerdì 22 Luglio 2022, 12.42.24
32
@Vitadathrasher, boh io sarà che ho un altra età visto che ho scoperto tutti questi generi a fine 90' o perché ho un altro approccio alla musica ma ho ascolto e ascolto senza troppi problemi sia il Glam, lo Sleaze e l'AOR il Thrash e pure il Grunge che almeno inizialmente era l'antitesi di entrambi. Personalmente i Nirvana li adoro per tutta una serie di elementi che contraddistinguono la loro musica come degli ottimi ritornelli, le melodie e persino la voce di Kurt Cobain in particolare quando non la sporca troppo.
Vitadathrasher
Giovedì 21 Luglio 2022, 17.00.19
31
Mai interessato a questo movimento, in un periodo in cui ascoltavo sempre thrash e heavy, sentendo la musica dei nirvana mi pareva di regredire tecnicamente, non potevo vedere quello stile, che poi era il marchio di fabbrica del loro successo. Non potevo vedere quel modo di suonare e quel vestiario, nonchè la musica che non mi ha mai fatto impazzire. E non l'ho mai rivalutato nel corso degli anni a differenza di altri generi che mi ero perso da ragazzo per partito preso, come glam, Aor.
Jimi The Ghost
Giovedì 21 Luglio 2022, 16.18.06
30
1994. IV anno di università. Bologna apriva il Link e ascoltavo piacevolmente “Grace” di Jeff Buckley, “Superunknown” dei Soundgarden e “Vitalogy” dei Pearl Jam e no, signori, non mi sentivo affatto un emarginato e tantomeno un loser. Erano gli esami universitari e i test di sbarramento che mi deprimevano non i camicioni di flanella anche d'estate. Questa musica girava ovunque, in tutti locali. Si, il rock era stato sdoganato: si ascoltava ovunque. Ogni tanto nella mia vecchia Fiat Panda 45 mettevo su la musicassetta dei Nirvana e questo "dolorante versione live" dei Nirvana dall'orribile titolo "MTV Unplugged In New York mi accompagnava nelle serate. Oggi posso dire che è un disco dal valore Premium (nel 1994 credo che avrei espresso un altro giudizio). Un live che completa un mosaico, un piccolo tassello di una breve storia, che oggi per mezzo di questa recensione mi riporta in quegli anni...in un periodo del rock che diviene mainstream e che apporta nuove tendenze più o meno opinabili. Voto e discussioni sono chiacchiere da bar. Complimenti per lo spolvero. Jimi TG
Area
Giovedì 21 Luglio 2022, 12.48.12
29
Secondo me la voce di Kurt Cobain almeno sui dischi o quando non spingeva troppo anche nei live era assolutamente piacevole e melodica, perfetta per il sound dei Nirvana. Come ho scritto ieri io ad esempio ho sempre odiato il modo in cui eseguivano Drain You dal vivo... su Nevermind era melodicissima e all'inizio del pezzo Kurt era divino, nei live invece lui la cantava sempre sguaiato e la facevano sempre più veloce.
Kurujai
Giovedì 21 Luglio 2022, 11.45.39
28
I nirvana e , a dirla tutta , il movimento grunge non mi hanno mai colpito .escluso qualche pezzo qua e là. La voce di cobain non mi ha mai fatto impazzire . Ci tengo a precisare che all'epoca avevo 13 anni e che non sono uno a cui piacciono solo lo voci tecniche o precisine , amo i joy division e i cure , non proprio voci tecniche . Ma i nirvana no non mi sono mai andati giù . Poi un giorno esce questo live e mi commuove , ho dei ricordi bellissimi su questo album e ogni tanto lo ascolto . L'unico dei nirvana ....
No Fun
Giovedì 21 Luglio 2022, 9.47.18
27
Ma è anche vero che "si cela va sans le dire, ça ira encore mieux en le disant".
No Fun
Giovedì 21 Luglio 2022, 9.42.19
26
#13, ça va sans dire
Rob Fleming
Giovedì 21 Luglio 2022, 9.41.54
25
Ciao @Lizard, sono d'accordo con te. I Live possono ricevere valutazioni massime anche e più di un album in studio con le medesime canzoni. I Nirvana ne sono la dimostrazione; così come citavo gli UFO, i Golden Earring, ma potrei dire tanti altri gruppi soprattutto degli anni '70 (Grand Funk, B.O.C., i gruppi southern). Per queste ragioni ritengo che il mio intervento sia solo in apparenza un OT. Perché questo album può meritare secondo il recensore un 100? Perché i brani vengono presi, stravolti, resi in forma acustica; i musicisti, in questo caso soprattutto il cantante, non si nascondono sotto tonnellate di distorsione ed elettricità. Lasciamo stare i Purple o gli Zeppelin, troppo facile, ma prendiamo gli UFO. Rock Bottom è un brano superlativo. Su "Strangers..." diventa immortale e Schenker si consegna alla storia. Se in un live ascolto un brano non viene riproposto pedissequamente come in studio e viene migliorato per me fa un passo avanti. Altrimenti ci sono i Best of. Ma è una visione tutta mia (cioè, la prima volta che l'ho letta è su un libro di Silvio Ricci) e quindi nulla vieta che qualcuno mi possa contraddire con argomenti altrettanto validi.
Radamanthis
Giovedì 21 Luglio 2022, 7.46.29
24
Uno di quei live storici che resteranno nell'olimpo della musica, indipendentemente se uno sia un fan di questa band o no. Ho sempre preferito di gran lunga altri generi ma i Nirvana sono i Nirvana e meritano la giusta attenzione. Voto 100 anche per me!
Lizard
Mercoledì 20 Luglio 2022, 23.32.56
23
@Rob: il tuo appunto sposta la discussione verso un “perché a questo sì e a un altro no”. Legittimo, ma da quello che capivo del commento di Luca, sembrava proprio che L la categoria “disco dal vivo” in quando tale non potesse aspirare al 100, in generale… da lì la mia sorpresa.
Testamatta ride
Mercoledì 20 Luglio 2022, 18.52.51
22
Giusto ahahahaha, ho fatto il calcolo pensando al 1994 e al giorno della morte di Kurt. Allora dovrebbero 7 e tu quest'anno faresti un bel cinquantino tondo 🍻🍻🍻
Rob Fleming
Mercoledì 20 Luglio 2022, 18.34.42
21
@Testamatta, a scanso di equivoci che con le tastiere sono sempre dietro l'angolo, non ho assolutamente pensato he la tua fosse una critica al mio post. Anzi, condivido tutto quello che hai scritto. (PS: ehm...se nel '91 avevi 12 anni e io facevo la maturità, sei sicuro che fra me e te si sono solo 4 anni?)
Testamatta ride
Mercoledì 20 Luglio 2022, 18.08.13
20
Certo Rob, ma il mio commento non voleva essere una critica al tuo. Più che altro mi hai dato spunto per una riflessione ad alta voce. I gusti sono sempre sacrosanti. In ogni caso secondo me 4 anni di differenza un po' di maturità ed esperienza (musicale e non) la davano eccome in quell'arco temporale di età. Ora ormai non più purtroppo con questo incanutimento irrefrenabile ahahah
GIANLUCA
Mercoledì 20 Luglio 2022, 17.46.57
19
Kurt e Layne staley sono l'essenza del grunge gli altri gli sono dietro (per i miei guasti).
Rob Fleming
Mercoledì 20 Luglio 2022, 17.44.52
18
No! Dai! @Lizard questo è un rigore a porta vuota. Non mi scrivere al commento #11 "Perché un live non dovrebbe prendere 100?". Perché se non lo prende Made in Japan non deve prendere nessun altro Live (UFO, Thin Lizzy, Golden Earring compresi). E infatti là sono andato fuori scala numerica e a questo do 90. Tornando a tema: @Testamatta, io ho qualche anno in più di te. Diciamo che nel '91 davo la maturità quindi non ero né grandicello né navigato. E' che i miei gusti andavano all'hard rock; al blues, al pop nel senso più nobile. I Nirvana erano in alcuni frangenti troppo "sporchi", caotici, noise (oggi con orecchio diverso li capisco di più). Poi arrivò questo gioiellino e fui steso (@Galilee mi menziona i Tesla e io non posso che sottoscrivere, condividere, inchinarmi per la citazione).
lisablack
Mercoledì 20 Luglio 2022, 17.14.31
17
Condivido il commento sotto. Kurt grandissimo talento e una personalità sensibile profonda come pochi
brus
Mercoledì 20 Luglio 2022, 15.52.10
16
quando qualcuno mi dice che i Nirvana erano sopravvalutati ,che cantava e suonava alla cazzo, beh io gli rispondo di ascoltarsi e vedersi questo live per spazzare via tutte quei giudizi. Qui ragazzi c'è poco da fare, si percepisce fino alle ossa il talento immenso di Kurt, un vero fuoriclasse .
Carmine
Mercoledì 20 Luglio 2022, 15.29.23
15
Esibizione storica... per me la più sentita e avvolgente di Kurt. Poco da dire.
lisablack
Mercoledì 20 Luglio 2022, 15.18.57
14
Live stupendo.. Nulla da dire. Il voto? Secondo me 100 va solo a Nevermind, qui un bel 90 ci sta meglio. Comunque è storia🤘
SkullBeneathTheSkin
Mercoledì 20 Luglio 2022, 15.15.58
13
@NoFun nel gennaio 2019 si offriva di inviare una bottiglia in redazione qualora avesse recensito questo disco... è il post #35 sotto la rece dell'unplugged degli AIC... non solo è quindi ora di dar seguito alle promesse, ma anche di cacciare una bottiglia di livello... capito @NoFun?!
Pikko
Mercoledì 20 Luglio 2022, 14.51.56
12
Condivido il voto. Alla luce di quello che successe pochi mesi prima della pubblicazione questo live fu una bomba atomica emotiva per un’intera generazione. Ha fatto la storia. Nulla da aggiungere.
Lizard
Mercoledì 20 Luglio 2022, 14.45.59
11
Non capisco cosa ci sia di male nel dire 100 a un live. Al di là di questo o di quello, perché un live non dovrebbe prendere 100?
Luca
Mercoledì 20 Luglio 2022, 14.20.05
10
100??? Un live?? Si vabbè
SkullBeneathTheSkin
Mercoledì 20 Luglio 2022, 13.51.25
9
Bello finchè volete ma 100 è un voto assolutamente esagerato
Area
Mercoledì 20 Luglio 2022, 13.13.08
8
@Testamatta ride: Personalmente io faccio parte di una generazione che certa roba ha cominciato ad amarla a fine anni 90... quindi noi scoprivamo e compravamo. E il tuo ragionamento ha senso perché anche se poi uno divente più esperto o altri ancora si mettono a fare gli "Underground man" abbiamo tutti cominciato ad ascoltare qualcosa grazie a una roba che ha fatto il botto nel mainstream. Tutti ascoltando Nevermind poi si buttano su altro Grunge, tutti con il Black Album poi scoprono i vecchi album dei Metallica e tutti con i Guns N Roses o forse coi Moltey Crue poi si vanno a sentire il resto dello Sleaze, Glam , AOR etc...
progster78
Mercoledì 20 Luglio 2022, 13.12.07
7
Area,ti aggiungo quello dei Queensryche...spettacolo.
Testamatta ride
Mercoledì 20 Luglio 2022, 12.54.26
6
Sai Rob, l'importanza storica di Nevermind è proprio questa (ogni individuo ha avuto il suo disco di riferimento nella crescita musicale) e che va al di là del valore in sè dell'album che, per uno magari all'epoca più grandicello e navigato, poteva essere giudicato differentemente. Un imberbe dodicenne che nel 1991 si imbatte in Nevermind (probabilmente bombardato da Smells like teen spirit) capitava sovente che avesse la sua Epifania, e da quel momento esatto poi inizia tutto il processo che ti porta a cercare e divorare tutto il resto (il processo è uguale bene o male per tutti). E quindi vai con i Pearl Jam, Soundgarden, Screaming Trees ecc.ecc. e ovviamente Alice in Chains come già detto, fino ad ampliare i propri orizzonti e cercare di saziare il proprio appetito. E dirò di più, sempre per soffermarmi al 1991, di che che se ne dica, accanto a Nevermind l'altro album di importanza assoluta per gli stessi motivi è il Black Album. E mi dispiace che i ragazzetti di oggi lo giudicano merda perché ormai c'è lo sport di riconoscerlo come tale. Ma la sua importanza è clamorosa, non si può negare, e i miei coetanei che oggi si tirano indietro da questo giudizio secondo me, francamente, non sono onesti. Naturalmente anch'io, una volta ascoltata la cassetta TDK di Kill'em All sono letteralmente uscito di testa , ma mi ci sono approcciato spinto, appunto, dalla curiosità nata grazie al Black Album. Certo oggi è tutto differente, è tutto lì pronto all'usa e getta. Ok probabilmente sto sparando un po' di banalità in serie e sto nuovamente divagando. Stiamo invecchiando.
Area
Mercoledì 20 Luglio 2022, 12.51.57
5
Uno dei pochi dischi live che apprezzo. Di questa serie di concerti acustici di MTV consiglio bello anche quello dei KISS e degli AIC. Dumb qui é la miglior esecuzione del concerto e le cover sono ottime soprattutto Plateau. Secondo me manca solo un pezzo qui.... Drain You ! Che su Nevermind era la canzone perfetta fin dall'inizio, dove la voce di Kurt era perfettamente melodica e graffiante allo stesso tempo e che invece nei Live purtroppo facevano sempre più veloce e dove lui cantava in maniera sguaiata. Peccato.
Galilee
Mercoledì 20 Luglio 2022, 12.39.41
4
I live acustici che ricordo sono veramente pochi, anche se in collezione ne avrò sicuramente un bel pò. Beh, questo è uno, l'altro è five man acoustical jam. E questo è il capolavoro dei Nirvana. L'album che esprime al meglio la loro essenza. Al secondo posto ci metterei In Utero.
Rob Fleming
Mercoledì 20 Luglio 2022, 11.47.08
3
Ammetto che nei confronti dei Nirvana avevo decisamente la puzza sotto il naso. Troppo "punk" per i miei gusti. Io ero letteralmente impazzito per l'hard rock di TEN o per il metal dei Soundgarden. Nevermind? Sì, ok, ma già In Utero mi prendeva meno e Bleach manco lo consideravo. Poi mia sorella prese questo Unplugged; poi da ogni dove spuntavano i video di The Man who sold... e What did you sleep...e qualcosa si smosse. E ora è indiscutibilmente IL disco dei Nirvana. Un capolavoro straordinario dove la splendida voce di Kurt viene finalmente fuori. 90
progster78
Mercoledì 20 Luglio 2022, 11.27.58
2
Imprescindibile insieme all'unplugged degli AIC. Anch'io come Testamatta ride ho ricordi molto vividi di quell'epoca(se penso che sono trascorsi quasi 30 anni mi sento un vecchietto). Vorrei soffermarmi su ogni brano ma risulterei noioso...splendido su tutti i fronti con un Cobain che ti entra nell'anima con quella voce piena di sofferenza. Splendido voto 100.
Testamatta ride
Mercoledì 20 Luglio 2022, 11.04.44
1
Storia! Per quelli della mia generazione musicalmente figli del grunge è un ricordo indelebile, così come lo è il giorno in cui a scuola (primo anno delle superiori) si sparse la voce del suicidio di Kurt. Tremo ancora. Saremo per sempre molto ma molto debitori verso Nevermind, i Nirvana e Cobain. Senza di loro magari non avrei/avremmo avuto i gusti musicali che ho/abbiamo poi maturato nella mia vita. Poi, ci tengo a dirlo anche se non c'entra con la recensione, benché questo sia stupendo, l'Unplugged degli Alice in Chains è inarrivabile, non è solo un grande concerto acustico ma è proprio tra i migliori live di tutti di tempi, il mio preferito. Layne è il cantante del mio cuore, il mio numero uno e, sentimenti a parte, rientra tra i più grandi di sempre. Una lacerazione dell'anima. Scusate la divagazione ma ogni occasione è buona per ribadirlo.
INFORMAZIONI
1994
DGC Records
Acoustic
Tracklist
1. About a Girl
2. Come as You Are
3. Jesus Doesn’t Want Me for a Sunbeam
4. The Man Who Sold the World
5. Pennyroyal Tea
6. Dumb
7. Polly
8. On a Plain
9. Something in the Way
10. Plateau
11. Oh Me
12. Lake of Fire
13. All Apologies
14. Where Did You Sleep Last Night
Line Up
Kurt Cobain (Voce, Chitarra elettro-acustica su tracce 1-9, 13, 14)
Pat Smear (Chitarra acustica su tracce 1-4, 6-9, 13, 14)
Krist Novoselic (Basso acustico su tracce 1, 2, 4, 6-9, 13, 14, Fisarmonica su traccia 3, Chitarra acustica su tracce 10-12)
Dave Grohl (Batteria su tracce 1, 2, 4, 6-14, Basso acustico su traccia 3, Cori)

Musicisti ospiti:

Lori Goldston (Violoncello su tracce 3, 4, 6-9, 13, 14)
Cris Kirkwood (Basso acustico su tracce 10-12, Cori su tracce 10, 11)
Curt Kirkwood (Chitarra acustica su tracce 10-12)
 
RECENSIONI
90
74
98
87
 
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