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 11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
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Threshold - Dividing Lines
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14/12/2022
( 3478 letture )
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I Threshold non vogliono e non devono cambiare. Si sono certamente evoluti, hanno sicuramente incluso influenze sempre più al passo con i tempi nel proprio sound, ma è sempre stato un naturale impulso di evolversi senza andare contro corrente, bensì facendosi cullare da essa. Non lontani dunque da quella che fu la formula eccezionale di Psychedelicatessen, ma semmai meno ispirati e ricercati nella scelta degli elementi in gioco, la band si è tenuta salda il suo modo di fare musica proponendo un ennesimo lavoro di ottima fattura alla fine di questo 2022.
Dividing Lines non si discosta minimamente, difatti, dalle release proposte nel corso degli ultimi anni, portandoci nuovamente sugli scaffali un prog metal quadrato, inquadrato, in cui l’impianto melodico sa ergersi a protagonista senza cedere a stucchevoli ritornelli da pop-radio. Dall’iniziale Haunted, in cui si respira il marchio Threshold in ogni plettrata, a Hall of Echoes o all’incredibile Let It Burn in cui melodie, giri armonici, struttura, assoli e potenza rappresentano l’emblema di ciò che può essere un prog metal sì di facile lettura, ma non per questo superficiale. Chi si trova un disco dei Threshold tra le mani non cerca d’altronde il virtuosismo o la pomposità dei Dream Theater o dei Symphony X, né una violenza smisurata fatta di growl cavernosi o atmosfere oscure: Dividing Lines rispetta le aspettative dei fan di lunga data e si apre, come al solito, ai nuovi ascoltatori, proponendo linee vocali in clean ben studiate, un uso dell’elettronica intelligente e riff accattivanti, il tutto impreziosito dalle ficcanti quattro corde di Anderson, dalle tastiere di West e dalla sezione ritmica quadrata a carico del buon James.
Nonostante però una formazione di tutto rispetto e musicisti pienamente abili di sapersi spingere nel tecnicismo -qualora ne sentissero la necessità-, l’emozionalità dei brani vince sulla tecnica e su qualsivoglia barlume di cattiveria: il songwriting della suite “The Domino Effect” rappresenta in questo senso la quintessenza della band, in cui ogni orchestrazione non è mai esercizio di stile, ma sintomo di coerenza e intelligenza musicale. Il viaggio orchestrale, epico e solenne, introduce così al pathos della prima stanza, la quale si chiude con una variazione in perfetto stile prog anni ’70; la seconda stanza si apre a linee vocali pacate, dolci, nonché ad attenti arpeggi di chitarra gestiti da un leggero piatto che ne scandisce la ritmica con classe fino all’incredibile assolo di chitarra sul chiudere. La terza e ultima stanza cambia registro, proponendo un prog fatto di riffoni ricercati ai cordofoni, strofe quadrate, e una apprezzabilissima citazione alla Moonlight sonata di Beethoven che fanno di questo pezzo un perfetto esempio di come comporre musica funzionante, che sappia andare dritta al punto, senza per questo scadere nella banalità o rinunciare a trovare più sofisticate.
Una prima ottima metà lascia il passo, va detto, a una seconda tranche di brani leggermente più appesantiti e ripetitivi a causa di riff più prevedibili o di strutture in 4/4 piuttosto piatte basate su di un sentitissimo cassa-rullante-charleston - Complex e Lost Along the Way su tutte-, ma si parla di pezzi che nella peggiore delle ipotesi scorrono via con una piacevolezza di fondo encomiabile. Il sottile sentore di ripetitività nella seconda metà del disco -caso a parte l’incredibile King of Nothing con il suo riff in pinch harmonics a dir poco perfetto-, si perde dunque nella totalità del percorso imbastito dalla band inglese, nel suo progressive cantabile, headbangabile e carico di emozioni sincere: galvanizzante, nei ritornelli spassionati e negli arrangiamenti terremotanti. Dividing Lines conferma così le capacità dei cinque musicisti di tenersi in carreggiata dopo più di trent’anni di gloriosa carriera. Pur non trovandosi allora di fronte al disco dell’anno o a un lavoro particolarmente visionario in fatto di songwriting, l’offerta dell’ultimo platter di casa Threshold è il perfetto regalo per i fan e per coloro i quali cercassero un metal quadrato che non vuole perdersi in chiacchiere, senza rinunciare per questo a un animo progressivo.
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Quanto non mi piacciono, non ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e mi hanno sempre deluso. Mi manca (per fortuna) solo di vederli dal vivo. Pessimo album come al solito, già ascoltato, purtroppo molte volte. Voto 00. |
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Quanto non mi piacciono, non ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e mi hanno sempre deluso. Mi manca (per fortuna) solo di vederli dal vivo. Pessimo album come al solito, già ascoltato, purtroppo molte volte. Voto 00. |
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Buon album per un’ ottima band che non delude assolutamente le aspettative. Brani ben suonati e costruiti con maestria impeccabile e stile sempre riconoscibile al primo ascolto.Forse ho riscontrato qualche apertura”melodica”ancora più del solito.Personalmente per quanto apprezzi ad esempio un album m come subsurface ,che reputo uno fra i più riusciti, non dispiacerebbe sentire qualche azzardo sonoro in più, che però probabilmente non è nelle loro corde.Ottima musica comunque è ottima produzione in questo caso migliore della precedente che era leggermente più opaca. |
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Approva in pieno i commenti numero: 17-18-19-20-21-22 e 23 🤣 |
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Pur amandoli alla follia (e possedendo quasi tutto di loro) reputo il precedente album superiore a questo. In alcune composizioni il sound è troppo \"moderno\" per le mie orecchie, ma ci sta comunque. Ah, sicuramente non è al livello dei classici degli anni 70 😂 |
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Cosa sono sti 7 commenti che si ripetono? Cancellarne un po\' dai dai |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Quanto mi piacciono, ho tutti i loro album compresi i CD reperibili solo sul loro sito, e non mi hanno mai deluso. Mi manca solo di vederli dal vivo. Ottimo album come al solito, già ascoltato molte volte. Voto 90. |
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Comunque non le spariamo grosse per favore, questa roba è alla pari con il prog anni 70 ? Ma quale prog anni 70 avete sentito? Ma non scherziamo dai |
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Discone. Per Me 90 pieno. La traccia che preferisco è la n.3 ..
\" Let it burn\" potrei ascoltarla in loop all\' infinito. Adoro \"Psychedelicatessen\" che reputo uno dei dischi prog metal migliori in assoluto.
Il loro sound, le atmosfere.. fanno dei threshold una delle migliori Band progressiv Metal.
Ps. adoro la voce di Glynn Morgan..
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Spettacolo, poco da aggiungere. Sono arrivati ormai al dodicesimo album e, a livello di ispirazione, dimostrano ancora di avere parecchia benzina nel serbatoio. A dimostrarlo ci sono pezzi meravigliosi come l’opener Haunted o Defence Condition che chiude l’album, giusto per citarne un paio. Forse anche una tacchetta sopra The Legend of the Shires, di sicuro nella mia top list dell’anno. Voto 86 |
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Ops al commento 11 intendevo Paradox di Wounded Land. Disco valutabile almeno con un 90, come compare qui accanto  |
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Un gran bel disco davvero.
Sono stati sempre un mio pallino da quando nel tardo 1993, un mio amico mi dette il cd di \'Wounded Land\' e Twilight Time di tali Stratovarius. Con Images & Words furono gli album preferiti della mia heavy rotation. Nella loro discografia troviamo qualche canzone sottotono ( ci mancherebbe ) ma non hanno mai sbagliato un disco. |
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@hypno70: il paragone con gli americani regge, se poi a te non piacciono i Threshold è un altro paio di maniche. Non li ho ascoltati in termini di sonorità. Mi riferivo al fatto che hanno avuto globalmente una carriera ben oltre la media, con circa tre dischi in ciascuna discografia che ogni ascoltatore di buona musica dovrebbe conoscere (se le conosci entrambe, non credo serva te li elenchi), figuriamoci poi se costui deve approfondire il prog metal: sono l\'abc. Parallels vale tranquillamente un I&W, calcoliamo poi che è uscito un anno prima di quest\'ultimo: credo si commenti da solo. Dall\'altro lato della medaglia, a livello di vendite non hanno mai fatto chissà che botto (i numeri dei DT li vedono col binoccolo, detto in modo terra terra), anche questo è un dato di fatto, parlano i numeri e le classifiche, ed è pure un\'analogia bella e buona, purtroppo per loro. Una Paradox di Psychedelicatessen per quanto mi riguarda potrebbe essere in rotazione 24h in radio. Che poi suonino diversi, certo, su questo non ci piove. |
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10
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Perfettini come sempre ma, per me, come sempre noiosi.
Il paragone con i citati \"americani\" assolutamente non regge. |
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9
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Grandi come sempre, Morgan ha una vocalità particolare che per forza mi ricorda il capolavoro Psychedelicatessen. Qui siamo un gradino.sotto, ma un bel 8 pieno se lo portano a casa. Naturalmente ai primi ascolti, ma con loro, di solito, il tempo è galantuomo e fa emergere piccole sfumature nascoste che aumentano la considerazione.
Lunga vita ai Threshold! |
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8
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CAPOLAVORO !
PS: disco allo stesso livello di classici Prog degli anni 70 !!! |
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6
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LI conosco di nome da sempre, poi li ho visti live casualmente nel 2008 ed è stato amore al primo ascolto, Subsurface e March of Progress sono capolavori a mio parere, detto da uno che il prog lo mal tollera. Il paragone coi Dream Theathre secondo me non ci sta, molto differenti, e ci ho provato a farmeli piacere, i Dream, ma niente, unica band di cui ho passato metà concerto al bar... |
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5
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Morgan non sarà McDermott o Wilson ma sto\' disco e\' da 90 pieno,composizioni spettacolari. |
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4
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80 a sto album per me è assolutamente da 90 come dice Andrea.
Band Grandiosa che si cagano in pochi e io faccio parte tra quei pochi..... |
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3
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Tutto quello che mi aspetto dai Threshold , puntualmente, lo trovo ad ogni loro uscita.
E\' pur vero che, in alcuni passaggi, sembrano autocitarsi, risultando quindi ripetitivi.Di grossi stravolgimenti, nel loro sound, non ne troveremo ma, avercene di album come questo.
Classe ed eleganza.
Voto 85. |
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2
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Bellissimo e band grandiosa che per me sono confrontabili ai Fates Warning: uscite di alto livello, pure qualche capolavoro e ce li caghiamo in quattro gatti. Poi ok, gli americani stanno su uno scalino più in alto, ma tant\'è sul discorso \"fama\". |
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1
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St\'album per me é da 90 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Haunted
2. Hall of Echoes
3. Let It Burn
4. Silenced
5. The Domino Effect
6. Complex
7. King of Nothing
8. Lost Along the Way
9. Run
10. Defence Condition
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Line Up
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Glynn Morgan (Voce, Chitarra)
Karl Groom (Chitarra)
Richard West (Tastiera)
Steve Anderson (Basso)
Johanne James (Batteria)
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