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21/04/23
ALPHA WOLF + KING810 + TEN56 + XILE
LEGEND CLUB - MILANO
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Mastercastle - The Phoenix
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( 6696 letture )
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I Mastercastle sono la nuova creatura dell’ascia dei Labyrinth e dei Necrodeath, Pier Gonnella; che - dopo essersi unito artisticamente con la cantante Giorgia Gueglio - ha portato in vita questo progetto. The Phoenix non è certo un album capace di spostare gli equilibri dell’heavy metal, e nemmeno ha la forza d’imporsi all’attenzione generale per aver sperimentato in direzioni del tutto inimmaginabili per la mente umana, però è un buon disco di onesto heavy metal, ben suonato, ben cantato e ben prodotto; caratteristiche non trascurabili, e che, anzi, mi portano a parlar bene di questo progetto.
Il dischetto in questione ci presenta dieci pezzi compatti e rocciosi, influenzati dal metal neoclassico e dal power. Il filo conduttore dell’album è l’ottimo lavoro alla chitarra di Pier Gonnella, che se pur non si nega la possibilità di mettere in mostra quanto sia bravo – mi riferisco soprattutto alla strumentale My Screams, ed in parte, alla malinconica Memories – riesce sempre a mettere la chitarra a servizio della canzone e non viceversa, senza dare mai l’impressione di aver inciso passaggi forzati in nome del suo virtuosismo. L’altra faccia dei Mastercastle è la cantante Giorgia Gueglio, vera e propria sorpresa e nota lieta per il sottoscritto, perché la ragazza canta davvero bene. Sicuramente da tenere d’occhio per il futuro.
L’album parte con un roboante stacco dietro le pelli di Alessandro Bissa “Bix” (Vision Divine), che insieme al bassista Steve Vawamas completa la line up di questa nuova produzione tricolore. Buona la prima traccia - Words Are Swords - ed altrettanto buona la seconda Princess Of Love, anche se più di stampo gothic moderno rispetto alla precedente, incentrata su un classico heavy metal. Ancora buon heavy metal con Space, dotata di un ritornello di facile presa, frutto della penna della Gueglio (autrice di tutti i testi). La triste e malinconica Lullaby Noir - impreziosita da un bell’assolo finale di Gonnella - rallenta il ritmo, che ritorna a martellare con la power-oriented title track, altra ottima canzone. Greedy Blade ci porta a ritroso nel tempo fino al 9 Ottobre 1963 quando un’onda gigantesca, generatasi da una frana finita nel lago artificiale della diga del Vajont, distrusse tutti i paesi nella valle sottostante causando quasi duemila morti. La canzone incarna perfettamente lo spirito della tragedia – assolutamente evitabile – che purtroppo oggi più che mai ci sembra attuale a causa del sisma che un mese fa ha devastato L’Aquila e dintorni. Dawn Of Promises torna a premere sull’acceleratore senza però cadere nella banalità, merito soprattutto del lavoro di Pier Gonnella. Di Memories abbiamo già parlato, per cui spenderei le ultime parole di questa recensione per Cradle Of Stone, ancora una volta godibile e frutto di tanta classe e passione che Pier Gonnella ha riversato – senza badare a spese – in questo album. Un altro buon pezzo che va a chiudere un disco – come detto – non rivoluzionario ma almeno degno di un apprezzamento da parte del sottoscritto.
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10
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Figurati Debbi nel mio commento non c'era nulla di polemico nei tuoi confronti... era solo un modo per annunciare l'intervista con Pier che sarà online a breve... Quindi stay tuned!  |
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9
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Certo Rob, il tuo lavoro e' stato ottimo, io rispondevo solo a Plinio dicendo che sono di parere diverso e che e' un disco che merita tanta visibilita'  |
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8
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Finalmente ho ascoltato il disco...veramente niente male! Il Pier si sapeva che era bravo, ma la cantante è stata una bella sopresa. Bellissima anche la copertina ed il libretto |
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7
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@ Debbi: per quello che ho potuto, la visibilità gliel'ho data per mezzo di questa recensione e attraverso l'intervista che sarà online tra due settimane... @ Andrea: immagino che il mio apprezzamento possa valere poco, però era un modo per ribadire il concetto iniziale: un disco buono ma non rivoluzionario... |
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6
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Ho comprato il disco da Istinti musicali e l'ho ascoltato tutto e bisognerebbe ascoltarlo tutto per giudicarlo al meglio. E' molto vario e ci sono brani che seguono piu' il filone neoclassico e brani piu' innovativi. E' tutto molto bello e se mai meriterebbe molta piu' visibilita rispetto a gruppi ben piu' famosi che non fanno altro che ricopiarsi |
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5
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Ho sentito un paio di pezzi e per quanto bravi a suonare e brava anche la cantante a destreggiarsi nel genere, alla fine mi pare il solito disco che sfrutta nomi più o meno conosciuti garantendosi una ingiustificata visibilità, ma che nella sostanza non si alza da una mediocrità fatta di pezzi trascurabili. |
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4
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è un ottimo album... altro che degno di apprezzamento... quando si ascoltano dischi su dischi, si capisce subito quelli che fanno la differenza e questo è uno di quelli!! Complimenti ai MasterCastle |
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3
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Bellissimo disco, gran lavoro di chitarra, davvero brava la cantante, voce originale non le solite lamenti gotiche.In particolare belli il brano Thephoenix con assolo neoclassico alla miglior malmsteen e words are swords che ha un intro di batteria potentissima |
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2
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Vedremo cosa ci dirà il buon Pier nell'intervista allora...  |
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1
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Solo il fatto che sia Pier Gonnella mi spinge quantomeno a provarlo! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Words Are Swords 02. Princess Of Love 03. Space 04. My Screams 05. Lullaby Noir 06. The Phoenix 07. Greedy Blade 08. Dawn Of Promises 09. Memories 10. Cradle Of Stone
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Line Up
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Giorgia Gueglio – Vocals. Pier Gonella – Guitars. Steve Vawamas – Bass. Alessandro Bissa (Bix) – special guest drums www.myspace.com/mastercastle
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