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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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( 7592 letture )
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Paradox è il quarto album dei Royal Hunt e segue ottimamente la via intrapresa con il precedente Moving Target, con il quale, come si ricorderà, la band danese aveva vissuto una vera e propria svolta in termini di notorietà e successo, grazie anche all'innesto in line-up del singer D.C.Cooper, che aveva permesso di compiere un significativo salto qualitativo. In realtà, su Paradox c'è un ulteriore cambio in formazione, visto l'abbandono del batterista Kenneth Olsen: tuttavia, la band non sembra accusare il colpo più di tanto, raggiungendo anzi con Paradox probabilmente l'apice della propria carriera (non so se in termini di vendite, ma sicuramente dal punto di vista compositivo). Il songwriting di Andersen dimostra di aver conseguito ormai la piena maturità, realizzando una serie di canzoni di grande impatto, di facile presa ma allo stesso con una struttura che non sempre è particolarmente semplice e spesso e volentieri tende al prog. Anzi, proprio allo scopo di raggiungere un pubblico più vasto, molti brani sono stati realizzati in duplice versione, una più complessa e di più lunga durata e un'altra radiofonica, più facilmente accessibile (queste seconde versioni sono state poi aggiunte come bonus track nelle successive ristampe). Da evidenziare inoltre anche come per le liriche, Andersen abbia scelto un tema alquanto impegnativo: infatti, pur non potendosi parlare di Paradox propriamente come di un concept-album, tuttavia tutti i brani sono accomunati dal fatto che cercano di affrontare un unico argomento, la religione, e lo fanno sotto diversi profili e punti di vista.
Dal punto di viste prettametne musicale, ancora una volta, i cardini della band poggiano sulle performance dello stesso Andersen, vero e proprio mastermind dei Royal Hunt ed eccezionale con le sue tastiere, in grado di spaziare alla perfezione tra veloci assoli e magniloquenti orchestrazioni. Oltre a lui, l'autentico valore aggiunto ovviamente è rappresentato dal singer D.C.Cooper, la cui voce riesce ad arricchire i brani grazie alla sua intensità ed alla sua grande forza espressiva.
Il disco si apre con la breve The Awakening, che introduce subito uno dei pezzi più interessanti, River of pain, dove ritroviamo un solido riffing, orchestrazioni imponenti ed un'interpretazione di D.C.Cooper assai drammatica ed intensa: il brano conosce diversi momenti e cambi di passo, con una struttura prog assai efficace e le tastiere che spaziano tra un timbro dal forte sapore neoclassico ed un altro dalle forti reminiscenze purpleiane. Con Tearing down the world si accelerano i ritmi e viene dato maggiore impatto alle orchestrazioni, mentre la successiva Message to God, aperta da un piano molto malinconico, punta maggiormente sull'atmosfera, trasmettendo una forte carica di pathos, accresciuta ulteriormente dal bellissimo testo nonchè, ancora una volta, dalla splendida interpretazione da parte di D.C.Cooper. I toni si ammorbidiscono con la dolcissima Long Way Home, eseguita inizialmente con le tastiere e la chitarra acustica, nella quale s'inseriscono anche cori maestosi, per poi proseguire in un crescendo che arriva a sorprendere e rende il brano particolarmente trascinante, fino alla chiusura che riprende il motivo iniziale. Nella sontuosa Time will tell, i Royal Hunt danno ancora una volta sfogo alle loro inclinazioni progressive, realizzando un brano di ben nove minuti e mezzo, nel quale si assiste ad un continuo cambio di temi e di ritmi, ora lenti ed atmosferici, ora veloci ed aggressivi. Proseguendo nella tracklist, è la volta poi di Silent Scream, probabilmente il brano di maggiore impatto di tutto l'album, con una solida struttura neoclassica, davvero coinvolgente e che esplode in tutta la sua travolgente carica espressiva nel bellissimo ritornello: un brano riuscitissimo che probabilmente più di ogni altro riesce a concentrare in sè tutte le caratteristiche del sound dei Royal Hunt. Non finisce qui però, perchè c'è ancora un altro brano, It's over, un altro piccolo gioiellino, che chiude al meglio questo splendido disco.
Difficile non rimanere affascinati da Paradox, un album davvero splendido e ricco di spunti interessanti. Purtroppo, questo sarà anche l'ultimo studio album con D.C.Cooper (il quale però canta ancora nel successivo live Closing the Chapter): una separazione che certo non gioverà alla band danese, visto che il suo sostituto John West, per quanto possa avere pure una bella voce, di certo non è minimamente paragonabile per capacità interpretative al suo predecessore. Ma al di queste considerazioni, i Royal Hunt prenderanno Paradox come loro autentico paradigma, come modello a cui tendere e a cui ispirarsi negli anni a venire, senza tuttavia, almeno fin adesso, mai più riuscire ad eguagliarne i fasti.
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17
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CAPOLAVORO BELLISSIMO CD DC COPER N1 NELLA BAND |
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16
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Se fossi in loro chiederei la percentuale ai Seventh Wonder... |
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14
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Quando l'acquistai nel 1997 era il disco del momento. Il mio preferito di quel periodo. Grande annata fu quella. |
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13
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Insieme a Moving Target il gioello assoluto. Cmq bellissimi anche i dischi con West alla voce , in particolare Fear e The Mission. |
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12
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Grandissimo album! A mio parere insieme al precedente e a The Mission rappresenta l'apice di questa grande band. Fino a Long Way Home è da 10 e lode, i brani successivi sono un po' sotto, ma comunque sempre di alto livello. Voto 90 |
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11
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Parte bene con i primi tre pezzi, poi però secondo me decade un pò nel finale con toni troppo melodrammatici e senza linee vocali né partiture strumentali particolrmente avvincenti... Mezza delusione, perché dai primi ascolti avevo avuto migliori impressioni... |
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10
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Questi proprio non li digerisco |
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9
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Riascoltato dopo 20 anni suona in modo eccelso! Un gradino leggermente più in alto del già magnifico Moving Target. All'epoca nel mare magnum delle uscite prog/symphonic era uno dei tanti album di un genere che produceva a valanga..ma alla luce appunto di vent'anni..quanti altri gruppi hanno saputo sfornare due album consecutivi dove sfido chiunque a trovare su 18 canzoni una schifezza riempitiva? l'accoppiata Cooper Andersen ha saputo creare due capolavori e Paradox è l'apice; il salto sul recinto con lo squalo! |
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8
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Mi pongo a metà strada tra coloro che lodano il cd e coloro che lo denigrano sebbene il voto sia alto perché ritengo che sia tutto sommato un bellissimo album, però... Dopo molto tempo l'ho riascoltato prima di scrivere queste righe e mi sono reso conto del perché, alla fine, questa è stata l'ultima produzione dei RH che ho comprato. Si ripetono. Dopo quel capolavoro immane di Moving Target non hanno fatto altro che ripetere bene gli stessi stilemi. Far Away qua si chiama Long Way Home (bellissima, per carità). E la mostruosa Last Goodbye ora si ripresenta sotto una veste più elaborata come Time will tell (ottima). Avendo il precedente e il Live 1996 ho pensato che potessi fermarmi qui. ...però è un album oggettivamente bello.80 |
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7
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mah! ci sono 6 commenti (tutti stra-positivi) e in 32 che hanno votato facendo piombare la media a 62...sembrerebbe un boicottaggio...perchè??? Questo è un signor disco, tutto gira perfettamente, il sound e la proposta sono originali, quanto di più suntuoso e sinfonico si potesse sperare all'epoca...mah!! Grandi Royal Hunt!! Grande Andersen!!!...e grande DC Cooper!!!! Voto più o meno in linea con quello del recensore |
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6
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58 di media? Fatevi RICOVERARE. Questo e il precedente Moving Marget, sono tra le punte di diamenta Hard rcok sinfonico degli Anni Novanta. |
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5
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Grandissimo album di Power/Prog i Royal hunt con gli Elegy (altra grande band) erano fantastici in quei anni 'paradox' per me merita un 87/100. |
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4
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capolavoro incredibile. d.c. cooper PERFETTO, la su voce calza sulle composizioni di andersen come un vestito su misura...spettacolo!! |
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3
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Un grande album, penso si dovrebbero riscoprire sempre i gruppi così bravi, purtroppo se ne parla poco, io gli dò un bel 85, i brani che mi piacciono sono river of pain, message to god, silent scream! |
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2
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E' bello dopo aver amato e ascoltato un disco per anni poter leggere una recensione ben fatta e che rispecchi perfettamente la propria valutazione dello stesso.Preferisco di un soffio Movin Target ma son quisquilie...disco fondamentale del genere, poche storie. E concordo in pieno sull'inarrivabilita' di D.C...pur essendo West una spanna sopra l'ultimo insipido Boals |
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1
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bella rece! anche se non ascolto più queste cose nel suo genere un gran bel disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Awakening 2. River of Pain 3. Tearing Down the World 4. Message to God 5. Long Way Home 6. Time Will Tell 7. Silent Scream 8. It's Over
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Line Up
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Jacob Kjaer (guitar) Steen Mogensen (bass) D.C.Cooper (vocals) André Andersen (keyboards, guitars)
Allan Sørensen (drums) Maria McTurk, Lise Hansen, Kenny Lübcke (backing vocals)
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