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27/04/25
THE LUMINEERS
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FUROR GALLICO - Closer Club, Roma, 27/01/2012
03/02/2012 (3982 letture)
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Prima calata capitolina per i Furor Gallico, band folk metal che dopo l’uscita dell’omonimo debutto (inizialmente autoprodotto, ora distribuito dalla Massacre Records) continua a riscuotere successo in Italia e all’estero, tra date in solitaria, partecipazione a festival e concerti insieme a formazione in auge.
Dopo i FolkStone tocca quindi ai Furor Gallico portare un po’ di sano folk in una scena, quella romana, che Oak Roots a parte – momentaneamente fermi per cambi di formazione – non presenta altri gruppi del genere, il che fa strano considerando i numerosi appassionati accorsi per il gruppo bergamasco (alla seconda data romana) ad ottobre e per i celti milanesi ora.
Stupisce (ma non troppo) l’idea di inserire dopo il canonico gruppo di apertura ben due cover band: al di là del mio pensiero assai duro nei riguardi di queste tristi realtà, c’è da dire che l’organizzatore (il mitico Baffo) conosce bene la scena, quindi avrà pensato che quei gruppi avrebbero per lo meno portato abbastanza gente per coprire i costi della serata. La realtà è stata migliore delle più rosee aspettative, in quanto il locale era colmo di persone, la maggior parte di esse proprio per il concerto dei Furor Gallico.
Una gradita sorpresa è scoprire che il Closer altro non è che l’ex Moonclub, locale dove nel 1998 ho assistito all’unica data a Roma dei marchigiani Kurnalcool. Il live club è su due piani, al piano terra c’è un pub molto intimo e carino, con musica metal di sottofondo e un grande schermo usato per trasmettere in diretta il concerto che si svolge al piano inferiore; questo, di dimensioni modeste, risulta comunque notevolmente migliorato rispetto a quattordici anni fa, quando i gruppi suonavano su di un palchetto posto dietro ai fusti di birra, tanto era risicato lo spazio a loro disposizione. Oggi il palco del Closer è più ampio, l’impianto audio è buono e l’aria che si respira è di underground vissuto.
Primi a salire sul palco sono i giovanissimi God’s Left Hand, band alle prime armi autrice di un rock a trecentosessanta gradi, fortemente derivativo e privo di personalità. Buona invece la capacità di suonare davanti a un folto pubblico con disinvoltura nonostante la poca esperienza.
Dopo un rapido cambio di palco tocca ai Dominus Triple, cover band dei Nightwish. I ragazzi ce la mettono tutta, ma lo spettacolo non decolla nonostante il discreto responso da parte degli astanti: musicalmente manca la potenza della sezione ritmica e la voce della singer non riesce a raggiungere i picchi espressivi (e di estensione) di Tarja Turunen.
Ultimo gruppo prima dei Furor Gallico sono gli Heptagram, cover band dei Blind Guardian. La prova dei ragazzi non è stata entusiasmante, e sicuramente una scaletta, a mio modo di vedere, non particolarmente interessante ha influito negativamente sulla riuscita dello show. Tra un Valhalla e un Bright Eyes hanno presentato anche un brano di loro composizione, assai poco personale in verità; la speranza è che decidano di diventare una vera band lasciando da parte i classici dei bardi tedeschi.
Pochi minuti di attesa e finalmente parte l’intro dei Furor Gallico: ad aprire le danze (e l’headbanging) è Venti di Imbolc, seguita a ruota da Ancient Rites. I suoni sono nitidi e potenti (ottime le chitarre di Ste e Oldhan, privi di amplificatori in quanto vanno direttamente all’impianto audio grazie alle pedaliere Line 6) e il nutrito pubblico dimostra subito di gradire il folk metal della formazione lombarda. La scaletta prevede tutti i migliori brani della loro giovane e promettente carriera, da The Gods Have Returned a Miracolous Child, passando inevitabilmente per i due minuti scarsi dell’irresistibile Curmisagios, che scatena balli e pogo, all’ormai classico La Caccia Morta, cantata praticamente da tutti gli spettatori. Piacevolissima sorpresa sono stati i due inediti che, presentati per l’occasione, andranno a far parte del prossimo disco della band, auguro loro ancora su Massacre Records, così come il debutto Furor Gallico. Nebbia Della Mia Terra è un brano nel classico stile della band brianzola, mentre in Nemain’s Breath torna a farsi sentire la cornamusa, per l’occasione suonata da Laura.
Dopo averli visti tre volte live posso dire che il gruppo è cresciuto come compattezza (nonostante i recenti ingressi in formazione di Paolo Cattaneo – che brutti i calzini bianchi sotto il kilt! - al tin whistle e bouzouki e Fabio Gatto al basso), risultando maggiormente sicuro dei propri mezzi e sfoderando una prestazione veramente buona. Dispiace solo continuare a vedere la brava Laura relegata in fondo al palco quando il suo strumento è molto importante nell’economia del sound. Buona prestazione del cantante Pagan, simpatico intrattenitore sempre col sorriso sulle labbra e migliorato nell’uso della voce pulita, mentre si conferma eccellente sia con lo scream che con il growl.
A tarda ora si conclude una serata tra alti e bassi, che ha visto il numeroso pubblico piuttosto caldo verso i quattro gruppi che hanno calcato il palco del Closer Live Club. Alla fine il pensiero è uno: i Furor Gallico hanno l’attitudine giusta per suonare folk metal, e anche stasera l’hanno dimostrato.
Foto a cura di “Persephone”
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Presente alla serata. Le cover band nun se reggevano. Lunga vita ai Furor Gallico! |
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p.s ... chi ha scritto questa recensione è stato per caso con qualcuno dei furor gallico...mi sembra un tantinello one way only... bah... |
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vabbeh... no comment... gli Heptagram sono e son sempre stati delle bombe!!! daje raga che nn ce l'ha nessuno la vostra grinta! |
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hahahahaha cazzo mo lo tiro scemo paolino x la storia del calzini hahahah grande fabrizio!!!! e grazie a tutti i ragazzi che son venuti a vederci, è stata serata bellissima!!!!!!!!!! |
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Grandi grandissimi, Furor Gallico! |
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Nuuuuuuuuu, avevo continuato a sperarci fino all'ultimo... |
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Purtroppo gli Entombed sono appena stati annullati per neve  |
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Gli Entombed sono stati annullati. A minuti la news. |
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@Il Fantasma: no problem Se ci sei e, neve permettendo, ci si becca stasera agli Entombed!!! E cmnq, sempre grandi Furor Gallico, grazie al Baffo per averceli portati a Roma!!! |
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@Persephone: hai perfettamente ragione. Sono partito agguerrito per via di quel commento di Max e non sono riuscito a "cambiare tono". Chiedo scusa. Tra l'altro mi dispiace non avervi visto lì... (quella dei calzini era una battuta venuta male) @Francesco: credo sia il record di presenze al Closer...mi sa che eri l'unico a non esserci!  |
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@Il Fantasma: Non ti nascondo che - fatte salve le osservazioni, sempre benvenute, quando non capziose - mi fa un po' specie leggere nelle tue riflessioni un certo tono polemico (spero di sbagliarmi) che, visto che so benissimo chi sei, trovo un tantino fuori luogo. Non ho scritto io il report, ma una cosa posso dirti: quella sui calzini era una semplice battuta, anche perché dubito che il cerimoniale ufficiale scozzese possa considerare elegante una tenuta che preveda kilt, calzini bianchi di spugna e sneakers...detto questo, amici più di prima. Inchini. |
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Dopo i due concerti dei Folkstone ho dovuto saltare questo; anche se non sono un grandissimo fan dei Furor Gallico sarei andato tranquillamente a supportare una band giovane, folk e metal qui a Roma. Ma da quello che leggo il pubblico è stato comunque numeroso, bene così, anche perché ora ho meno sensi di colpa XD |
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@Max: ma sei scemo, scusa la schiettezza? Al Metal Massacre ci sono quasi sempre band che portano inediti, e pure di supporto ai Furor c'erano i God's Left Hand, in pratica esordienti. Per inciso, mi dispiace ma il giudizio su di loro non lo trovo corretto. E una frase come "rock fortemente derivativo" non dice niente. Che rock è? Da cosa deriva? Mah. Non che siano i nuovi Radiohead, per carità, però a me non sono dispiaciuti affatto, anche risentendomi i brani i giorni dopo. Il concerto dei Furor è stato strepitoso, in ogni caso. PS, già che ci sono: sotto il kilt si dovrebbe rigorosamente portare il calzino bianco, è considerato elegante. |
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Caro Baffo,sei uno dei pochi che manda avanti la scena metal undeground ma quando mai ti assumi il rischio economico portando ban emergenti di sola musica inedita? Potevi farlo alla serata dei furor gallico |
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Gran concerto! Mi sono divertito un mondo, inutile aggiungere che il disco loro me lo sto ascoltando assiduamente e che mi cominciano a piacere assai! Certo che le cover band (che mi cominciano a stufare) erano pessime! In particolar modo gli Heptagram. |
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