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FUROR GALLICO - Festival celtici e nuovo disco tra presente e futuro
13/08/2012 (3160 letture)
Nella splendida location di Montelago Celtic Festival, i vostri Fabrizio Giosuè “Fabriziomagno” e “Persephone” hanno intervistato i simpatici Ste e Pagan dei Furor Gallico, band in forte crescita che si sta togliendo, meritatamente, una soddisfazione dopo l’altra.


Fabriziomagno: La settimana scorsa avete suonato al Fosch Fest, ieri sera siete saliti sul palco del Montelago Celtic Festival: come sono andati i due concerti, come vi siete trovati, responso del pubblico…
Pagan: Noi al Fosch Fest siamo a casa, conosciamo gli organizzatori in quanto è la seconda volta che ci suoniamo e ormai il rapporto che c’è tra di noi va oltre il lavoro, siamo amici. Oltre tutto da quest’anno gli sto dando una mano per quel che riguarda le grafiche, quindi collaboro con loro e ho avuto l’opportunità di conoscerli meglio anche da questo punto di vista. Ho avuto modo di vedere come lavorano, come sono, chi sono, e sono fantastici! Noi al Fosch Fest siamo proprio a casa, ci offrono davvero tutto, anima e corpo. E poi c’è il pubblico, quello del Fosch Fest È una famiglia, non so come o perché, ma c’è un’energia nell’aria che tu vedi una persona, non la conosci, ma è tuo amico in quel momento, non sai il perché…
Ste: Si chiama birra! (risate generali, nda)
Pagan: Per quel che riguarda Montelago Celtic Festival siamo lì, io non c’ero mai stato ma lo conoscevo di nome da anni perché è un festival famoso e l’anno scorso c’hanno suonato i FolkStone E la loro presenza è stato un motivo in più per informarsi, e sapevo già che era una bella cosa.
Ste: La risposta del pubblico è stata abbastanza inaspettata: sapevamo che era un evento grande, noi suonavamo come ultimo gruppo all’una di notte, in un festival non metal, quindi eravamo non fuori luogo, ma rispetto alle altre band sì. Invece la risposta è stata enorme, spettacolare, non ce l’aspettavamo.

Fabriziomagno: Vi hanno chiamato loro o vi siete proposti?
Ste: Ci hanno chiamato loro.
Pagan: Infatti ci siamo stupiti.

Fabriziomagno: Quindi nell’organizzazione c’è qualcuno che ascolta metal, o che perlomeno si guarda intorno…
Ste: Parlavo con Maurizio dell’organizzazione, con il quale ho fatto un’intervista radiofonica un po’ di tempo fa, e mi diceva che loro stanno puntando anche sul folk metal negli ultimi anni perché si sono accorti che le feste celtiche, Montelago in particolare, sono popolate da molti metallari, quindi stanno cercando di portare questa cosa all’interno del festival in quanto sono soddisfatti della risposta. È anche un buon modo per avvicinare i giovani a questi tipi di manifestazioni. Noi le abbiamo sempre seguite perché siamo appassionati, e di metallari ne abbiamo sempre visti tanti. Magari le feste celtiche più “paesane” cercano di chiamare gruppi accessibili alle famiglie e tante volte si lasciano da parte i giovani e metallari in particolare. Montelago Celtic Festival invece sta supportando bene questa cosa e da quel che ho potuto capire parlando con Maurizio è che questa cosa la vogliono continuare, quindi bello, molto bello.
Pagan: Mi è venuta in mente una cosa che ha detto Luca, il cantante dei Diabula Rasa in un intervista, dove raccontava che loro sono nati come progetto prettamente folk. Hanno poi deciso di mescolare il metal in seguito, in maniera naturare. E anche i festival celtici stanno facendo questa cosa, di mescolare il metal alle musiche tradizionali celtiche. Anche all’Insubria (altro grande festival celtico, nda) è successo lo stesso, ci abbiamo suonato noi e FolkStone, ma qualche anno fa sarebbe stato impensabile. E come Montelago e Insubria anche altri festival si stanno accorgendo che folk e metal vanno di pari passo, e ci sono tanti appassionati che seguono sia l’uno che l’altro. Frequentando questi eventi automaticamente ti avvicini alle radici della tua cultura, e lo fai con quello che ti piace di più, qualcuno lo fa attraverso il metal, ed è bellissimo. Negli ultimi quattro anni si è aggiunto anche il Fosch Fest, che è nato direttamente come festival folk metal, ma anche lui deriva da eventi come Montelago e simili. E che sia proprio il metal a dare tutto questo è stupendo, il metal ti dice “ragazzi, abbiamo una storia, portiamola avanti”, vuol dire che il metal dentro di sé ha tanti significati.

Fabriziomagno: Per te cosa è il metal?
Pagan: Io ascolto metal da tanti anni, principalmente metal estremo, quindi brutal death…

Fabriziomagno: Ti interrompo subito perché ho notato che nelle nuove canzoni che state presentando in questo momento usi la voce in maniera diversa, più sullo scream comprensibile rispetto al growl pesante di altre canzoni…
Ste: Le canzoni sono più ragionate rispetto all’album. Le prime che abbiamo fatto erano di “assestamento”, dettate da molte cose, sicuramente peccavano di inesperienza, ci siamo accorti di alcune cose che volevamo cambiare, abbiamo sostituito alcuni musicisti, e quindi nuove teste, e stiamo cercando di trovare soluzioni nuove, magari è rischioso perché è un mettersi alla prova, ma la cosa bella della musica è questa.

Fabriziomagno: Dicevamo di cosa rappresenta il metal per te…
Pagan: Questo lo dico io, ma penso di rappresentare anche il pensiero degli altri. Il metal rappresenta tutto, tutto.
Ste: Ascolto metal da quando ero piccolo, ho visto l’evoluzione del supporto del metal, ho visto il supporto sfegatato degli anni ’90 e del periodo quando la scena era meno seguita, ci si muoveva meno. Negli ultimi anni ho notato una rinnovata voglia di scoprire cose nuove, non più tanta voglia di ascoltare le solite cose che suonano tutti, ma di avvicinarsi a musica “nuova”, una cosa molto positiva secondo me. Specialmente nell’underground, prima si andavano a vedere concerti di gruppi con locali mezzi vuoti, invece ultimamente anche l’underground si sta riprendendo, e sta crollando l’esterofilia a tutti i costi, facendo così scoprire in Italia i tanti gruppi ottimi che ci sono. Non c’è bisogno di andare per forza in Svezia, in Norvegia o in America per scoprire i gruppi fighi, perché i gruppi fighi li abbiamo in casa.

Fabriziomagno: Quindi, stando a quello che dici, mi viene in mente l’intervista che abbiamo fatto un paio di anni fa a Cingoli (MC) quando ci si lamentava insieme del fatto che i locali facevano suonare quasi solo cover band.
Ste: Il problema dei locali c’è sempre, e in parte si può capire perché la crisi tocca tutti, e se il gestore non sa se rientra delle spese allora chiama la cover band, che poi “ruba” il lavoro a gente che vuole proporre musica propria. Però con il voler riscoprire i gruppi che hanno qualcosa da dire, anche i locali iniziano ad accorgersene. Ovvio che se poi la band underground non porta gente, beh, non la chiama più. Nel momento in cui la gente ha voglia di sbattersi, di fare qualche chilometro per andare a vedere una band underground che magari nemmeno conosce, ma che lo fa per il piacere di scoprire nuova musica e passare una serata piacevole, di conseguenza i locali iniziano a far suonare gruppi underground. Magari capita che ti fanno suonare il mercoledì, ma se tu quel locale lo riesci a riempire il mercoledì sera magari succede che poi ti fanno suonare anche il sabato.

Fabriziomagno: Della data romana cosa ricordate? È stata quella più a sud che avete fatto?
Pagan: Bellissima serata! Sì, credo sia la più a sud che abbiamo fatto…Chieti dove è, forse è un po’ più alta? Allora sì, Roma è la data più a sud dei Furor Gallico! (risate, nda)
Ste: La serata è stata fantastica perché non ce lo aspettavamo, organizzata dal grande Baffo, neanche lui se l’aspettava così calorosa, ci siamo ritrovati il locale con la fila all’esterno, la gente sulle scale, altri che non sapevano dove stare. Per noi è stato un investimento totale, perché ci tenevamo a scendere giù a farci vedere anche in altri posti, la risposta è stata eccezionale e siamo molto soddisfatti di quella serata.
Pagan: C’era tanta gente che si voleva divertire, che magari ci vedeva per la prima volta…
Persephone: È incredibile perché a Roma questa scena non è proprio seguita! Hanno aperto un po’ la via i FolkStone qualche tempo prima, ma anche loro alla prima data romana avevano veramente poca gente, ma in quell’anno e mezzo qualcosa è cambiato, quando hanno suonato pochi mesi fa il locale era molto più pieno, e poi il resto l’ha fatto il Baffo, lui voleva sempre fare qualcosa di particolare, e quella data è stata una grande risposta…
Ste: Un po’ devi rischiare…
Persephone: Infatti! Il Baffo ha rischiato, e quella data è stata la dimostrazione…
Ste: La coda fuori al locale non ce la saremmo mai aspettata…
Fabriziomagno: Neanche noi, quando siamo arrivati ci siamo chiesti “come cazzo è possibile?”.
Pagan: Ahahah! Anche noi, anche noi!
Persephone: Mica per voi eh, ma per la situazione!

Fabriziomagno: Passiamo un attimo al vostro debutto Furor Gallico…inizialmente autoprodotto e poi ristampato dalla Massacre Records, a memoria identico a quello da voi distribuito…
Pagan: Sì, identico! L’hanno semplicemente ristampato e distribuito.

Fabriziomagno: Con loro come state messi?
Ste: Adesso stiamo vedendo…diciamo che indipendentemente da quello stiamo cercando di avere un approccio più professionale rispetto a prima, diciamo che fino ad ora abbiamo solo giocato, nonostante il discreto successo avuto. Al momento abbiamo un pubblico prettamente italiano, qualche volta abbiamo suonato in Germania, Svizzera e Austria, ma chiaramente il nostro pubblico è l’italiano, e per il nuovo lavoro vogliamo fare un disco che rispecchia anche chi ci ascolta. Facciamo tutto con calma e per bene, è anche un fatto di rispetto, noi non ci dobbiamo guadagnare tirando fuori un disco subito perché c’è la gente che lo aspetta. Stiamo facendo i nostri studi, stiamo facendo le nostre cose e vogliamo fare tutto per bene. Le persone che ci ascolteranno dovranno trovare un prodotto valido, degno di tale nome. Il primo album è stato un po’ un esperimento, non sapevamo dove stavamo andando e cosa avremmo trovato. Abbiamo avuto delle risposte e ora se abbiamo anche solo duecento persone davanti al palco…

Fabriziomagno: Beh, duecento non sono male! (si ride, nda)
Ste: Dico “solo duecento” perché ieri ce n’erano più di tremila! Voglio dire, avere tremila persone vuol dire essere anche responsabile verso quelle tremila persone!

Fabriziomagno: Le tematiche del nuovo disco?
Ste: Adesso non abbiamo ancora fatto pre-produzioni o altro, stiamo solamente presentando alcune canzoni per testarle e far vedere che e come ci stiamo muovendo. Le tematiche sono le leggende come per l’album vecchio, qualcosa di goliardico come il Folletto Squarz che va a fare i dispetti agli ubriachi del paese…

Fabriziomagno: Di dove è questa storia?
Pagan: Di Bergamo.
Ste: Storie spicciole, un folletto che ti fa inciampare perché sei ubriaco è carina, bella da portare in scena! Poi ci sono temi più evocativi legati al mondo celtico, in quanto i celti avevano un grande lato spirituale. Altre più improntate verso il moderno, ovvero la contrapposizione tra la natura e la tecnologia…alcune tematiche più “filosofiche”, altre più spensierate, cercando di variare sempre.

Fabriziomagno: Non ci sono tempistiche in quanto non ci sono contratti…
Pagan: Prima di tutto vogliamo fare qualcosa che convinca noi. L’album uscirà quando ne saremo convinti.
Ste: Abbiamo trovato un gran fonico molto valido, Lorenzo, che ci sta dando consigli su come approcciare e muoverci, ci stiamo affidando alla sua esperienza perché ci sono alcune cose dove obiettivamente abbiamo dei limiti. Questo ragazzo è appassionato e ci sta aiutando nel far uscire un buon prodotto, ma chiaramente non possiamo sapere le tempistiche, ma posso dirti che per l’anno prossimo potremo far uscire il nuovo disco, indipendentemente da etichette o autoprodotto.
Pagan: Ricollegandomi a Lorenzo, voglio dire, perché ci tengo, che adesso i Furor Gallico sono in nove e non più in otto. Ci tengo a dirlo, soprattutto a livello personale.
Ste: Non siamo un gruppo semplice da gestire, lui ci sta riuscendo bene.

Fabriziomagno: La novità della cornamusa?
Ste: È un esperimento, per ora abbiamo solo quel brano. Némain's Breath racconta delle battaglie in cui la cornamusa veniva utilizzata come guida per i guerrieri, dando un senso allo strumento all’interno del testo del pezzo, cerchiamo di creare un senso a tutto quanto, senza lasciare nulla al caso.
Fabriziomagno: Dal vivo rende molto bene! Anche perché voi non usate cornamuse usualmente, quindi ci si fa subito caso!

Persephone: ho una curiosità! La leggenda de La Caccia Morta, come nasce?
Ste: È una leggenda bergamasca, che raccontava il padre a Becky (l’arpista del gruppo, nda). Narra di quando si stava diffondendo il cristianesimo nel bergamasco, all’epoca pieno di cacciatori, e la religione ti diceva che la domenica si doveva andare a messa e il cacciatore rispondeva “no, io vado a caccia”. Si parla di quando si va nei boschi e si sentono i cani abbaiare, i fuochi fatui…
Persephone: Sarebbero le anime dei cacciatori…
Ste: Esatto, anime dannate…
Pagan: Occhi di brace, conquistano il villaggio, gli uomini di fede si rivolgono alla croce. Ovvero i cacciatori e i cristiani che invece andavano pregano.
Persephone: il diavolo bussa alla tua porta non è collegato alla leggenda, è una cosa metaforica?
Pagan: Sì, quello che non è cristiano è il diavolo.
Persephone: Che poi è uno dei pezzi che più eccita nei concerti, e mi son sempre chiesta del testo, perché è particolare.
Ste: Chiaramente è un po’ romanzata, l’abbiamo fatta nostra, ma la storia è quella.

Fabriziomagno: C’è una domanda che vorreste vi facessi?
Pagan: Chiedimi quanto voglio bene a Stefano!
Fabriziomagno: Quanto gli vuoi bene?
Pagan: Tantissimo! (risate di tutti, nda) Chiedigli quanto mi vuole bene!
Fabriziomagno: Quanto gli vuoi bene?
Ste: Solo nei giorni dispari!
Pagan: Appunto…oh ma oggi è il 4, porca miseria! Ahahah!!!

Fabriziomagno: Salutate i ragazzi che leggeranno la vostra intervista.
Ste: Grazie a tutti quelli che ci seguono, per il supporto, ci riempie il cuore ogni volta!
Pagan: Cerchiamo di divertirci in due, noi sopra e voi sotto al palco!


Foto a cura di "Persephone"



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bella intervista e grandi Furor Gallico! Un ricordo anche al grandissimo Baffo per la data romana!!! Torneranno a Roma!?!??
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