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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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ONCE UPON A TIME - Led Zeppelin, i rivoluzionari
21/04/2014 (3859 letture)
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Pionieri, maestri, antesignani: gli aggettivi non saranno mai abbastanza efficaci per spiegare il contributo degli inglesi Led Zeppelin alla nascita dell'heavy metal e dell'hard rock moderno nella sua accezione più ampia. Nel 1971 i quattro britannici hanno già dato alle stampe i loro primi tre dischi epocali ed i loro connazionali Black Sabbath hanno persino spinto oltre l'asticella dell'estremismo, introducendo i classici riff metallici e l'ancor più caratteristico wall of sound. La band di Tony Iommi era oscura, cupa, potente ed esistenzialista; di fatto, si trattava del primo esempio compiuto di heavy metal band a livello internazionale. I Led Zeppelin tuttavia avevano ancora molto da dire e l'avrebbero fatto proprio nel corso di quell'anno, dando alle stampe quello che molti ritengono il loro capolavoro irraggiungibile, il masterpiece per eccellenza: Led Zeppelin IV. Si trattava del raggiungimento della perfezione assoluta in ambito hard rock: il disco avrebbe fuso le due anime della band, quella elettrica e quella acustica, ponendosi come un autentico pugno nello stomaco nei confronti della stampa inglese, tradizionalmente molto critica nei confronti di Jimmy Page e compagni. Il chitarrista stava per ritrovare la sua vena migliore ed era pronto per mettere a punto una serie impressionante di riff potenti e assoli ammalianti; Robert Plant a sua volta avrebbe confermato l'apoteosi edonistica trasudata dalle sue provocanti linee vocali, mentre la coppia Bonham-Jones avrebbe retto il tutto con la consueta solida impalcatura. Ma dietro alla costruzione di un mito come Led Zeppelin IV, trainato dall'epocale Stairway To Heaven o da altri classici come Black Dog, Rock And Roll o The Battle Of Evermore si nascondono tante storie e parecchi ricordi, aneddoti che con Once Upon A Time stiamo per riscoprire, tuffandoci in un passato da non dimenticare mai ed anzi da tramandare ai posteri.
UN COTTAGE IN CAMPAGNA PER RITROVARE L'ISPIRAZIONE: HEADLEY GRANGE Dopo una full immersion probante in tour estenuanti, i Led Zeppelin hanno bisogno di ricaricare le pile. E' il 1970 ed è appena uscito il terzo capolavoro omonimo, calibrato tra la potenza imperiosa di Immigrant Song o le emozioni tenui di Tangerine: difficile pensare che si possa fare meglio, eppure Page e soci non hanno intenzione di porre freno alla propria creatività. Hanno portato Whole Lotta Love -e i jeans attillati di Plant, i suoi innumerevoli 'Oh Baby' e le sue fascinazioni edonistiche- sui palchi di mezzo mondo, ma la volontà è di restare sulla breccia: pertanto la band si ritira in un cottage di campagna nell'East Hampshire, denominato Headley Grange, per recuperare l'ispirazione e generare nuove idee. 'Eravamo stanchi di andare continuamente in America e volevamo ritrovare quell'atmosfera che ci aveva così fortemente ispirato', affermerà in seguito Page. Il quartetto, accompagnato da un roadie, sembra vivere qui un periodo di grazia, corroborante per le proprie energie e il proprio songwriting; una sorta di cura rigenerante, anche se il bassista John Paul Jones rimarrà sempre piuttosto scettico, rispetto ai compagni, ricordando quell'esperienza: 'Era un luogo freddo e oscuro, senza mobilia, isolato dal resto del mondo, senza nemmeno un pub vicino dove poter giocare a biliardo. Ricordo che facemmo una gara per accaparrarci la stanza meno umida'. Anche il roadie stesso, Harry Smith, non possiede un ricordo eccezionale: 'Eravamo isolati dal mondo, circondati da pecore che non sembravano intimidite dalla fama di Page e Plant, tanto che spesso andavano ad ascoltarli mentre provavano le loro canzoni'. Tuttavia è innegabile che il cuore pulsante della band, il duo Page-Plant, trae un beneficio strepitoso da quell'isolamento sistematico, un'immersione nella natura che permette di distendere i nervi e far rifiorire l'arte magica che ha reso grande la band. Il singer dichiarerà alla stampa, con toni entusiasti, che quella casa fu il vero segreto dietro al quale si celava l'anima intensa di Led Zeppelin IV: 'L'ispirazione per le canzoni del disco viene dall'averlo registrato in un luogo unico: una casa semi-diroccata in campagna. E' stato meraviglioso. una volta che elimini tutti i vecchi cliché riguardo ad una vecchia casa di campagna, rimane il fatto che ci siamo trovati bene: i microfoni che si facevano largo dalle finestre, il camino acceso, le tazze di tè e il profumo delle torte. C'era caos, ma il tutto era pervaso da un feeling positivo'. Il tour manager Richard Cole sapeva che sarebbe stata dura tenere a bada i ragazzi ed arginare la loro voglia di vita, sempre ben presente al fianco dell'indiscutibile verve artistica: 'Era come avere dei boy scout miliardari da accudire. Fortuna volle che la band non facesse uso di droghe pesanti, giusto erba e un po’ di cocaina. Facevamo un rifornimento massiccio di sidro dal negozio nel villaggio. Giocavano al ruolo del gentiluomo di campagna, tanto che si divertivano a sparare agli scoiattoli con un vecchio fucile. Non che ne abbiano mai colpito uno'! Una signora che abita nei paraggi si reca addirittura alla porta dei Nostri e protesta gentilmente: il figlio sta preparando un esame e non riesce a dormire, così la band accetta di abbassare i volumi. La componente goliardica, la voglia di vita e il fascino avventuroso della situazione anima le giornate dei ragazzi, che tuttavia non perdono mai di vista l'obiettivo principale e lavorano sodo, come ricorderà in seguito Jimmy Page in seguito: 'Ci eravamo dati un modus operandi e degli orari di lavoro, abbiamo iniziato ad ascoltare il materiale che avevamo già registrato, come era nostra abitudine. Avevo varie cassette con registrazioni di mie idee e riff, tutto allo stato embrionale. Come per gli altri album ho chiesto se qualcuno avesse idee, mi riferivo soprattutto a Jonesy, cercavo di spronarlo'. Il bassista riceve l'input e contribuisce fin da subito alla verve compositiva, sfornando idee valide e sorprendenti fin dal principio; come il riff ispirato da Electric Mud di Muddy Waters, dal quale nascerà Black Dog: 'Mi piacciono i riff ipnotici. Questo l'ho scritto sul treno, mentre tornavo da casa di Jimmy. Il riff originale sarebbe stato in 3/16 ma nessuno riusciva a suonarlo, perciò siamo passati ad un più lineare 5/4. L'idea delle strofe tra un riff e l'altro è di Jimmy, che adorava 'Oh Well' dei Fleettwood Mac'. Il riff in questione viene ampliato con una potenza selvaggia e inframmezzato in avvio da stop e ripartenze, nei quali echeggia la voce acuta di Plant. Il titolo del brano, invece, deriva da un labrador che bazzicava spesso nei pressi del cottage dove lavoravano Page e compagni: 'Era un vecchio cane, avrà avuto 14 anni. Era solito passare il tempo con noi, in cerca di avanzi di cibo. Una notte scomparve, per poi ritornare il mattino dopo e dormire tutto il giorno. Pensammo che fosse andato a spassarsela e, per questo, l'epiteto 'Black Dog' venne utilizzato per chiunque rimanesse fuori per la notte! Divenne il working-title del pezzo e nessuno ha pensato poi a uno migliore'. Selvaggio e scatenato è anche il ritmo sostenuto dalla band nella frenetica Rock 'n' Roll, episodio programmatico già nel titolo; si tratta di una canzone nata di getto, con Bonham che lancia il fill iniziale traendolo da Keep A-Knocking di Little Richard, stando alle parole di Page: 'Il riff è nato per caso, dopo aver sentito l'intro di Bonzo'. L'atmosfera è decisamente positiva, la band è in forma straripante e scrive materiale di qualità altissima a gettito continuo; il virtuoso chitarrista riconosce i giusti meriti di Bonzo anche per Four Sticks, nella quale spicca il suo giro di chitarra ossessivo: 'Jones aveva il riff ma non riuscivamo a trovare il modo di sfruttarlo. All'improvviso Bonzo, dopo aver bevuto una lattina di Double Diamond, prese due bacchette per mano e iniziò a suonare. Fu magico. La intitolammo così in suo onore'. PER APPROFONDIRE: Correva l'anno: 1971.
UNA STERMINATA FUCINA DI IDEE ED UNA MAGICA SCALA VERSO IL PARADISO La cura del dettaglio e la ricerca del massimo assoluto era maniacale, per i quattro ragazzi inglesi. Page racconterà in seguito che la band si spostava di continuo nelle varie stanze della casa, per trovare il suono più adatto ad ogni singolo brano: 'Il suono di 'When The Leevee Breaks' lo registrammo nella sala da pranzo, proprio all'inizio delle scale. Avevamo amplificatori ovunque e spostavamo la batteria per le varie stanze, alla ricerca del suono giusto per la canzone'. Per Robert Plant quello di Headley Grange fu un autentico viaggio introspettivo, una sorta di catarsi. Il singer soleva appartarsi nella quiete silenziosa della campagna, ma amava anche seguire da vicino il lavoro strumentale dei suoi compagni. La sera, davanti al caminetto acceso, dava libero sfogo alla sua ispirazione: 'Le prime frasi del testo di 'Stairway To Heaven' nacquero davanti al camino, una sera in cui ero di pessimo umore. Page iniziò a suonare il giro iniziale. Avevo una matita ed un foglio di carta. All'improvviso iniziai a scrivere: 'there's a lady who's sure, all that glitters is gold and she's buying a stairway to heaven'. Lessi quello che avevo scritto e quasi caddi dallo sgabello su cui sedevo'. E' ancora Richard Cole a fornirci un ricordo suggestivo di quell'atmosfera magica dalla quale nacque qualcosa di leggendario: 'Ricordo Robert seduto su una stufa, concentrato a scrivere le parole delle canzoni e di 'Stairway To Heaven' in particolare'. Ed è un'alchimia magica quella che vede l'epocale Stairway To Heaven comporsi tassello dopo tassello, per andare a divenire una delle più celebri e monumentali canzoni rock di ogni epoca: un solenne arpeggio che culminava in un crescendo epico da pelle d'oca ed in una sezione solista orgasmica, un assemblaggio di sensazioni uniche che dopo centinaia di ascolti sa ancora commuovere, emozionare, prendere l'ascoltatore per la pancia e trascinarlo in una dimensione senza spazio e senza tempo. Page ricorda bene la genesi di quel brano: 'Robert scrisse circa il sessanta per cento del testo di getto, mentre eravamo a Headley Grange. E' una critica ad una fantomatica donna, che riceve tutto quello che desidera senza mai dare niente'. Dell'immenso assolo inserito nel pezzo erano state scritte tre versioni: 'Erano tre assoli completamente diversi l'uno dall'altro. Avevo preparato la frase iniziale e quella finale, ma per il resto mi sono lasciato andare. Quello scelto è in assoluto il migliore'. Il feeling che si veniva a creare era frutto di un'intesa spontanea e quasi mistica, anche se Page sapeva perfettamente come controllare i suoi tempestosi saliscendi sonici: 'Con Stairway to Heaven abbiamo contravvenuto a una regola ferrea che sia io che Jonesy avevamo imparato durante gli anni di session: mai accelerare! io mi sono detto che era giunto il momento di accelerare e di creare quella sorta di orgasmo sonoro che è il finale della canzone. Questa era un'altra magia degli Zeppelin: se acceleravamo, lo facevamo tutti insieme e nel giro di pochissimo avevamo ritrovato il tempo giusto'. Per registrare il brano, Page utilizzò una chitarra Telecaster e non la sua famosa Gibson Les Paul, né tantomeno la Gibson Double Neck che solitamente associamo alle riproposizioni live della canzone: questa era infatti troppo pesante e di difficile gestione in studio, così il ragazzo optò per una soluzione più pratica. Stairway To Heaven fu talmente importante da andare a rappresentare una specie di archetipo, seguito più e più volte anche in ambito metal: quello del brano maestoso ed imponente, che nasce sommesso e sfocia in un possente apice centrale e conclusivo. Ma la band inglese aveva parecchie buone idee e non voleva certo limitarsi ad un numero finito di soluzioni e canovacci, tanto che nel disco finirono pure due brani acustici come Going To California e The Battle of Evermore. Per quest'ultima, dal retrogusto folk e dall'ispirazione lirica tolkeniana, Plant si rese conto che sarebbe stata azzeccata una seconda voce e contattò dunque Sandy Danny, che lui considerava la miglior cantante inglese di sempre: 'Lei accettò subito. Credo che registrò la sua parte in soli 45 minuti. Fu incredibile. La sua voce per me incarnava perfettamente lo spirito pacifista che si scontrava con il desiderio di sangue e guerra espresso dalle parole che cantavo io'. Curiosamente, però, la Danny non ne fu soddisfatta più di tanto: 'Avere qualcuno che canta sopra di te, che ti sovrasta con la sua voce è una sensazione terribile'. La composizione è ricca di echi e incastri, con Page che si ritrovò a sperimentare col mandolino: 'Una notte mentre gli altri erano a letto avevo ancora voglia di suonare qualcosa, ma non potevo svegliare tutti con la chitarra elettrica. Presi il mandolino che Jonesy aveva portato con sé, non lo avevo mai suonato, l'accordatura è completamente diversa. Iniziai a suonare una sequenza di accordi che presto divenne quella di Battle of Evermore'. Mai come in questo caso si può parlare a tutti gli effetti di sperimentazione fatta e finita: i musicisti erano ispirati ma non si limitavano a fare ciò che gli era sempre riuscito bene, bensì si mettevano alla prova con situazioni realmente nuove, dando il meglio di sé anche in questo caso. Le idee sgorgavano a getto continuo e la vasta strumentazione a disposizione dei Nostri non faceva che incrementare il flusso di possibili spunti a cui dare sfogo, tanto che un solo disco non sarebbe bastato per contenere tanta abbondanza. La band aveva prenotato il costoso studio mobile dei Rolling Stones per completare la registrazione dei brani a scrittura completata e dunque si trovò ad incidere tutto il materiale in una sola settimana; la stessa Stairway To heaven ricevette poi alcune sovra-incisioni negli studios della Island, finendo sul disco così come ce l'ha tramandata la Storia. Nel cottage, dove la band rimase per due settimane, erano state incise 14 tracce: otto di queste finirono sull'album, mentre le rimanenti sarebbero state utilizzate per i lavori successivi. PER APPROFONDIRE: Legends Of Rock: la storia dei Led Zeppelin, prima e seconda parte.
QUATTRO ROCKER A ROTTA DI COLLO: I LED ZEPPELIN SUL TETTO DEL MONDO Il missaggio fu effettuato a Los Angeles, ma dopo una sola canzone la band decise di tornare a Londra ed ultimare qui i lavori. Dopo due mesi, il disco fu pronto ed i ragazzi tornarono on the road per proporre i nuovi brani al pubblico. Stranamente, Stairway to Heaven non conquistò immediatamente le folle, come ricorda Page: 'Fu una canzone difficile da assimilare e ci volle del tempo prima che la suonassimo dal vivo in modo soddisfacente. E' comprensibile che il pubblico stesso abbia avuto bisogno di più tempo per digerirla e apprezzarla. Ricordo comunque che quando la suonammo a Los Angeles nell'estate del 1971 ricevemmo una standing ovation da parte di una buona metà del pubblico e questo mi fece ben sperare'. La stampa britannica, da sempre poco gentile con i musicisti connazionali, fu tutt'altro che tenera con Led Zeppelin IV, stroncato così da Sounds: 'Stairway to Heaven all'inizio è noiosa, poi induce alla catalessi; Black Dog ha la grazia e l'eleganza di un pollo da cortile'. Lenny Kaye, futuro braccio destro di Patty Smith, invece, intuì subito le qualità dell'opera: 'Ampia varietà musicale, prestazione dinamica e senza fronzoli di Plant, gran produzione di Page'. I Led Zeppelin tennero alcune date promozionali e poi fecero partire il tour mondiale dall'Australia, spostandosi in seguito in Nuova Zelanda; Bonham confessò il suo entusiasmo ad un giornalista: 'E' il miglior disco che abbiamo mai fatto'. Potrebbe sembrare la classica dichiarazione di facciata che ogni musicista rilascia ad ogni suo disco, ma in effetti era davvero così. Dal vivo la band riprende a conquistare frotte di adepti, ammaliando chiunque si imbatta nella loro potenza afrodisiaca. Naturalmente, con una particolare predilezione per le fanciulle. Mario Medous, che è stato il promoter dell'Atlantic dal 1965 al 1972, ci offre un ricordo significativo di quello che erano i Led Zeppelin del tempo, attingendo alla memoria di alcuni tour americani precedenti al 1971: 'Dopo l'esibizione degli Zeppelin al Fillmore East, gli Iron Butterfly per suonare hanno dovuto aspettare per due ore che la gente si calmasse. In quel primo spettacolo i LZ sono stati un cazzo per il culo. Mi hanno distrutto. Jimmy tirava fuori quel suo fottuto archetto da violino e cazzate del genere. Robert che si dondolava e strillava senza sosta, con quelle grosse palle messe in evidenza dai pantaloni attillati e tutte le ragazzine intorno a lui a bocca spalancata. Hanno messo a ferro e fuoco quel cazzo di posto'! Erano decisamente altri tempi e l'attitudine dei Nostri, ribelle e trasgressiva, non era solo idealizzata ma reale e concreta: 'La brutalità della polizia negli stati del sud all'inizio degli anni settanta era incredibile', ricorda Plant. 'A Memphis la polizia brutalizzava i fan appena si alzavano in piedi, quindi ho fatto una mossa tipo Roger Daltrey, facendo roteare il microfono e mandandolo a colpire la nuca di un poliziotto. Questo ci ha causato qualche problema. A quei tempi eravamo regolarmente intralciati da pregiudizi e paranoie. Mi hanno sputato in faccia perché mi vedevano come un elemento anti-establishment. Eravamo sempre potenzialmente in pericolo, anche solo per il fatto di respirare'. Terry Manning, che era stato ingegnere del suono per alcune tracce di Led Zeppelin III, conferma con le proprie memorie la considerevole consistenza delle differenze tra la Vecchia Europa ed il Nuovo Continente, un luogo davvero pericoloso nel quale le tournèe diventavano avventure spericolate: 'Il gestore del Mid-South Coliseum a Memphis era un tipo chiamato Bubba Bland, che lo dirigeva col pugno di ferro e non aveva certamente preso in simpatia quegli stranieri che stavano per suonare lì. Appena cominciata 'Whole Lotta Love', tutti gli spettatori si erano messi a saltare e strillare, roba da far vibrare l'intero locale. Bubba ha puntato una pistola contro il manager Peter Grant, dietro il palco, e gli ha detto: 'Fai in modo che tutta questa gente si sieda, altrimenti stacco la corrente ed è tutto finito'. Quindi Peter ha chiamato Robert e Robert è tornato al microfono cercando di calmare il pubblico. Poi la band ha attaccato 'Communication Breakdown' e si sono alzati di nuovo tutti in piedi. Alla fine sono andato dietro al palco ed eravamo soltanto io, Peter, Richard Cole, i quattro ragazzi ed io. Stavano in piedi nel camerino e dicevano: 'Ragazzi, l'America sarà pure bella ma non fa per noi'. La settimana precedente, in Texas, gli avevano sparato e la loro limousine era stata colpita da una pallottola tra Dallas e Fort Worth. Erano molto arrabbiati e non hanno più suonato a Memphis'. E' in questo contesto che la band diventa grande, sempre più grande, immensa: si fa le ossa e impara a domare ogni ostacolo, proiettando la propria immagine con ridondanza ciclopica e attirando dunque le attenzioni sempre più 'particolari' della gente. Anche in questo caso, è il sesso femminile a marcare stretti Plant e soci, anche se BP Fallon, addetto stampa del gruppo dal '72 al '76, ci offre una visione leggermente diversa dei fatti: 'C'è una cosa riguardante le groupie sulla quale c'è sempre stato un malinteso: erano tutte consenzienti. Le predatrici erano le ragazze, non quelli della band'. Addirittura, la moglie del tour manager Richard Cole, ricorda: 'Le groupie davano fastidio a Bonzo. Le chiamava 'quelle vecchie zoccole', non riusciva a sopportarle. Ce l'aveva con quelle ragazze per il loro modo di essere'. Certamente Page aveva le sue amanti d'oltreoceano e Plant non si tirava indietro quando qualcuna gli si concedeva, ma non è da minimizzare la voracità bulimica delle loro seguaci e non limitarsi a celebrare le virtù goderecce dei quattro inglesi. Tutto era loro concesso, alla fine di quell'epico 1971: ormai la Storia era stata scritta a caratteri cubitali. Ancora sarebbero seguite pagine importanti, ma i semi gettati fino a Led Zeppelin IV hanno contribuito senza mezzi termini a rivoluzionare il mondo della musica, fungendo da pietra angolare per almeno quattro decenni successivi. PER APPROFONDIRE: Led Zeppelin tra storia e letteratura. Stairway To Heaven: l'analisi del testo.
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DEI del rock -punto- Alla famosa domanda "Beatles o Rolling Stones?" la mia risposta è: Led Zeppelin!!!!!!!! La mia più grande disperazione che mi porterò nella tomba è il non essere riuscito a verdeli almeno una volta dal vivo. |
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Uno dei piu' grandi gruppi musicali che la storia abbia mai conosciuto,non c'e' altro da aggiungere per questi formidabili pionieri, hanno scritto la storia e sono la storia essi stessi,come al solito Trasher impeccabile negli articoli. |
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Il gruppo musicale più grande di sempre. |
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il mio primo vinile acquistato nel glorioso negozio di pavia "radio vittoria", girava su un schifo-giradischi valigetta da quattro lire, praticamente rovinato per sempre (lo custodisco comunque ancora con gelosia), ma che emozioni ragazzi.....thrasher preciso e perfetto, grazie! |
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il martellatore gran bel articolo, io ho tutti i cd degli DEI led zeppelin. |
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il martellatore gran bel articolo, io ho tutti i cd degli DEI led zeppelin. |
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