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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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CORREVA L’ANNO - # 2 - 1971
21/05/2012 (5605 letture)
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La scintilla, ormai, era scoccata: il 1970 aveva segnato un anno di svolta nonché un punto di non ritorno per la musica dura, che accanto ai colossi tradizionali aveva accolto i possenti Black Sabbath, portatori di un heavy rock che mai era stato così cupo, opprimente, scandito da riff massicci, quadrati, e da sonorità impenetrabili, oltre che accompagnato dalle tematiche sociali, emotive, fantasiose o allucinogene cantate dal folle Ozzy Osbourne, prototipo dell’emarginato per eccellenza: infanzia povera, voce sgraziata, capacità pratiche prossime allo zero. Facendo seguito ai due capolavori rilasciati nell’annata precedente, Black Sabbath e Paranoid, i quattro di Birmingham ribadirono la loro egemonia in ambito estremo rilasciando il terzo gioiello, Master of Reality, ancor più prestante, tetro, roccioso. Tony Iommi, che già aveva precorso i tempi abbassando l’accordatura della propria chitarra nelle esibizioni live della sua band, decise di ripetere anche in studio questa soluzione, conferendo una profondità ancora più bassa al sound heavy-doom dei sinistri rocker inglesi. La morsa d’acciaio di monolitici pezzi dal riffato soffocante come Children of the Grave o Hand of Doom prometteva di stritolare nuovi adepti, rapiti dal ritmo magnetico ed ipnotico di questi nuovi inni alla libertà intellettuale, veri e propri manifesti di denuncia tesi ad avvertire una società diretta al declino ('Dovrete essere coraggiosi, o voi bambini di oggi sarete bambini della tomba'); non mancavano anche riferimenti alla passione nascente che i Sabs Four iniziavano a nutrire per le sostanze allucinogene -è il caso di Sweet Leaf- un vizio che porterà allo sbando troppo presto la formazione storica. La sezione ritmica di Butler e Ward ispessiva ulteriormente il proprio muro sonoro, mentre l’infaticabile Iommi continuava a sciorinare una sfilza invidiabile di riff epocali, marziali e rallentati nella loro opera di sfinimento psicologico, i più quadrati e duri in circolazione al tempo: è anche il caso di Into the Void, ulteriore conferma delle visioni poetiche ed apocalittiche che questa sorprendente realtà sapeva incastrare tra strumentali struggenti e pezzi più melodici come After Forever. I ragazzi della band erano entusiasti di quello che stavano creando, come traspariva dalle parole del chitarrista: 'Suoniamo soprattutto perché amiamo farlo, ci piace quello che stiamo facendo, il suono pesante soprattutto. Abbiamo trovato il giusto mood, ed é stato emozionante. Ce lo sentiamo dentro e siamo anche abbastanza veloci a scrivere i brani: penso ad un riff o ad una melodia e gli altri ci scrivono intorno. E' fantastico, ma che cos'é? Non lo so'. Nonostante l’alone cupo e la potenza della propria musica, gli hippy Black Sabbath lasciavano sempre e comunque filtrare un certo messaggio d’amore, coglibile solo dall’ascoltatore più attento e spirituale. Il bisogno umano di trovare affetto e serenità era insito nella musica, a tratti malinconica e toccante, del quartetto britannico, nascosto dietro un’immagine dura ma certamente non priva di sentimenti forti e pulsanti: é proprio in questo periodo che l'heavy metal inizia a rappresentare un sentimento cupo e pessimista, intriso di realismo e rifiuto per il comune modo di accettare ed intendere le cose; una ribellione che parte dal profondo e sceglie il nero più oscuro come colore del proprio vessillo, si articola in sensazioni intense e ragionamenti motivati, tutt'altro che frivoli, per contestare un malessere evidente al quale gli adulti ed i potenti non sembrano potere e volere porre rimedio, anzi.
Eppure, luoghi comuni e stereotipi continuavano ad associare queste denunce di oppressione ad ideologie sataniche; certamente la band non evitava di prestarsi a fraintendimenti ed interpretazioni ambigue, alimentando un morboso alone sulfureo attorno alla propria figura, ma lo stesso Ozzy spiegherà in seguito che non c'era nulla di realmente blasfemo in ciò che facevano i quattro di Birmingham: 'Ancora oggi c'é gente convinta che i Black Sabbath praticassero magia nera e culti satanici, ma tutto questo é veramente stupido e ridicolo. Noi ci accontentavamo di suonare una musica che facesse paura, un pò come accade con i film d'orrore. Non ho mai partecipato a messe nere, e mai lo farò. D'accordo, ho scritto delle canzoni su questi temi, ma ho anche trattato altre cose. Ci sono problemi ben più gravi di questo nel mondo: la guerra, per esempio, é per me la cosa più scandalosa che esista ed é molto più pericolosa di qualsiasi testo satanico'. Quello che sembra stridere con la logica è, invece, il modo di approcciarsi col fenomeno della droga: come visto in precedenza, i quattro inglesi iniziarono proprio in quel periodo a farne un abuso sempre più sregolato, e sebbene in alcuni testi si pongano in maniera ostile di fronte all’utilizzo di tali sostanze, altri brani sono dei veri e propri inni alla cocaina. La crescente fama portò fuori strada i quattro musicisti, che dopo Master of Reality iniziarono ad acquistare case e macchine di lusso, concedendosi non poche distrazioni femminili. Una volta Ozzy dichiarò: 'Io sono completamente pazzo, é la verità. Anzi, più che pazzo direi che sono schizofrenico. Agli inizi, quando bevevo e assumevo sostanze stupefacenti era divertente, ma dopo un pò l'alcool ha preso il sopravvento, trasformandomi in una persona socialmente pericolosa. Figurati che più di una volta ho tentato di appiccare il fuoco dentro casa mia'! Eppure gli inglesi restavano dei musicisti di prim'ordine, che attraverso la loro sperimentazione stavano decisamente sviluppando e delineando le coordinate portanti dell'heavy metal: lo avevano generato e approfondito, gli avevano dato uno spessore ed una potenza fuori dal comune, lo avevano fatto crescere e maturare fino a dargli una dimensione rofonda e articolata, nelle liriche come nella musica, conferendo uguale importanza a tutti gli strumenti coinvolti nel progetto. La chitarra di Iommi rivestiva un ruolo primario ed era molto più potente e evidente rispetto a tutti gli altri guitar hero del tempo: i riff tonanti svettavano e si susseguivano con incisività mostruosa, gli assoli e le trame simmetriche apparivano molto più tangibili e delineati che mai; se altrove il basso era puro contorno, con Butler diventava una spinta rocciosa e indispensabile per la pesantezza del sound, mentre il drumworking di Ward non era più soltanto un supporto per seguire il tempo, bensì iniziava ad acquisire un significato proprio nell'economia dei pezzi. A proposito dell'importanza rivestita dalla funzione melodica in connubio alla potenza vera e propria, Iommi una volta dichiarò: 'Ho sempre cercato di suonare melodie con la mia chitarra, perché la melodia é tutto nella musica. E' una cosa che mi é sempre rimasta dentro, un elemento fondamentale nel mio modo di comporre canzoni'. Dal punto di vista prettamente musicale, ancora una volta, a fare la differenza tra loro ed i contemporanei era la durezza complessiva delle composizioni: pur mostrando ancora reminiscenze hard rock e blues, soprattutto nel fluido chitarrismo solista del baffutissimo Iommi, infatti, esse erano orientate in maniera inappellabile verso un sound corposo, compatto ed omogeneo. I coevi Led Zeppelin e Deep Purple si concedevano ancora troppe sperimentazioni per poter essere definiti heavy metal: essi giostravano prevalentemente attorno ad un nucleo hard rock, ma eccellevano anche per spruzzate cospicue di melodia e frequenti sbalzi in generi estranei. Cavalcando, forse, l’onda di una crescente popolarità, infatti, i Deep Purple diedero alle stampe un album del tutto particolare ed innovativo come Fireball, nel quale presentavano un’inedita mistura di rock, blues e country. La titletrack, al tempo stesso, era uno dei primissimi esempi di pezzo nel quale si segnalava l’utilizzo del doppio pedale, ad opera del solido drummer Ian Paice, uno che ispirerà non pochi musicisti della scena futura. La voce abrasiva di Ian Gillan e il chitarrismo di Blackmore completavano una release che comunque poggiava su una buona manciata di brani ruvidi, diretti e dinamici, intrisi di un’indiscutibile essenza r’n’r ma non ancora accostabili del tutto all’heavy metal, anche a causa delle tonalità non troppo pesanti e dalla presenza sempre marcata delle tastiere psichedeliche tipiche di quel periodo. C'era comunque qualcosa di antesignano nella musica dei Deep Purple, capaci di articolare la propria foga istintiva anche in marcate sfumature strumentali, affidate proprio all'estro di Blackmore oltre che all'abilità di Jon Lord con le suddette tastiere. Molto attivi erano all’epoca i progressive-rockers londinesi Uriah Heep, progenitori dei risvolti epici e orientati al fantasy delle liriche, ma anche un giovane glam-rocker col gusto per l’oltraggio, Alice Cooper, americano che pubblicò nel giro di pochi mesi Love It to Death e Killer; fu proprio la sua band ad anticipare le trasposizioni visive e musicali che varranno tante accuse di trasgressione all'hard'n'heavy che conseguirà, a causa di spettacoli live sempre spinti nel canovaccio e shockanti nelle scenografie imbastite sui palchi di mezzo mondo.
In mezzo a tanta prosperità discografica, balzava inevitabilmente in primo piano il monumentale Led Zeppelin IV, uno dei più importanti pilastri della storia del rock, che sintetizzava l’anima elettrica e quella acustica che la band di Page e Plant aveva espresso nei lavori precedenti. Nel disco erano presenti movimenti selvaggi (eloquente è, in tal senso, Rock and Roll) ed anche epiche rappresentazioni del sound progressivo ed emotivo tipico del quartetto britannico: la leggendaria Stairway to Heaven, epice ed evocativa, diventerà una pietra miliare, nonché una delle più celebri e riconosciute canzoni rock. Nonostante queste band fossero in pieno periodo di splendore e contribuissero senza ombra di dubbio a scrivere pagine importantissime della musica rock, i Black Sabbath sembravano rimanere saldamente al comando del nascente movimento heavy metal, che -ovviamente- ancora non si chiamava così, né veniva comunemente etichettato o differenziato dal rock tradizionale. Gli hippy capitanati da Ozzy Osbourne erano ancora troppo pesanti ed estremi per essere accostati, anche a posteriori, ai loro contemporanei: la stampa se li filava relativamente, considerandoli troppo rozzi rispetti agli eleganti Led Zeppelin, che pure avevano le loro belle beghe con i media britannici, non certo benevoli nei loro confronti. Un’accusa infondata, visto il gran gusto compositivo di cui eran dotati, unitamente al tocco magico di Iommi e alla struttura intelligente e stratificata dei pezzi scritti con tanta passione. Sul palco, il buon Ozzy rubava letteralmente la scena: saltellava, correva e si produceva in movimenti esilaranti e sconclusionati, agghindato con sfavillanti completini alati, fasciato di colori sgargianti e con una pancia già cospicua che iniziava a far capolino al di fuori dei tipicissimi pantaloni a zampa d’elefante; dietro le pelli, Ward era il meno appariscente, nascosto dalla sua folta barba nera ed impegnato a dettare i ritmi più insalubri del tempo. Se l’esile Butler sorprendeva per il dinamismo col quale suonava il proprio basso, Iommi era l’indubbio leader carismatico del quartetto: la sua chioma fluente, i baffoni immarcescibili, le evoluzioni sulle sei corde e i suoi costumi di scena, altrettanto appariscenti e settantiani lo rendevano un protagonista silenzioso, tanto attento ed ispirato nell’esecuzione quanto fantasioso nell’improvvisazione, dato che mai e poi mai si sognava di ripetere lo stesso identico assolo. Parecchi anni dopo, interpellato a riguardo del chitarrista, Ozzy Osbourne confesserà: 'Ho sempre detto che la qualità migliore di Tony é quella di scrivere e suoanre riffs che spaccano il culo alla gente! Il suo non é un gioco complicato o particolarmente tecnico, ma a Tony riconosco questa capacità di scrivere i mgiliori riffs del mondo. E' sufficiente ascoltare Iron Man per rendersene conto. Ogni ragazzino che inizia a suoanre la chitarra conosce almeno due pezzi: Iron Man oppure Smoke on the Water. Con Tony ci conosciamo da dopo la scuola, siamo cresciuti insieme, é come essere in famiglia: lui non é mai stato lontano dai miei pensieri, nel bene e nel male. Mentre a Londra si apriva il primo Hard Rock Cafe, Jim Morrison, leader dei The Doors, viene trovato morto nella vasca da bagno per circostanze mai del tutto chiarite.
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Anche qui, come x il 1970, sono daccordissimissimo sugli LP riportati, ma bisogna considerare almeno (sempre a mia modesta opinione) due capolavori del '71: Sticky Fingers e Aqualung. I Riff di Brown Sugar e di Aqualung, credo che avranno influenza pressoché totale sulle chitarre elettriche di tutti gli anni a venire. Ce ne saranno sicuramente altri dischi seminali (One Way Or Another dei CACTUS ad esempio, che ispirarono molto un certo ANGUS YOUNG), ma questi due LP che ho citato, sono a mio avviso imprescindibili. Anche un apparentemente tranquillo Highway dei FREE, fu molto importante x l'Hard Rock che seguirà: possiedo una versione di Be My Friend alla BBC (in realtà ne possiedo quasi una decina, ma nella fattispecie...), sempre del '71, che non è quella su You Tube: i FREE non facevano quasi mai i pezzi uguali da una volta all'altra, e quella dolcissima ballata la trasformarono in una furiosa e devastante performance; ma tutto quel live è assolutamente rabbioso, fuori da ogni logica dell'epoca. I live alla BBC erano molto seguiti, e credo che influenzarono non poco le Band nascenti. |
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Bell'articolo, bravo Rino. |
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Cavolo è vero Billo pure i Black Sabbath furono bastonati dai recensori e dalla stampa di quel tempo con il loro primo album.... e invece piacquero molto ai giovani .....e i giornalisti fecero una figura di M . |
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è la cosa miglior al mondo essere odiati dalla stampa , ma amati dal pubblico... fa dannatamente rock n roll...  |
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Billorock: altroché se erano apprezzati. Erano uno dei gruppi più odiati dalla stampa e più amati dal pubblico, e vendevano come il pane. |
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Gli Uriah Heep sono un grande gruppo, li ho visti a Bologna a metà anni '80 e macinavano ancora alla grande. |
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Giudizio un tanto affrettato ed assai poco condivisibile direi  |
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king crimson: già abbiamo al dittatura fiscale, mò ci manca anche quella sugli acquisti ?! no mi son espresso male forse, ho detto che ho già un cd in giro degli uriah heep, però non è che mi piaccia più di tanto, però sono un gruppo che sicuramente meritava attenzione....  |
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BILLOROCK: to do un consiglio, non buttare via i soldi in questas maniera, comprando cd di gruppi che neanche conosci... ti dico così perchè gli Urian heep vanno veramenteskifo... ma quanto sono meglio gli Scorpions e i KJ ZARTEFATH..................e poi i cd non cambieranno la vita alle persone, quantomeno agli urian heep e a te... |
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Cristiano: beh qualche canzone degli Uriah non è per niente male anzi, dovrei avere un cd in giro loro una sorta di best of, ma onestamente non ricordo il nome! che rock n roll band che cerano cazzo...però mi domando se erano nettamente apprezzati all epoca come li appreziamo noi !! booh.. |
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Altro grandissimo anno, Led Zeppelin IV è uno degli apici del rock!! So che non è in tema, ma aggiungerei quelle perle di Meddle e Nursey Crime tra le uscite di quell'anno  |
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Attenzione anche agli Uriah Heep, secondo me anche loro saranno molto importanti, magari non per la nascita del metal, ma forse più per il suo sviluppo, soprattutto per quanto riguarda l'uso di tematiche fantasy (i Blind Guardian hanno fatto anche una cover di The Wizard, il nome della band di Hansi e Jon Schaffer è preso proprio da un album degli Uriah Heep e band come Ensiferum e Gamma Ray hanno coverizzato alcune canzoni). Inoltre avevano anche un gusto per comporre canzoni epiche con cori e sinfonie (Salisbury) |
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Band storicamente Importantissime . |
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cazzo.... Black Sabbath, Led zeppelin, Deep purple, il trittico del rock n roll... Articolo nostalgico e bello, mitico Rinooooooooo |
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bello bello bello..bravo Rino.. |
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