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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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CORREVA L’ANNO - # 4 - 1973
26/07/2012 (5657 letture)
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Venti di cambiamento soffiano nella politica internazionale del 1973, anno in cui dovrebbe cessare di scorrere il sangue nel Vietnam: gli accordi di Parigi, infatti, pongono ufficialmente fine ad un conflitto che si protraeva dal 1960 e che farà sentire ancora suoi effetti disastrosi per diversi anni. Il 14 gennaio viene trasmesso in televisione un live-show di Elvis Presley, primo concerto della storia della TV ad essere visto in tutto il mondo via satellite; ad aprile lo statunitense Martin Cooper effettua la prima telefonata della storia con un cellulare; e intanto in America veniva aperta un'inchiesta sullo scandalo del Watergate (ovvero lo spionaggio subito dai Democratici nel corso dell’ultima campagna elettorale presidenziale), nel quale fu coinvolto anche il Presidente Nixon. In Grecia cade la monarchia, in Italia salta il Governo Andreotti e vengono introdotti severi provvedimenti in seguito alla grave crisi petrolifera: tra tanti ribaltoni rivoluzionari, anche il mondo della musica dura subisce scossoni e sussulti. E' l'anno in cui i Pink Floyd rilasciano l'epocale The Dark Side Of The Moon, album progressivo ricco di sperimentazioni, che rappresenta forse l'apice assoluto per la band britannica nonché uno dei dischi migliori di tutti i tempi, unanimemente riconosciuto come tale; ma é anche l'anno in cui gli immarcescibili Black Sabbath completano la loro evoluzione inarrestabile sferrando un colpo da Maestri: il quinto album della loro carriera, Sabbath Bloody Sabbath, é un pregiato esempio di come l'act di Birmingham non si ponesse limiti, straripando in un'escalation tecnica di grande maturità. Per la prima volta, ai quattro storici membri fondatori si aggregava un nuovo musicista, il tastierista Rick Wakeman degli Yes: grazie all'utilizzo sempre più marcato dei sintetizzatori, gli heavy-rockers inglesi spostarono le coordinate del loro sound dal granitico ultra-doom delle origini ad un più sofisticato e maestoso proto-prog metal, aggiungendo trame più melodiche ed una nuova armonia del rifferrama alle consuete sfumature oscure. La band, in forma strepitosa, completa dunque il processo di trasformazione iniziato col precedente Volume IV e, dopo aver posto i semi primigeni dell'heavy metal in senso ampio, si candida anche come pioniera del progressive metal. Brani come l'apocalittica titletrack, Spiral Architect, A National Acrobat o Sabbra Cadabra donano nuovi classici da venerare agli appassionati di musica estrema, ma al tempo stesso possiedono dei risvolti tecnici e melodici sopraffini, fondamentali per rimanere saldamente al comando del panorama rock internazionale. Con cinque masterpieces alle spalle, la leadership era naturale.
Ancora una volta erano i riff meravigliosi e possenti di Tony Iommi a reggere e sospingere la corazzata di Birmingham; lo stesso chitarrista ricorderà in seguito che la band, al tempo, "provava qualsiasi cosa", sperimentando a più non posso e cercando nuove strade per non limitare il raggio d'azione costituito con tanto sudore: "Sabbath Bloody Sabbath è stato l’album con il quale abbiamo iniziato ad andare oltre, provando ad evitare che suonasse come le cose che avevamo fatto prima". Il tradizionale spessore imbastito dalla sezione ritmica di Butler e Ward faceva da impalcatura per le bizzare performance vocali di un Ozzy osbourne sempre più spettacolare, alle prese con interpretazioni ora intimidatorie ed ora sguaiate, sicuramente migliorato nel suo ruolo di cantante rispetto agli esordi e ugualmente capace di calamitare le attenzioni sulla sua timbrica inconfondibile e sulla sua attitudine incontrollabile. Anche Jim Pitulski, futuro manager dei Dream Theater e boss dell’etichetta Inside Out -uno che di progressive se ne intende, dunque- affermerà di aver fatto fatica a comprendere questo passo effettuato dalla band di cui era un fan affezionato, "perché era diverso da ciò che mi aspettavo, capivo che la band stava cercando di trovare una nuova direzione, e non ero sicuro di essere d’accordo; ero solo un ragazzino e volevo sentire le cose alle quali mi ero abituato. Quella era la natura della musica progressive, sorprende le persone e le tiene sull’attenti, portandosi con sé i fans". Dopo questo album, per la prima volta la band si prenderà un anno di lontananza dagli studi, per tornare sul mercato soltanto nel 1975: le basi che Ozzy e soci avevano gettato, del resto, erano di per sé sufficienti a sfamare generazioni di futuri metalrockers. Tuttavia, Sabbath Bloody Sabbath é uno scossone che arriva soltanto a dicembre: l'annata aveva riservato, nel frattempo, molti altri spunti di analisi. Per esempio, un disco non ancora strepitoso ma necessario, nel suo profilo relativamente basso, aveva aperto quel 1973 ponendosi come importante punto di accesso al music-business per una realtà che diventerà leggendaria: gli Aerosmith, che debuttano con l'album omonimo, si dimostrano ancora acerbi ma esibiscono già le carte in piena regola con le quali diventeranno dei giganti dell'hardrock. Le nuove leve del rock'n'roll stavano lentamente per rimpiazzare quelli che fino a quel momento erano stati i massimi esportatori del genere: non é un caso che, proprio in quell'anno, i giovani fratelli Young, australiani, decidono di mettere in piedi una band nuova e piena di energia, che pur ponendo le proprie radici nel blues era capace di sprigionare una notevole dinamica rock: il nome scelto, Ac/Dc, fu suggerito dalla sorella Christine, che lo aveva letto come acronimo di Alternate Current/Direct Current -ossia corrente alternata/corrente continua- su un elettrodomestico, e fu profetico nell'individuare la gran mole di adrenalina che la formazione avrebbe saputo sprigionare. A parecchi chilonetri di distanza, dei ragazzacci di New York City scelsero un modo parecchio provocatorio per salire alla ribalta: scelsero il moniker Kiss, adottarono uno sgargiante look da travestiti e, ispirandosi al teatro Kabuki, coprirono del tutto i propri volti col cerone bianco.
C'era nell'aria la sensazione che una generazione stava per tramontare; Who Do We Think We Are dei Deep Purple, per quanto valido, era stato accolto con meno clamore dei suoi predecessori, diventando il testamento della storica Mark II; dopo questa release, il singer Ian Gillan ed il bassista Roger Glover abbandoneranno infatti la barca, sostituiti rispettivamente da David Coverdale e Glen Huges. Anche Billion Dollar Babies degli Alice Cooper rappresentò una sorta di epilogo, in quanto sarà considerato l'ultimo grande disco della formazione americana. La commedia trasgressiva imbastita dall'ambigua figura di Alice apre la strada alla rappresentazione teatrale della musica suonata sul palco, antecedendo cronologicamente le grandi scenografie tipiche dell'heavy metal; pochi mesi dopo arriverà anche il non eccelso Muscle of Love, dopo del quale il rock mondiale potrà godere delle perle da solista dell'istrionico frontman. Per andare sul sicuro bisognava dunque puntare sui soliti Led Zeppelin, che nel solare Houses Of The Holy, quinto album della loro eccezionale parabola, rigirarono come un calzino il loro sound tipico, sterzando dal consueto rock-blues ad arrangiamenti più articolati, tracce più lunghe ed un utilizzo innovativo di archi e sintetizzatore. Dalla Florida giungeva il sound assolato e selvaggio di (Pronounced ’Leh-nerd ’Skin-’nérd), primo capitolo della saga southern rock dei Lynyrd Skynyrd, emblematica releases trainata da singoli da autostrada come Tuesday's Gone e Free Bird, presto divenuti dei classici del rock; questa band suonava un country-rock sanguigno e viscerale e fu tra le prime ad introdurre l'utilizzo della doppia chitarra, ritagliandosi un posto di rilievo tra i pionieri del genere. Debut omonimo anche per i californiani Montrose, che rimpolparono un mercato già movimentato dal sesto studio album degli Uriah Heep (Sweet Freedom) e dal secondo dei Blue Öyster Cult (Tyranny and Mutation). Tra gli eventi clou dell'anno, tuttavia, spiccava lucentissimo l'esordio discografico di una band incredibile, proveniente ancora dall'Inghilterra ed autoincoronatasi come Regina del rock più raffinato, maestoso e ricco, negli arrangiamenti come nelle trame imprevedibili ed articolate: i Queen. Il loro omonimo debut-album introdusse e rafforzò il concetto di rock-opera, ripulendo il genere dai sudici stilemi stradaioli e conducendolo verso vette artistiche sottilissime attraverso il chitarrismo, fluido ed heavy, del riccioluto Brian May, oltre che alla voce impetuosa e poliedrica del carismatico Freddie Mercury, ancora lungocrinito e bardato di ambigui costumi in pelle.
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Grazie a te, rimango fedelmente sintonizzato allora  |
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@Steelminded: grazie infinite per questi complimenti bellissimi, mi fanno un piacere enorme! Concordo con le tue precisazioni sui BS e ti invito a continuare a seguirci perchè proprio sui Sabbath e sugli albori del metal sto preparando qualche altra cosetta per i prossimi mesi  |
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Caz questa serie di articoli è veramente incredibile... mi scappello di fronte alla bravura di Rino Gissi "The Master" e per la grandissima iniziativa sua e di Metallized. Li sto rileggendo uno ad uno questi articoli con estremo piacere. Questo materiale sarebbe stato perfetto per un libro, quindi possiamo solo ringraziare per la scelta di Rino di diffonderlo gratis. Ciò doverosamente detto e tributato, apprezzo trantissimo il tributo obbligato nei primi anni della serie agli inarrivabili (come tu stesso li hai definiti) Black Sabbath, veri giganti, alfieri, highlanders del genere, immarcescibili, imprendibili e ineffabili. Definitivamente il mio gruppo metal preferito (insieme a Judas e Theater), voglio sottolineare tre cose dei Sabbath da te opportunamente messe in risalto: 1) la capacità incredibile di Iommi di sfornare riff memorabili; 2) il fenomenale apporto del basso, mai così in primo piano come con i Sabbath; 3) la sezione ritimica di Ward: secondo me questo batterista ha fatto delle grandissime cose, forse non un fenomeno dal punto di vista tecnico, ma la sua ritmica mi sembra diversa, originale, melodica, parte del tutto in maniera personalissima - davvero apprezzabile. Black Sabbath insomma alla base di tutto, con decine di band nel genere stoner, desert, sludge e doom che ne ricalcano fedelmente le orme indelebili. Evviva! |
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Simpatico articolo, complimenti. Parlando di "twin guitars" o di doppia chitarra, mi sa che si è dimenticato i Wishbone Ash, oppure gli ha citati in un articolo successivo, nel caso, chiedi venia. Li sto leggendo in ordine... Au revoir. |
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....che nel '73 i suoni convergevano negli States verso l'hard è testimoniato anche da un gruppo southern come i Black Oak Arkansas che, con 'Raunch n Roll Live,' approcciano un hard rock ispido ed è oggi considerato un classico; esordio anche per i Bachman Turner Overdrive, grandi un anno dopo 'Not Fragile' |
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Il '73 comunque è un anno campale per l'hard Usa ( ...strano si ripeterà con l'83 ), dovrei fare mente locale per ricordare tutto, ma intanto un altro passo fondamentale:i New York Dolls |
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Assolutamente straquoto Khaine: il debutto dei Montrose è epocale, tanto che nello stesso anno i Grand Funk Railroad di 'We're an American Band' vengono abbondantemente sorpassati |
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ci tengo a precisare che la rubrica riguarda il panorama metal nel dettaglio e non quell 'rock' nella sua accezione più ampia... ovvio che nei primi anni le uscite metal erano ridottissime per cui citiamo anche qualche release non definibile metal in senso stretto, ma essere esaustivi ed enciclopedici è impossibile, proprio perchè l'articolo è appunto sul metal... |
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@ Taste Of Chaos: stavo per scrivere la stessa cosa! |
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perdonatemi, ma è improponibile dimenticarsi di "Selling England By The Pound" dei Genesis...questa me la segno =P |
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@Billo: e nel '73 a San Remo imperversava Peppino di Capri ...  |
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Jek: tralasciando la politica( perchè mi partirebbo una decina di insulti cattivi) mi hai fatto venire in mente un comico meridionale rocker che gira ogni tanto su Colorado che pressa poco nelle sue battute dice(Immaginati la scena) : "in inghilterra nascevano i sabbath e i led zeppeli e qui in italia ?? Pupo e Apicella.... ma io mi domando pecchhèè ??" mi fa morire . Hirax : concordo con te.. |
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Bravo Rin sempre piacevoli questi articoli. E bello vedere l'evoluzione del mondo accompagnato dall'evoluzione del Rock'n'Roll. L'unico punto triste che accompagnerà questa carrellata di storia sarà i susseguirsi della frase "in Italia salta (o nasce) il Governo Andreotti" per ulteriori 20 anni, poi il governo Berlusconi per altri 20 anni mentre il mondo e la musica viaggia a rotta di collo noi sempre circondati da quei quattro cialtroni.  |
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è vero annata da paura, i Sabbath e Led oramai rock band avviate sull olimpo dell immortalità , e i queen sfornano i loro primo Disco... oh yeah rock n roll |
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esordio di Queen e Aerosmith... eh bè, scusate se è poco! |
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E comunque vogliamo dimenticarci dei Montrose? Bravo a Rino per la memoria storica! |
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ehehe piano piano arriveremo anche al 1977 e a tutto il resto..  |
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...e ovviamente SIN AFTER SIN dei Judas Priest!!!  |
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Bella rievocazione Rino! Credo che nei '70 il 1973 sia pari solo al 1977 per importanza...quindi ora mi aspetto una rievocazione anche di quell'anno... il punk, Animals dei PF, le prime trasmissioni a colori e la fine del carosello, guerre stellari,. la gambizzazione di Montanelli, la morte di Elvis, della Callas, il mondiale di Moser, la nascita dell'Atari, let there be rock, motorhead, exodus di marley.....che anno! |
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