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SYLOSIS - Cuori Passivi
22/01/2015 (2314 letture)
Josh non è una persona di tante parole, è schietto e sincero e, dato che per lui più che altro l’unione fa la forza, pur sapendo di avere le redini del progetto tende sempre a parlare al plurale. Questa è la bellezza di avere a che fare con persone umili e consce della lunga strada che gli si presenta di fonte. Buona lettura.

Ad Astra: Ciao Josh, è un piacere sentirti. Spero tu stia bene.
Josh:Ciao, grazie, sto bene. Spero anche tu.

Ad Astra: Molto bene, grazie. Sono contento di avere l’opportunità di far due chiacchiere con te. Vorrei partire subito lasciandoti la parola per descrivere liberamente il vostro nuovo album.
Josh: Ok, perfetto; abbiamo iniziato a scrivere i nuovi brani già nel 2012 subito dopo aver concluso Monolith. Volevano avere ogni dettaglio sotto il nostro controllo e abbiamo finito bene o male nel 2014: direi che è stato un tempo abbastanza lungo per la composizione, mentre le registrazioni le abbiamo iniziate a marzo dello stesso anno con la batteria e il solito iter; abbiamo però impiegato molto tempo a finire il tutto perché di mezzo c’è stato il tour e i festival estivi che hanno allungato i tempi.

Ad Astra: Infatti se non sbaglio questo è il lasso di tempo più grande tra un album e l’altro all’interno della vostra discografia.
Josh: Monolith è uscito alla fine del 2012 e questo praticamente appena iniziato il 2015. Se consideri quindi i mesi e non lo stacco con le diverse annate le tempistiche sono bene o male le stesse.

Ad Astra: Sì, in effetti vista così fa un altro effetto. Ho avuto la possibilità di ascoltare il nuovo disco poche volte, non sono ancora riuscito ad approfondirlo al meglio; sento però di definirlo più cupo ed atmosferico rispetto al recente passato, tu cosa puoi dirci?
Josh: Sì, credo anche io che sia il disco più cupo che abbiamo composto: se visto sotto un aspetto globale, abbiamo enfatizzato molto di più le atmosfere al fine che il tutto avesse un carattere ben definito. Vorrei poter dare un tono specifico ad ogni disco che componiamo.

Ad Astra: Come mai dentro di te senti di aver composto un album oscuro?
Josh:Sono le sensazioni che provi dopo aver fatto tour lunghi, dopo un album che ascolti di un altro artista, dopo un film; la vita quotidiana in sé mi ha portato a diventare sempre profondo, anche caratterialmente. Ho ascoltato molto black metal negli ultimi periodi a livello prettamente personale: ovviamente noi non facciamo quel genere, ma quelle atmosfere fredde, ghiacciate e desolate di alcuni gruppi mi hanno portato ad avvicinarmi a quelle mentalità. Non parlo a livello musicale, ma la sensazione di vuoto che riesci a percepire in certe canzoni mi ha fatto desiderare di addentrarmi ancora di più in profondità. Sento anche di aver subito molte influenze doom, se così vogliamo chiamarle, anche se nel cuore suoniamo sempre thrash per noi. In fin dei conti volevo cercare di andare a prendere più direzioni musicali per rendere i suoni vari ed organici: c’era il desiderio di ampliare ancora di più il nostro spettro visivo.

Ad Astra: Infatti, se ascoltati bene, i vostri album hanno qualche tocco di progressive vecchio stampo: si riesce a sentirci dentro le band thrash anni '80 e il death che prende piede in alcune sfuriate. Vedo il tutto come un grande pentola ribollente di sfumature musicali.
Josh: Hai detto bene, è proprio così, anche se il thrash rimane sempre la base compositiva su cui fondare il tutto, premesso però che mai ho avuto intenzione di far diventare i Sylosis come una qualsiasi revival band che trovi là fuori. Le radici degli anni '80 si fondono con influenze moderne e da qui parte il tutto.

Ad Astra: Hai parlato di queste atmosfere doom ed anche il titolo stesso del disco porta già dall’inizio a pensare all’oscurità dell’uomo. Un titolo di impatto che porta magari ad un tema comune lungo le canzoni, c’è una sorta di concept?
Josh: Una specie di concept, anche se non proprio: il testo della canzone che da il titolo al disco, Dormant Heart, è molto cupo, anche se fino alla fine non avevo deciso come si sarebbe chiamato questo nuovo album. Quando ci siamo trovati a dover decidere, leggendo i testi quella è stata la scelta più logica per noi. A molti magari potrebbe non suonare molto metal come titolo, ma a noi poco interessa: si riferisce al fatto che molta gente non presta molta attenzione alla vita stessa, accettano quello che gli accade passivamente, annoiandosi costantemente del vivere stesso. Il messaggio potrebbe essere: svegliatevi, è ora!

Ad Astra: Quindi, in base a quello che mi stai dicendo, noto una visione negativa del tutto.
Josh: Infatti.

Ad Astra: Anche l’artwork è molto evocativo: so che tu componi cover e disegni, mi chiedevo se fossi stato proprio tu l’artefice del tutto.
Josh: No, in questo caso no, è stato un ragazzo inglese dello studio Bonfire, che non ha fatto molte cose in passato, ma per quello che è venuto fuori siamo molto soddisfatti.

Ad Astra: Infatti è venuto molto bene. Per l’iter compositivo, invece, siete stati tu e Carl (bassista della band, N.d.R.) a comporre il tutto, essendo gli unici due membri rimasti della line-up originale oppure ti sei preso in carico tutto il lavoro?
Josh: No, Carl non compone mai nulla di nuovo, cerchiamo di stare lontani dalla sala prove tutti insieme ad improvvisare stile jam-session. Chi arriva con una idea valida è accettato e si esamina l'idea sul momento, anche se al momento posso dire di fare la maggior parte del lavoro.

Ad Astra: Avete anche un nuovo batterista, Ali Richardson, ma prima che lasciasse Rob Callard avevate registrato con lui oppure Ali ha preso parte alla registrazione?
Josh: Sì, Rob ha registrato le sue parti e dopo ha lasciato la band. A marzo, quando la batteria è stata registrata lui faceva ancora parte del gruppo, se ne è andato verso la fine dell’estate.

Ad Astra: Era stanco della situazione oppure aveva una opportunità migliore a cui non ha voluto rinunciare?
Josh: Penso sia metà e metà di entrambi; aveva voglia di trovarsi un lavoro che gli permettesse di vivere insieme alla sua fidanzata e voleva poi tornare a studiare in università, per cui l’insieme ha portato a questa situazione.

Ad Astra: Capisco, capisco. Se ora però ti chiedessi di farmi una comparazione tra questo e i lavori precedenti, quali sono le maggiori novità che senti di aver apportato al vostro suono?
Josh: Non sono sicuro di cosa risponderti, è così tutto fresco che ancora non ho idea della direzione precisa intrapresa dal gruppo. Magari lo sento leggermente più lento, ma non vuol dire che andremo a rallentarci di volta in volta. Penso che sia proprio la composizione stessa dei brani a differenziarsi dal passato, abbiamo suonato dal vivo talmente tante volte e passato tanto tempo insieme che sicuramente l’empatia è aumentata notevolmente rispetto al passato.

Ad Astra: Pensi di aver subito qualche influenza dalle band con cui hai condiviso il palco in questi anni?
Josh: Probabilmente non a livello musicale, la nostra musica nasce negli anni '80 come base compositiva, se proprio dovessi citarne una moderna mi vengono in mente i Cult of Luna.

Ad Astra: Adoro quel gruppo!
Josh: Sì, sono dei grandi, apprezzo moltissimo la loro musica.

Ad Astra: Andando avanti invece, a livello di produzione, come nelle precedenti esperienze, sei stato tu il produttore della band stessa: come mai non avete mai voluto affidarvi a qualcuno di esterno?
Josh: Da sempre abbiamo voluto mantenere l’intero controllo della situazione: sappiamo bene quelli che sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere e la direzione da intraprendere. Se ci aggiungi il fatto che per registrare dobbiamo spostarci diverse miglia da casa, guidare per ore stando lontani una o due settimane, anche solo per le chitarre in tempistiche non vicine le une alle altre, il tutto con la scarsità dei soldi a disposizione, il gioco è fatto. Ho studiato molto per migliorare l’aspetto produttivo del tutto attraverso le tecniche più moderne a disposizione: a conti fatti, dunque, per noi non avrebbe senso pagare qualcun’altro che faccia il lavoro che io so già fare.

Ad Astra: Capisco la situazione. Che differenze senti tra produrre la tua “creatura” e doverti occupare di esterni, quando ti capita di diventare il produttore di altre band?
Josh: Quando registro le voci, per dirti, non c’è nessun altro intorno, sono solo all’interno dello studio, qualcuno magari viene, fa una foto, un autografo o cose simili. È un processo discretamente veloce: come per le chitarre sappiamo benissimo dove rifare un pezzo, quando va bene e cosa migliorare. Quando produci un altro gruppo, invece, diventa a tratti frustrante, perché magari loro non hanno fatto molta pratica e devi aspettare che arrivi il riff giusto rifacendolo volta dopo volta. A volte mi verrebbe da dire: “Dai, dammi la chitarra che te lo suono io quel riff in maniera corretta” (ride, N.d.R.). Ecco, la grande differenza è la perdita di tempo, se così possiamo vederla.

Ad Astra: Quando ho parlato con Dan Swanö qualche mese fa mi ha confidato che è difficile fare il produttore, proprio perché quest’ultimo deve far parte della band sia a livello mentale che empatico; nel momento in cui si crea l’album, lui è un membro aggiunto del gruppo. Tu come la vedi sotto questo aspetto?
Josh: Dipende, ci sono produttori che spesso e volentieri non sono altro che ingegneri del suono in fin dei conti, ti assettano i microfoni, i volumi e nulla più. Non gli importa se quello che stai suonando sta uscendo bene o male, se stai dando il meglio di te o meno, penso quindi dipenda da produttore a produttore. Penso sia utile sempre avere l’opinione di qualcun altro al tuo fianco, ma purtroppo per noi i soldi non sono così tanti da potercelo permettere per il momento.

Ad Astra: Capisco benissimo ciò che intendi, ma tu oltre a produttore e musicista fai anche il grafico. Sono andato a vedere i tuoi disegni sulla pagina ufficiale degli Shrine Studios, ottimi davvero, mi sono piaciute alcune idee e mi chiedevo come fai a districarti tra i tanti impegni che hai con la band e l’attività da grafico: hai necessità di entrambe oppure una aiuta l’altra?
Josh: Sin da quando ero bambino sapevo dentro di me che sarei diventato un artista, non sapevo bene se sarebbe stato musicista o vero e proprio artista nel senso del termine, ma credo fosse il mio destino. Ho smesso per diversi anni di creare a livello artistico, ultimamente invece ho ripreso tutto in mano con alcune grafiche per degli artwork e mie personali… Anche perché è durissima riuscire ad avere un lavoro normale quando sei in tour e hai le registrazioni del disco e tutto quello che c’è dietro ad una band. Noi ci sosteniamo a livello economico con la band ma è davvero dura, ho ricominciato per riuscire ad avere un entrata in più lavorando da solo.

Ad Astra: Mi stai confermando che è difficile riuscire ad avere una vita normale con una band come la vostra alle spalle, bisogna solo augurarsi che il gruppo aumenti sempre di più e che rimanga in salute come ora.
Josh: Sì, sai, ora come ora stiamo aumentando sempre più il nostro bacino d’utenza, i fan stanno crescendo ma è davvero dura riuscire ad andare avanti così quotidianamente. Se pensi poi che i tour diventano sempre più lunghi…

Ad Astra: E come darti torto in fin dei conti, mi stai comunque facendo capire che a breve sarete in tour per promuove Dormant Heart.
Josh: Sì, certo, credo che se tutto va come deve saremo in tour tra Aprile e Maggio, credo proprio andremo in giro per tutta l’Europa.

Ad Astra: Dai, magari se venite in Italia avrò la possibilità di vedervi dal vivo.
Josh: Sì, mi piace venire lì, l’ultima volta è stato con il tour dei Killswitch Engage e mi ricordo di una bella serata, speriamo di tornare.

Ad Astra: Ma ora però mi fai venire in mente un domanda un po' spinosa: avete fatto tour con Killswitch Engage, In Flames e siete anche stati in Australia condividere il palcoscenico con i Metallica e così via… Come mai siete sempre al fianco di band agli antipodi musicali, le quali non c’entrano nulla tra loro? Forse ancora non vi si riesce ad inquadrare in un preciso ambito stilistico? Fosse così, tu a quale senti di appartenere maggiormente?
Josh: Onestamente non ci ho mai pensato, sono le nostre agenzie che imbastiscono i tour e non decidiamo con chi suoneremo o meno, non ancora. Penso che siamo ancora una band molto giovane e suonare il più possibile è solamente la cosa più importante in questo momento: se andassimo in tour con gli Exodus, che personalmente adoro, avremmo di fronte un pubblico più maturo e sarei consapevole di questo. Mi farebbe piacere, perché so che ci sono tra i nostri sostenitori abbiamo anche persone con una certa età. Per ora comunque non penso molto se nel prossimo tour suonerò con i Killswitch Engage oppure i Destruction o chi per loro.

Ad Astra: Quindi mi stai confermando che c’è una separazione anagrafica tra vecchia e nuova scuola. I "vecchi", se così possiamo chiamarli, accettano malvolentieri le nuove sfumature del metal e i giovani hanno difficoltà ad entrare nella mentalità vecchio stampo.
Josh: Ehm… è difficile risponderti perché la musica che facciamo ha al suo interno molti richiami al thrash vecchia scuola e anche dei primi In Flames, magari qualche persona più matura ci ritrova quella musica e gli piace.

Ad Astra: No, aspetta, ho visto gli In Flames sei o sette volte dal vivo e ogni volta c’era gente sempre più giovane. Ti giuro che ho smesso da qualche tour di andarci perché mi sentivo fuori luogo.
Josh: Sì, capisco, ma magari i più maturi ci vanno perché han voglia di sentire quelle canzoni di un tempo, sperano che le suonino ancora. Ad ogni modo credo che in base al concerto dove vai puoi scegliere la setlist da eseguire se hai un repertorio che lo consente, in modo da poter assecondare i gusti della gente presente. Tornando al discorso di prima, noi non ci siamo fatti problemi su chi avrebbe suonato con noi in quei tour perché possiamo sempre vederla come una nuova esperienza.

Ad Astra: Ma avete mai incontrato qualcuno lungo i tour che vi ha detto di non piacergli perché magari a suo avviso sembravate fuori luogo, o che non apprezzava la vostra musica?
Josh: No, per il momento nessuno ci ha mai detto nulla di questo tipo, anche se credo che in molti lo pensino. Se guardo all’Europa, è il luogo nel mondo dove questi pensieri possono uscire maggiormente, penso alla Germania per dirtene una: lì già il fatto che noi usiamo le scream vocals ci fa avvicina al metalcore per loro. Guardo poi al metalcore stesso e penso alla nostra musica: non abbiamo break down, non abbiamo il down-tune, non abbiamo quei cori classici delle band che suonano quel genere. Ecco, probabilmente per molti il cantato nel nostro gruppo suona semplicemente “troppo” se proporzionato alle loro classiche abitudini: ok, non suoniamo thrash classico, ma che vuol dire?

Ad Astra: Magari spesso e volentieri non si presta la giusta attenzione ad ascoltare questo o quel gruppo.
Josh: Infatti se penso allo stile vocale da cui ho preso le massime influenze mi vengono in mente cantanti come Anselmo e Chuck Shuldiner. Loro usavano lo screaming ma non per questo venivano inseriti all’interno del metalcore (ride, N.d.R.)

Ad Astra: Ok ok, prima di chiamare quei gruppi metalcore ne passa di acqua sotto i ponti. Ho un’ultima domanda per te e spero che tu mi possa rispondere nella maniera più sincera possibile. Apprezzo la vostra musica, anche se non vi seguo da sempre, sento anche che state crescendo sempre più a livello musicale e mi chiedevo se è vero che oggi non c’è più molto spazio per le giovani band all’interno del circuito metal.
Josh: Sinceramente non so che risponderti, abbiamo iniziato molto giovani e di tempo ne è passato parecchio. Ci sono in giro molti più gruppi rispetto a quegli anni e la situazione diventa sempre più difficile: guarda anche solo Facebook dove puoi trovare ogni tipologia di band che suona ogni genere umanamente pensabile. Credo però che sino a quando la band continua a suonare e credere in ciò che crea, la gente se ne renderà conto prima o poi e questo ti verrà riconosciuto. Ci vuole tempo, molto tempo per avere una base solida, ma sono fiducioso nella proposta che noi offriamo, musica sincera e non costruita a tavolino.

Ad Astra: Perfetto, ora ho una visione più ampia della tua scelta sia di vita che in termini musicali. Grazie, grazie davvero per questa bella chiacchierata spero davvero di potervi vedere dal vivo nel prossimo tour, a presto.
Josh: Grazie a te per tutto, ci si vede verso Aprile o Maggio, a presto.



ErnieBowl
Martedì 3 Febbraio 2015, 16.35.59
11
Ah, lo dice: "Probabilmente non a livello musicale" riferendosi ai Cult Of Luna . E: "ovviamente noi non facciamo quel genere ma quelle atmosfere (...) mi hanno portato a quella mentalità" riferendosi al black atmosferico.
ErnieBowl
Martedì 3 Febbraio 2015, 16.33.11
10
Credo che Josh non intendesse che si ispirino musicalmente e in senso stretto ai vari Cult Of Luna o all'impronta atmospheric black. Sono certo che il suo richiamo viene dal punto di vista spirituale, un approccio alla musica diversa, perché alla fine lo dice: resta pur sempre Thrash... ma che non è solo ignoranza pura, ecco.
Ad astra
Martedì 3 Febbraio 2015, 10.43.48
9
@gabriele sai norra carino anche perché dei cult of lune onestamente sento ben poco anche io.... Pero era giusto che dicesse la sua.... Ma anche le atmosfere Black non mi convincono a pieno 😊
Red Rainbow
Martedì 3 Febbraio 2015, 1.33.18
8
Andrea, davvero gli hai fatto passare così impunemente il richiamo ai Cult of Luna ?!?!? Va bè, allora la Demurtas può davvero dichiarare di ispirarsi a Vibeke Stene Battutacce a parte, gruppo interessante e originale ma anche con la svolta più atmosferica di Dormant Heart ancora lontano dalle sonorità post metal di Umea...
spiderman
Lunedì 2 Febbraio 2015, 19.31.03
7
Concordo anche io, non li conoscevo, anche a me sono piaciuti, anche la voce anche se particolare si amalgama bene con la loro proposta musicale, non e' un thrash che si sente tutti i giorni, sono coraggiosi in questo, l'ultimo e' piaciuto anche a me, gli altri li sto scoprendo ora, comunque bella intervista con belle domande e altrettanto belle risposte, certo sulla loro propsta musicale de gustibus, a me personalmente interessano e spero che aumentino il loro bacino di utenza e migliorino la loro musica sempre piu'.
Ross NoNconformity
Lunedì 2 Febbraio 2015, 18.57.02
6
Scoperti praticamente qui su Metallized, devo dire che sopprattutto questo ultimo album mi piace molto, sono molto belle le melodie che inseriscono in questo strano contesto Thrash, particolari.
SpiritCrusher13
Martedì 27 Gennaio 2015, 13.03.40
5
Grande band e grande Josh!
jek
Giovedì 22 Gennaio 2015, 20.49.18
4
Per fortuna che è di poche parole gran bella intervista, mi ha fatto conoscere meglio questa band. Monolith mi era piaciuto di brutto, quest'ultimo l'ho solo sentito in rete, sembra effettivamente più lento ma un gran bel lavoro. Grande band.
ObeYM86
Giovedì 22 Gennaio 2015, 13.25.37
3
Intervista bella e molto interessante,che aiuta a capire lo spessore del talentuoso Josh e sopratutto quanto sia difficile emergere per una band di questi tempi...gli auguro di ottenere ciò che meritano..Dormant Heart sarà sicuramente nella mia top 10 del 2015!
freedom
Giovedì 22 Gennaio 2015, 12.21.58
2
Questi ragazzi stanno crescendo disco dopo disco, e l'ultimo è veramente un grande album. Capisco che a molti la voce faccia storcere un po' il naso, ma personalmente ho superato quell'ostacolo e penso di aver trovato una delle migliori band che ci siano in giro al momento. Lui è una persona disponibilissima e molto umile, basta andare nel suo canale youtube per scambiarci due chiacchiere in tutta tranquillità...e che gran chitarrista! Bravi, e spero di poterli vedere presto dal vivo. Complimenti a Metallized per l'intervista.
ErnieBowl
Giovedì 22 Gennaio 2015, 11.52.38
1
I Sylosis sono probabilmente una tra le mie band preferite degli ultimi tempi. Sentire che FORSE verranno ad Aprile e Maggio mi ha fatto venire nelle mutande. Speriamo!
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