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27/04/25
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YOB - Santeria Social Club, Milano, 01/11/18
08/11/2018 (1051 letture)
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Il tour degli attesissimi Yob, forti della loro ultima e recentissima fatica discografica, e dei belgi Wiegedood fa tappa al Santeria Social Club di Milano incrociandosi con il mini-tour italiano degli altrettanto attesti The Secret, da Trieste. Ecco quindi il resoconto della serata.
WIEGEDOOD Band belga formata da membri di Oathbreaker e Amenra, i Wiegedood propongono un misto tra sonorità black metal molto fredde, quasi norvegesi, e il carattere abrasivo del post-hardcore, da cui ereditano anche strutture musicali molto ripetitive ed ossessive. Quest’ultima caratteristica li rende un po’ noiosi sulla durata dell’intero show, e sebbene non manchino momenti interessanti in ciascuno dei pezzi, è difficile distinguere un brano dall’altro. Tra i punti di forza c’è sicuramente un drumming molto serrato, con pochissimi momenti di pausa o rallentamenti, mentre per giudicare meglio il riffing dovrei riascoltare il materiale in studio perché il suono in sede live non eccelleva per chiarezza, anche se riconosco che ci fosse una complessità non banale nelle melodie, piuttosto articolate.
Il notevole successo ottenuto dalla band nei pochi anni di (intensa) attività trova sicuramente posto in un trend attuale che premia molto l’atmosfera del black metal scandinavo ed est-europeo assorbita e rielaborata da musicisti con un background radicalmente diverso, ma che incontra il primo in termini di velocità e freddezza, con la particolarità di sentire stilemi musicali familiari al metal estremo proposti con strumentazione e suoni propri del post-metal e dell’hardcore, quindi meno squillanti/ronzanti, più analogici (se così si può dire).
THE SECRET Formazione di successo nel panorama estremo italiano, anche i The Secret tendono a fondere sonorità black metal e hardcore, ma con effetto radicalmente diverso. La proposta musicale dei The Secret è caotica, non fredda, ha la verve del crust, il tiro del grind e comunque il riffing oscuro del black metal odierno, rappresentando quasi un unicum nella scena nazionale, laddove invece la commistione di questi elementi sembra particolarmente popolare oltreoceano (e non stupisce, infatti, che questa band sia edita da Southern Lord, proprio statunitense).
Avevo già avuto modo di vederli alcuni anni fa in un contesto più piccolo ma con suoni più adatti al gruppo, laddove invece, la scorsa sera, sono stati praticamente vessati da un mixing molto poco adatto, con una cassa di batteria esageratamente sopra il resto e una chitarra inesistente rispetto al basso. Per quanto la violenza non sia mancata all’esibizione, non è nemmeno stato facile goderne, e ho avuto l’impressione che fosse il pensiero comune. Vale comunque la pena sottolineare che già diverse centinaia di persone affollavano il locale, cosa che non capita spesso di vedere per una band estrema italiana.
YOB Lo stile degli Yob è in completa contrapposizione con quella delle band che l’hanno preceduta (o forse sarebbe meglio dire il contrario?), essendo il trio dell’Oregon orientato su un doom metal estremamente emozionale, che cede a volte alla pesantezza ritmica dello sludge, a volte alla nota settantiana dello stoner, ma ancora più spesso, soprattutto se si analizza cronologicamente la loro discografia, ad una creatività musicale e chitarristica che sembra venire più dal folk rock americano, e che ha premiato la scelta di suoni più eterei e caldi sugli ultimi dischi, rispetto a quello più metallico e "à la Neurosis" di diversi anni fa. L’ultimo album, Our Raw Heart, è figlio di un periodo travagliato a causa dei problemi di salute del mastermind Mike Scheidt, il quale decide di formulare un disco meno sciamanico del precedente capolavoro Clearing The Path To Ascend, a favore di una composizione più diretta, emozionante, con molti momenti praticamente inediti in un’esibizione metal (si veda la title-track, ad esempio).
Questa introduzione è importante per capire su che toni si gioca il concerto degli Yob, e per quali motivi sia stato così particolare, e così intenso. La voce di Scheidt, dal vivo, risulta ancora più bella che su disco, si arricchisce di armonie e pathos, e il frontman riesce al contempo a mantenere una perfetta intonazione, un’esecuzione chitarristica precisa e un grande carisma, che gli fanno rapidamente conquistare il palco e gli sguardi di un locale ormai prossimo al sold-out. Per la serie delle cose che si notano più facilmente dal vivo, un plauso deve andare agli arrangiamenti di basso assolutamente formidabili, godibili anche in virtù dei suoni assolutamente impeccabili (oserei dire da commozione) di cui gli Yob hanno potuto godere, in netta contrapposizione agli opening act.
La forza di questo gruppo è tale che anche composizioni sulla media della decina di minuti si consumano rapidamente e nemmeno ci si accorge che, al termine dell’esibizione, sono passate quasi 100 minuti. Chi ne parla come di una delle band migliori che si possano vedere dal vivo ha certamente ragione, e anche per quanto riguarda i loro output musicali/discografici li metto tranquillamente al primo posto in una scena, quella doom, che in questi ultimi hanno sta godendo di particolare prosperità, varietà (cosa non scontata) e successo, dato che ancora una volta si assiste ad un concerto di questo genere, in centro a Milano, con un pubblico così numeroso, e un plauso va certamente al Santeria per essere uno dei locali migliori per questo tipo di programmazione.
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@No Fun, io avevo guardato sulla pagina facebook del locale la mattina stessa e dava ancora biglietti disponibili, ma arrivato sul posto la sera mi han detto che era andato sold out poco prima. Pazienza, la prossima volta sarò più previdente |
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5
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@nonchalance 2. So che c'e' setlist, ovvio . ma è bello leggere le impressioni sui pezzi fatti, sulla scaletta stessa, la scelta dei pezzi, aneddoti sull'esecuzione di questo o quel brano, momenti top e eventuali flop dell'evento, ecc. Almeno a me piace leggerlo sui report. .
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4
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Ciao @Muki97, ma te l'hanno detto quelli del Freakout che erano sold out ? Perché se su internet risultano sold out basta contattare il locale e chiedere se si possono prendere biglietti sul posto. Coi Voivod ho fatto così. Con gli Eyehategod invece hanno spostato il concerto dal Freakout all'Oz. |
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3
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Grande band gli yob. Sarei andato volentieri alla data di Bologna ma inaspettatamente è andata sold out e io da bravo coglione non avevo preso la prevendita... |
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C'è setlist.fm  |
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Lo dico col massimo rispetto per chi ha fatto questo questa recensione, e per chi ci fornisce report e notizie a titolo gratuito, ma su un resoconto di un live, almeno un accenno alla scaletta, ai bis, o comunque ai pezzi eseguiti, andrebbe fatto. Imho. |
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