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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 3341 letture )
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Vi state chiedendo quale sia la più grande doom band a livello mondiale in questo momento? la risposta è semplice e si veste di tre semplici e piccole lettere: YOB! Dopo l'ultimo, mastodontico album, già pietra miliare dell'intero movimento doom/stoner metal, la cui recensione potete trovare su queste pagine, oggi vorrei fare qualche passo indietro e parlarvi di un'altra pietra miliare che la band originaria di Eugene, Oregon, ci ha regalato nell'ormai lontano 2003 e che risponde al nome di Catharsis. Nel 2013, per festeggiare il decimo anno dall'uscita dell'album, la Profound Lore Records ha rimasterizzato il disco, donandogli una nuove veste grafica ad opera di Aaron Edge e regalando così una grande gioia a tutti quelli che non erano riusciti ad accaparrarselo a suo tempo; il disco infatti era fuori produzione da diversi anni. Parlarvi di queste canzoni implica una grande riflessione da parte mia, una riflessione dovuta alle capacità visionarie che queste canzoni possiedono, in quanto la band americana riesce sempre a stupire e a non risultare banale; scrivere un pezzo di quasi ventiquattro minuti e non risultare tediosi non è impresa da poco, potete starne certi. Altra cosa da non sottovalutare è il gusto della melodia che i nostri possiedono, che implica anche una grande sensibilità artistica che riesce spesso a pizzicare le giuste corde emotive, la calma prima della tempesta, una tempesta che cerca perennemente il contatto fisico, che cerca di travolgere ogni cosa al suo passaggio. Pensare che nel 2006 avevamo rischiato di perdere questa incredibile creatura: la dipartita di Travis Foster, batteria, e Isamu Satu, basso, avevano fatto arrivare il frontman Mike Scheidt, voce e chitarra, alla conclusione di sciogliere la band, una decisione drastica e scioccante per i molti fans degli americani, che fortunatamente due anni dopo hanno rivisto la loro creatura preferita tornare nuovamente in pista, più forte e splendente che mai. Ma torniamo a noi: l'album, edito da Abstract Sounds Records (seconda etichetta dei nostri dopo il debut uscito per la 12th Records) è composto da due lunghissime tracce più una terza, collocata in posizione centrale e sicuramente di più facile presa, non solo per via del minutaggio ridotto rispetto alle sorelle. Il crescendo dell'opener Aeons, ci scorta in un trip che striscia lungo la spina dorsale, direzione mente, cuore, sensi, che si avvolgono in un tutt'uno tra i battiti del basso e quelli del cuore; tra le frustate di batteria e quelle martorizzate che paralizzano la mente e che nell'incipit del pezzo vanno ad aggrovigliarsi in un crescendo che ingloba ora una chitarra pulita ed introspettiva, dove la voce evocativa di Mike Scheidt fa venire la pelle d'oca; ora una serie di riff lisergici debitori degli Sleep come degli onnipresenti Black Sabbath, in cui il cantato di Scheidt si fa profondo e malvagio quanto basta. Il pezzo è un continuo di saliscendi, impreziosito da passaggi strumentali di grande maturità artistica, dove gli assoli si presentano in maniera impeccabile ma pur sempre come gioielli di contorno, come gli accessori che ornano una bellissima ed inarrivabile donna, che ne accarezzano la pelle ne esaltano le forme senza chiedere nulla in cambio, vedasi il sensazionale assolo blues nel finale che cresce sino a diventare ultra heavy ed a chiudere una canzone di una bellezza indomabile. Il secondo brano dell'album, Ether, è anche quello più accessibile dei tre, superando di poco i sette minuti, ma anche grazie ad un approccio che preferisce una forma canzone ben definita, in cui la band americana si muove con estrema armonia e pericolosità. Qui il blues è una componente primaria, sembra di ascoltare una versione heavy dei primi Goatsnake tanto per darvi un'idea su ciò che vi troverete davanti approcciandovi a quest'altro pezzo da novanta del lavoro. E quando pensereste di avere già ascoltato tutto, di essere sazi e assolutamente appagati, ecco sussurrare nel vento la melodia della catarsi, l'espiazione dei peccati, la cura attraverso il dolore. Il magma ribolle, la terra reclama le sue cicatrici, la titletrack è un alveare colmo di sensazioni magnificamente contrastanti, di armoniosi passaggi che si ritrovano a sgomitare l'un l'altro in un limbo di anime dove la parola purgatorio assume contorni inquietanti. Gli Yob sono questi, un' irrequieta danza che profuma di perfezione, partorita su visioni ancestrali e roboanti impalcature sonore. Chi cercava risposta alle domande poste dagli Sleep avrà con questo disco ciò che cerca. Una risposta che lascerà tutti sconcertati ed ammaliati da tanta bellezza e magia doom.
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8
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band gigantesca,gli basta fare il soundcheck per smuovere le montagne e anche qualche coordinata astrale. grandi |
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6
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@CYNIC.... grazie @Ad Astra...lo so caro e fai benissimo, non fare l'errore di dare poca importanza ai tuoi ascolti....prenditi tutto il tempo che ritieni opportuno e poi passa al successivo...ma fammi sapere cosa ne pensi quando lo ascolterai @Ivory Coffin, come darti torto  |
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4
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Sti qua, in tempi di magra allucinante, han tirato fuori tre disconi tre uno via l'altro: questo, the unreal never lived e the illusion of motion. In pratica tre orette di acidoom psichedelico stonante che la metà basterebbe a far vergognare il 90% di discografie del genere. |
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3
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gran bella rece.... Witchcraft .......complimenti!!!!! |
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2
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questo mi manca, ma come sai emi sto cercando passo passo di recuperarli tutti. non ascolto nulla ma ad ogni nuovo acquisto mi concentro, tu mi hai illuminato la via verso il prossimo tassello della discografia |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Aeons 2. Ether 3. Catharsis
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Line Up
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Mike Scheidt (Voce, Chitarra) Isamu Satu (Basso) Travis Foster (Batteria)
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