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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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BONES - # 1 - Continuum of Xul, Æternum Infinitus, Illuminated Manuscripts, Bacterium, Gadir
03/05/2020 (1550 letture)
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Vi presentiamo BONES, la rubrica di Metallized interamente dedicata al metal estremo. Con “metal estremo” intendiamo tutte quelle forme espressive di musica etichettabili come death, black, noise, grindcore, industrial et simili. Tra la grande mole di promo che riceviamo tutti i giorni, vi sono moltissimi split, demo ed EP che per motivi facilmente intuibili - uno su tutti: la brevità di queste uscite che rende difficile lo scrivere la classica recensione - vengono lasciate indietro nonostante parte della redazione sia interessata e appassionata. Va da sé che queste uscite arrivano principalmente dall'underground, dove le etichette sono piccole e il motivo che spinge ad andare avanti è la passione che condividono con tutti noi amanti di queste proposte, ma tranquilli, non mancheranno anche uscite di gruppi più noti. Speriamo vi appassioni e vi dia modo di scoprire nuove realtà, buona lettura!
Continuum of Xul - Promo MMXIX (Autoprodotto, 2019)
1. The True Vassago 2. Conjurationg Through Obscurity 3. Visions from the Dark Side (Morbid Angel cover)
Tya (Voce) Matteo Gresele (Chitarra) Malga (Basso) Luigi Contenti (Batteria)
Nome decisamente nuovo ma che vede al suo interno musicisti piuttosto noti in ambito death metal quali Tya, ex-cantante degli Antropofagus e Matteo Gresele, chitarrista degli Ad Nauseam, a cui si aggiunge il bassista Malga, i Continuum of Xul rilasciano Promo MMXIX nel 2019. Immagini (a cura di Raoul Mazzero, meglio noto come View From the Coffin, vero mostro dell'illustrazione) e titoli lasciano intuire subito su che sonorità si assesti il trio: death metal. I tre pezzi qui presenti mettono in mostra un gruppo ispirato dal death metal più ferale degli anni 90, in particolar modo si sentono echi di Centvrian, Diabolic e Morbid Angel, quest'ultimi omaggiati con la cover di Visions from the Dark Side. Death metal serratissimo, con la batteria dell'ospite Luigi Contenti (Hellish God) che danno spessore e pesantezza ad un muro sonoro fatto di riff vorticosi, stop n'go che enfatizzano l'approccio brutale e assoli dai richiami vecchia scuola. Produzione a dir poco ottima e che riesce a dare spazio ad ogni singolo strumento, basso compreso, presente dall'inizio alla fine. I nostalgici di un certo approccio non potranno lasciarsi sfuggire un'uscita simile.
Æternum Infinitus - .-. . .--. . .-.. .-.. .- -. (Deathkvlt Productions, 2019)
1. Dopamine 2. 1316 3. Supernovæ
Volantis (Voce) Vidunder (Tutti gli strumenti)
Se da tempo ci si è abituati all'utilizzo di lettere come “Æ”, le “v” al posto delle “u”, “Σ” al posto delle “E” e ad altra trovate simili, si è certamente meno abituati ad avere titoli scritti in codice Morse (diverso per chi segue Mesarthim). Progetto chiuso dopo l'uscita di questo EP composto da tre pezzi, gli svedesi Æternum Infinitus hanno sicuramente registrato del materiale degno di nota e che piacerà a chi è sempre alla ricerca di proposte diverse e, pur nelle loro imperfezioni, affascinanti. Il duo, decisamente interessato a mantenere un alone di mistero, applica quel senso di “ignoto” anche alle atmosfere che caratterizzano il lavoro. Partendo da un black metal cosmico e intenzionato ad evocare immagini tra lo spaziale e l'orrore, il duo trasforma la proposta in un quello che è un incrocio tra death metal e black metal più atmosferico. Ciò avviene grazie ad una produzione volutamente sporca, acida oseremmo dire, all'utilizzo di effetti sonori, tastiere e a delle scelte decisamente particolari per quanto riguarda la voce. Non parliamo di un lavoro di facile approccio, ma per chi è abituato a proposte di questo tipo sarà un piacere viaggiare in quello che sembra un cimitero nella galassia; le composizioni sono tutt'altro che banali e scontate, c'è un continuo alternarsi di sezioni atmosferiche ad altre più marce, per non parlare di un brano interamente ambient, 1316, che a differenza di altre uscite, riesce ad avere un senso e a creare un ponte tra due ottimi brani. Un vero peccato si siano sciolti.
Illuminated Manuscripts - القانون في الطب (Xenoglossy Productions, 2020)
1. ابوعلى سينا 2. القانون في الطب 3. ابن رشد
Kobold (Voce, tutti gli strumenti) Stilgar (Basso su traccia 2, tastiere su traccia 3)
Breve lavoro ispirato al famosissimo scritto di Avicenna intitolato Il canone della medicina (in arabo: Kitāb al-Qānūn fī l-ṭibb, questo il titolo del lavoro), quello di Illuminated Manuscripts, nome dietro cui si cela il musicista Kobold, è, nel suo apparire amatoriale e semplicistico, in grado di dare un suono al senso di straniamento che l'essere umano prova dinanzi ad opere e linguaggi per lui indecifrabili. Parliamo di un black metal paranoico, ossessivo, con brani assolutamente monotoni ma che riescono a dare un senso di dispersione e stasi. Per essere ancora più chiari, potreste prendere come punto di riferimento il Burzum di Filosofem o, altro gruppo interessantissimo e meno noto, i portoghesi Black Cilice. Approcciandosi a questo demo bisogna necessariamente rinunciare alla ricerca di una produzione cristallina (avrebbe senso in un lavoro così?) o a dei brani complessi, perché i diciassette minuti di Kitāb al-Qānūn fī l-ṭibb sono l'antitesi della chiarezza e della complessità come generalmente la si intende. Le chitarre non lasciano il benché minimo spazio ad una soluzione vagamente ricercata, figurarsi basso e batteria. Solo nel terzo brano salta fuori una tastiera, ma è palesemente utilizzata per chiudere quello che potremmo definire un lavoro “meditativo”. Per alcuni potrà apparire solo rumore, ma per chi sa benissimo di cosa si sta parlando, il progetto di Kobold è da tenere seguire senza problemi.
Bacterium - Sunt Lacrymae Rerum (Fuck Yoga Records, 2020)
1. Sunt Lacrymae Rerum 2. Sorites Paradox
Muiris (Voce, Synth) Andrew (Voce, Chitarra, Synth) Raymond (Batteria, Synth)
I Bacterium ci fanno sprofondare, letteralmente, in contesti lugubri e lenti. I due pezzi che compongono questo interessante demo sono infatti un concentrato di funeral death/doom lento, marcio e, cosa che li rende molto particolari, “guidati dai synth”. C'è infatti un ampio utilizzo dei synth, e ciò avviene in modo un po' diverso da come lo si pensi; lo strumento sembra infatti seguire una sua direzione muovendosi tra diversi suoni che vanno dal più classico organo ad uno strano effetto sonoro riconducibile ad una distorsione piena di flanger e phaser. Interessante anche la produzione, sicuramente marcia ma che dona alla batteria un suono che si fa sicuramente notare e segna in modo preciso le lente ritmiche. Sunt Lacrymae Rerum è un ottimo esempio di come si possa dare ad una proposta simile, difficile da gestire nella sua lentezza e monotonia, un'impronta più personale e in grado di lasciare il segno.
Gadir - Declivities (Xenoglossy Productions / Cossyra Tapes, 2020)
1. Horizon Sphinx 2. Sentinels 3. Declivities 4. Oneiric Square
Gadir (Voce, tutti gli strumenti)
Sempre per la nostrana Xenoglossy Productions (più precisamente per la sotto-etichetta Cossyra Tapes) esce Declivities del progetto solista Gadir (pron. Gah-deer), di cui purtroppo non sappiamo nulla se non che arriva dall'isola di Pantelleria. La proposta di Gadir è più particolare di quanto possa sembrare: partendo da un black metal che volendo può essere accostato ad Illuminated Manuscripts presentato qui sopra, l'enigmatico/a musicista si avvale anche di un vero e proprio collage sonoro. Ascoltando il lavoro infatti, ogni tanto si percepiranno dei piccoli salti, questo perché la registrazione, molto probabilmente, è composta da pezzi sovrapposti e incollati tra di loro. E sarebbe interessante capire se questo processo avvenga tramite software o alla vecchia maniera, chissà... Musicalmente parlando insomma, è un black metal ipnotico, che fa di questa tecnica e in modo particolare della produzione un punto di forza; lo stile enigmatico e ripetitivo, unito ad una voce percettibile solo a tratti, danno al disco un'aura molto particolare accostabile, come poi è nelle intenzioni della mente dietro il progetto, a delle tempeste di sabbia e al senso disorientamento che può dare un deserto. Fate un tentativo!
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8
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Benissimo, speriamo che la cadenza della rubrica sia regolare. |
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7
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Mi associo ai complimenti per l'iniziativa |
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6
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...spazio molto interessante..... |
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5
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Approvo al 100%. Un ottima idea quella di dedicare spazio all'underground, li ci sono le band migliori. Grandissimi i Continuum of Xul |
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4
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Certo che fa un po' sorridere leggere certi titoli o nomi di band estreme: latino, arabo, addirittura codice morse 😂 lo dico con simpatia ovviamente, anzi è piacevole e normale che si cerchino cose strane e originali per distinguersi. Come ad esempio qui sopra scopro il nome della label "Fuck Yoga Records" e mi scatta l'applauso! |
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3
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Mi associo ai commenti precedenti, ottima idea questo sguardo al "sottobosco" |
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