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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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BONES - #10 - Turris Eburnea, Feculent, Fossilization, Tribal Gaze, Perilaxe Occlusion
30/03/2021 (1555 letture)
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Turris Eburnea - Turris Eburnea (Caligari Records, 2021)
Tracklist: 1. Unified Fields 2. Cotard Delusion 3. Syncretism Incarnate 4. Malachite Mountains
Formazione: Gabriele Gramaglia (Voce, Chitarra, Altri strumenti) Nicholas McMaster (Chitarra)
Musicisti ospiti: Pietro Rodeghiero (Chitarra classica nella traccia 3)
A guidare il neonato progetto Turris Eburnea troviamo due musicisti sempre molto attivi e in grado di convincere in ogni singolo gruppo: parliamo del nostrano Gabriele Gramaglia (Cosmic Putrefaction, Summit, The Clearing Path) e dello statunitense Nicholas McMaster (Krallice, Geryon, Edenic Past), figure come si è detto molto attive e che messe insieme dovrebbero già dare un’idea su cosa si celi dietro questi quattro brani. Nulla di troppo convenzionale ovviamente, ma sempre una proposta costantemente fatta di dissonanze, sperimentazioni sonore e ritmiche stranianti in grado di lasciare il segno. L’ispirazione ai Gorguts c’è, ma come avviene per i progetti dei due, serve come base di partenza per la costruzione di composizioni elaborate ma comunque in grado di dare risalto sia ai singoli riff che ai momenti più particolari. Attraverso i vari intrecci chitarristici si ha modo di imbattersi in situazioni quasi oniriche in cui si faranno sentire arpeggi cristallini, violini e altri strumenti perfettamente amalgamati con il resto. La sensazione è quella di trovarsi davanti ad una realtà sospesa, eterea ed evocativa; la strumentale Syncretism Incarnate va esattamente in quella direzione, ma tutti i brani si muovono su coordinate che sono un bilanciamento molto riuscito di due concezioni e visioni musicali ben precise. Un disco così non può che essere accompagnato da una produzione ben riuscita, ed è quello che accade, perché oltre a rendere chiari gli strumenti aggiuntivi, gli arpeggi e soprattutto il basso (grandissimo lavoro), le fasi più intricate non suonano mai confusionarie e anzi, si lasciano ascoltare con estremo piacere, tanto che il bello di un’uscita simile, è quella di cogliere tutto il lavoro strumentale che c’è “in sottofondo” (Malachite Mountains). Non ci saremmo aspettati altro se non un lavoro interessante e particolare: speriamo non sia l’unico.
Feculent - The Grotesque Arena (Brilliant Emperor Records, 2021)
Tracklist:
1. The Grotesque Arena: Upon Splintered Bone 2. Host Consumed 3. Weaponisation of the Amygdala: Endless Warfare 4. A Pit of Unscalable Depths 5. Beneath Bedlam 6. The Grotesque Arena II: A Perverse Spectical
Formazione: MB (Voce) KD (Chitarra) JD (Basso) BA (Batteria)
The Grotesque Arena è un EP d’esordio talmente esplicito nel presentarsi che basterebbe fermarsi alla copertina. Da Brisbane, Australia, i Feculent esordiscono con sei pezzi di death metal marcio e carico di un’atmosfera altrettanto disgustosa; sembrerebbe tutto a posto, ma per certi versi è un’uscita meno prevedibile e scontata di quanto sembri. Pur nel loro suonare sporchi ed enfatizzare grazie al growl e a dei rallentamenti l’aspetto se vogliamo più “gore” della proposta, i quattro danno più vigore al tutto inserendo una moderata dose di riff dissonanti e soluzioni chitarristiche in grado di spezzare gli andamenti troppo quadrati e prevedibili delle canzoni; si tratta di piccoli accorgimenti che però fanno la differenza e danno a dei pezzi come Weaponisation of the Amygdala: Endless Warfare e A Pit of Unscalable Depths un taglio se vogliamo più moderno e meno vecchia scuola. Qualcosa che viene rafforzato anche dall’inserimenti di piccoli passaggi armonici e lontani dalla concezione di death marcio che si ha; non un male, semplicemente appare evidente come i quattro abbiano preso uno stile ben preciso e lo abbiano reinterpretato a modo loro.
Fossilization - He Whose Name Was Long Forgotten (Transylvanian Tapes / Everlasting Spew Records, 2021)
Tracklist: 1. Neanderthal Tombs 2. Blight Cathedral 3. Caronte 4. He Whose Name Was Long Forgotten 5. A Deplorable Epoch
Formazione: V (Voce, Chitarra, Basso) B (Batteria)
Con il duo brasiliano Fossilization, side project di due membri dei Jupiterian, gruppo dedito ad uno sludge/doom ricco d’atmosfera e opprimente, si entra in contatto con un death metal oscuro, asfissiante e dalle tinte doom. E non che le influenze del gruppo principale siano completamente assenti; Neanderthal Tombs si presenta in tutta la sua pesantezza con dei ritmi lenti e sostenuti da un arpeggio dissonante che sfocia in una violenta serie di blast beat e ritmiche sostenute. A colpire sono però quei pachidermici riff in grado di dare pesantezza e di creare un muro sonoro che non passa inosservato; e l’EP è pieno di momenti così intensi, arricchiti da un taglio armonico che aiuta a legare le diverse situazioni, così come non si può non dare credito al cavernoso growl di V, perfetto per questo stile. Le dissonanze, specialmente nel brano conclusivo, danno maggior spessore alle atmosfere e mettono in evidenza le intenzioni di un duo che pur suonando così marcio e sotto certi aspetti “vecchia scuola” punta a rendere più personale uno stile che si spera troverà maggior spazio su un debutto, che a questo punto diventa molto atteso.
Tribal Gaze - Godless Voyage (Desert Wastelands, 2021)
Tracklist: 1. Oath to Ruin 2. War Messiah 3. Possessed (Bathory cover) 4. To the Death
Formazione: McKenna Holland (Voce) Quintin Stauts (Chitarra) Ian Kilmer (Chitarra) Zachary Denton (Basso) Quintin Stauts (Batteria)
Le uscite della Desert Wastelands riescono sempre ad attirare le nostre attenzioni, specialmente con uscite quali Cryptic Shift, Continuum of Xul, Helslave ed altre. E a queste bisogna aggiungere l’EP d’esordio dei Tribal Gaze, Godless Voyage, venti minuti circa di death metal carico di groove e che sembra avere come punti di riferimento due dischi ben precisi: Domination (1995) dei Morbid Angel e The Bleeding (1994) dei Cannibal Corpse. Il risultato è quindi un death metal fatto di riff massicci, non esageratamente improntato su incessanti blast beat e riff serrati ma che diventa pensate a modo suo, sfruttando bending, armonici, ritmi contenuti e momenti in cui i bpm crollano vertiginosamente (Towers of Illness); non manca poi una giusta dose di tecnica molto utile per rendere più frenetiche le trame chitarristiche, ma nulla che vada in contrasto con composizioni comunque quadrate e che fanno benissimo il loro dovere. In alcuni momenti è poi impossibile non notare l’influenza dei Suffocation di Souls to Deny (2004), complice anche il growl di McKenna Holland, su coordinate molto vicine a quelle del caro Mullen. Un lavoro d’esordio che sì, pecca di personalità ma ha comunque delle ottime basi per un futuro che potrebbe regalare belle soddisfazioni.
Perilaxe Occlusion - Exponential Decay (Gurgling Gore, 2021)
Tracklist: 1. Death Bias Alpha 2. Skeletal Bifurcation 3. Rigid Body Displacement
Formazione: XT (Chitarra, Basso) XE (Batteria)
Musicisti ospiti: Ti (Voce)
Modellazione 3D, tecniche di rendering, parallax mapping, sono termini che generalmente si sentono molto poco, se non addirittura mai, in ambito estremo. Ma da oggi qualcosa potrebbe cambiare, perché sono questi i temi che ispirano i canadesi Perilaxe Occlusion, all’esordio con l’EP Exponential Decay. Una scelta sicuramente curiosa, interessante e che potrà attirare chi magari vive di C4D, Blender, 3D Studio max e programmi simili. Non bisogna però aspettarsi una proposta dalle tinte magari sci-fi, perché i tre sono infatti legati ad un death metal molto oscuro e che spesso si lancia in sulfurei rallentamenti di scuola doom; il tocco “virtuale” se così vogliamo dire, ci viene più che altro dato dai suoni delle chitarre, quasi “digitali” verrebbe da dire e in qualche modo leggermente diverse dal solito. In alcuni punti poi, specialmente quelli più caotici, la sensazione di star ascoltando un computer in crash, è ancora più evidente. Non si tratta ovviamente di una caratteristica così marcata, ma più che altro di un volute accorgimento che si lega molto bene alle tematiche trattate. A livello compositivo abbiamo tre lunghi brani per una durata totale di venti minuti in cui i tre, muovendosi tra svariati ritmi, inseriscono qualche passaggi più tecnico in modo da dare ai brani un minimo di imprevedibilità e movimento. I venti minuti si assestano quindi su un continuo alternarsi di ritmiche sostenute ad altre più lente, passando per dei piacevoli mid tempo rocciosi che enfatizzano le riprese più irruenti; il growl cavernoso di Ti va ovviamente a braccetto con le sezioni “doomeggianti”, così come le chitarra danno il meglio nelle occasioni in cui possono sfoggiare qualche riff più articolato. Non è forze l’EP che ci si aspettava, date le tematiche, ma nonostante ciò è comunque un buon esordio e che porta con sé una certa curiosità.
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2
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Tutti ottimi gruppi, bravo Marco! In sti giorni sto ascoltando Tribal Gaze e Feculent, ottimi gruppi, soprattutto i secondi! |
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1
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Perilaxe Occlusion mi sembrano intriganti, me li vado ad ascoltare subito. |
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