La mia prima intervista in assoluto comincia quando, all’improvviso, mi appare in video in primo piano il celebre chitarrista dei My Dying Bride Andrew Craighan in diretta dal suo bellissimo cottage nel West Yorkshire. Nel suo perfetto e bellissimo accento da english gentleman ha concesso a noi di Metallized un’intervista in cui vengono svelati parecchi retroscena e curiosità riguardo all’ultimo anno della band, in particolare l’ultimo album The Ghost of Orion e l’EP Macabre Cabaret, entrambi pubblicati sotto l’etichetta Nuclear Blast.
Lacrimosa: Ciao Andrew, benvenuto su Metallized. Prima di tutto, come ti senti, come stai in questo periodo così particolare e difficile?
Andrew Craighan: Buonasera Sara, credo che tutta questa situazione abbia danneggiato le nostre vite, ma penso che la sto affrontando piuttosto bene.
Lacrimosa: La band ha pubblicato l’album The Ghost of Orion, appena prima che il periodo più critico avesse inizio. In che modo il Coronavirus è andato ad incidere sui piani dei My Dying Bride per quest’anno?
Andrew Craighan: Ha fondamentalmente fermato tutti i concerti e gli eventi dal vivo previsti per quest’anno, e questo non solo nel caso specifico dei My Dying Bride ma per tutte le band. Ma per quanto riguarda i piani per i My Dying Bride, per una coincidenza molto strana, ci ha dato l’opportunità di concentrarci ancora di più su di essi. Non abbiamo più dovuto fare concerti, chiaramente speriamo che siano solo rimandati all’anno prossimo. Con il nuovo EP che sarebbe stato pubblicato presto abbiamo lavorato su alcuni video musicali che normalmente non faremmo perché siamo molto timidi, così da un certo punto di vista è stato utile, ma speriamo che tutta questa situazione non si protragga troppo a lungo, perché nel mondo della musica è davvero dannosa, ha fermato quasi tutto.
Lacrimosa: Come siete giunti alla decisione di pubblicare prima l’album e poi anche l’EP Macabre Cabaret?
Andrew Craighan: Quando stavamo scrivendo e registrando l’album, ci stavamo particolarmente divertendo. Normalmente i My Dying Bride scrivono album piuttosto lunghi e anche brani particolarmente lunghi in molti aspetti, perciò a quel tempo quando stavamo scrivendo The Ghost of Orion (naturalmente non sapevamo ancora che sarebbe stato questo, ma hai capito cosa intendo dire), si stava profilando un album davvero lungo, perciò abbiamo parlato con i ragazzi della Nuclear Blast che ci hanno suggerito di prendere questa situazione a nostro vantaggio e tenere alcuni pezzi per la pubblicazione di un EP più avanti. E devo dire che abbiamo particolarmente gradito questo suggerimento, perché ci eravamo accorti che l’album stava diventando davvero lungo, ma è stata una decisione difficile capire quali brani lasciare fuori dall’album per l’EP e anche apportare miglioramenti agli altri. Per rispondere precisamente alla tua domanda, la decisione definitiva è stata presa quando quelli della Nuclear Blast dopo aver ascoltato tutti i pezzi ci dissero che n’erano troppi per un solo album. Così ci siamo presi il nostro tempo, abbiamo aspettato che la casa discografica riscrivesse i calendari di uscita e abbiamo discusso insieme di far slittare l’uscita di un EP per novembre per darci anche il tempo per lavorare a dei video musicali.
Lacrimosa: La prima traccia di Macabre Cabaret è davvero splendida, sembra quasi avere un andamento progressive, quali sono state le influenze per questo brano particolarissimo?
Andrew Craighan: Abbiamo fatto più o meno quello che fanno i My Dying Bride per comporre un brano, e allo stesso tempo provare a fare qualche sperimentazione. Spesso sugli EP proviamo a fare qualcosa di diverso e interessante, storicamente è una cosa che si ritrova negli EP degli anni 90, perciò è qualcosa che in fondo non è una novità per i My Dying Bride. Lo so che siamo classificati come una band metal, non è un problema per me, ma abbiamo anche elementi molto eterei, eclettici, che sono adatti anche essere orchestrati, perciò le persone sono libere di decidere in che categoria mettere i My Dying Bride e questo pezzo.
Lacrimosa: A Purse of Gold and Stars mi ricorda l’atmosfera del vostro capolavoro For My Fallen Angel, sei d’accordo?
Andrew Craighan: Sì, ovviamente non potremo mai ricrearla, ci piace moltissimo l’impatto di quella canzone, e abbiamo cercato di riviverla, ma certamente non possiamo tornare indietro nel tempo e a quegli anni sfortunatamente. Ha una sorta di aura che non possiamo in nessun modo riportare in vita, musicalmente potremmo copiarla, ma non sarebbe mai la stessa cosa. Con A Purse of Gold and Stars sapevamo verso quale direzione stessimo andando, ma non potevamo ricreare qualcosa che apparteneva ed appartiene ad un’era.
Lacrimosa: Qual è il significato della bellissima copertina dell’EP?
Andrew Craighan: È il lavoro di un artista italiano, il suo nome è Roberto Bordin; la Nuclear Blast ha visto i suoi lavori e sono stupefacenti. Lui ha ascoltato la nostra musica ed ha apportato tre tipi di approccio, ha creato un nuovo logo per la band, e anche quasi un simbolo e nell’artwork della copertina sono nascosti significati esoterici e mistici per ognuna della tre canzoni.
Lacrimosa: Nella line up dell’EP sei segnato come unico chitarrista, sei attualmente il solo rimasto?
Andrew Craighan: Abbiamo un nuovo chitarrista, Neil Blanchett, suona in una band metal non molto lontano da qui, i Balafan, Quando stavamo scrivendo e registrando l’album purtroppo l’altro chitarrista Calvin ha deciso di rivedere le priorità nella sua vita e di andare altrove. È stato un momento difficile, e fondamentalmente ho scritto e registrato tutte le parti di chitarra nell’ultimo album nell’EP, ma adesso per i concerti in futuro abbiamo Neil alla seconda chitarra ed esteticamente sembra che sia un po’ come il mio doppio.
Lacrimosa: È cambiato qualcosa nella musica della band con il passaggio alla Nuclear Blast?
Andrew Craighan: No, stranamente no. Abbiamo ricevuto anche altre offerte da parte di altre case discografiche e quella della Nuclear Blast sembrava la migliore. Quando io e Aaron siamo volati in Germania per firmare il contratto ci hanno detto “non fate cambiamenti nella vostra musica” e qualcuno può pensare che con un’etichetta così grande le cose debbano per forza cambiare in una certa maniera, ma per i My Dying Bride le cose sono andate in maniera differente ed è stato perfetto per noi. Perché semplicemente volevamo continuare a fare quello che normalmente come band abbiamo sempre fatto e non diventare commerciali o cose simili.
Lacrimosa: Parlando dell’album The Ghost of Orion, puoi dirci come sono andate le cose durante il processo di registrazione dell’album, le difficoltà che avete incontrato, anche in relazione alla malattia della figlia di Aaron?
Andrew Craighan: Il processo è stato molto duro. Aaron non c’era perché era sempre impegnato con la figlia, così abbiamo registrato tutto l’album senza le parti vocali e senza la minima idea di dove avrebbero dovuto essere le linee vocali e se ci sarebbero dovute essere. È stato un lavoro lungo, a tratti triste, alcune parti di chitarra le ho finite addirittura a casa e lì mi sono detto “Ma io faccio parte di una band, dov’è tutto il divertimento di suonare e fare casino insieme?” Oltretutto ero l’unico chitarrista rimasto in quel momento. Poi per fortuna Aaron ha ricevuto buone notizie sulla salute della figlia e quando siamo potuti tornare in studio con lui per registrare le parti cantate, non è stato affatto facile, abbiamo dovuto provare e riprovare, registrare e registrare di nuovo moltissime volte, affinché il risultato fosse soddisfacente.
Lacrimosa: Com'è nata collaborazione con la cantante dei Wardruna Lindy Fay Hella?
Andrew Craighan: Grazie a mia moglie che è italiana è veramente una grande fan dei Wardruna. Cercavamo qualcosa di diverso e particolare, delle linee vocali che potessero accordarsi e dare risalto a certe parti di chitarra che avevo scritto, in quell'atmosfera così desolante, qualcosa che potesse rendere l’idea dello spazio aperto attraverso le chitarre. Io e mia moglie eravamo a Edimburgo a un concerto dei Wardruna, che è veramente un'esperienza mistica che davvero vi consiglio, e così ascoltandola cantare è nata questa idea che lei fosse adatta a rendere tutto questo. Siamo entrati in contatto con lei, le abbiamo inviato la musica e lei ci inviato un solo pezzo che conteneva una sola versione, quando normalmente se ne fanno almeno due o tre variazioni. Lei ci ha detto “Questa è l'unica versione che trovo possibile, la sento la mattina quando mi alzo, la sera quando vado a dormire”, l’abbiamo ascoltata e abbiamo pensato “Ma è davvero stupefacente! Non poteva farla meglio di così! Non potevamo credere alle nostre orecchie”. Quando Aaron l’ha ascoltata ha detto “No, io su questo pezzo non ci canto, è assolutamente perfetto così”.
Lacrimosa: Che cosa ne pensi della situazione attuale dei concerti e del futuro della musica dal vivo?
Andrew Craighan: Sento che non appena il nostro cancelliere ci darà il permesso di ritornare in scena e si potrà organizzare di nuovo concerti, tutto prospererà di nuovo immediatamente.
Lacrimosa: Un'ultima domanda, com’è la tua relazione con l’Italia e i fan italiani? Vuoi dire loro qualcosa?
Andrew Craighan: È molto buona perché mia moglie è italiana, ma la mia conoscenza dell’italiano è davvero scarsa, forse potrei al massimo ordinarmi una birra e prendere qualcosa da mangiare. Amiamo suonare in Italia e anche i fan italiani, abbiamo sempre fatto dei gran bei concerti in Italia e non vediamo l’ora di tornare a suonare di nuovo da voi, vi chiediamo per favore di avere un po’ di pazienza.
Lacrimosa: Grazie davvero per il tuo tempo e per la tua disponibilità, l’intervista è stata davvero emozionante!
Andrew Craighan: Grazie a te, è stata davvero un’intervista piacevole.
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