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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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EUROPE - Ferrara Summer Festival, Ferrara (FE), 06/07/2023
14/07/2023 (898 letture)
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Sempre difficile e al tempo stesso emozionante parlare di una band come gli Europe, il cui nome si lega in maniera indissolubile al mondo dei ricordi e, con essi, alla stessa identità costruita negli anni, a partire da quel 1987 nel quale The Final Countdown impazzava per radio e televisione, folgorando tanti ragazzi per le canzoni, il look e la vera e propria mania che si generò attorno agli svedesi. Dopo questo tuffo nel passato, torniamo al 2023, quando i biglietti per la data meneghina del 2 ottobre registrarono un sold out a tempo record. Appresa con gioia la notizia di un "one night show" italico il 6 luglio al Ferrara Summer Festival, splendida manifestazione estiva che si svolge nella carismatica Piazza Trento-Trieste della bella città estense e atteso il giorno dell’apertura delle prevendite, eccoci alle 10.00 in punto in prima linea a comprare i biglietti per i 3/4 della mia famiglia, pronti per l'evento.
EUROPE Arriviamo al 6 luglio, in una Ferrara baciata dal sole del tardo pomeriggio, e fin da subito si nota che il pubblico è quello delle grandi occasioni, si parla di oltre il 90% dei biglietti venduti, segno evidente che nonostante la scomparsa di Tempest & Co dalle luci della ribalta, l’amore per loro nel Bel Paese è ben consolidato. Dopo le operazioni di rito, ovvero attesa in coda, controlli di routine ai “tornelli”, intorno alle 19:45 riusciamo ad accedere alla location, la suddetta piazza Trento-Trieste, incorniciata in un tramonto mozzafiato, benedetta da una temperatura ben più che apprezzabile e arieggiata una leggera brezza che placa le estive calure. Complice una birra fresca e l’attesa per l’inizio del concerto, analizzando il pubblico intorno a me, scoprendo analizzando il pubblico, si nota con piacere che è molto eterogeneo non solo a livello anagrafico: si passa infatti dai giovanissimi (12 anni) ad allegri sessantenni ai quali gli Europe fanno affiorare nostalgici ricordi di giovinezza; anche a livello tipologico, il pubblico risulta essere molto variegato, si passa infatti dal metallaro anni 80 duro e puro con giubbotto di jeans smanicato e toppe di vecchie glorie, alla coppia di fidanzatini “modaioli” che non ti saresti stupito di vedere al concerto della sera precedente (nda Ramazzotti).
Alle 21.00 in punto la band sale sul palco, con un po’ di sorpresa degli astanti, in quanto le varie info reperite auspicavano le 21.30, e fin dalla prima Walk the Earth si capisce quale sarà il mood della serata! Gli Europe sono super carichi ed in grande forma, e la title track della loro ultima fatica in studio, si rivela un perfetto pezzo di apertura, dando la possibilità alla band ed ai tecnici di testare i livelli sonori, ed al pubblico di godere di una canzone immensa. Neanche il tempo di fermarsi, che i nostri ripartono subito con un pezzo da novanta della loro discografia, ovvero una Rock the Night incendiaria che fa naturalmente esplodere tutta la piazza, e dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, la capacità di Joey Tempest di tenere il pubblico nel palmo della sua mano, e dei vari Norum, Leven, Michaeli e Hauglund di creare un muro sonoro da far invidia a band molto più “pesanti” di loro. Proprio John Norum, in particolare, sarà autore nel corso della serata di una prova maiuscola, sciorinando soli e riff di una precisione chirurgica impressionante, come prontamente dimostrato nella successiva Scream of Anger, estratta dal mai troppo lodato secondo album della band, quel Wings of Tomorrow la cui copertina tanto deve ai Judas Priest di Screaming For Vengeance). Ovviamente la band miscela sapientemente pezzi nuovi (quelli post reunion dei primi anni ‘00) e pezzi “vecchi” i quali naturalmente riscuotono maggior successo di pubblico, con particolare apprezzamento per tutto ciò che viene dagli album The Final Countdown e Out of This World. Proprio questa dualità di reazioni sarà il leitmotiv della serata, con canzoni immense come Last Look at Eden, Firebox, Love Is Not the Enemy e War of Kings, ree di essere uscite post 2004 che ricevono una tiepida accoglienza generale (ad eccezione di pochi estimatori tipo il sottoscritto e le di lui compagna e figlia), mentre canzoni sicuramente di livello, ma poco più che esercizi di stile della band, tipo Sign of the Times o Heart of Stone, ricevono boati di approvazione…ma tant’è… La serata prosegue con la band a pieno regime che macina un pezzo dopo l’altro, con suoni chiari e potenti, ma soprattutto con un missaggio dei vari strumenti assolutamente apprezzabile, cosa non così scontata all’ interno di una manifestazione di questo tipo, e che si appresta a regalare al pubblico il primo degli appuntamenti imprescindibili di un loro concerto, ovvero la power ballad Carrie che, come auspicabile, viene intonata a squarciagola per intero da tutto il pubblico "ferrarese". Anche la scelta della scaletta proposta, e lo stesso posizionamento dei brani, lasciano trasparire la grande esperienza del combo svedese, che sa come intrattenere il suo pubblico, tenendo alta l’attenzione, in quanto ad eccezione dei pezzi già citati, i grandi classici del gruppo sono tutti a fine setlist. È così che comincia infatti la parte finale della serata, con un quartetto di pezzi di assoluto rilievo, come la grandissima Stormwind, debitrice nelle parti ritmiche del Michael Schenker di Desert Song, ed il trittico Let The Good Times Rock, Ready or Not e Superstitious, estratte direttamente da Out of This World, le quali mettono a dura prova la tenuta vocale di Tempest, che nonostante tutto si troverà ad essere autore di una prova complessivamente ben più che buona, tenuta conto la difficoltà vocale di pezzi in questione. Il biondo cantante, classe 1963, ormai alla soglia dei sessant’anni, si è infatti visto costretto negli anni a variare approccio ai suoi stessi pezzi, in quanto cantati originariamente su registri altissimi (es. Superstitious) difficilmente sostenibili e riproponibili attualmente nella forma originaria; ciò non ha però inficiato minimamente la resa sia live che su disco, anzi, ha permesso per contro agli Europe e a Tempest stesso, di progredire ed esplorare sonorità e “colori” musicali una volta completamente assenti. Ed è proprio sulle note di Superstitious che gli Europe lasciano fittiziamente il palco, per poi rientrare con il più classico degli encore chiamato a gran voce, che verrà cesellato da due dei più grandi successi commerciali della band, ovvero Cherokee e The Final Countdown che, manco a dirlo, mandano in visibilio tutto il pubblico presente, il quale risponde alla chiamata, intonando i pezzi a memoria dall’ inizio alla fine; alle 22.30, dopo una setlist di 17 pezzi che pesca da quasi tutti i loro album, ci salutano così gli Europe dopo aver omaggiato tutti presenti, compresa la rituale foto dal palco verso il pubblico, con un grandissimo concerto, una prova musicale maiuscola, e degli splendidi ricordi da portare a casa. Unico rimpianto, non aver potuto ascoltare niente dallo splendido Prisoners In Paradise, "album della discordia" che ha come unica colpa quello di essere uscito in piena scena grunge, causando da lì a poco lo scioglimento del gruppo stesso, così come dall’ ottimo Start From the Dark, disco della rinascita artistica e della seconda giovinezza dei nostri. Tirando le somme, è stata una bella serata, gestita al meglio da un gruppo in gran forma, e che nonostante il tempo passato ancora si diverte a suonare i propri pezzi, riuscendo, cosa non scontata, a trasmettere tale passione a tutte le persone presenti. Joey Tempest non canta più ai livelli di quando aveva 25 anni… Ebbene no, ma questo non è necessariamente un male, soprattutto quando ciò che è “perso” in estensione vocale, viene sostituito alla grande da una capacità interpretativa fuori dal comune, ma soprattutto dalla capacità ancora intatta di scrivere grandi pezzi.
SETLIST EUROPE 1. Walk the Earth 2. Rock the Night 3. Scream of Anger 4. Last Look at Eden 5. Sign of the Times 6. Firebox 7. Carrie 8. Love Is Not the Enemy 9. Heart of Stone 10. War of Kings 11. Stormwind 12. Open Your Heart 13. Let the Good Times Rock 14. Ready or Not 15. Superstitious
--- Encore ---
16. Cherokee 17. The Final Countdown
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2
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Davvero un bel concerto , la band era in forma splendida, temperatura perfetta !
Davvero una bellissima serata. |
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Razzo, che invidia per chi c’è stato. Bel report. Non vedo l’ora esca il prossimo disco e di rivederli. |
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