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SHADOW GALLERY - Memorie dal recente passato
04/12/2009 (2436 letture)
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Gli Shadow Gallery sono di recente tornati con lo splendido Digital Ghosts, la cui gestazione è stata forse tra le più difficili e sofferte per la band, anche per via della prematura scomparsa dello storico cantante Mike Baker. Abbiamo sentito Gary Wehrkamp, con il quale abbiamo ripercorso quei momenti e come il resto della band abbia preso la decisione di andare avanti. Naturalmente abbiamo anche approfondito il loro ultimo album e dalla voce di Gary abbiamo potuto apprendere anche qualche curiosità ed aneddoto a riguardo. Eccovi il resoconto di questa chiacchierata.
Holydiver: Salve Gary, sono Elio di Metallized. Grazie mille per quest’intervista. Innanzitutto mi piacerebbe cominciare con un pensiero a Mike Baker. Un anno dopo la sua morte, cosa ti piace ricordare di lui?
Gary Werhkamp: Ricordo le risate tra le registrazioni. Lavoravamo sodo, ma ci divertivamo sempre. Sono così felice che facevamo così. In qualche modo, per tutti questi anni abbiamo registrato come se quello sarebbe stato il nostro ultimo album. Proverò a ricordarlo ridere durante le lunghe giornate di registrazione.
Holydiver: Avete scelto di proseguire con gli Shadow Gallery anche senza Mike: è stata una scelta facile? Intendo dire, tu, Carl e Brendt siete stati d’accordo su questo fin dall’inizio? E avete anche valutato la possibilità di ricorrere ad una soluzione interna con qualcuno di voi alla voce solista?
Gary Werhkamp: Abbiamo solo deciso di continuare, ma non pensavamo con quale cantante avremmo dovuto lavorare. Abbiamo messo da parte quest’argomento per mesi fino all’ultimissimo momento. Pensavo davvero che il miglior modo per onorare Mike fosse solo che cantassimo noi tre. Tuttavia, ci è sembrato chiaro che la band avesse bisogno di un lead vocalist per cantare in modi che noi non potevamo affrontare, così abbiamo trovato un compromesso introducendo Brian, ma mantenendo anche molte parti vocali sia per noi, sia per qualche altro cantante ospite.
Holydiver: Penso che la scelta di Brian Ashland come sostituto di Mike sia stata ottima: come l’avete conosciuto?
Gary Werhkamp: Non lo conoscevo in realtà. Gli ho mandato delle e-mail forse un paio di volte circa quattro anni fa. Avevo ascoltato un demo che aveva fatto e mi piacevano la sua voce e la canzone. Forse gli accennai di venire a vedere il mio nuovo studio di registrazione, possibilmente alla ricerca di un guest vocalist per un progetto che stavo producendo in quel periodo (Amarans Plight – Voice in the light) ma la cosa non andò in porto. Quando mi sono ricordato di lui mentre parlavo con Carl al telefono, ho dovuto fare un grande sforzo per rintracciarlo, per poi scoprire che lavorava nello stesso edificio di Carl e nessuno di loro sapeva che era un musicista. Dopo quel momento, è stata una decisione facile sapere che era il nostro uomo.
Holydiver: A mio modo di vedere Digital Ghosts è uno degli album più maturi e più belli nella discografia degli Shadow Gallery: grandi melodie, bei ritornelli, cori epici, assoli stupefacenti. C’è secondo te qualcosa in particolare che rende così speciale questo disco?
Gary Werhkamp: Tutto, credo. Mi piace il fatto che le nostre voci hanno più personalità in questo disco. Come idea di produzione, ci siamo allontanati dall’idea che ognuno dovesse cantare tutte le parti per tutto il tempo e sono molto più felice di quest’approccio. Registrare con Brendt poi è stato divertente. Questo è senza dubbio il disco più divertente che abbia mai fatto lavorando con gli Shadow Gallery, anche se produrlo e dirigerlo ha richiesto un sacco di lavoro. Brendt ha veramente portato un valore aggiunto ed era coinvolto così tanto in ogni cosa che questo disco beneficia fortemente della sua maggiore presenza.
Holydiver: Tutti i brani sono abbastanza complessi, così mi piacerebbe sapere qualcosa in più circa il song-writing ed il processo compositivo che avete seguito.
Gary Werhkamp: O io o Brendt cominciamo con delle idee musicali per conto nostro, nei nostri studi, poi mandiamo dei mixaggi agli altri. I nostri demo sono molto completi, anche con i più piccoli dettagli. A volte questi demo finiscono per essere la traccia finale (questo è successo in modo particolare per Pain e Haunted). Poi lo mandiamo a Carl che inizia a scrivere le linee vocali e i testi. Da lì lo sviluppiamo tutti insieme, e approntiamo molti più cambiamenti in studio quando lo ri-registriamo.
Holydiver: Le vostre canzoni sono di solito lunghe e così succede anche questa volta, visto che su “Digital Ghosts” non durano meno di sei minuti: questo è un aspetto importante del vostro stile e della vostra espressione artistica?
Gary Werhkamp: No. Può finire in questo modo perché ci piace che le nostre canzoni siano più interessanti che accessibili. Raramente intendo scrivere una canzone lunga, ma alcune volte al momento dell’ispirazione ti lasci andare. Componiamo progressive rock, che significa che non permettiamo che la nostra visione artistica sia ostacolata da una formula che preveda di mantenere le canzoni brevi e concise.
Holydiver: Ci sono su Digital Ghosts molti ospiti e specialmente un grande Ralf Scheepers su Strong: puoi raccontarci qualcosa riguardo la loro collaborazione?
Gary Werhkamp: Ci sono tutti questi ospiti perché sono talentuosi e pensavamo che potessero portare qualcosa alle canzoni. Avevamo preso in considerazione Ralf per il nostro ultimo album Room V ma la cosa non si concretizzò, ma questa volta sì! Clay è in una band, i Suspyre, che è a solo un’ora da qui e siamo stati fortunati ad avere la sua grande voce su questo disco. Srdjan Brankovic degli Expedition Delta e Vivien Lalu dello Shadrane Project sono persone con cui avevo lavorato in passato e mi hanno impressionato parecchio entrambi con la loro prestazione. Non c’era molto da pensare per inserirli. Per DC Cooper avevamo programmato questa collaborazione molto tempo fa, per avere di nuovo un duetto con Mike su una canzone, come aveva fatto nel 1998 su New World Order nel disco Tyranny. Quando Mike è morto, naturalmente questo non c’interessava più, ma eravamo ancora interessati a lavorare con DC. Alla fine, ha cantato, all’ultimo minuto, su una canzone chiamata Stingray che è una bonus track nella versione giapponese del disco.
Holydiver: C’è però anche il ritorno di Joe Nevolo su due canzoni: dobbiamo considerarlo occasionale o potrebbe essere un primo passo per una sua reunion alla band?
Gary Werhkamp: Non è stato molto disponibile per lungo tempo, così alla fine, ho dovuto impugnare le bacchette sulle altre canzoni. Avevo previsto di suonare la batteria solo su una canzone (Pain) ma ora guardando indietro, sono contento di averlo fatto, anche se penso che avrei potuto fare un lavoro migliore se avessi avuto più di un giorno per prepararlo.
Holydiver: I tuoi progetti per il futuro?
Gary Werhkamp: Beh, ci sono sempre cose all’orizzonte e apprezzo che me lo chiedi, ma per adesso sto cercando di concentrarmi sugli Shadow Gallery, sui nostri video, forse alcuni spettacoli e ogni altra cosa possa promuovere questo nuovo disco.
Holydiver: Ok, Gary, grazie ancora. A presto! All the best!
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Bell'intervista e disco ottimo! |
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