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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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28/01/2017
( 3422 letture )
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Gli Shadow Gallery appartengono a quella categoria di band che, per qualche strano motivo, non è mai riuscita a raccogliere pienamente i frutti del proprio lavoro. I nostri, in trent’anni di carriera infatti, pur anteponendo la qualità alla quantità (si contano solo otto album in totale su sei lustri di attività) non sono mai riusciti ad emergere più di tanto e sono rimasti sempre in sordina, a cavallo tra quella sottile linea di separazione tra l’underground e successo internazionale. Certo, il fatto di aver debuttato lo stesso anno del ben più noto Images & Words non ha aiutato la band, dal momento che, proprio per la coincidenza temporale, la compagine della Pennsylvania è stata criticata per la somiglianza con i Dream Theater. Tuttavia, ad un ascolto attento, negli anni successivi è emerso come gli Shadow Gallery siano stati capaci sin dal debutto omonimo di confezionare sonorità personali, pur strizzando sempre l’occhio ai colleghi di Long Island. Non è un caso infatti che proprio per il terzo album ( Tyranny), gli Shadow Gallery abbiano collaborato con James LaBrie nella stesura di un pezzo: I Believe. Così come non è un caso che le chitarre, soprattutto nelle lunghe parti strumentali, possano ricordare nei loro fini tecnicismi il ben più noto John Petrucci. Tuttavia, i nostri non si sono limitati ad emulare il quintetto newyorkese ma, come detto poco fa, sono stati capaci di incorporare in misura minore altre influenze: su tutti si citano i Marrillon del periodo Fish, così come alcune soluzioni degli Yes (più che altro per il virtuosismo e lo spazio lasciato alle tastiere) e, ovviamente, i seminali Jethro Tull (si pensi all’utilizzo sporadico del flauto traverso). Sul frangente più metallico, c’è anche un’influenza appena percettibile dei Symphony X, soprattutto nei cori e nell’uso molto tecnico e melodico delle scale nei vari assolo di chitarra, oltre a pattern di batteria tipicamente power metal.
Comunque, oggi, nello specifico, tra le opere principali della compagine statunitense, andremo ad analizzare proprio il loro terzo album, il già citato Tyranny. Questo disco è compatto, diretto, ma al tempo stesso pomposo ed elaborato e riesce perfettamente nell’unione tra tecnicismi raffinati ed una forma canzone tutto sommato canonica, ma vincente. Questo poiché, nonostante l’apparente semplicità, l’album non stanca mai risultando tutt’altro che banale. Canzoni come War For Sale, Mystery, Hope For Us, l’ottima I Believe e poi, più avanti nella tracklist New World Order o la conclusiva Christmas Day sono tutte caratterizzate da diversi elementi che rendono nel complesso la proposta degli Shadow Gallery degna di attenzione. Più precisamente possiamo identificare questi elementi nelle ottime linee vocali a più voci alternate nei vari pezzi, con ritornelli catchy e di facile presa ed altri più epici ed atmosfera, ricchi di pathos e tensione. Inoltre bisogna segnalare anche il sapiente lavoro delle chitarre, capaci di scrivere sia riff incisivi e assoli melodici ma decisamente tecnici e al limite dello shred. Completano il quadro le tastiere onnipresenti, pompose a tratti, ma al tempo stesso sempre calate nelle atmosfere evocate da ogni pezzo e alla ricerca di virtuosismi nelle sezioni soliste, oltre all’ottima sezione ritmica, sempre solida e fantasiosa. Una nota di merito, va al mostruoso bassista Carl Cadden- James, che oltre suonare le quattro corde in modo egregio, riesce ad inserire nei in alcune canzoni brevi ma piacevoli assoli di flauto traverso. Ora, due parole sulle canzoni poc’anzi citate, ossia le migliori del platter. War For Sale apre le danze del disco nel migliore dei modi, grazie ad un ritornello catchy e ad una sezione ritmica a dir poco terremotante tipicamente power metal con il doppio pedale tiratissimo a far supporto al buon lavoro di chitarre e tastiere. Mystery pur mantenendo lo stesso canovaccio della precedente presenta una coinvolgente alternanza tra voci, soprattutto nel ritornello e un sapore prog oriented nell’arrangiamento strumentale appena accennato, giusto per rendere il tutto più interessante. Hope For Us è una ballad degna dei migliori Sonata Arctica, ricca di pathos e tensione emotiva. Completano il tutto il coro epico, i dolci arpeggi di chitarra (molto bello l’assolo a fine pezzo) e le sottili orchestrazioni delle tastiere. Un altro momento chiave del disco, dopo due pezzi che non aggiungono niente di nuovo a quanto detto fino ad adesso come Victims e Broken, è senza dubbio l’epica I Believe, vero capolavoro nascosto del platter. In questa canzone le voci di Mike Baker, Carl Cadden-James, Brendt Allman, Gary Wehrkamp e James Labrie si fondono creando un mix epico ed operistico altamente spettacolare e carico di tensione. Infine l’assolo ipertecnico in pieno stile Dream Theater è la ciliegina sulla torta che altro non può fare se non alzare ancora di più la caratura di un pezzo già di per sé ottimo. Nella parte bassa della tracklist spiccano la lunga ed elaborata New World Order, un mid tempo heavy prog carico di tensione in un crescendo d’intensità, dai toni cupi e oscuri. Chiude infine l’abum Christmas Day, una delicata ballad con piano e voce protagonisti, cantata ed eseguita egregiamente. Certo, niente di innovativo, ma comunque rimane un ottimo modo per chiudere un disco che si mantiene su alti livelli per tutta la durata.
Con elementi simili, presenti in modo più spiccato in tutto il disco, emerge un lavoro compatto, omogeneo e coerente, ma allo stesso modo vario e personale. Gli Shadow Gallery sono stati capaci di scrivere canzoni ricche di spunti interessanti e momenti salienti, delle vere e proprie chicche meritevoli di una valutazione oggettiva migliore di quella effettuata anni fa, al tempo dell’uscita. Tyranny è un disco che nonostante la melodia e l’apparente linearità della forma canzone rimane complesso e di difficile comprensione, ma che cresce con gli ascolti e soprattutto non stanca mai. Band assolutamente da riscoprire.
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tornassero con un album del genere... classe infinita |
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100 non basta, capolavoro tra i capolavori |
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...capolavoro....melodie di facile impatto...e tanto tecnica.... |
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Capolavoro assoluto. L'ho amato alla follia e lo amo tutt'ora.da isola deserta. Mike Baker divino. Chi potrebbe cantare broken con quel sentimento... Mi mancano... Mike r.i.p. |
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Album incantevole! Concordo con chi afferma che la seconda parte è superiore alla (pur ottima) prima. In buona sostanza ACT I 85 ACT II 95. |
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"ballad degna dei Sonata Arctica"... che dovevano ancora debuttare... |
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8 album? Ma se il 6° è l'ultimo e risale al 2009... |
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Personalmente io non noto questa somiglianza con lo stile dei Dreams. .....concordo e riconosco invece sul fatto che la bravura dei Hadow....una capacita' di assorbire prog anni 70/80 passando per il metal Queensryche e Fates Warning e sinfonismo rock,creando un saoud unico ma allo stesso tempo meravigliosamente nostalgico!!!...voto 85 |
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Mi chiedo qualche volta quanto nella valutazione di un'opera influisca il peso storico, reale o comunque attribuito, se fin anche a prevaricare le emozioni, sensazioni, ricordi che questa è in grado di far affiorare. Spesso mi rispondo anche. Comincio però a dubitare della "legittimità" di questo, del peso con il quale permettiamo alla storia di schiacciare il resto. Questo è uno dei pochi lavori ai quali do il massimo dei voti, e la ragione mette in secondo piano le capacità dei musicisti e i loro stessi strumenti, è che vive della sua luce propria, della sua propria bellezza, che, sopra ad ogni cosa per me, è riuscito a catturare un momento e a conservarlo, illuminando il meglio. Ha un che di magico per me. |
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Io ero rimasto all'ultimo album con un altro vocalist, album notevole, primo tour della loro carriera, poi in seguito ad un incendio dello studio di registrazione di Gary Wehrkamp con relativa perdita di casa e strumentazione varia , se non ricordo male, da qua insomma ne ho perso le tracce! Fu aperta anche una campagna di raccolta fondi, ai limiti della banca rotta! Non vorrei ma forse tutto ciò ha senato la fine della band. |
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Mah il gruppo c'è ma e' congelato. Io ero comunque rimasto al decesso di Mike Baker |
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Ma dello stato attuale della band si hanno notizie? |
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Concordo in parte con Steelminded. Io l'ho preso recentemente conoscendo solo War for Sale/Stiletto in the Sand, perchè era nuovo ad un prezzo buono ad una fiera.... è bello sì, ma un po' troppo lento. 80 ci sta tutto per me! |
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operation mindcrime,perfect simmetry,parallels, beyond daylight ,when day and dream unite ,tyranny,the visitor degli arena ,lasciatemi in un'isola deserta e non voglio altro |
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19
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Album assolutamente fantastico...tra i migliori del genere... c era una volta operation mind crime, parallels,psychedelicatessen, into the everflow, in your moltitude,images and words e un certo tiranny... che tempi... tempi passati...lacrime. 100 |
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io invece dò un 100 a tutti i primi 3,poi da legacy in poi si sono un po riciclati,ma comunque rimangono una grande band,e se li avete visti live lo potete garantire,anche il loro pezzo più commerciale è tale da far invidia ad ogni band che fa aor |
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Per me vive di alto e basso invece, dove i basso prevalgono. Troppo Lentini, troppo teatralismi vacui... I pezzi belli sono belli, stiletto in the Sand, war for sale, mistery... ma altri sono piuttosto mosci, victims, hope for us, Christmas day. Second me i ragazzi hanno fatto di meglio in carves in Stone, Legacy e digital ghosts. Carves in Stone per me è il loro apice, con un 100 meritatissimo. Evviva. |
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voto 100 e non uno di meno,disco spettacolare ( a dir poco ),niente fuori posto,anzi nella mia classifica sta al di sopra di molte altre cose dei DT,lo comprai appena uscito e per mesi non smettevo di ascolarlo ,classe,tecnica,melodie perfette ,tra tutte "mystery" mi entrò in testa da subito ,e poi "new world order" con dc cooper da panico e la lezione strumentale di "stiletto in the sand" e la ipertecnica "Chased",peccato non averli visti in tour con baker farlo per intero |
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Voto 95. E' un grande disco, con delle melodie vocali stupende. Mi ricordo che era piaciuto anche a persone a me vicine non dentro al metal. Lo riascolto sempre volentieri. Gruppo troppo sottovalutato. |
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Assomigliare no, ma certamente alcune assonanza ci sono. Negli assoli è molto presente lo shredding e l'uso del legato e dello sweep, che guarda caso è usatissimo e tipico dello stile alla Petrucci. Poi ovviamente per mille altri motivi si discostano dai DT, però l'impronta tecnica i chitarristi l'hanno presa da lì. |
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Non sono mai riuscito ad innamorarmene più di tanto, forse per l'uso di troppe voci sovrapposte e cori vari, ma ciò non toglie che questo sia musicalmente un disco di alto livello, suonato alla grande e con ottime canzoni. Assomigliavano ai D.T.? Non mi pare proprio... |
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Solo per dire che a mio parere con I DT hanno veramente poco con cui spartirsi. A parte il genere (prog-metal), ma sia lo stile chitarristico che le atmosfere sono davvero molto distanti tra i due gruppi, qui molto più eteree e sognanti. Quindi parlare di somiglianza suona davvero superficiale e forzato. |
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Carved in Stone il loro capolavoro Gals! |
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7
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Ho questo disco ma non riesco a focalizzarlo. Mi piaciucchiava. Mike Baker ottima voce. Dovrò rimetterlo su... |
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quoto rob flemming, prima parte dell'album media, poi diventa favoloso |
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5
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Bellissimo, ed impreziosito da varie collaborazioni (adoro DC Cooper), per me il migliore di questo fantastico ma sottovalutato gruppo, insieme a Carved Stone e al successivo capolavoro Room V...che band!!! |
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questo è un cosiddetto classico, merita da 97 in su minimo.... |
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Per me un classico del genere. Se non diamo 100 a questo disco a chi lo diamo? |
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2
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All'epoca ero " dentro" al prog metal e questo album l'ho divorato. Sicuramente meglio del precedente carved in Stone e uno dei principali punti di riferimento del genere. Purtroppo non lo ascolto da anni comunque anche per me 85 |
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Non parte benissimo in quanto, a mio avviso, War for sale, Out of nowhere e Mistery sono brani un pò troppo stereotipati. Poi il discorso cambia. Hope for us? Broken, I believe, la mostruosa Spoken words ci riconsegnano gli S.G. che tutti noi conosciamo e vogliamo. Un gruppo MERAGIGLIOSO che non ha riscosso i meritati successi. Mi mancano. 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Stiletto in the Sand 2. War For Sale 3. Out of Nowhere 4. Mystery 5. Hope For Us? 6. Victims 7. Broken 8. I Believe 9. Roads of Thunder 10. Spoken Words 11. New World Order 12. Chased 13. Ghost of a Chance 14. Christmas Day
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Line Up
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Mike Baker (Voce) Carl Cadden-James (Voce, Basso, Flauto) Brendt Allman (Chitarra, Voce) Gary Wehrkamp (Chitarra, Piano, Sintetizzatori, Voce) Chris Ingles (Piano, Sintetizzatori) Joe Nevolo (Batteria)
MUSICISTI OSPITI James LaBrie (Voce traccia 8) Laura Jaerger (Voce traccia 10) D.C. Cooper (Voce traccia 11) Paul Chou (Voce traccia 10 e 11)
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