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Vanadium - On Streets Of Danger
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Semplicemente clamoroso. Un disco epocale per l'Italia, con i Vanadium al loro massimo splendore per una performance che su vinile non sarà mai più eguagliata. La band di Pino Scotto era reduce da una serie di LP (Metal Rock, A Race With the Devil, Game Over), che li aveva lentamente, ma inesorabilmente, fatti assurgere al rango di gruppo più importante della scena hahrd'n'heavy italiana e con un seguito notevole anche all'estero, ciò specialmente in Francia, dove questo disco fu registrato durante il tour dell'84, ed anche in Germania.
Profondamente impressa nella mente dei kids di allora la cover, con cinque mani una sull'altra stile tutti per uno su di un piano in legno, e la chiave inglese che spunta da sotto.
All'interno foto ben godibili date le dimensioni dei vinili (nei cd di oggi qualsiasi lavoro di artwork è stroncato dalle ridotte dimensioni a disposizione), ed in quarta di copertina la locandina dei nostri in concerto, ma sopratutto una ragazza avvolta in un completo in pelle nera da non disprezzare affatto. On Streets Of Danger fu in assoluto il primo live hard rock mai prodotto da un gruppo italiano, e già questo gli conferisce un valora storico notevole, in più il video di You Can't Stop The Music fu uno dei primi prodotti nel settore.
La registazione poteva sicuramente risultare migliore con un budget adeguato a disposizione, ma in questo caso contribuisce forse a dare al lavoro quell'aria raw'n'wild che lo permea, perchè dopo il brano già citato (che è un inedito in studio composto per l'occasione, e che, pur essendo una tipica composizione dei Vanadium nulla toglie e nulla aggiunge alla storia del gruppo se non per il video di cui sopra) la scaletta raccoglie quanto di meglio prodotto dai cinque, compatibilmente con lo spazio offerto da un singolo vinile.
La dimensione live inietta cavalli ed ottani nel motore hard rock della band, dando quel piglio più aggressivo che dal vivo contrassegnava Pino & Co e portando tutto il lavoro su un piano più aggressivo rispetto al solito, ed a questo proposito vanno citati i numerosi solos da concerto di Tessarin e Zanolini e varie piccole modifiche che sul palco rendono più gradevoli e nervose le canzoni. Se tutti i musicisti sembrano in splendida forma offrendo prove di assoluto livello, è comunque Pino Scotto (che qui risulta avere un timbro di voce meno roco di quello attuale a causa dell'età più verde) quello che maggiormente si giova dell'atmosfera on stage, in quanto è lì che un animale da palco trova quelle vibrazioni in grado di trasformare un semplice rock singer in una icona; e la sua storia fino ad oggi dimostra -nel bene e nel male- che è questo ciò che lui è, e forse non altrettanto si può dire degli altri membri del gruppo, tranne forse il solo drummer Lio Mascheroni, con lui fino a qualche anno fa nell'avventura Fire Trails. Purtroppo come per tutti i lavori dei Vanadium i masters originali sono andati perduti ed il disco è reperibile solo se qualcuno decide di disfarsene o nei mercatini specializzati, ed è un peccato, perchè molti avrebbero qualcosa da imparare da questi microsolchi.
Puro rock fatto col cuore, oggi sempre più merce rara.
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Rispondo al commento 12 di Fabio con ritardo e ti dico che in merito ai ritocchi è una cosa che sapevo già in quanto vivevo nello stesso quartiere di Steve e lui stesso poi lo racconta a pagina 103 della loro biografia ammettendo che il live non lo volevano fare (fu più che altro Pino a volerlo in quanto non avevano ispirazione per uno nuovo) e che fu ritoccato pesantemente.
Anch'io amo quel disco come la band tutta (infatti ho tutti i loro album tranne il live che chissà a chi lo avrò prestato) e posso dirti che in particolare la voce di Pino (che mi piace moltissimo) non era sempre diciamo al top ma ripeto fu tutto l'album ad essere ritoccato parecchio.
Ma questo dei ritocchi sono in molti ad averne fatti vedi Alive I e II nonché Unleashed dei Judas che infatti fu rinominato unleashed in studio.
Un saluto. |
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sono silver cd normali, ottenuti quindi da stampa non da masterizzazione cd-r. ma sono riversamenti da vinile anche se abbastanza ripuliti e normalizzati nell'audio eliminando le sub-frequenze tipiche dei vinili.
avendo però i vinili originali preferisco l'audio di questi ultimi.
L'unico dubbio ce l'ho su Corruption e Seventheaven che credo invece arrivino direttamente dal master. |
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@Fly 74, ma le versioni su CD non autorizzate (penso fossero stampe Greche) erano CD normali (Silver CD) o dei CD R?
Chiedo perché spesso i bootleg sono dei CD R o per lo meno era così in tanti casi.
@duke, certo, mi pare che fecero così anche le etichette Giapponesi che tipo a fine anni 70 cominciarono a ri-stampare su vinile gli album Prog Italiani dei 70, spesso di trattava di edizioni perfette anche meglio delle originali... tuttavia per quanto riguarda i dischi dei Vanadium non penso che le label Italiane farebbero così , dato che il catalogo della Durium é proprietà di una Major che la rilevò (almeno mi pare di ricordare) |
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Purtroppo non ho mai trovato On streets of danger in cd bootleg non autorizzato ma i primi 4 in studio sì e si sentono bene. |
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....beh,c'e' un vecchio disco degli arcadium di cui i master si erano persi....hanno utilizzato un disco originale in condizioni perfette.....per far uscire il cd.....penso che si potrebbe......con la tecnologia attuale...... |
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@duke, non saprei se sia possibile senza i master... in cd in realtà gli album sarebbero pure usciti, ma sono dei bootleg non autorizzati. |
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...assurdo.....ai signori discografici direi ristampate i loro dischi ........sono tra le piu' belle cose metal prodotte in italia..... |
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E' un po un peccato che oggi i master dei Vanadium della roba Durium quindi da Metal Rock fino a Corruption siano andati perduti e che non sia possibile ristamparli su CD e Vinile (non in maniera ottimale almeno).... |
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Vero, fra l'altro signori musicisti |
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...album da riscoprire.....orgoglio del metal made in italy.... |
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Gyorg: da uno storico estimatore di questo Live, imprescindibile all'epoca x i Rockers italiani (che ce n'erano parecchi): come fai a sapere che è stata rifatta la voce? E' un tuo parere o te lo ha detto qualcuno che all'epoca lavorava alla Durium? A me è sempre parso abbastanza genuino. Passo. |
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Ho sempre amato i Vanadium ed i loro dischi questo è un bel live ed io ero presente il 07.06.1984 al rolling stone di milano. Ciò che però va detto è che tutte le parti vocali di Pino Scotto sono state rifatte in studio in quanto il buon Pino dal vivo non era proprio impeccabile |
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É bello vedere che i Vanadium hanno ancora i loro fans. |
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Questo live racchiude le migliori canzoni che abbia mai ascoltato, il trionfo del Metal Rock, da avere tutti obbligatoriamente . . . se lo trovate ancora. |
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Beh se i vanadium suonassero ancora sarebbero vecchie mummie pure loro. |
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Band sottovalutata,in italia purtroppo tutti si fossilizzano con le vecchie mummie neomelodiche,i vanadium meritavano di piu |
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Per me il disco si merita un 90 bello pieno! ed è da sottolineare la prestazione bella sanguigna e forte di Pino Scotto...davvero un grande frontman,al di la' di quello che è diventato ora..nei vanadium faceva davvero le fiamme! |
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Nello stesso anno usciva live after death dei Maiden,in Terra Inglese;ma noi abbiamo questo on streets of dangers,che si difende benissimo...peccato davvero che questa band,non abbia raggiunto il successo che meritava,che sarebbe stato molto piu' grande |
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Questo live è un fiume di adrenalina. Pino è una belva scatenata, i riff di Steve mi fanno sparar fuori di testa. L' intro e l'attacco di Streets of danger e l'assolo chitarra-tastiera di On fire sono stratosferici. Don't be lookin' back è troppo meravigliosa. Mi sa che ora lo riascolto. |
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Caoplavoro del metal nostrano di quei tempi . |
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Quante volte l ho ascoltato. Capolavoro assoluto. ke tempi!!! |
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Ho questo vinile dai tempi che furono!!! A dir poco è clamorosamente bello, la band è in grande spolvero, ma i Vanadium, all'epoca, sfornavano dischi di assoluto livello internazionale, purtroppo la scena era quella che era, l'Inghilterra la faceva da padrone e gli USA stavano arrivando come un tornado. Da noi in quegli anni un chiodo ed i capelli lunghi erano sinonimo di pessima musica. |
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