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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Vanadium - Corruption of Innocence
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( 5307 letture )
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Ascolto metal da venticinque anni abbondanti, tra i miei primi vinili ricordo Walls Of Jericho degli Helloween in un'oscura edizione canadese (Banzai Records), Somewhere In Time acquistato perché mi piaceva la copertina, Fighting The World dei Manowar perché c'era dentro Carry On e pure Shout At The Devil dei Motley Crue, che mi turbava per la brutta faccia di Mick Mars e la carica erotica piuttosto ambigua di Nikki Sixx, che a me adolescente -così su due piedi, diciamo- sembrava pure una bella ragazza. Tanti anni di militanza non hanno però coinciso, per un destino beffardo cinico e baro, con una conoscenza uniforme, o vagamente esaustiva dell'universo rock: potrei citare a memoria la discografia dei D:A:D (strepitosi a Wacken, a proposito) o tanti testi degli Almighty, disquisire con fare dotto e moderatamente antipatico di Roxy Blue, Tyketto, Little Angels, Motorhead e Love/Hate, ed al tempo stesso esibire il più imbarazzante dei silenzi, come Fantozzi al cospetto della salopette dell'imponente intellettuale Franchino (che fece invaghire la Pina), se mi venisse chiesto di nomi sacri come i Kiss, per fare un esempio, band che suppongo emergente ed alla quale dedicherò il primo ascolto a breve, con tutta l'emozione del caso. Con la stessa colpevole vergogna, ed assicurandomi di premere bene le ginocchia sui ceci, affinché ne rimangano persistenti le impronte sulla carne, il mio destino musicale non ha mai voluto che incrociassi la figura di Pino Scotto e dei Vanadium, eppure nomi storici del metallo nostrano. Il che non è necessariamente un male, dal momento che l'ascolto e la valutazione di Corruption Of Innocence potranno avvenire in un clima asettico da reparto di malattie infettive, scevro di considerazioni sulla personalità straripante del personaggio ospite di Chiambretti, o negli studi di Rock TV.
Giusto per contestualizzare, la band si forma a Milano nel 1980 per volontà di Stefano Tessarin (chitarra), che chiama a sé Ruggero Zanolini (tastiere), Domenico Prantera (basso), Lio Mascheroni (batteria) e quel Pino Scotto di cui sopra alla voce. Nonostante le difficoltà legate alla promozione di un genere musicale che, soprattutto nel nostro Paese, era ancora ben lungi dall'essere sdoganato, il gruppo otterrà buoni riscontri in Italia come all'estero, grazie alla commercializzazione di otto album, uno dei quali dal vivo (On Streets Of Danger). Corruption Of Innocence rappresenta un ideale di giro di boa nella discografia dei Vanadium e parte subito con il piede giusto: bastano infatti le pettinature dei cinque, fotografate in copertina, per suscitare il primo, nostalgico brivido nel cuore dell'ascoltatore. Venendo alla musica, Backbone Of Society sembra un demo degli Skid Row con la sua ritmica incalzante di stampo squisitamente metal (Deep Purple, Thin Lizzy, Uriah Heep, Black Sabbath e Judas Priest sono tra le influenze più citate), il basso di Mimmo Prantera in bella e mediterranea evidenza e la voce di Scotto come non me la sarei aspettata: la tonalità è infatta acuta ma senza risultare fastidiosa, pulita ma espressiva, e tutto fila -compreso il bell'assolo di chitarra, che ritroveremo- come un motore ben oliato. Minuto dopo minuto, il disco trova una sua dimensione italiana grazia alla chiara propensione melodica, all'affaccio progressivo delle tastiere ed a testi per la maggior parte romanticamente disimpegnati ("You gimme so much of your love"): nonostante si arrivi di rado al ritornello propriamente travolgente, l'ascolto dell'album si rivela piacevole lungo tutta la sua durata (trentacinque minuti), grazie ad una serie di cliché heavy montati ad arte per formare un unicum dinamico e coerente. Le vette raggiunte dai Vanadium in questo disco hanno meno a che fare con originali capacità compositive o slanci particolarmente creativi, ma sono piuttosto i momenti nei quali il gruppo suona più coeso, veloce e meglio arrangiato: il finale di Down'n'Out scorre impetuoso col suo intrecciarsi di ritornelli, ritmiche ed assolo di chitarra, e basta abbandonarsi alla corrente per percepire quali siano le coordinate stilistiche sulle quali i cinque riescono ad esprimersi meglio. Ritroviamo lo stesso effetto, la stessa soddisfacente pienezza, nell'assolo della malinconica Corrupted Innocence, nella semplicità radiofonica di Dangerous Game (tra gli episodi migliori e meno pretenziosi, con i suoi cantabilissimi tre minuti e trenta di durata) così come nelle suggestioni seventies del suono Hammond di Talk Of The Town: peccato invece per i cori, spesso nascosti e debolucci, che avrebbero potuto regalare a certe occasioni una più efficace, maschia incisività. La band di Milano, lungi dal voler inventare qualcosa di nuovo, trova quindi nei migliori momenti di affiatamento il suo maggiore successo: senza mai cedere il passo, la tracklist scorre uguale a se stessa (complice anche un'interpretazione vocale monocorde) con una coerenza testarda che previene il compimento di passi falsi e, prima che ci ubriacassimo di contaminazioni, costituiva probabilmente tra i pregi del disco. L'unica deviazione dalla (retta) via è costituita dalla ballad Images che, a riprova di quanto detto, porta i cinque su un terreno a loro meno congeniale: la canzone non è sorretta da una melodia abbastanza forte, e si avverte come sia la chitarra rassegnata di Tessarin a sobbarcarsi il compito di tenere in vita il malato con frequenti iniezioni di ritmica ed assoli.
Riascoltando i Vanadium con le orecchie del 1987 si ha la confortante sensazione che anche il Belpaese potesse avere qualcosa da dire, all'epoca: Corruption Of Innocence è infatti un disco di respiro internazionale, americano in particolare, perfettamente alla pari delle più blasonate produzioni inglesi, tedesche ed olandesi ad esso contemporanee: registrato in provincia di Novara e mixato a Hollywood, dirompente come poteva esserlo l'heavy metal in quegli anni, tirato e convinto, l'album che mi ha fatto conoscere la band e Pino Scotto si dimostra ancora coinvolgente per la forza con la quale crede nelle sue nove canzoni, e la passione indomabile con la quale un vecchio vinile, magari pieno di graffi, può continuare a suonarle.
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Questo è l'unico album che non mi piace, la voce di Scotto qui la trovo troppo forzata e fastidiosa, peccato perchè le song e le linee vocali sono ottime. Mentre invece il successivo Seventheaven è un disco da paura, non so perchè ma le prime volte che lo ascoltavo mi ricordava un pò i Bee-Hive  |
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Due anni fa ho trovato il Vinile in un piccolo negozio, nuovo e incellofanato. Praticamente dei fondi di magazzino degli 80 e questo album ha più o meno la mia età
Mi piace abbastanza questo disco, qui cercarono molto di riprendere i suoni USA da classifica, un mix tra l'AOR e il Hair/Glam Metal di quel periodo. |
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Io ho quasi tutto dei Vanadium in cd. Fino a Corruption of innocence sono una riproposizione dei dischi della Durium suppongo non ufficiale e non autorizzata, a parte il live On streets of danger che in cd non l'ho trovato e mi sa non esiste neanche tarocco. Gli ultimi 3 cd invece sono originali e in qualche mercatino li trovo ancora, a parte Seventheaven che oramai è rarissimo in cd. |
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A no, io al massimo i Pink Floyd... e già faccio fatica. Oltre non vado... |
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@Steelminded effettivamente ho una bella collezione di migliaia tra Vinili, Cassette , e CD, ma scommetto che se te la facessi visionare , resteresti "schifato" da molti titoli, in quanto ascolto veramente di tutto. Passo da Bach a Cristina D' Avena. E non scherzo , e non me ne vergogno!  |
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Grazie klostri. Assolutamente, è un peccato che non escano qualche riedizione... io li adoro tutti fino a questo. Possibile che nessuna casa sua interessata? Holly Roger? In ogni caso, complimenti per la tua collezione  |
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@Steelminded. Che sappia io no, ho i vinili e le music - cassette. Sarebbe bella una riedizione in CD di questa band , soprattutto Game Over, On Streets of Danger e questo. |
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Scusate, ma questo fantastici lavoro dei vanadium non sono mai stati pubblicati in compact Disc? |
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Un bel dischetto! Niente di nuovo per l'epoca ma tanta grinta! |
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Mi piace più la recensione di Marco che non il disco; godibile ma nulla più. Ovviamente preferisco i Vanadium 'europei'; qui, con il sostanzioso aiuto di Jim Faraci, spostano il tiro sull'american metal; Pino sembra David Coverdale nelle pose di copertina ma non riuscì ugualmente a trombare Tawny Kitaen e tornato in Italia scrisse 'Lo Scotto da pagare'. PS: l'unico disco in questo periodo che reputo ottimo, in materia di American Metal a faccia tricolore, è 'Downtown Dreamers' di Masi |
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Andrò un pochino controcorrente (forse) bel disco per le musiche, cantante sopravvalutato (indipendentemente dalla pantomima che è adesso) |
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Buon disco ma nettamente inferiore ai precedenti e soprattutto allo stupendo Born to fight. Quando lo comprai all´epoca mi spiazzó un pó per il cambio di direzione musicale improntato all´hard rock americano, ma con il tempo sono riuscito ad apprezzarlo. Quelli precedenti sono tutti ottimi mentre Seventh heaven è davvero brutto. |
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vogliamo la recensione di seventheaven grazie |
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Presente,chi ha detto Trombeur des femmes. Ma la finite di fare i romanticoni e parlate di musica....comunque ottimi ricordi con questo disco. |
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Metal maniac, non prendere per il culo, io sono un somaro come ce ne sono tanti in giro, il mio era un discorso riguardante oltre 25 anni di vita sregolata, dio b..a e comunque le poche che ho amato davvero le ricordo io (la stragrande parte delle gnocche mi ha sempre detto di andare a dar vial il culo)....l'ho scritto che sono un romanticone di merda eh? Non mi vergogno, questo disco mi dà tanti ricordi a riguardo, heheh... |
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lambruscore, ma sei proprio un tombeur des femmes! ma quante donne hai avuto? meglio di rocco siffredi!  |
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Sarò un romantico del cazzo, ma molte volte con le signorine che ho amato mettevo su in macchina Gimme so much (of your love...) poi alla fine ci rifugiavamo in qualche bar o pub e tutte le belle parole finivano inevitabilmente con litigate, tipo: ubriacone di merda, (calci o schiaffi presi sempre da me, io non mai toccato una donna) vuoi solo trombare, ma erano quasi sempre loro ubriache.... |
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Ogni volta che penso ai Vanadium mi viene una rabbia perche' questi 5 ragazzi avevano tutte le carte in regola per competere con le bands che all' epoca giravano in Europa e negli States ma purtroppo hanno avuto la sfortuna di nascere in Italia e in quel periodo non c'era spazio per capelloni borchiati.....rimane solo una grande amarezza accentuata ancor di piu' dai deliri televisivi del sig. Scotto. |
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Oggi a rock tv il Pino nazionale l'ha detta un'altra delle sue. parlando della morte di Jon Lord "il Maestro" ha detto che i Deep Purple sono una tribute band del duo Lord Blackmore. Comunque in questo disco i Vanadium fecero un buon lavoro ed anche Pino! |
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Eh vexis... hai ragione da vendere.  |
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Dici bene vexis...come non quotare il tuo post! |
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grande rispolvero e grandi Vanadium! qui è quando Pino Scotto era qualcuno... e non il coglione che è adesso. |
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Molto buono, ma a mio modesto parere non è il migliore dei Vanadium. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Backbone Of Society 2. Down'n'Out (Broken Inside) 3. Gimme So Much 4. Corrupted Innocence 5. Winds Of Destruction 6. Talk Of the Town 7. Images 8. Dangerous Game 9. Over The Limit
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Line Up
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Pino Scotto (Voce) Steve Tessarin (Chitarra) Mimmo Prantera (Basso) Ruggero Zanolini (Tastiere) Lio Mascheroni (Batteria)
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RECENSIONI |
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