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Vanadium - Nel Cuore del Caos
09/04/2022
( 1875 letture )
Il canto del cigno definitivo dei Vanadium. Questo è Nel Cuore del Caos, album del 1995 frutto di una insperata quanto effimera reunion susseguita allo scioglimento di cinque anni prima.
Tra le migliori e più acclamate realtà del panorama metal italiano, la band milanese sembrava destinata negli anni ottanta ad una lunga e fulgida carriera, costellata da veri e propri classici come Game Over, A Race with the Devil, On Streets of Danger. Il malaugurato fallimento della storica etichetta Durium e il successivo passaggio alla piccola Green Line fecero da base per lo scarso successo dell’album Seventheaven che, in concomitanza con le presunte diatribe fra i componenti del gruppo, portò alla definitiva rottura. Nel mezzo della sua carriera solista, Pino Scotto riuscì a convincere gli altri membri a registrare un ultimo album in lingua italiana; il risultato, Nel Cuore del Caos, venne definito qualche tempo dopo dagli stessi artisti come un passo falso, valutazione parzialmente erronea e probabilmente causata da stagnanti ruggini e dissapori.

Il disco, nonostante la botta inizialmente spiazzante e un po’ traumatica del cantato in italiano, possiede diversi aspetti positivi. La produzione è più che dignitosa, certamente migliore di alcuni episodi passati e riesce a ben valorizzare l’approccio quasi esclusivamente hard rock che caratterizza la tracklist. La struttura delle canzoni è meno complessa rispetto al passato, in generale più melodica. Le tessiture di chitarra di Stefano Tessarin si mantengono di alto livello, tendendo talvolta al blues, ad esempio in Piazza San Rock, o alla ballata di stampo più folk, come in Ancora on the Road. I passaggi di tastiere alla Jon Lord, a cura di Ruggero Zanolini, fanno costantemente sentire la loro presenza e innalzano notevolmente il valore dei brani. Le sonorità metal di vecchio stampo si avvertono principalmente in Nero Sogno Grunge, non a caso uno dei pezzi migliori, nel quale un graffiante Pino Scotto sfodera la prestazione più significativa dell’album in un contesto generale non sempre convincente. Il testo è una chiara condanna verso il grunge e il suo stile di vita, con evidente riferimento, nel ritornello, al suicidio di Kurt Cobain. Nel Cuore del Caos è un disco che sale con gli ascolti; canzoni apparentemente innocue e orecchiabili come Stivali con le Ali e come la stessa title track passano da una quasi totale indifferenza all’insinuarsi in testa in modo stabile. C’è spazio anche per un paio di dignitose ballad, di cui la più riuscita è indubbiamente Il Mondo di Lù. Il vantaggio dei testi in italiano (scritti dal pittore e fidato paroliere del vocalist, Norman Zoia, da una cui tela è tratto il nome dell’album) si traduce in una maggiore poeticità degli a volte spinosi temi trattati. Si spazia da Tangentopoli (in Come il Piombo), tema di grande attualità nei primi anni novanta, alla tragica vita nei bassifondi di un adolescente ne Il Mondo di Lù, o ancora al disperato degrado di Nel Cuore del Caos, infine all’omaggio a Rudolf Nurejev in Vodka e Luna.

Estremamente sottovalutato da pubblico, critica e dagli stessi musicisti, Nel Cuore del Caos passò quasi inosservato e portò inevitabilmente al definitivo scioglimento dei Vanadium. È evidente che il progetto non nasceva sotto i migliori auspici e, benchè in esso vi sia indubbiamente del buono, non siamo davanti ad un grande disco. Alla fine dei conti è un ascolto che di certo non difetta in coerenza e che merita di essere approfondito anche perché cantato quasi totalmente in italiano (a parte l’ultima traccia Summer of ’69, cover di un pezzo di Bryan Adams), aspetto quest’ultimo destabilizzante in partenza ma in realtà vero valore aggiunto. Va altresì sottolineato come tale uscita non abbia aggiunto molto alla storia di una band cardine del panorama nostrano, occorre tuttavia ribadire che da qui ad essere definita mediocre ne passa eccome. Dopo tutto ciò le vicende dei Vanadium si esaurirono, con il solo Scotto capace di rimanere sulla cresta dell’onda, più che altro come personaggio televisivo, e con gli altri componenti impegnati in progetti abbastanza underground. Amata da molti, detestata da alcuni e troppo spesso criticata, va riconosciuto alla band milanese di essere stata fra le portatrici (probabilmente la principale) dell’heavy metal in Italia, in un periodo nel quale questo genere non veniva neanche nominato, le TV non ne parlavano, la stampa men che meno, preferendo piuttosto andare alla ricerca di presunti rocker che con il vero rock poco avevano e hanno a che fare. E quel periodo purtroppo lo stiamo ancora vivendo.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
81.32 su 67 voti [ VOTA]
Lele 13,5 DiAnnṏ
Sabato 7 Maggio 2022, 20.39.57
10
Voto lettori bassino. Chi vota l’ha ascoltato?
Riccardo
Sabato 16 Aprile 2022, 10.36.33
9
Non sono un grande fan dei Vanadium, ma l'ho sempre trovato un buon disco. Arrotonderei la valutazione a 75. Peccato lo scioglimento finale. Avrebbero potuto dare ancora molto.
brus
Mercoledì 13 Aprile 2022, 15.48.28
8
probabilmente hai ragione ,soprattutto dal vivo Pino era un pò scarso però su disco era obiettivamente molto azzeccata la sua voce. La controprova ce l'ho avuta sui pezzi dei Vanadium con il cantante dei Rustless(progetto di Steve, Ruggero e Lio) molto dotato tecnicamente ma non mi piace per nulla , molto meglio Pinone
Diego75
Mercoledì 13 Aprile 2022, 14.33.37
7
Ho sempre pensato che questa band per l'ottima caratura dei musicisti ha solo commesso un errore...dovevano cambiare cantante...avevano già risolto il70% di tutti i loro problemi ....e avrebbero fatto veramente strada all'epoca!....capisco la buona volonta' di Pino....ma non mi sembra che nemmeno all' epoca avesse avuto chissa' quali qualita' canore....piu' che altro interpretava la parte del cantante sul palco!....obbiettivamente penso che in una citta' come Milano trovarne uno meglio di lui non sarebbe stato un problema. So che molti di voi mi manderanno al bagno...ma ho sempre pensato questo sui Vanadium!
Lele 13,5 DiAnnṏ
Martedì 12 Aprile 2022, 9.33.48
6
Per come la vedo io, non so se sarete d’accorso, i Vanadium hanno sempre 2 o 3 pezzi eccellenti in ogni album, ma non hanno mai rilasciato un disco convincente dall’inizio alla fine
Mauro Paietta
Lunedì 11 Aprile 2022, 16.47.27
5
comprato all'epoca in cassetta e visti dal vivo, disco che all'epoca mi piaceva, ma che in effetti non ritengo memorabile, ne conservo comunque un bel ricordo e sopratutto ritengo una scelta coraggiosa per il cantato in italiano ed una fotografia del periodo.
Aceshigh
Domenica 10 Aprile 2022, 20.02.31
4
Disco carino che, come dice il recensore, non aggiunge nulla a quanto fatto dai Vanadium negli anni ‘80, con album che per me gli sono tutti superiori (A Race With The Devil il mio preferito). Voto 70
Warrior63
Sabato 9 Aprile 2022, 23.15.41
3
Per me grazie vanadium.visti suonare tante volte,anche davanti a una decina di persone,ma sempre senza risparmiarsi.a me questo album piace e parecchio....e c'era un grande soul...in queeel bllueees.... grazie ragazzi
Lele 13,5 DiAnnṏ
Sabato 9 Aprile 2022, 17.55.29
2
Visti dal vivo proprio nella tournee di questo album. Summer of 69 in concerto veniva proposta in italiano, sul disco è in inglese per una mancata autorizzazione degli autori, almeno così ricordo... Voto condivisibile
cujo
Sabato 9 Aprile 2022, 12.42.52
1
l'ultimo dei rustless comunque per me e' bellissimo come gli altri del resto e dal vivo i vecchietti spaccano ancora
INFORMAZIONI
1995
NAR
Hard Rock
Tracklist
1. Nel Cuore del Caos
2. Nero Sogno Grunge
3. Come il Piombo
4. Stivali con le Ali
5. Il Mondo di Lù
6. Sono Sotto Shock
7. Piazza San Rock
8. Vodka e Luna
9. Ancora on the Road
10. Summer of ‘69
Line Up
Pino Scotto (Voce)
Stefano Tessarin (Chitarra)
Ruggero Zanolini (Tastiera)
Mimmo Prantera (Basso)
Lio Mascheroni (Batteria)
 
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