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Shrapnel - The Devastation to Come
( 2462 letture )
Il thrash non è mai morto. I britannici Shrapnel ne sono convinti, nessun dubbio. Nati con il dichiarato intento di movimentare la pressoché inesistente scena metal della città di Norwich e con il proposito di allacciarsi in modo diretto ai grandi della scena ottantiana, gli inglesi sfornano nel 2010 il proprio secondo EP The Devastation to Come. Il risultato è una roboante cinturata sui denti.

Nessuna paura e dritti al punto. I cinque danno un perfetto showcase della propria etica con la scassabudella opener dell’EP Eternal War, una bomba thrash che si avvicina paurosamente ai momenti più intensi dei maestri del genere. Il brano presenta un menu completo di thrashaggine di alto profilo: velocità, tecnica, passione, tensione emotiva, eccellenti riffs supersonici, un buon ritornello (con tanto di urlaccio di gruppo, come da tradizione). Gli Shrapnel si segnalano da subito come band di livello superiore (non a caso sono entrati a far parte della scuderia della Candlelight Records, con cui hanno pubblicato un ottimo LP d’esordio a inizio 2014), dotata di un’alchimia eccellente e di un suono ben definito e ponderato. La voce fradicia di Hadley è adattissima per il piglio furioso del gruppo; oltretutto, a volte ricorda quella di Tom Araya, cosa che di certo male non fa. Agli Shrapnel, in ogni caso, non manca nulla. L’intera sezione strumentale è di elevata qualità: i due chitarristi Sadd e Martin incrociano le asce a velocità supersonica senza mai perdere il manico, il basso di Abbott lavora su linee convincenti e ficcanti, la batteria di Jackson vortica al ritmo delle pale di un elicottero. L’ispirazione musicale degli Shrapnel giunge chiaramente dai giganti del thrash americano del quinquennio 1985-1990, con un’attenzione particolare riservata alle sonorità confinanti con il death (Slayer e Possessed su tutti). La band cita tra i propri riferimenti principali, tra gli altri, Testament, Overkill e Megadeth. Il secondo brano del disco, Toxic Slaughter, poggia un’altra gigantesca pietra sul sentiero della distruzione. Di nuovo più che positivo il lavoro delle due chitarre, affiatate ed efficaci sia sulle sezioni più furenti, sia sugli stacchi marziali, sia sui soli a velocità sostenute. Un plauso anche alla produzione (opera dello scafato Russ Russell), che mette bene in risalto tutti gli strumenti, senza spuntare le affilatissime lame impugnate dagli Shrapnel. Piccolo passo indietro con il terzo brano Comatose, che risulta essere leggermente fuori dalle corde del gruppo. Il ritmo rallenta, l’arpeggio iniziale ricorda addirittura quello di Enter Sandman dei Metallica, e il suono, purtroppo, si fa meno corposo. La voce monocorde di Hadley, adattissima alle songs più dirette, diventa quasi deleteria in un brano come questo, che richiederebbe maggior pathos. La sezione strumentale perde a propria volta d’intensità, ma ritrova convinzione nella parte finale della canzone, decisamente più arrembante. Giusto in tempo per il brano finale dell’EP: Hammer Blow. Una martellata, né più né meno. Qui gli Shrapnel tornano sui territori paludosi delle prime due tracce e sfogano di nuovo tutta la propria furia, regalando un degna conclusione all’EP. Hammer Blow esplora sonorità se possibile ancor più contorte e acide dei due pezzi d’apertura, dando ugual spazio all’ira e alla tecnica. Il risultato è più che soddisfacente.

Difficile trovare difetti consistenti a questa uscita. Un piccolo appunto andrebbe mosso all’eccessiva somiglianza reciproca dei tre pezzi più rapidi, ma sono finezze. Peccato che l’esperimento più “melodico” non sia riuscito del tutto. Un plauso invece alla personalità mostrata dagli Shrapnel: ricalcare il sound dei maestri del thrash è impresa complicata, ma non impossibile, emanciparsi da tali maestri è faccenda ancor più complessa, affare per pochi eletti. Gli Shrapnel ci sono riusciti, grazie a un mix di talento e onestà intellettuale. Resta da vedere fino a dove saranno in grado di spingersi.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
95.5 su 2 voti [ VOTA]
dario
Domenica 14 Settembre 2014, 7.13.18
8
@Jek: forse l'avevi "accennato" qualche volta ! Ahahahahah......grande jek, così si fa
Lizard
Sabato 13 Settembre 2014, 22.52.11
7
Ahhahaha ma no... ben venga anzi
jek
Sabato 13 Settembre 2014, 21.00.07
6
@Lizard dici che sono stato un po' troppo insistente
Lizard
Sabato 13 Settembre 2014, 20.48.23
5
In effetti jek non ce lo avevi fatto notare finora arriva arriva!
jek
Sabato 13 Settembre 2014, 20.44.08
4
Anch'io non ho questo EP ma il disco uscito all'inizio dell'anno è a mio avviso e tra i più bei dischi thrash del 2014. Meriterebbe una recensione.
AL
Mercoledì 10 Settembre 2014, 8.42.05
3
Lo farò mio prestissimo. grande gruppo.
enry
Mercoledì 10 Settembre 2014, 6.39.05
2
Questo ep mi manca, ma le attese che si erano create sono state ripagate con il primo full di inizio anno, devastanti ma con intelligenza, recuperano il sound delle più feroci band thrash degli '80 ma lo fanno con personalità. Nel marasma retro-thrash degli ultimi 4-5 anni con un ep e un full si sono subito ritagliati il loro spazio. Band da tenere in forte considerazione soprattutto per i fans del genere.
Lizard
Martedì 9 Settembre 2014, 23.31.20
1
Ricevuto in omaggio dalle loro mani durante l'Hellfest del 2010. Poco da dire, spaccano alla grande.
INFORMAZIONI
2010
Autoprodotto
Thrash
Tracklist
1. Eternal War
2. Toxic Slaughter
3. Comatose
4. Hammer Blow
Line Up
Jae Hadley (Voce)
Nathan Sadd (Chitarra)
Chris Martin (Chitarra)
Darryl Abbot (Basso)
Simon Jackson (Batteria)
 
RECENSIONI
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