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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Satyricon - The Shadowthrone
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( 8285 letture )
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E' sera. Ormai quasi notte, per la verità. Il sole ha ormai portato con sé nelle viscere della terra anche gli ultimi raggi della sua luce e l’ultima oncia del calore che emana, per quanto nel luogo dove ora vi trovate esso assomigli più ad un pallido tepore. Un silenzio irreale vi avvolge, man mano che l’oscurità stende il suo sudario sul paesaggio che vi circonda. Poi, ad un certo punto, lo udite. Un grido feroce lacera le tenebre e penetra a fondo nella vostra anima. Allora capite che no, non siete soli in quel luogo tetro, d’aspetto solenne eppur maledetto. La foresta che vi circonda riecheggia di una guerra dichiarata eoni fa, un conflitto che segnò la struttura stessa della nostra realtà. La guerra di Satana contro Dio, Suo Figlio e le Sue schiere. Uno scontro mortale che risuona nelle gelide note di Sigur Wongraven, in arte Satyr, mastermind dei Satyricon.
E' suo, quel grido terribile che riduce in polvere le vostre orecchie e squarcia il silenzio: Kampen mot Gud og Hvite Krist er igang! La battaglia contro Dio ed il Bianco Cristo ha inizio! Di lì in poi, capite che il viaggio è senza ritorno: le tenebre sono il vostro luogo di arrivo, il vostro luogo di partenza ormai non conta più nulla ed i vostri maestri di cerimonia sono loro, una delle band storiche del black metal norvegese. Prima di sperimentare contaminazioni elettroniche, il sound dei Satyricon ha incarnato tutta la potenza, la violenza, sia musicale che lirica, ma anche la grazia e la gelida bellezza di uno dei generi più estremi al mondo; The Shadowthrone, risalente al 1994, è uno dei capolavori non solo della band, ma dell’intero movimento ed è secondo, per quanto riguarda Satyr e soci, al solo, definitivo e maestoso Nemesis Divina Eppure, anche questo album fa venire i brividi a distanza di anni, per l’irresistibile connubio creato dai tre musicisti scandinavi: Hviste Krists Dod, la traccia che inaugura l’album ed il cui urlo terrificante dà il via all’oscuro viaggio, si muove fra chitarre affilate come rasoi, ma anche attraverso tastiere gotiche e maestose, sormontate dallo scream malevolo del singer. Il testo, come detto, è di una blasfemia con pochi eguali e, per quanto forse datato a risentirlo a distanza di tanti anni, mantiene intatta la sua forza nonostante l’inevitabile barriera linguistica (o forse dovremmo dire proprio grazie ad essa?). In the Mist by the Hills si mette in mostra anche per le ossessive, ma intriganti linee di basso, che contribuiscono a creare un sottofondo ripetitivo e, appunto, ossessivo, quasi una nenia, intonata con la consueta malvagità dal frontman della band. Da notare che nessuna delle due tracce finora analizzate presenta la classica batteria velocissima e le sfuriate tipiche del classico black metal (quello alla Immortal, per intenderci), ma anzi esse dimostrano maggiore attenzione per la melodia e le atmosfere. Più veloce è invece la magnifica Woods to Eternity, a sua volta però nobilitata da tastiere che arricchiscono la proposta musicale dei Satyricon; poche band, all’interno del black metal, hanno mostrato maggior apertura mentale di quella di Satyr e Frost (negli ultimi anni, forse anche troppa) e questo è un ulteriore aspetto che va a loro favore. Vikingland, altro masterpiece del gruppo, gioca sul contrasto fra lo scream del singer ed un lugubre, ripetitivo coro, caratterizzandosi inoltre per improvvisi cambi di ritmo dettati tanto dalla chitarra, quanto dalla batteria. Dominions of Satyricon, altra traccia simbolo della band, si fa nuovamente notare per la varietà di soluzioni, portate avanti abilmente dai musicisti, oltre che per la sua lugubre, ma al tempo stesso maestosa atmosfera; inoltre, verso la fine, il black più puro emerge in tutta la sua violenza, cogliendoci quasi di sorpresa. Si tratta, per certi versi, di un’anticipazione di quando si udirà sul successivo album, quella Mother North che è uno dei simboli dell’intero black metal. The King of the Shadowthrone, ennesima perla, presenta addirittura una chitarra acustica verso la fine, che creano una conclusione di eccezione per un brano che anche nelle parti più pesanti offre il meglio di quanto i Satyricon ci possano regalare. A chiudere, le tastiere di I En Svart Kiste ci fanno accomiatare dalla band con note nuovamente lugubri, ma non per questo meno belle.
Inutile girarci attorno: spesso la parola viene usata a sproposito, ma in questo caso lo sproposito sarebbe tenerla da parte: The Shadowthrone è un capolavoro: freddo,oscuro, gelido, eppure magnifico, teatrale, maestoso. La sua apparente semplicità colpisce all’inizio grazie alla violenza sonora, ma ascoltandolo più volte non è difficile penetrare più a fondo nella musica di Satyr e Frost, qui affiancati anche da Samoth degli Emperor; immergetevi anche voi nelle gelide atmosfere dei Satyricon, nutritevi avidamente tanto delle ombre, quanto delle fioche, ma vivide luci che avvolgono The Shadowthrone. Non sarete più gli stessi, ma non vi pentirete di aver intrapreso questo viaggio.
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Piccola rettifica: per quanto riguarda \"uno dei pezzi più gelidi, epici, graffianti e trionfali del black norvegese\" mi riferivo in realtà a \"The King Of The Shadowthrone\" (che è sempre stata la mia song preferita di sempre dei Satyricon), invece ho citato per sbaglio il pezzo che lo precede! Quel \"I am spirit, I am stone, and I am immortal\" alla fine mi mette dei brividi infiniti!!! |
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Il secondo capolavoro dei Satyricon, e personalmente anche il mio preferito, lo sè sempre stato fin dalla primissima volta che lo ascoltai! \"The Shadowthrone\" segue fedelmente il mood oscuro, raw, gelido del debut, in un black metal feroce, tagliente come il vento del nord, ed incorpora allo stesso tempo delle atmosfere epiche, suggestive e trionfali che saranno portate poi alla maestosità di \"Nemesis Divina\". L\'aria della Norvegia che si respira in questo masterpiece è unica, questo album è un grido feroce e selvaggio dello spirito ancestrale vichingo contro la dominazione della cristianità, un eroico tributo allo spirito pagano che muove guerra contro Dio! E i pezzi contenuti sono lì a testimoniarlo... dal manifesto \"Hvite Krists Død\", a \"Woods To Eternity\", da \"Vikingland\" a \"Dominions Of Satyricon\" (uno dei pezzi più gelidi, epici, graffianti e trionfali del black norvegese), fino alla maestosità dell\'ultima \"In En Svarte Kiste\", una delle composizioni ambient più suggestive e monumentali di sempre, da brividi!!). Colosso del black metal norvegese...pagano, vichingo, anticristiano! Emozioni e pelle d\'oca ad ogni ascolto! |
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della trilogia d'oro è quello che ho sentito di - . Gran disco anch'esso , dei Satyricon mi piace anche Rebel Extravaganza . |
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Samoth prima di andare in galera nel 94 suona con: Ildjarn, Arcturus, Gorgoroth, Burzum, Arcturus, negli ZyklonB e qui nei Satyricon. Ovviamente Emperor e prima Thou Shalt Suffer. |
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Dei primi Top Three, per me il migliore. |
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Nei primi anni 90 Samoth era una specie di "uomo ovunque" del Black... suona qui e anche su altri dischi non degli emperor se non ricordo male. |
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come tutti i platters partoriti dall'infernale inner circle e' un capolavoro del genere.. nn e' una coincidenza che il norvegian black metal ha avuto gruppi validi provenienti da tutta norvegia ma solo questa manciata di gruppi delle stesso paese quartiere locale ha scritto la storia ....voto 93 |
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20
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Scorre da solo. Puro come acqua. Caldo come il sangue. Grande come l'immaginazione. Splendido come lo scintillio di una penna che ha scritto una irripetibile pagina di musica immortale. Il culto può mai avere un voto? |
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19
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I primi tre sono complessivamente tra le cose più belle uscite in quegli anni in ambito black. Credo che la preferenza data all'uno piuttosto che all'altro album è alla fine solo un discorso di gusti, di empatie... Comunque una tripletta che non può mancare negli ascolti di chi ama il metal estremo (ma non solo forse)... |
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Per me questo è migliore di Nemesis Divina( che adoro). Hvite krists Dod è uno dei miei brani preferiti di sempre. Album che ho ascoltato sino allo sfinimento.. |
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Grandissimo album, a mio avviso superato solo dal successivo. Comunque sia i primi 3 album dei Satyricon hanno tutti un fascino speciale, testimone di quell'età dell'oro del black metal. Voto 90. P.s.: ho notato solo io che l'inizio di Dominion of Satyricon è la citazione di uno dei temi del Primo Movimento dell'Italiana di Mendelssohn? :-o |
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Certi album sono come il Vangel...ah no l'Edda....!!! Sacri..... |
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15
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Mi ha preso meno dell'esordio sebbene The King Of The Shadowthrone sia comunque un grandissimo pezzo. |
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Album stupendo! Per me il voto è 100, lo stesso a Dark medievale times e Nemesis divina. Capolavori del black' |
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13
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Scegliere il migliore del trittico iniziale è impresa ardua.. capolavoro assoluto.. |
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11
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Checchè se ne dica gli album usciti da certe band in determinati periodi andavano aldilà della musica. Capolavoro. |
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Checchè se ne dica gli album usciti da certe band in determinati periodi andavano aldilà della musica. Capolavoro. |
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9
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I primi album di questa band sono autentici capolavori. Gran talento veramente nel comporre e suonare una musica estremamente coinvolgente dal messaggio ferale, oscuro e maestoso |
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8
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disco fantastico, sicuramente tra i migliori del genere. |
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7
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Il bello e che questi sono convinti di essere tutt'ora una buona band.Riguardo a questo lavoro un 90 e d'obbligo. |
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Il secondo episodio di una superlativa trilogia. The Shadowthrone è un capolavoro indiscutibile ma, per gusto personale, preferisco sempre il mefitico Dark Medieval Times, eccezionale nella sua epica essenzialità! Segue a ruota il trono ombra e, al terzo posto, l' acclamatissimo Nemesis Divina. Solo questione di sfumature comunque, tutti e tre superano abbondantemente il 90. |
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5
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Assolutamente un ottimo album, da annoverare nei classici del genere! Anche se, in confronto ad altre uscite di quell'anno come "Hvis lyset tar os", "Transilvanian hunger" e "De mysteriis dom sathanas", non ci sono paragoni.. |
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4
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Per quel che mi riguarda una pietra miliare superata solo da Nemesis Divina...95 tutti meritati! |
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3
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A quanto pare oggi solo album da 95, meglio così, per me questo è il loro capolavoro, reso grande soprattutto dall'atmosfera. |
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2
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...Un grande album che dipinge alla grande il gelido black norvegese di quello spettacolare periodo storico per il genere (tra l'altro proprio nel 1994 grandi uscite)...L'ultimo scalino che portera al masterpiece Nemesis divina...Condivido e apprezzo l'ottima recensione...Volevo sottolineare i migliori brani ma ricordando la scaletta sono tutti spettacolari. Non so neanche che voto dare...mi sembra ingiusto!! |
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1
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Il secondo dei tre capolavori dei Satyricon, un viaggio epico nella parte più oscura e maligna del medioevo...90 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hvite Krists Død 2. In the Mist by the Hills 3. Woods to Eternity 4. Vikingland 5. Dominions of Satyricon 6. The King of the Shadowthrone 7. I En Svart Kiste
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Line Up
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Satyr (Voce, Chitarra, Tastiere) Samoth (Chitarra, Basso) Frost (Batteria)
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