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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3539 letture )
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Quando si parla degli Y&T è probabilmente fin troppo scontato parlare di gruppo che ha raccolto meno di quanto meritasse, ma in questo caso è semplicemente proprio ciò che è accaduto loro. Autori di almeno tre o quattro album di eccellente livello e altrettanti discreti e di mestiere, i ragazzi di Dave Meniketti non hanno però mai realmente sfondato. Il loro sesto album, uscito sotto A&M Records con la produzione di Tom Allom,si colloca in una posizione piuttosto alta nel range della loro discografia, risultando a posteriori come uno dei più godibili e, se vogliamo, longevi. Americanizzato (ma non più di tanto) il suono rispetto agli esordi, gli Y&T raccolsero con In Rock We Trust, basato perlopiù su tempi medi dei quali si notava con chiarezza la vena blues che ne costituiva la base portante, un importante alloro come quello del disco d'oro.
Introdotto da una discutibile copertina figlia dei tempi in cui l'album vide la luce, il disco è inaugurato da Rock'n'Roll's Gonna Save the World, un pezzo non troppo originale, ma in equilibrio tra la tipica irruenza hard rock della band e la "levigatura" -forse eccessiva- impressa agli arrangiamenti in questa occasione. Buona melodia per un pezzo facile da memorizzare e ben interpretato dalla voce di Meniketti. Life, Life, Life è decisamente rivolta ad un pubblico meno avvezzo alla pesantezza dell'hard rock, presentando arrangiamenti più sofisticati e potenzialmente piacevoli anche per un tipo di audience più a suo agio con l'AOR, se non addirittura con un certo pop-rock di confine. A prescindere da questo il brano è comunque piacevole. Masters and Slaves provvede in ogni caso a riportare in evidenza il tipico suono Y&T, fatto di aggressività e voglia di graffiare. Meniketti si libera delle catene imposte dalla "mission" del disco (aprire un mercato laddove prima non ve ne era piena possibilità) sia a livello vocale che chitarristico, trascinando con sè tutti gli altri e confezionando un altro mid time che è un piccolo classico della band. Si prosegue con I'll Keep on Believin' (Do You Know), che introduce un nuovo cambio di passo, riportando il suono verso lidi assolutamente più dolci, quasi languidamente malinconici, per un brano di classe munito di un ottimo ritornello, anche questo piuttosto adatto ad un certo airplay radiofonico presso certe stazioni rock FM molto diffuse negli U.S.A. Il pezzo forte del lavoro parte però con Break Out Tonight!, in cui vengono fuori gli Y&T più veri, più duri e più convinti. Questo pur all'interno di una canzone che conferma pienamente la scelta di puntare sulla sceltezza degli arrangiamenti in una certa ottica mainstream con tanto di coretti, ma piazzando uno dei classici bridge ed uno degli ancor più classici ritornelli irresistibili che sono sempre stati marchio della band. Più immediata e meno costruita a tavolino Lipstick and Leather, ma proprio per questo molto riuscita in quanto restituisce una fotografia di Meniketti e soci in un pezzo che ancora non brilla per originalità, ma diverte e trascina nella sua estrema semplicità anni 70. Don't Stop Runnin' trova un equilibrio riuscito tra la necessità di non metallizzare troppo la canzone ed il piglio che la scrittura trasmette, con i cori che vengono ancora una volta fuori prepotentemente a caratterizzare l'arrangiamento, un po' come in tutto il disco. Niente di che, ma pezzo divertente. Meno riuscito (Your Love Is) Drivin' Me Crazy, probabilmente il brano meno interessante del disco, un blues rock piuttosto facilone, mentre She's a Liar ripropone gli atout principali degli Y&T, ossia la carica e la convinzione esecutiva unitamente alla perizia strumentale; bel brano che in pratica è un rock'n'roll blues debitamente camuffato con un abito heavy rock. Il disco trova la sua conclusione naturale con This Time, ballad che coglie forse il massimo risultato possibile in questo ambito: non annoiare troppo.
Sempre un po' dissonanti rispetto alla scena principale, fuori tempo rispetto ai trend che si imponevano via via nel corso della loro carriera, sempre osteggiati dal pubblico più giovane (la grande maggioranza) per il loro rimanere ancorati a suoni e modi di comporre giudicati superati, apertamente osteggiati in alcune manifestazioni dal vivo in cui vennero improvvidamente proposti a fianco di acts che invece cavalcavano l'onda del successo dei nuovi generi caratterizzati da una durezza molto maggiore, gli Y&T non sono mai riusciti a venir fuori da questo equivoco. Troppo duri per il pubblico mainstream, troppo morbidi per la gran parte di quello heavy, sempre pervicacemente a distanza dagli stili più in voga, mai capaci di soppiantare i gruppi principali che dell'hard rock hanno stabilito le coordinate (come potevano, del resto?), questi ragazzi hanno comunque costruito una carriera più che dignitosa, sempre vissuta in salita al di là dei loro ipotetici demeriti e della fortuna incontrata da questo vinile. Uno di quei grandi misteri del rock riguardante una band presa di mira senza un vero motivo, che costella il nostro panorama musicale.
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3
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L’album della svolta mainstream, ma comunque tanta bella musica. Break Out Tonight, I’ll Keep On Believing, la ballad This Time, Life Life Life... pezzi bellissimi. Peccato che questa svolta un po’ più radiofonica non abbia sortito l’effetto sperato. Certo, l’orrenda copertina non aiutava. Comunque, anche se li preferivo qualche anno prima, sempre una grande band. Voto 83 |
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2
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Sapevano suonare. Sapevano comporre canzoni più che buone. E Meniketti era un ottimo cantante e validissimo chitarrista. Avrebbero meritato più fortuna commerciale |
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1
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Favolosi. Incredibile che non abbiano riscosso successo con questo - che non è il migliore, ma il più radiofonico- MagaDave? Meniketti (Forever!) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rock'n'Roll gonna save the world 2. Life Life Life 3. Masters and Slaves 4. I'll Keep on Believin' (Do you Know) 5. Break out tonight 6. Lipstick and Leather 7. Don't stop Runnin' 8. (Your love is) Drivin' me Crazy 9. She's a Liar 10. This Time
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Line Up
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Dave Meniketti (Voce, chitarra) Joey Alves (Chitarra, cori) Phil Kennemore (Basso, cori) Leonard Haze (Batteria, cori)
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RECENSIONI |
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