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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Mr. Big - ...The Stories We Could Tell
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( 4761 letture )
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Le uscite dei grandi nomi sono sempre estremamente attese, almeno in linea generale. Le ragioni di questo interesse le abbiamo dibattute spesso e volentieri sulle nostre pagine talora in maniera sterile, ma il più delle volte queste si riducono ad una questione di puro affetto nei confronti di certi gruppi che magari hanno segnato la nostra giovinezza, alla curiosità di vedere se e quanto le vecchie glorie riescono a reggere il passo delle nuove leve, o più ancora quanto le nuove leve hanno tuttora da imparare da chi è venuto prima di loro. Nel caso dei Mr. Big si tratta probabilmente di un mix di tutti questi fattori e, dopo la buona prova offerta con What If... del 2011, tocca adesso a ...The Stories We Could Tell tenere alto il blasone di una band che ne ha uno di grande nobiltà. Confermati i puntini di sospensione nel titolo e la tendenza ad utilizzare copertine di sapore goliardico più o meno riuscite, l'attenzione sui Mr. Big era stata catalizzata dai recenti guai di salute del batterista Pat Torpey, il quale ha comunque fatto in tempo a registrare l'album in analisi prima di annunciare al mondo la sua condizione di malato di morbo di Parkinson. Tocca alla musica azzerare tutte le questioni di contorno più o meno importanti (decisamente "più", nel caso della condizione di Torpey) per lasciar parlare l'arte.
La volontà dei quattro di restare saldamente ancorati alla tradizione pur inserendo alcuni aggiustamenti all'interno della scrittura dei pezzi, i quali si riducono sostanzialmente ad una maggiore durezza relativa che si riscontra qua e là rispetto alle loro abitudini, è palese sin dal primo brano. Gotta Love The Ride punta tutto sul groove e sulla indiscutibile ed indiscussa tecnica in possesso dei quattro per inaugurare ...The Stories We Could Tell all'insegna della tradizione, proseguendo poi con l'aumento del ritmo di I Forget To Breathe, un bel blues corazzato di hard rock. Fragile è un altro hard rock-blues molto americano fatto per esaltare la voce di Martin ed arrangiato in maniera da risultare decisamente AOR all'orecchio. Pezzo risolto con classe, ma anche piuttosto scontato nel suo sviluppo e dal ritornello costruito per le radio FM statunitensi. Molto americana anche Satisfied, ma declinata in maniera che il blues sia più evidente. Originalità ancora pari a zero, anzi, inferiore addirittura alla precedente, ma visto che la classe non è acqua, alla fine l'ascoltatore rimane comunque.. Satisfied. A questo punto penserete che se tutto è fatto come dovrebbe -ossia in maniera estremamente professionale/prevedibile- sia questo il momento per inserire una ballad, ed infatti è proprio ciò che accade con The Man Who Has Everything, pezzo che svolge correttamente il suo compito presso il grande pubblico e ciò è quanto di meglio si possa dire per descriverla. Ben altra musica ed in tutti i sensi con The Monster In Me, canzone che riporta sin dalla prima nota agli anni 80 pur mostrando un arrangiamento che cerca di evidenziare un blando tentativo di modernizzazione, ed un ritornello poco immediato. A spiccare è ancora una volta il lavoro di Gilbert, vero asso pigliatutto di questo lavoro, il quale spadroneggia con la sua chitarra e lega anche passaggi non perfettamente allineati. Old school of american rock con What If We Were New?, poi East/West segna il ritorno ad un ambito più romantico ed intimista in maniera più riuscita di The Man Who Has Everything, anche se ancora una volta l'originalità non è la qualità migliore del pezzo. Stessa critica può di nuovo essere mossa a The Light Of Day, un hard'n'roll che se non fosse targato Mr. Big e da loro suonato non direbbe molto. Si passa al semi-acustico con Just Let Your Heart Decide, altra canzone "giusta", suonata perfettamente ed ancora con Gilbert a dare qualcosa al pezzo, ma da musicisti di questo calibro ci si aspetta sempre una soluzione di scrittura originale o qualche arrangiamento ad effetto che invece non viene mai, lasciando ancora un senso di normalità (piattezza?) che sconfina talvolta nella delusione per la vana attesa. It's Always About That Girl propone un ritornello quasi avvincente, ottimi soli e comunica grande amalgama e naturalezza nel suo scorrere, così come riuscita è anche Cinderella Smile, ambedue senza stupire, ma dando buone sensazioni. Si chiude con la title-track posta inusualmente in coda, un bell'hard rock dal passo moderato e sicuro, ancora impreziosito da inserti chitarristici di alto livello.
Focalizzando l'attenzione sui musicisti, Torpey fornisce la consueta, ottima prova, così come Billy Sheehan (forse troppo imbrigliato in un songwriting che punta ad esaltare la chitarra) e Gilbert piazza alcuni licks ed alcuni assoli realmente deliziosi, mentre Eric Martin mostra qualche piccolo segno di stanchezza, ma resta un cantante che molte band si sognano. Tutto questo però è scontato quando si parla di un gruppo come i Mr. Big che della tecnica ha sempre fatto un punto di forza vista la line up stellare. ...The Stories We Could Tell è un album che si fonda sulla conoscenza del mestiere da parte dei suoi autori, con un'impronta complessiva leggermente più hard rock del consueto, scritto per mettere in mostra la classe di Gilbert facendola risaltare un po' più rispetto agli altri e sicuramente godibile dall'inizio alla fine nel segno della memoria, ma anche privo di qualsiasi spunto di originalità in quanto concepito con gusto volutamente retrò. Tutto molto "regolare", tutto molto prevedibile, tutto molto elegante -in particolare l'inserimento dei cori- tutto come deve essere; troppo. Quello che manca a ...The Stories We Could Tell è il classico guizzo che faccia esclamare: "ca..spita", che entusiasmi, perché che Gilbert è un grande chitarrista lo sappiamo già, che Sheehan è un grande bassista pure e così via per gli altri due, ma questo non basta a salutare l'operazione come degna di acquisto a scatola chiusa. ...The Stories We Could Tell non può certo essere bocciato perché, al di là dei difetti evidenziati, è scritto, eseguito, registrato con una professionalità superiore ed è prodotto ottimamente da Pat Regan ed il tutto non può essere ignorato, ma basta questo al giorno d'oggi? Forse non è dai Mr. Big che è lecito attendersi innovazione in senso stretto, ma qualcosa in più di un compito in classe usualmente ben fatto sì.
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17
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Al primo ascolto di oggi ho fatto una fatica immensa ad arrivare a fine cd... certo, magari con qualche ascolto memorizzo meglio qualche canzone, però per il momento mi sento di dare solo un 6 perchè sono loro. Canzoni innocue e chitarra che ormai è solo un lontano ricordo, Gilbert dove sei? |
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16
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non mi è piaciuto come nemmeno il precedente..i Mr.big sono tutt'altra cosa secondo me... |
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15
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Lo reputo un leggero passo indietro rispetto al precedente, che per me è stato veramente un ritorno col botto, uno dei migliori album di reunion. Questo è un buon album, ottimamente suonato (e ci mancherebbe...), però... come detto in recensione, manca quel qualcosa che avevo trovato in "What If...", un guizzo, una melodia, un non so che... Forse, con un paio di brani in meno sarebbe stato meglio, alcune canzoni tendono ad apparire un po' "spente" e ripetitive... Belle invece le prime tre, le ballad e "... Girl"... sull'80, direi |
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14
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Lo ascolterò più tardi. Devo dire che parto prevenuto, in generale i Mr Big ti esaltano al primo ascolto poi ti lasciano con un sapore insipido e i pezzi, tranne la sputtanatissima to be with you, tendono a scomparire dalla memoria. Strano perchè amo l'altro gruppo di gilbert, i Racer X, forse i Mr Big si fanno ascoltare per la perizia dei musicisti piuttosto che per le canzoni. Lo ascolterò e poi vedremo se sarà il solito dimenticabile album dei Mr Big. |
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13
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88, ai limiti del capolavoro. Sei sicuro? |
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Sono sempre di livello superiore in tutto, voto troppo severo, per me 88 |
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11
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ah ok grazie...ero convinto da molto più tempo  |
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9
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una curiosità...a me sembra che il disco fosse uscito qualche mese fa...dico una sciocchezza per caso??  |
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8
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Copertina orrenda, mamma mia che brutta, una delle più brutte della storia. Il cd aspetto che cali un pò di prezzo prima di prenderlo. |
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7
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recensione azzeccatissima e anche il voto..un disco che non mi fa impazzire, come quello precedente What If..il quale mi stupisce non poco per il voto... I dischi da 90 dei Mr.big sono altri indubbiamente! |
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6
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Niente di più e niente di meno...nei livelli delle loro ultime uscite,si lascia ascoltare senza entusiasmi...in effetti la voce di Eric mi sembra un po 'affaticata'...d'accordo con il voto del recensore |
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5
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Recensione non severa, ma estremamente obiettiva, come dovrebbe essere sempre, per un disco dal songwriting mediocre, al di là delle strepitose prove soliste dei musicisti. |
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4
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Con Gilbert ho passato un pomeriggio qualche anno fa. Vederlo suonare in camerino e poi cazzeggiare con quelli che oggi chiamano selfie è stato impagabile. Però il disco è di maniera, una gran bella maniera se vuoi, però... |
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3
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Buon Hard Rock, effettivamente un po' piatto. Comunque Gilbert la chitarra la sa suonare da Dio. Recensione molto severa ma come solito azzeccata. |
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2
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Che voce Eric Martin: grande!!! |
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inizialmente mi era piaciuto però dopo vari ascolti tende a scomparire, intendiamoci è un buon album loro sono ovviamente bravissimi ma dopo vari ascolti non rimane quasi nulla. approfondirò meglio l'ascolto ma temo che questa volta sia tutto troppo "normale, regolare, prevedibile, inutilmente elegante" come dice la rece... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gotta Love The Ride 2. I Forget To Breathe 3. Fragile 4. Satisfied 5. The Man Who Has Everything 6. The Monster In Me 7. What If We Were New? 8. East/West 9. The Light Of Day 10. Just Let Your Heart Decide 11. It's Always About That Girl 12. Cinderella Smile 13. The Stories We Could Tell
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Line Up
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Eric Martin (Voce) Paul Gilbert (Chitarra) Billy Sheehan (Basso) Pat Torpey (Batteria)
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RECENSIONI |
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