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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Mr. Big - Defying Gravity
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07/08/2017
( 3410 letture )
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La reunion del 2009 dei Mr. Big, uno dei gruppi di hard rock melodico più amati e talentuosi degli ultimi trent'anni, aveva suscitato grande entusiasmo, prontamente corroborato dall'eccellente What If..., forse addirittura uno dei migliori lavori della loro carriera; Eric Martin, Paul Gilbert, Billy Shehaan e Pat Torpey erano realmente tornati e, soprattutto, erano tornati mostrando di avere ancora parecchio da dire. Il penultimo ...The Stories We Could Tell, tuttavia, risalente al 2014, ha parzialmente deluso i fan, non perché fosse un brutto album, ma perché mostrava un certo calo di brillantezza quasi “imperdonabile” per musicisti di questo calibro. La diagnosi di morbo di Parkinson per il batterista, fra le altre cose, non ha contribuito a rendere la vita facile alla band in questi ultimi tre anni, ma alla fine i Mr. Big sono di nuovo qui, sempre con la Frontiers Records, pronti a dare in pasto agli appassionati di rock tecnico e melodico il terzo album della loro reunion. Sarà un'altra perla come il primo o un lavoro di mestiere, ma non eccelso come il secondo? Scopriamolo assieme.
Defying Gravity è aperto da un bel riff di Gilbert, che inaugura un brano scanzonato in stile hard rock classico, con un discreto tiro; niente di trascendentale a dire il vero, ma Open Your Eyes funziona abbastanza bene. La voce di Martin non è più quella di un tempo, ma sa ancora coinvolgere chi ascolta, mentre Sheehan, in questo incipit (ed in una rilevante parte dell'album a dire il vero), è un po' soffocato dalla chitarra dell'asso di Pittsburgh. Alla batteria, invece, stanti i problemi di salute di Torpey, troviamo Matt Starr, che lo ha già sostituito nel tour a supporto del precedente lavoro in studio. La title-track gioca molto sull'alternanza fra i vorticosi giochi di chitarra dell'estroso Gilbert e le linee vocali abbastanza intriganti di Martin, con un effetto che riteniamo migliore rispetto a quello ascoltato sul primo brano di Defying Gravity. Everybody Needs a Little Trouble rispolvera un po' di blues sporco, con una batteria quasi ossessiva ed i consueti riff arzigogolati del chitarrista, mentre per la verità le linee vocali non colpiscono fino in fondo. Siamo sempre ampiamente oltre la sufficienza, ovviamente, ma da musicisti di questo calibro è lecito aspettarsi sempre più del mero compitino! Damn I'm in Love Again ad esempio, pur essendo una scanzonata ballad acustica con assai poco di hard rock, mostra per certi versi una maggior freschezza e costituisce il preludio ad uno dei pezzi migliori del disco, vale a dire Mean to Me: Gilbert e (finalmente!) Sheehan sono in forma smagliante, si scambiano “colpi” per tutta la durata del brano che Martin provvede ad impreziosire con la sua voce, non più squillante ma appunto sempre piacevole. Nothin' Bad ('bout Feelin' Good) è AOR allo stato puro e mostra nuovamente il lato più delicato ed intimista dei Mr. Big: è indubbiamente piacevole, ma non ai livelli della sorprendente Damn I'm in Love Again. Va comunque detto che cresce con il minutaggio e soprattutto con gli ascolti. Si prosegue con AOR stavolta di eccellente qualità con Forever & Back, che gioca tutto sull'alternanza fra strofe quasi recitate dal frontman ed un ritornello arioso e melodico che invoglia al canto. Un riff nuovamente improntato al rock, seppur non certo pesante, sorregge la valida She’s All Coming Back to Me Now, ma è 1992 la perla della seconda metà dell'album: l'inizio è affidato ancora una volta alla roboante chitarra di Gilbert, che sembra quasi rispolverare qualcosa dei Racer X; la canzone evolve successivamente verso un classico brano di rock melodico, impreziosito dalla consueta classe del gruppo. Si chiude con l'onesta, seppur non eccezionale Nothing at All e con il bel rock di Be Kind.
Ci eravamo chiesti, in apertura di recensione, se questo terzo lavoro in studio del supergruppo dalla reunion ad oggi sarebbe stato un nuovo capolavoro o un “semplice” album di mestiere, da ascoltare con piacere senza far paragoni con un ingombrante passato. Come abbiamo visto, Defying Gravity rientra molto più nella seconda definizione che non nella prima, a causa di qualche filler di troppo e di una certa “stanchezza” che emerge qui e là. Naturalmente, non stiamo parlando di un album brutto, anzi ci sono tante canzoni valide alternate, molto semplicemente, ad altre assai meno convincenti. Niente di più, niente di meno, con il pregio di un Gilbert in forma smagliante e di una classe che, seppur opacizzata, permane ancora oggi.
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15
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Meglio del precedente e per me al livello di What if... che forse era stato un po' sopravvalutato, a causa magari un giustificato entusiasmo scaturito dal piacere di avere di nuovo questa grande band tra noi (almeno imho). È un po' altalenante, ma i pezzi belli ci sono : la title track, Damn I'm in Love Again, Meant to me, Nothin' Bad e la conclusiva Be Kind. Siamo ovviamente lontani da Lean Into It ma un 75 questo album per me lo strappa! |
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14
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Come voto vado per il 6, il minimo sindacale. Ascoltando questo cd la cosa che più mi ha colpito è stata la produzione, un suono della batteria così poi non l'ho mai sentito, sembra un misto tra plastica e compensato. Ho tutti i cd di questa band, ma in 28 anni non ha mai saputo emozionarmi: grandi musicisti per carità, ma senza scopo, forse solo Hey Man! aveva un'anima. |
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13
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bel disco , da comprare ! |
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12
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D'accordo sul fatto che non vada annoverato tra i capolavori della band, d'accordo pure che sia un lavoro abbastanza di mestiere e poco ispirato, ma che pezzo è Mean To Me? Una perla che da sola risolleva le sorti di un capitolo un pò troppo fiacco per quel che riguarda il percorso discogrfico dei nostri. Sembra di riascoltare i fasti che furono, quegli scambi funambolici tra Gilbert e Sheehan tanto cari al quartetto. Il pilastro del disco. Ottime pure Damn I'm In Love Again e 1992. In perfetto accordo con quanto scritto nella recensione. Per il resto è giusto un compitino. 65 |
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11
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...finalmente un recensore che non grida al miracolo ascoltando questo album!!!....il nuovo Mr Big risulta insipido e poco ispirato...pieno di canzoni si' suonate al meglio ma che trasmettono poco...come detto tanto mestiere ma poca anima... what if al confronto era un capolavoro di hard rock moderno!!!! |
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10
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@JC: visti al gods of metal a Milano. Due palle...Gilbert è bravissimo, Sheenan pure.....ma non mi capacito di come sta band non mi piaccia. Magari c'è il oezzo singolo che gradisco, ma poi.... |
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7
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Disco molto eterogeneo che mostra un buon equilibrio tra la straordinaria tecnica della band e la godibilità delle canzoni. Buon album ma consiglio di vederli almeno una volta dal vivo. |
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6
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Mi sono sempre chiesto come faccia una persona a suonare come Paul Gilbert, per me lui è un alieno, non vado matto per i Mr. Big, preferisco i Racer x |
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5
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band al capolinea ..... |
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4
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Non so, band super osannata ma che per me ha combinato ben poco. Lean into it e' bellissimo, i due seguenti ottimi ma non mi hanno mai preso troppo. Questo nuovo album è addirittura peggio del.precedente, di cui salvavo il singolo e altri due brani. Qui invece due palle infinite, manca il tiro. La classe li salva sempre, ma questa band non fa per me. |
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3
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Infatti posso capire che piacciano molto, per me vero e proprio capolavoro è solo il fenomenale lean into it  |
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2
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Beh fino a Bump Ahead compreso sono tre capolavorii. Poi qualche altro buon disco. 3 capolavorii in una carriera sono rari, quindi grande gruppo!! |
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1
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Concordo col fatto che What if fosse molto molto buono, ma in casa Mr. Big a mio parere un "nuovo" capolavoro non si vede dal 1991, dopo quell'anno abbiamo avuto una serie di buoni/discreti album che hanno svelato la reale caratura della band, un buon gruppo ma nulla più per me, fenomenali tecnicamente dal punto di vista strumentale, non altrettanto fenomenali dal punto di vista del songwriting, e questo ultimo album lo ha reso nuovamente evidente...ovviamente è il mio parere, non sono mai impazzito per loro. Ottima e obiettiva rece |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Open Your Eyes 2. Defying Gravity 3. Everybody Needs a Little Trouble 4. Damn I’m in Love Again 5. Mean to Me 6. Nothin' Bad ('bout Feelin' Good) 7. Forever & Back 8. She’s All Coming Back to Me Now 9. 1992 10. Nothing at All 11. Be Kind
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Line Up
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Eric Martin (Voce) Paul Gilbert (Chitarra) Billy Sheehan (Basso) Pat Torpey (Batteria)
Musicisti Ospiti Matt Starr (Batteria)
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RECENSIONI |
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