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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Mr. Big, ed è tutto detto. Si potrebbero spendere e spandere aggettivi di ogni tipologia, ma la realtà ci dice che questa band è l’unica, di quelle nate a fine anni ottanta, precisamente nel 1988, ad essersi consacrata a livello planetario nonostante l’effetto distruttivo e devastante del grunge che spazzò via completamente un certo tipo di rock duro e americaneggiante. Inutile fare la storia di questi quattro virtuosi musicisti eccelsi con le loro relative carriere e collaborazioni: chi non conosce Billy Sheehan, ad esempio, farebbe meglio a darsi all’ippica musicale; meglio concentrarsi sull’analisi di questo Lean Into It, secondo capitolo della saga pazzesca dei Mr. Big. Realizzato nel '91, prodotto da un genialoide perfezionista come Kevin Elson (Journey, Europe, Nightranger, Lynyrd Skynyrd tra gli altri) gode di song celeberrime che sfasciarono le chart di mezzo mondo, assurgendo a vere hit su Billboard con vendite forsennate: la ballad To Be with You giunse all’apice delle classifiche a stelle e strisce insediandosi al numero uno, quinto in Inghilterra. Un disco perfetto, sapientemente dosato tra attacchi hard frenetici, song più commerciali e ballate storiche ormai divenute carne di prima scelta nel leggendario mondo delle rockstar, il tutto sotto l’egida della qualità suprema e delle capacità indiscutibili di interpreti favolosi. Una line-up stratosferica come Eric Martin–voce, Paul Gilbert–chitarra, Billy Sheehan–basso e Pat Torpey–batteria, fece sgorgare un veritiero capolavoro di hard rock di inizio nineties, con una semplicità di sound e dinamiche da rimanere stupefatti, il tutto aggregato a composizioni sublimi.
L'immagine in copertina è una foto dell'incidente ferroviario accaduto nella stazione di Parigi Montparnasse, compiutosi nel 1895. E proprio dalla distruzione dello scatto ritratto sulla cover, prende spunto la smaterializzazione e la ricompattazione molecolare di un hard fresco e dai flavour molteplici, anche se l’aria americana che tira su questi solchi è evidente. Con macchine umane perfette nei sincronismi e dalla tecnica sopraffina ad incidere brividi in stile musicale assoluto. Su Daddy, Brother, Lover, Little Boy c’è per caso qualcosa da questionare o da aggiungere? Ovviamente no, credo sia inutile affrontare brano per brano una release di tale portata, sia a livello di storicità che di resa clamorosa. Il blues energizzato di Alive and Kickin' fece proseliti all’istante per sfumature e un chorus scintillante, mentre mi sento di spendere alcuni concetti in più sulla geniale Green-Tinted Sixties Mind, dotata tra l’altro di un video molto carino, manco a dirlo, in heavy rotation per parecchio tempo. Questo brano, a firma di Paul Gilbert, già solo dalla partenza si dimostra incantevole per ghirigori chitarristici in leggera dissonanza, poi la strofa con quel basso che punteggia e imbastisce la struttura del brano, la voce di Eric Martin che vola alta e un ritornello pregno di armonie e melodie stratosferiche con coralità da paradisco, ecco la completezza preziosa di questi musicisti rock, con innumerevoli frecce alla loro illimitata faretra. In ogni caso tutto il timing è disseminato da pepite auree indimenticabili, che ancor oggi scuotono. L’unica semi-cover presente, nel senso che è stata scritta interamente da Jeff Paris (il quale ne registrerà la sua versione due anni dopo) è Lucky this Time, che ha un tiro decisamente molto Mr. Big pur non essendo opera di genialità in proprio. Just Take My Heart è un singolo giocato sulla chitarra acustica, suonata con una tecnica spumeggiante, e una linea melodica necessariamente coinvolgente; ricordo che quando la ascoltai la prima volta, rimasi prigioniero di armonie celestiali, che non mi hanno mai abbandonato, supportate da quel basso che Mr. Sheehan fa sospirare, tracimare ragionevolmente e vibrare come nessun altro potrebbe. Una nota di merito anche per Pat Torpey, oggettivamente il meno celebre in formazione, ma dimostratosi batterista solido e con pacca decisa, che si sposava benissimo all’inventiva e all’acume posto in atto, in studio e sullo stage.
Per chi crede che la sostanza sia edulcorata dalle ballad e dalla celeberrima e soffice To Be With You, sulla quale è inutile sommare altri concetti, ricordo stilettate metalliche e rocciose come My Kinda Woman, la nebulosa e caliginosa A Little Too Loose e le dure chitarre di Road to Ruin che contrastano e resistono a coralità stupefacenti. Questo Lean Into It è un lavoro eccezionale da parte di un quartetto tra i più dotati nella storia della nostra musica, non solo per capacità tecniche, ma anche per varietà di soluzioni e assemblaggio calibrato sul prodotto finito. Quel che si dice, nati per suonare insieme!
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...grandi professionisti.....uno scrigno di belle canzoni....90... |
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90 anche per me : Just take my heart when you go... |
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@Jaw: per i The Throbs erano nettamente meglio dei The Royal, anch'io li conosco,( come anche Voodoo Highway ovviamente), e quel disco mi strego'.
Comunque i Me.Big sono molto più puliti degli altri gruppi, quindi comparararli è difficile anche se sempre hard rock è 😉 |
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certo thrasher aspetta che venga riproposto i Protector poi gli dai 95, ma sarebbero comunque meglio dei MD, almeno sanno far cagare sul serio, i secondi sono uguali a quel coglione di sfiga ebbasta |
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M.S. conosco l'album che citi, uguale ai Royal court of china, una variante cosi cosi, questi hanno fatto quello che i Van Halen hanno insegnato. Nel '91 per me questo ed il secondo Badlands quasi imbattibili |
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Anche nel 1991 di dischi hard rock ne sono usciti tanti e moltissimi grandiosi, non faccio l'elenco perché viene troppo lungo ma è stato uno, se non l'ultimo grande anno per un certo tipo di questo genere. Per me The language of thieves and vagabonds è la perla di quell'anno. |
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Slave to the Grind... Hey Stoopid... For Unlawful Carnal Knowledge... Insieme ai Guns , ai Queen come pure ai Mr.Big, o a Waking Up the Neighbours... Solo per rimanere in ambito hard rock il 1991 è stato l'ultimo grande anno!!! Gli ultimi botti. Poi grandi cose anche in ambito heavy classico e death, non dimentichiamocelo. |
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Vabbè per il rock metal classico nel 92 sono usciti i.&w. Dei DT e Time to burn dei Giant, ed altri ancora. Il grunge ha fatto uscire buone cose senza dubbio ma per me è un ibrido indie ripreso dal major '70 |
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@jaw ...beh, insomma, nel '91 ricordo solo i due Use Your Illusions dei Guns e Innuendo dei Queen che non mi paiono proprio bruscolini... |
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Per me uno degli ultimi grandi capolavori Hard Rock prima che il Grunge (che a me piace) dominasse incontrastato. |
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Mah per me il '91 non è stato una delle migliori annate, ma il disco in questione rimane ampiamente il migliore della band, la copertina è quasi beffarda per il genere visto che dal punto di vista delle vendite fu uno degli ultimi colpi. A copertina simile ...a different kind of truth |
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[edit] anche Never say Never è molto bella! |
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Il 1991 è stato l'anno di grazia della musica rock in generale, senza dubbi di sorta. Di questo album ricordo, discretamente bene, solo la hit To Be With You e poco altro, la mia collezione di musicassette è finita al macero parecchio tempo fa. E allora, direte voi, cosa hai commentato a fare? Semplice per dire che la sopra citata To Be With You è una canzone magnifica in tutti i sensi.  |
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Uno degli album della mia giovinezza... Era l'epoca in cui anche le ragazze che non capivano una minchia di metal ascoltavano To Be With You e More Than Words... e questa era una bella cosa seriamente: è un grandissimo album, scritto e suonato in un momento di magica ispirazione. Parlare di tecnica è a mio avviso fuorviante nel giudicare questo disco (anche se visto il calibro dei musicisti viene ovviamente istintivo); su Lean Into It non c'è la benché minima "sboronata", ogni singolo passaggio - semplice o complesso che sia - è al servizio delle canzoni... e che canzoni !!! Voto 90 |
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Marietto Certo che il mondo è vario e meno male sennoò sai che p.. , e meno male quindi, guarda io Gilbert non lo apprezzo molto come solista, ma Io non lo trovo qui Gilbert freddo e impersonale, e non c'è una legge che vieta di interpretare i pezzi blues come più gli aggrada, anzi lo fa in modo personalizzato e per nulla slegato dal contesto e dalla forma dei brani, il risultato lo trovo ottimo e cotto al dente al punto giusto, e delle critiche a me ed anche a Gilbert non mi/ci intersecano neanche di striscio, so de gomma, come se dice ciarimbarzano eh eh ah ah  |
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bello il mondo perchè è vario dai ..Certo è che nei forum per chitarristi, Gilbert si è beccato spesso critiche per come in generale suona e interpreta il blues. Dei Mr.big a me i pezzi tirati come Daddy, brother..piacciono tanto, i pezzi più radio oriented come Green-tinted.. anche, le ballad abbastanza ma Martin non mi fa impazzire, invece per me non bene i pezzi più bluesy. Molto freddi e impersonali. Poi perchè ai Whitesnake di 1987 o Slip of the tongue in tanti a dire che è un disco fatto il mercato, che sono diventati poco blues.. Ai Mr.Big tutti a stendere il tappeto rosso. Mah! |
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Per me invece una carrellata emozionante lungo tutte le tracce, musicisti e cantante da incorniciare. Il 90 per me invece e' azzeccatissimo. |
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Sicuramente meglio questo album del primo, ma devo dire, dai nomi pensavo che potessero anche fare meglio, per me forse 90 è troppo, comunque un buon album hard rock |
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Altro che freddezza, passione e bella musica, e che songs ben costruite, strofe azzecate, picchi massimi al punto giusto, rifs e assoli ben fatti e immessi ai momenti giusti, bella voce, quello che doveva comunicare lo ha veicolato alla perfezione questo album, recensione azzeccata e voto pure.90 |
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voto mio a questo disco 75 comunque |
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Il mio preferito è il terzo Bump Ahead..i primi due mi sono sempre piaciuti, belle canzoni, musicisti incredibili ma..a me suonano FREDDI..hard rock senza PALLE...soprattutto i pezzi più blueseggianti e quelli shuffle. Eric Martin gran voce tecnica ma non mi ha mai trasemsso tanto, Gilbert e Sheehan tecnicissimi ma non c'è un solo di Gilbert che resti impresso!! Le ritmiche si. Il piu interessante nella band è quello piu in ombra: Torpey. Io farei questo paragone: nella letteratura un prof. universitario è un luminare ma non trasmette molta sua "arte". Così i Mr.big sono dei luminari dei loro strumenti ma trasmettono poco. E la gente li prende troppo sul serio.. Tecnica e comunicazione spesso sono all'antitesi... |
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Devo essere sincero. All'epoca li snobbai non poco riducendoli solamente alla ruffiana To be with you. E già mi stava sulle scatole perché la riconducevo al filone unplugged "iniziato" con Patience e proseguito dagli Extreme di More than words. Ora dopo tanto tempo mi sono preso la briga ("e di certo il gusto" cantava il Poeta) di ascoltare l'album nella sua interezza. Riconosco l'errore di gioventù. E poi, come potevo sminuire un gruppo che ha preso la ragione sociale da una canzone dei Free? Doppio errore! |
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Ottimo album di Hard rock..forse non passera' alla storia,ma per me contiene una delle piu' ballad della storia del rock:"To Be With You"..assolutamente sublime e geniale. |
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capolavoro punto, nient'altro da dire |
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Lacrime napulitane per uno dei dischi della mia post-adolescenza (a breve un saggio in merito), acquistato il giorno zero e ancora lo ascolto. Contiene la mia canzone preferita in assoluto della Via Lattea, Green-Tinted Sixties Mind, ai cui ricordi è legato un fiotto di lacrime che fanno a pugni dietro le palpebre ogni volta che l'ascolto. Bello anche il successivo, ma questo, complice il ricordo e quel non so che di un certo periodo ( |
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Grandissimo album che però tra i primi 4 dei Mr.Big è quello che ascolto con più fatica, forse per il fatto che le canzoni sono troppo "perfette". Ricordo con piacere quando lo acquistai, come fosse ieri.. invece sono passati già 2 decenni... bellissimi ricordi legati ad una grande band! |
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Beh ragazzi, io penso che sia un po' come succede a scuola, se uno esegue il suo compito (ora le chiamano verifiche) perfettamente, prende il massimo del punteggio. Ora, io ho apprezzato i Mr. Big solo in età avanzata visto che nel 1991 ero in pieno periodo classic/thrash/death, ma con la mia maturazione musicale successiva e tolti i paraocchi dell'epoca non ho potuto che inchinarmi davanti a cotale spessore artistico. Non sono un fan sfegatato del gruppo, anzi mi aggiungo al gruppo di chi vede Eric Martin come l'anello debole della catena...ma questo disco non fa una piega e devo assegnargli il punteggio pieno, come ho fatto in passato per dischi che non sono epocali, ma che sono ben suonati e senza fillers. Come altro potrei giudicare quei dischi che ascolto sempre con piacere a distanza di anni, senza skippare qualche brano? Un caro saluto a tutti |
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"Ne avremmo solo una ventina": esatto. Quanti capolavori assoluti e universali può vantare un genere musicale? 99 significa questo. Forse 20 sono anche troppi. Dipende dal punto di vista. Poi nessuno ti può negare il diritto di dare 99 a questo disco, ci mancherebbe. Ma non vedo perché un 90 (che significa comunque capolavoro) non debba andar bene... |
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Rispetto ma non condivido Diego....la mia recensione è chiara, onesta e il più oggettiva possibile..ma devi anche considerare i gusti personali del recensore in materia....che si rispecchiano sullo scritto stesso....in poche parole Lean Into It è oggettivamente un grandissimo disco ma io ne prediligo altri a livello di top da massimo dei voti...semplicemente tutto qui. |
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Scusami Frankiss, ma non sono d'accordo...se un disco è stupendo deve prendere il massimo dei voti, oppure bisogna spiegarne i difetti che gli precludono il top del punteggio. Se dovessimo assegnare il 99 solo alle pietre miliari, ne avremmo solo una ventina... Qui non stiamo parlando di un bel disco o di un grande disco, qui si parla di lavoro eccezionale (per usare le tue parole), quindi non esiterei a mettere 99. |
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@ Furione: anch'io l'ho visto in acustico e ho pure scritto il live report. se cerchi nel database lo trovi, era la data di Trofarello (TO) del 3 novembre  |
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Anche io, come Furione e Lux non amo alla follia Martin. Non li avevo mai ascoltati e li ho visti al gods of metal. La musica prende sin da subito ma altrettanto velocemente svanisce dalla memoria, mi sembra che abbiano una proposta pari a quella di tante altre band radiofoniche americane. Certo, sheenan e gilbert sono bravissimi ma sembrano persino sprecati. E la voce di martin non era di certo il massimo, ha faticato non poco. Band così così per quello che ho visto e sentito. |
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Riguardo Eric Martin, io l'ho visto dal vivo da solo con chitarra e voce. A parte che sa suonare la chitarra assai bene, ha una gran voce, molto carisma e simpatia e diciamo che ha conquistato tutti i presenti. Ecco, anche per me però non rientra tra i miei tipi di voce preferita. E' un po il discorso che facevo sui Mr.big come musicisti, perfetti, cristallini ma..meno emozionanti di altri..PER ME! |
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Discone di livello superiore, nulla da eccepire. |
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@ lux chaos : ci mancherebbe, ovvio che i gusti sono gusti e come tali ognuno può pensarla in maniera diversa, è solo che secondo me i Mr. BIG senza la voce di Martin... non sarebbero i mr. BIG! non saprei spiegarla diversamente  |
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@Matocc: sai, hai proprio scelto e citato la canzone dove Martin fa salire mezzo metro di pelle d'oca anche a me...cosi come i primi 40 secondi...per non parlare dei minuti iniziali della strofa di just take my heart...non intendevo affatto mettere indubbio le sue straordinarie doti, è proprio una questione di gusto, di timbro, ci sono altri cantanti di genere che preferisco, tutto qui! Ciò non toglie che sia assai bravo! |
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capolavoro assoluto! leggo commenti "strani" sulla voce di Eric Martin: ma sono davvero l'unico che al 3' minuto di Lucky this Time sente i brividi lungo la schiena nonostante sia al 42° ascolto consecutivo della canzone? GTSM, JTMH, Alive and Kickin', ALTL, TBWY... pezzi incredibili suonati in maniera magistrale. disco da avere |
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Diego, un album può esser stupendo ma può anche non raggiungere il massimo dei voti..non ci vedo nulla di strano... |
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C'è qualcosa che non mi torna...se quest'album è stato osannato dal recensore e dai lettori, come mai non riceve il massimo punteggio? Per quanto riguarda il sottoscritto...album imprenscindibile!!!! |
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Mai apprezzati tantissimo, giusto qualche canzone qual e la !! |
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@Furione: quoto molti passaggi del giudizio che dai sul gruppo, soprattutto sul cantante, ribadisco...questo resta un capolavoro, ma solo questo...li ho ascoltati tutti, li ho visti anche dal vivo, ma nonostante siano osannati non sono mai rientrati nei miei gruppi "cult" |
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Gran bell'album, un classico dell'hard rock di quegli anni. Però a parte questo, Bump Ahead e qualcosa del primo, è sempre un gruppo che mi ha lasciato piuttosto indifferente. Musicisti tecnicamente esorbitanti ma il tutto suona freddino in un genere come l'hard rock che è melodia ma anche feeling e... sudore. I Dream Theater suonando prog metal invece ci sta la freddezza tecnica accademica. Eric Martin come cantante mi trasmette pochino sinceramente. Comunque sto album è proprio bello, le prime 4 in particolare e comunque tutto si attesta su un ottimo livello |
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@vichingo: se vuoi passare subito al top, inizia da questo!!! |
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Disco splendido dalle composizione sopraffine che mescola hard rock , blues e qualcosa di AOR. Bellissima anche la copertina.. Storia . |
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Mi cospargo il capo di cenere e mi inginocchio sui ceci: di questa band conosco davvero poco, ma in molti me ne hanno parlato bene quindi è arrivato il momento di approfondire la discografia. Con quale comincio ?  |
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L'unico album che veramente mi piace dei Mr.Big, il trittico iniziale e le due in coda per me rappresentano gli apici del disco, stupende. |
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Più che uno dei quartetti tra i più dotati in circolazione io direi due superfuoriclasse insieme a due ottimi musicisti. Comunque album molto bello. |
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Concordo, album perfetto, da parte di quattro musicisti fenomenali (ricordo i live in cui eseguono alcune cover scambiandosi tutti di strumento!). So di essere una mosca bianca forse, ma l'unica cosa che non mi ha mai permesso di amare al 100% questo gruppo (se non con questo album) è la voce di Eric Martin, perfetta in questo album, forse troppo, ma a mio gusto un po stucchevole e monotematica in generale e non in grado di riprodurre mai dal vivo le mirabilie fatte su disco. Cmq proprio un pelo nell' uovo. Album strepitoso e bella recensione |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Daddy, Brother, Lover, Little Boy (The Electric Drill Song) 2. Alive and Kickin' 3. Green-Tinted Sixties Mind 4. CDFF-Lucky this Time 5. Voodoo Kiss 6. Never Say Never 7. Just Take My Heart 8. My Kinda Woman 9. A Little Too Loose 10. Road to Ruin 11. To Be With You
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Line Up
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Eric Martin (Voce) Paul Gilbert (Chitarra) Billy Sheehan (Basso) Pat Torpey (Batteria)
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RECENSIONI |
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