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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Razor - Violent Restitution (Reissue)
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( 4192 letture )
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È grazie ad un’inattesa operazione di ristampa della Relapse Records se troviamo di nuovo sugli scaffali dei negozi di musica il trittico migliore dei canadesi Razor, band formatasi nel 1983 e dedita ad uno speed/thrash che, da sempre, non lascia spazio a rifiati di alcun tipo. Oggi ci occupiamo della prima ristampa in termini temporali, ovvero quella di Violent Restitution, quinto disco della formazione capitanata dai fratelli Carlo; all’operazione dell’etichetta discografica della Pennsylvania si aggiungono i successivi Shotgun Justice e Open Hostility, formando un trio di pubblicazioni che potrà fare la felicità di tutti quegli amanti del thrash metal sparato direttamente in faccia. La musica dei Razor appartiene alla categoria dei brani spaccaossa, distanziandosi dai connazionali Voivod ed Annihilator sia a livello tecnico, sia a livello qualitativo. Infatti, pur avendo dato alle stampe album di livello più che buono in una decina d’anni di attività a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, non sono mai stati in grado di raggiungere il livello compositivo di un Never, Neverland, né tantomeno di un Killing Technology. Alla luce di questa doverosa premessa, possiamo dedicarci al disco ed a fare un bel tuffo nel passato con qualche piccola chicca live che è stata aggiunta alla setlist originale, targata 1988.
Eccetto le ultime tracce tratte da un live a Toronto dell’anno di uscita del disco, il resto della setlist è identico alla versione originale. Nessuna rimasterizzazione dunque, lasciando intatto quel continuo susseguirsi di sberle in faccia che l’originale Violent Restitution ha dispensato nel corso degli anni a tutti gli appassionati del thrash metal underground. The Marshall Arts ci fornisce il saluto di Stace McLaren, la cui voce abrasiva crea una buonissima accoppiata con la motosega a sei corde di Dave Carlo. L’urlo introduttivo è l’unico elemento vocale in questa strumentale di grande effetto, ma l’efferata prova del frontman viene subito resa pubblica dall’accoppiata Hypertension / Taste the Floor. Sul tappeto ritmico quadrato intessuto da Rob Mills e Adam Carlo, si snodano pezzi veloci, tiratissimi e che raramente superano i tre minuti di durata. Questa scelta "in your face" è il marchio di fabbrica di una band come i Razor che, da sempre, punta il tutto per tutto sull’impatto frontale e sull’efferatezza dei propri brani, in un risultato che rende molto di più in sede live che studio. Brani quali Below the Belt, Out of the Game, Edge of the Razor e Discipline sono dei veri e propri cavalli di battaglia underground, capaci di scatenare moshpit a ripetizione per il pubblico thrash più intransigente. Tra una title-track, un Fed Up ed una grezzissima Soldier of Fortune, i Razor mettono le cose in chiaro su ciò che vogliono suonare e sul pubblico che vogliono intrattenere: rispetto alle band connazionali più famose, qui non troviamo la sperimentazione dei Voivod, né la tecnica eccelsa degli Annihilator, quanto un’ignoranza di fondo che ci regala quaranta minuti di calci sulle gengive, senza nessuna pausa. Purtroppo, questa inflessione sonora è croce e delizia dei Razor, da sempre molto bravi a tirare fuori pezzi dal grande tiro ma che, a lungo andare, appiattiscono la proposta e non permettono di godersela fino in fondo. Questo, ovviamente, a livello di studio-album. Dal vivo, sicuramente, è tutto un altro paio di maniche.
Cosa dire di questa reissue della Relapse Records, in soldoni? Senz’altro è una buona mossa per far conoscere band underground alle nuove generazioni ed i Razor hanno tutte le potenzialità per far breccia nel cuore di appassionati a nuove realtà quali Municipal Waste, Gama Bomb, Violator e Cross Examination, i quali hanno sicuramente più di qualche debito nei confronti della band canadese, in quanto ad ispirazione. Certo, i fratelli Carlo non sono mai stati in grado di regalarci capolavori musicali completi, ma si sono sempre distinti per una serie di onorevolissime pubblicazioni e, soprattutto, per l’assoluta fedeltà a loro stessi. Nessun voltagabbana, nessuna degradazione sonora, solo mani in faccia e grandi rasoiate, in un curriculum statico ma che si merita tutta la stima del popolo thrash. È, quindi, quasi scontato dire che a distanza di tre decenni, questo trittico di ripubblicazioni ci dimostra ancora una volta che, comunque vada, il thrash vecchia scuola sarà sempre un punto di riferimento per gli appassionati del metal più grezzo ed aggressivo. Ed è sempre in grado di dare sonore lezioni alle nuove leve, anche quando non si tratta di capolavori del genere.
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4
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Bellissimo album, nulla da eccepire. Fantastico il suono delle chitarre.Riscoperto da poco. 95. |
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3
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, ne avevamo comunque parlato in un forum, io aspettavo di sentire la ristampa per giudicare, grande gruppo comunque, non sempre hanno scritto capolavori, secondo me ma questo mi piace sempre..... |
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2
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Ìncredibile e pazzesco che nessuno commenta un disco dei mitici RAZOR, fautori di capolavori thrash metal come: ''Shotgun Justice'' - ''Evil Invaders'' - ''Open Hostility'' - ''Violent Restitution''. Ìncredibile e pazzesco a dir poco |
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1
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E' il disco dei Razor che mi piace di più. Potente, grezzo e assolutamente ignorante. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Marshall Arts 2. Hypertension 3. Taste the Floor 4. Behind Bars 5. Below the Belt 6. I’ll Only Say it Once 7. Enforcer 8. Violent Restitution 9. Out of the Game 10. Edge of the Razor 11. Eve of the Storm 12. Roll Out the Barrel - Hidden Track 13. Discipline 14. Fed Up 15. Soldier of Fortune 16. Shootout (Live) 17. Snake Eyes (Live) 18. The Marshall Arts - Hypertension (Live)
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Line Up
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Stace "Sheepdog" McLaren (Voce) Dave Carlo (Chitarra) Adam Carlo (Basso) Rob Mills (Batteria)
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RECENSIONI |
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