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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Venom - Calm Before the Storm
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02/06/2018
( 3120 letture )
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Che i Venom siano stati importantissimi per gli sviluppi della musica estrema, piazzando almeno due o tre album da ricordare con devozione per gli appassionati di certi suoni e quantomeno con rispetto da tutti gli altri, è fatto assodato. Eppure, dopo l'uscita di Welcome to Hell e Black Metal, un certo processo di pulizia delle esecuzioni e di stratificazione delle composizioni, si era già messo in moto. Ben prima, quindi, di giungere a Calm Before the Storm. Nonostante questo, la loro carriera durante gli anni 80 è da dividere comunque in un prima che arriva fino al live Eine Kleine Nachtmusik ed un dopo senza Cronos che parte da Prime Evil, con Calm Before the Storm a fare quindi da "divisivo divisore".
Alcune incomprensioni interne che non è il caso di rivangare in questa sede, portarono all'esclusione di Jeffrey "Mantas" Dunn (Deadline, il titolo originale dell'album, fu modificato dopo il suo allontanamento), rimpiazzato da ben due chitarristi, ossia Mike "Mykus" Hickey e James Clare. Il nuovo assetto a quattro sembrava quindi adatto ad irrobustire e pulire le trame ritmiche ed a renderle più efficaci rispetto ad un modo di scrivere per alcuni versi più classico, esaltato dal lavoro di produzione affidato a Nick Tauber. Un professionista, questo, non certo di estrazione estrema e nel cui CV si potevano leggere i nomi di gruppi quali Thin Lizzy; Bernie Tormè; Marillion; Girlschool; UFO, ma anche Spear of Destiny e Cock Sparrer, a testimoniare la sua polivalenza e la potenziale capacità di trovare una sintesi credibile tra l'indole punk dei primi Venom e quella più Heavy che si andava delineando. Calm Before the Storm era infatti un lavoro che cercava di posizionarsi tra il vecchio da lasciare in parte alle spalle, anche eliminando testi a sfondo satanico per introdurre un approccio fantasy o di altro tipo, un maggior controllo della voce da parte di Cronos, un suono più neutro della batteria (una scelta precisa), ed un nuovo che stava appena delineandosi. Lasciando inevitabilmente vittime sul campo -un evidentemente refrattario Mantas ed una discreta fetta di fan della prima ora- e cercando di costruirsi una strada che garantisse sopravvivenza a lungo termine. Come succede tantissime volte in questi casi, il gioco è così pericoloso e la strada così stretta, che i risultati sono spesso inferiori a quelli che avrebbero potuto essere. Se i Venom più "venomosi" emergono gorgoglianti a più riprese (Black Xmas col suo finale cazzone; Metal Punk; Under A Spell; Gipsy ed in parte Fire; Krackin’Up; Deadline) ed anzi, tutto sommato sono ancora la parte preponderante, indicando come l'evoluzione in atto fosse governata con un certo criterio ed una pianificata gradualità, il resto della scaletta mostrava una band sostanzialmente diversa e molto più chiaramente motorhediana che in passato nelle canzoni dal substrato più rock'n'roll. E parlando di Rock'n'Roll impossibile non citare una traccia come Muscle, che rapportata a quanto fatto agli inizi della carriera, lasciava alquanto perplessi. The Chanting of the Priests -specialmente questa- Beauty And The Beast; Gypsy e Calm Before the Storm, invece, evidenziavano un approccio molto più Heavy e un certo tasso melodico in precedenza sconosciuto faceva breccia con chiarezza. La necessità di adattarsi ad una situazione complessiva più controllata e meno "punkolica", però, rendeva la prova di Cronos al microfono meno credibile anche nei pezzi più rabbiosi e dissacranti, sottraendo impatto e fluidità all'album.
Calm Before the Storm risultò un prodotto preso in mezzo un po' da tutto e da tutti. Da un approccio che snaturava in parte quello naturale del gruppo, sia musicalmente che a livello produttivo -non è un caso che i Venom con questo assetto siano subito finiti e siano successivamente tornati con Mantas ed un album come Prime Evil- da una scena che tendeva sostanzialmente ad altro e dai gusti di un pubblico non disposto a seguirli in massa su questo terreno. Al di là di queste difficoltà oggettive e tolti tre o quattro pezzi, la scaletta allestita non era complessivamente in grado ancora di graffiare, in quanto Calm Before the Storm non era omogeneo nella qualità delle canzoni. Poca sostanza, quindi, ed un risultato finale che, inevitabilmente, suona in parte come un falso storico. In una certa misura anche godibile, se considerato come prodotto isolato dal contesto Venom precedente ed ignorando quindi il logo in copertina, ma anche così, tutt'altro che memorabile in quanto la verità è che questo non sarebbe nemmeno dovuto essere un album targato Venom, ma un lavoro da assegnare già alla carriera solista di un Cronos interessato ad evolvere, ad usare musicisti diversi nell'approccio, più tecnici rispetto al passato e sicuramente anche un batterista in grado di mettere insieme linee percussive più adatte di quelle abbastanza piatte proposte da Abaddon in questa occasione, il cui impegno con gli Atomkraft avrebbe poi determinato al fine del progetto Venom con questo assetto. Quel che resta in questo caso, quindi, è un lavoro da collocare attorno alla sufficienza. Ed a prescindere dal moniker in copertina.
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10
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Sì, trattasi di ristampa. Come quella della recensione, con la copertina con contorno rosso e il logo giallo. L\'originale era semplicemente bianca e nera. |
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9
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A me questo album non dispiace quindi un 70 come voto ci sta. In giro ho visto che il disco riporta le stesse canzoni ma con titolo diverso ovvero metal punk e sembra sia di produzione Svizzera me lo confermate? Grazie. |
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8
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Album mega sottovalutato senza ragione alcuna. Ottima produzione, gran bei pezzi e divertimento massimo. |
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7
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Il loro apice compositivo voto 57 |
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6
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A dire il vero non è cambiato solo il titiolo da ''Deadline'' a ììCalm B4", dato che son solo 2 le canzoni sopravvisute dalle session di "DEADLINE"!
1) The Chanting of the Priest e 2) Deadline!!! |
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5
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Album che non mi dispiace. C'è in diversi pezzi un approccio più melodico, e fino al 1986 associare la parola "melodia" ai Venom era un paradosso. Quasi scontato che potesse dividere... Io, se proprio devo trovare un punto debole, non lo trovo nel cambiamento stilistico, quanto in una scaletta che ogni tanto ha qualche calo qualitativo (e i cali c'erano già nel precedente e tradizionale Possessed), però pezzi come Black Xmas, la title-track, Metal Punk o Krackin' Up funzionano alla grande (a prescindere dal fatto che siano più melodici o più tirati). Voto 74 |
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4
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A me è sempre piaciuto, come la copertina la reputo molto bella e non mi vergogno a dire che è la copertina che preferisco più di tutte...sicuramente i Venom non sono solo Welcome to Hell o Black Metal, e questo Calm Before the Storm non sarà uno dei massimi esempi, di questo propotipo che "buona alla prima" è riuscito e...che Abaddon! Linee piatte di Abaddon? Solo Metal Punk che lo si reputa un classico di questo disco e l'irruenza di Fire. Molti pezzi si stampano facilmente in testa, per niente scontati. E se per rimpiazzare Mantas abbiano messo due chitarristi è detto tutto sulla sovrana robustezza e inimitabile qualità del chitarrista...e il bello che c'è gente che diceva che non sapevano suonare ahah. Ma chi cazzo l'ha detto? (cit.) ahah. Poi che abbiano cancellato l'iconografia anti-religiosa scritto in rece non è del tutto vero, l'hanno in parte affievolita, ma basta vedere già la prima traccia dal nome "nero natale" per sapere di cosa si tratterà. I Venom sono l'heavy metal. Mescolanze e influenze motorheadiane come la lampante Under the Spell, l'ignoranza e il grezzume nel sound da rock'n'roll esaltante che è la linfa vitale al metallo pesante che portarono loro a uno dei massimi esempi nel metal estremo e l'esistenza del thrash, ma loro sono l'Heavy Metal. Non ci sono altre parole per definire senza le varie influenze, circostanze e fusioni del loro mitico sound. In una sola parola: Venom. Bei testi oltretutto in questo disco, più che rappresentazioni fantasy che il rock è pervaso, citazioni mitologiche come in The Chanting of the Priest, "Watch out!!! - there's a cry from Atlantis, takes the wind by surprise, voices so demanding, thunder swarms the skies, to the north of horizon, over mountains at east, there's a call to the lost ones, from the elders deceased... We're chanting - They're chanting...the chanting of the priest!!! the chanting of the priesttt!!! - Watch out!!! - it's a song for Olympus, cracks the morpheus dream...."triangle diaboli...catalogues the souls inside, the city in the sea"... - Watch Out!!! - where there's life without presence, there's a voice without sound, deep inside you can't feel it, yet it's all around, through the eye of the pharaoh...to the tombs in the sand, there's a force in the distance, calls you to the sacred land" |
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3
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Personalmente l'ho sempre trovato un buon disco, davvero interessante l'uso della chitarra, più raffinato il sound. E' stato anche uno dei miei primi cd acquistati, all'incirca era l'88, e credo che come Temple of Ice sia un po' sottovalutato. Per me un 70 ci sta. |
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2
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interessante . Cronos e Hickey si ritroveranno poi in Metal Black. |
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1
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Piu o meno concordo con Raven. Non malaccio, pero chiaramente figlio di un periodo particolare per loro. Ok nemmeno paragonabile con quelli prima, ma per me neanche con quelli dopo con Demolition Man. Gia Prime Evil e' di molto migliore. 6,5 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Black Xmas 2. The Chanting of the Priests 3. Metal Punk 4. Under a Spell 5. Calm Before the Storm 6. Fire 7. Krackin' Up 8. Beauty and the Beast 9. Deadline 10. Gypsy 11. Muscle
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Line Up
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Conrad "Cronos" Lant (Voce, Basso) Mike "Mykus" Hickey (Chitarra) James Clare (Chitarra) Tony "Abaddon" Bray (Batteria)
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