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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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12/06/2018
( 1887 letture )
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I gruppi di una volta non esistono più o sono mutati radicalmente. Il corso della vita prosegue, ci mancherebbe, ma i veri Bonfire, quelli di due enormi ed eccitanti dischi come Fireworks (‘87) e Point Blank (‘89), con Claus Lessman alla voce e Joerg Deisinger al basso, sono svaniti probabilmente per sempre, soprattutto per il marchio di fabbrica tatuato sulla pelle di tantissimi fans, che si riconoscevano nel loro modo di fare musica, dall’alto di un hard rock vivace, melodico, teutonico, con palle catramate in termini di scrittura e melodie. Insomma Claus Lessman non sarà mai il miglior cantante della terra, ma dava un’impronta significativa e caratterizzante alla band. Non è retorica nostalgica, ma una disillusa analisi dello svolgersi degli eventi.
Oggi dei Bonfire rimane solo il logo e quel Hans Ziller, che oltre ad essere membro storico, è anche il factotum incaricato a tenere alta la bandiera delL'ensemble nativo di Ingolstadt. Sua la produzione del platter, solo più lui a rappresentare la vecchia formazione, per il resto, negli anni, i Bonfire sono apparsi più come una porta girevole che un ensemble, con lo stesso Ziller per parecchio tempo fuori dalla formazione. Temple of Lies rappresenta il quindicesimo studio album dei ragazzi tedeschi, a solo un anno di distanza dal precedente Byte the Bullet, e miracolo miracolo, questo nuovo prodotto viene editato con una formazione finalmente stabile per due CD consecutivi: leggetevi lo stuolo di ex membri passati sotto l’egida del gruppo e crederete di assistere ad una raduno scolastico di tre decadi fa, con tutti presenti per mostrarsi nella foto commemorativa del evento. Cover di sicuro impatto, poi via alle danze con l’intro che recapita direttamente sul microfono del cantante la prima vera song del roster, la titletrack parte sgasando metal: Alexx Stahl canta come un novello Rob Halford con acuti potenti, il ritornello vira su toni epic abilmente mischiati a flavour “tedeschi di Germania”, cori potenti e virili, un solo anfetaminico e la classica coralità come un richiamo da battaglia sul campo, tutto perfettamente ritagliato, dosato, prodotto, ma che suona come altre decine di band che cercano di accalappiarsi o riprendersi una sdraio sotto il sole del Dio Metallo. On the Wings of an Angel scocca su tastiere insistite, le chitarre colorano la ritmica, il frontman canta senza fare la sirena e interpreta, devo dire anche bene, visto che si trova in possesso di doti canore notevoli, una track piacevole, nulla più. Feed the Fire si accende con un mood quasi ambient, poi la sei corde azzecca un riff di quelli che ci riportano ai tempi andati, con un chorus da arena gremita, Stand or Fall è frustato da una ritmica assillante, il sound è pieno ma l’inciso non decolla mai, lasciando tra le papille gustative una sorta di vuota incompletezza. Buono il solismo delle chitarre, squarciato in due distinte fasi in cui Hans Ziller e Frank Pané non risparmiano polpastrelli e tendini, con risultati indubbiamente buoni. Comin' Home è ballad con momenti di pathos e un ennesimo solismo di livello delle asce, I’ll Never Be Loved by You manda il nastro a ritroso e recupera atmosfere tardo eighties, uno spicciolo in grado di tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore, mentre Fly Away viene issata da tastiere poderose, la voce è saltellante, la coppia di chitarristi lavora duramente per arrivare ad un chorus aperto, in classico stile teutonico-nordico, bella la riuscita senza dubbio. Ultime due frecce del lotto, Love the Way You Hate Me, sciorina una prima strofa dall’incedere simil-reggae, per poi trasformarsi in un saetta di duro hard rock, Crazy over You è invasa da giri di key, doppiati da una guitar pungente, atmosfera epica, poi finalmente divampa un ritornello esplosivo, convincente e catchy che potrebbe competere con i parti del passato, probabilmente l’unico pezzo degno di essere accostato ai gloriosi fasti ormai sepolti.
Un CD ben suonato, ben prodotto, con un sound imbottito, ma ciò che manca ai Bonfire oggi è la riconoscibilità, purtroppo il quintetto suona come tanti altri e questo risulta come un colpo al cuore. Potrebbero essere i Boiafaus, i Fatefurb o i Lassmeste e il dubbio su chi interpreta le performance, su questi solchi, non ci assalirebbe affatto. Ad Hans Ziller e i suoi pard esprimiamo un concetto semplice, vanno bene le doti dei singoli, l’approccio compatto di squadra, il suono tirato a lucido, ma la personalità e il trademark, anche dopo tanti anni e numerosi dischi, non vanno mai abbandonati per strada. Temple Of Lies, a completamento dell’analisi, scivola via come sapone liquido, senza lasciare tracce fragorose e incancellabili dietro di sé. E tutto ciò, da una band storica come questa, non può definirsi altro che vero peccato mortale.
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7
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Un disco piacevole e ben suonato, come d'altra parte lo era il precedente. I pezzi migliori secondo me sono nella seconda metà, la prima parte scorre via in maniera un po' troppo anonima. Voto 75 |
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6
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Mi ero dimenticato il voto: 90 |
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5
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Disco pazzesco, pieno di refrain da infarto. Hans è sempre un mostro con la sei corde. Siamo tornati ai fasti di Fireworks |
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4
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Purtroppo non posso che condividere la recensione: buona qualita' ma scarsa personalita'. |
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3
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cit. "Boiafaus, i Fatefurb o i Lassmeste" e io mi sono cappottato sulla sedia dal ridere... ))))))) |
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2
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A me è piaciuto molto, anche se condivido il discorso della riconoscibilità della band. Comunque voto 75. |
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1
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Un bell album suonato egregiamente e prodotto in maniera impeccabile. Qualche canzone davvero killer ma si naviga cmq su la sufficienza pienissima. Chiaro che rimane poco all interno della formazione dei Bonfire storici, ma se la proposta è di questo livello, benvenga |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In the Beginning 2. Temple of Lies 3. On the Wings of an Angel 4. Feed the Fire 5. Stand or Fall 6. Comin' Home 7. I'll Never Be Loved by You 8. Fly Away 9. Love the Way You Hate Me 10. Crazy over You
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Line Up
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Alexx Stahl (Voce) Hans Ziller (Chitarra) Frank Pané (Chitarra) Ronnie Parkes (Basso) Tim Breideband (Batteria)
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RECENSIONI |
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