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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Vintersorg - Visions from the Spiral Generator
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28/07/2018
( 1457 letture )
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Quarto album della variegata e prolifica discografia del peculiare progetto svedese Vintersorg, Visions from the Spiral Generator presenta all’ascoltatore, nonostante una durata più da EP che da full-length (solo quaranta, i minuti che lo compongono), l’ennesima evoluzione della proposta di Andreas Hedlund. Dopo i suoi primi impegni con i Borknagar, e dopo aver posto in pausa l’indimenticata realtà degli Otyg, il noto frontman fa infatti nel 2002 ritorno alla band che porta il suo nome d’arte, dando vita ad un’elaborata prosecuzione di quanto già iniziato nel precedente Cosmic Genesis, uscito due anni prima.
Gli otto capitoli che lo compongono (a cui si aggiunge la brevissima intro Quotation), infatti, ci propongono un curioso ma efficace mix tra black metal, prog, elementi folk, e tecnicismi inaspettati, che ben si fondo assieme in una formula tanto d’impatto quanto complessa da dissezionare con mere parole. Vecchio e nuovo coesistono sin dai testi, che mantengono quel dualismo tra lyrics in inglese e svedese che aveva debuttato in Cosmic Genesis, esplorando nuove tematiche scientifiche ed astronomiche più di casa a un certo prog, che a quanto dimostrato dai Vintersorg nei loro primi anni di militanza. Gli elementi folk/epic sono dunque relegati principalmente a qualche atmosfera e suggestione portata sia dalla chitarra acustica che dalle tastiere, in favore di un aumento della componente prog, che trova ampi spazi e consensi grazie ad una ricca e complessa sezione ritmica, ben supportata da una studiata e chiara produzione, in cui troviamo protagonisti come ospiti anche nientemeno che Steve DiGiorgio (Testament, Death) al basso e il norvegese Asgeir Mickelson (Borknagar, Ihsahn) alla batteria. Il cantato, interamente gestito da Vintersorg vede l’aumentare delle parti in clean e il mantenimento del growl di matrice black, reso comunque nettamente più accattivante e d’impatto rispetto al passato dalla compattezza e dalla grande varietà dello strumentale che lo accompagna. La sfaccettata proposta, ben ponderata nella sua evoluzione, tiene quindi sempre molto lontano l’ascoltatore dalla noia o dalla ripetitività, proponendogli invece un viaggio a tinte forti in un mondo che sembra quasi appartenere alla fantascienza, dove brani maggiormente decifrabili ma ricchi di tecnicismi mai gelidi o fini a se stessi (Vem Styr Symmetrin?, Universums Dunkla Alfabet), si intrecciano con pezzi in grado di scompigliare tutte le carte e le certezze ancora presenti (A Metaphysical Drama, A Star-Guarded Coronation) e a tratti far dubitare di non essere finiti col tornare negli anni Settanta tanto cari a certo prog rock. Solamente al termine della sua opera, con Trance Locator, Vintersorg sembra voler far ritorno verso lidi almeno in parte familiari, come a voler garantire agli spaesati passeggeri di questo strano volo di essere sempre lui, il caro vecchio Hedlund, ad avere i comandi.
Indubbiamente distante dagli esordi a marchio Vintersorg, e sicuramente non facile da assimilare ad un primo ascolto, né da esaminare nei suoi molti dettagli, anche a causa del frequente intrecciarsi di diversi generi, Visions from the Spiral Generator ci permette di approfondire la nostra conoscenza di una mente particolare come quella del talentuoso Andreas Hedlund, che di certo non ha sprecato nemmeno quest’occasione per stupire. In grado di far storcere il naso a qualche fan della prima ora, tanto quanto di farsi apprezzare da chi non ama il black nelle sue forme più pure, ma ne può apprezzare simili, notevoli ibridazioni, Visions from the Spiral Generator è dunque disco da affrontare a mente aperta, senza pregiudizi né ritrosie, per risultati sorprendenti.
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3
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Rispetto ai primi due di Vintersorg, è quello che mi ha preso di più.. Meno sonorità \"ritornellose\" e più ampliamento di orizzonti sonori, senza perdere il gusto per la melodia.. Ottimo Album. |
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2
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Questo disco resta per me indissolubilmente legato ad Empiricism dei Borknagar, su cui Vintersorg e Mickelson avevano messo voce e bacchette l'anno precedente, e che considero uno dei capolavori assoluti del black "d'avanguardia". Rispetto al suddetto disco, la matrice progressive va ad inserirsi su un tessuto decisamente più folk / classic metal, mentre i richiami black si riducono alle harsh vocals, a qualche passaggio di batteria ed alla fucilata finale Trance Locator. Il risultato è un lavoro eclettico e fascinoso, tuttora freschissimo all'ascolto e sorprendentemente conciso nei suoi 40 minuti di durata. Uno dei miei preferiti di Vintersorg, anche per la funambolica presenza di DiGiorgio al basso |
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1
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Al epoca in cui uscí lo consumai, mi intrigò e lo trovai subito affascinante...intelligente se si può usare il termine. Rimane ad oggi il mio preferito della sua discografia solista |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Quotation 2. Vem styr symmetrin? 3. A Metaphysical Drama 4. Universums dunkla alfabet 5. E.S.P. Mirage 6. Spegelsfären 7. The Explorer 8. A Star-Guarded Coronation 9. Trance Locator
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Line Up
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Vintersorg (Voce, Chitarra, Tastiera, Hammond) Mattias Marklund (Chitarra)
Musicisti Ospiti: Lazare (Hammond in traccia 3) Nils Johansson (Hammond in traccia 4, Synth in traccia 4) Steve DiGiorgio (Basso) Asgeir Mickelson (Batteria)
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