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Fates Warning - Night on Brocken
22/06/2019
( 2616 letture )
Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Johann Wolfgang von Goethe)

Tra i meriti sconfinati e le sublimi ispirazioni donateci da Goethe, c’è inaspettatamente quello di aver ispirato nel lontano 1984 il primo lavoro di una band divenuta vera e propria leggenda della musica metal: i Fates Warning. Era l’autunno del 1983 quando una prima demo fece ottenere numerosi consensi alla band. Al suo interno -oltre a sei brani- era contenuta quella che poi divenne l’ultima traccia dell’album di debutto, Soldier Boy (apparsa nella compilation Metal Massacre V pubblicata da Metal Blade). L’anno successivo, in piena esplosione della Vergine di Ferro e con notevole entusiasmo da parte di critica e pubblico, si decise di pubblicare lui, Night on Bröcken, primo album ufficiale dei cinque portenti del Connecticut. Jim Matheos non ha bisogno di presentazioni in quanto ancora oggi pilastro della band, all’epoca accompagnato dallo splendido timbro di John Arch, da Arduini alla chitarra, da DiBiase al basso (altro membro estremamente longevo, rimasto fino al ’96), e Zimmerman alle pelli.
Ritornando a Goethe e lasciando da parte la cronistoria del quintetto, l’album prende il nome dal Faust e dalle drammatiche vicende del poema. La quarta traccia (la title track) si getta senza troppi fronzoli sul monte Bröcken, nel centro del territorio teutonico. Questo era il punto d’incontro di streghe e demoni nella notte interposta tra aprile e maggio, la cosiddetta Notte di Valpurga. Una partitura di basso di ottima fattura inizia l’ascoltatore alle ansiogene e labirintiche sonorità a carico delle chitarre. Il brano esplode poi con riff e ritmiche che appaiono vere e proprie sassate, e le ottime linee vocali e il guitarwork sul finale -prettamente atmosferico- rendono la title track anche il brano più riuscito e ispirato del lotto.

Along witches fornicate
The demons dance
Black mass romance
In hellish praise
‘round Bröcken they prance
Their numbers grow


Ottima anche The Calling, frenetica e da cardiopalma in pieno stile Iron Maiden (influenza che permea l’intero album). La struttura è classica, strofa-bridge-ritornello con assolo chitarristico degno di nota annesso. Le ambientazioni silvane permangono, grazie all’inquietante ma affascinante presenza dello spirito femminile, annunziatore di morte per eccellenza nella mitologia irlandese e scozzese, ovvero la banshee. La luna danza con le urla e il pianto disperato dell’entità dal giovane aspetto, restituendo un tocco di sana inquietudine a chi si soffermerà sulle liriche dei componimenti. Di pari livello Shadowfax e Damnation. La prima con la sua pesantezza e possanza, il guitarwork complesso e intricato che accompagna con tatto fino all’esplosione; una vera e propria sfuriata tecnica per questo brano strumentale. La seconda con la sua fiabesca malinconia iniziale, la voce di Arch prende per mano fino all’urlo catartico che apre la canzone a tonalità decisamente più heavy. Le chitarre sono cadenzate, come se scandissero una marcia, la sezione ritmica con il suo groove è chirurgica. Il coro amplifica le percezioni dell’ascoltatore e l’assolo accompagnato dalla linea vocale risulta la ciliegina sulla torta di questo brano allo stremo della poesia dannunziana e della grettezza musicale nuda e cruda.
Gli altri brani riflettono l'influenza maideniana sino al midollo, al punto da far risultare l’intera produzione -in certi punti- carente dal punto di vista dell’originalità. L’iniziale Buried Alive apre il disco mostrando persino un sound thrash. Kiss of Death è una falce pronta a mietere ogni possibilità di quiete nell’aria, una falce narrante la passione di Cristo e il tradimento di Giuda. S.E.K. interrompe bruscamente la violenza con un arpeggio acustico, un pezzo strumentale capace di portarci tra la pace della selva più fitta del monte e la velocità del vento che soffia noncurante della nostra presenza. Una buona idea vocale, le parti di chitarra dirette e veloci e il discreto assolo a carico di entrambi i chitarristi, nonché le classiche sonorità heavy caratterizzano Misfit, che ci porta dall’Olimpo al Tartaro, gettandoci tra la furia di Satana, l’emarginazione e di conseguenza un velato -ma nemmeno troppo- riferimento al Dottor Faust, del genio eclettico e poliedrico che era Goethe. Il disco si chiude poi con un clima di guerra: Soldier Boy è caratterizzata da un assolo davvero memorabile ma, purtroppo, anche da una sezione strumentale che non fa gridare al miracolo. Gli spari sul finale concludono il tutto, ricordando le assurdità del campo di battaglia.

Laugh at pain it’s silly
He’d make the soldiers bleed
Break the flesh
Twist the bone
Bring them to their knees


Nel 2002, in occasione dei 20 anni di Metal Blade Records, è stata ristampata un’edizione del disco con cover rinnovata e 4 tracce aggiunte. Tralasciando la rehearsal di The Calling del 1983, il live di Kiss of Death e la cover di Flight of Icarus dei Maiden, abbiamo una sola nuova traccia: Last Call, un demo risalente ai Misfit, denominazione della band prima che acquisisse il nome che tutti noi conosciamo. Il brano risulta arioso, pacato e atmosferico, bruscamente interrotto da un’esplosione fuoriuscita direttamente dal pacchetto di The Number of the Beast. Un’edizione quindi degna di nota per tutti gli appassionati e collezionisti, che rende anche più accessibile, fruibile e completo il disco alle orecchie dei neofiti.

Anche a distanza di anni Night on Bröcken sa divertire, impossibile negarlo. Il peso dell’età non è il difetto attribuibile al debutto di una band storica come i Fates Warning, macchiato forse da un’eccessiva influenza degli Iron Maiden e non particolarmente originale nel songwriting. Il livello compositivo rimane però più che discreto, godibile, ispirato nelle ambientazioni e nelle liriche di stampo culturale e folkloristico. Ascoltando l’album si respira un continuo rimando alla letteratura, alla religione, alla mitologia cristiana e albionica, alle fiabe e ai drammi, permeato di riff taglienti, basso e batteria sempre pronti a terremotare la scena e assoli furiosi. Un debutto quindi da ascoltare e per certi versi da amare, risultando appetibile anche ai profani del genere o a chi, semplicemente, volesse gettarsi nei fitti boschi di una Germania lontana dallo spazio e dal tempo. Nonostante le imperfezioni? Imperdibile e affascinante!



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
82.66 su 6 voti [ VOTA]
AlbyBlakk
Lunedì 28 Dicembre 2020, 2.56.03
20
era da anni che non riascoltavo questo gioiellino ed è una felice riscoperta. all'epoca quando uscì, fu uno dei dischi da me più amati nei miei anni giovanili in 'denim & leather'. poi per quelle strane imprevidibilità finì nel dimenticatoio dei ricordi del tempo che fu. i due successivi albums furono da me apprezzati, come questo. poi, da 'no exit' in avanti, pur acquistando regolarmente le loro uscite, non riuscii mai a farmeli piacere più di tanto. troppi tecnicismi, probabilmente, troppo arzigogolati... può essere. e quindi i F.W. per me rimangono essenzialmente quelli delle prime tre (magnifiche) uscite. E questo 'Night on Brocken' in particolare. Perfetto connubio tra lo U.S. Metal di quegli anni e certo British Metal (Maiden in particolare). Ottimi i cinque musicisti, in particolare la prestazione di John Arch: gran vocalist, non v'è dubbio. Disco straconsigliato, in particolare quella 'Soldier Boy' che chiude il platter, che da sola vale l'acquisto. p.s.: sapevo che esisteva un edizione con in copertina la luna (invero cover anonima), ma non di quella con la 'burning witch' disegnata. Per sopperire alla mancanza ho immediatamente ordinato una copia, ristampata dalla mitica Metal Blade nel 2016. voto 88\100
jaw
Mercoledì 17 Luglio 2019, 17.14.55
19
Fox ma tua copia e' della MBR? Perche' quella e' stata stampata per il mercato USA, venendo ad Ayreon la tua copia e' probabile che sia canadese. Comunque la mia e' Roadrunner e la copertina e' quella riportata. A parte ste cose che, forse, potrebbero anche essere inutili, i FW suonano musica si vicina ai Maiden, ma hanno anche qualcosa dei Manilla R. secondo me e di acts USA che sono vicini a loro, magari salteranno fuori in prossime recensioni. Voto giusto, poi puo' essere anche 75 ma non cambia nulla
Aceshigh
Mercoledì 26 Giugno 2019, 20.37.54
18
Riascoltato oggi. Bel debut, senza girarci troppo intorno. Come dice Crimson al commento #16, siamo già qui di fronte ad una band che ha una sua personalità, malgrado qualche ingenuità giovanile e le influenze maideniane (che nell’84 d’altra parte erano un po’ ovunque all’ordine del giorno). Miglioreranno velocemente album dopo album, ma questo debut, grazie a pezzi come Buried Alive, la title-track e Damnation si fa ascoltare alla grande anche a distanza di 35 anni. Arrotondo ad 80
Gabriele
Lunedì 24 Giugno 2019, 20.16.39
17
Ancora non perfettamente a fuoco, ma già si possono trovare i primi indizi della grandezza che seguirà. Damnation da lacrime, va a comporre un'ideale trilogia di pezzi immortali insieme a The Apparition e Guardian. Non credo ci sia bisogno di dirlo, ma agli amanti dei primi FW ricordo che il mese scorso è uscito il nuovo Arch/Matheos ed è probabilmente già il disco dell'anno.
Crimson
Lunedì 24 Giugno 2019, 14.19.48
16
@progster78 Amo NOB per quello che è, disco anche "mitico" per gli appassionati di heavy metal ottantiano, ma ritengo siano altri i debutti eccezionali. Poi certo, già da qui si capiva che c'era ben altro rispetto ad essere la n-esima clone band dei Maiden e che avrebbero fatto strada. Ma il salto che faranno con The Spectre Within è veramente notevole, con i successivi poi riscriveranno proprio di fatto la storia.
progster78
Lunedì 24 Giugno 2019, 13.59.44
15
Il debutto della piu' grande prog metal band del pianeta,e che debutto! Certo siamo distanti dalle pietre miliari che avrebbero fatto dei Fates Warning una band mostruosa ma gia' da questo disco si puo' notare il talento sconfinato di sua maesta' Matheos. Debitore del sound dei Maiden brani come Kiss Of Death,Misfit e Soldier Boy sono da antologia e infine per ultimo ma certo primo per grandezza sua santita' Arch...IMMENSO....si vede che sono di parte???? Voto 89!
Area
Lunedì 24 Giugno 2019, 12.15.06
14
Non l'ho mai ascoltato, conosco solo i due successivi, rari esempi di album prog metal che mi piacciono. Ma la copertina di questo disco é così terribile secondo voi? A me sinceramente fatta così non piace, ma l'idea é bella e rifatta con uno stile grafico migliore sarebbe potuta venire meglio.
Lento ma inesorabile
Domenica 23 Giugno 2019, 22.55.29
13
L'errore è senz'altro veniale, ho scritto solo per completezza. Devo anche precisare che il commento #10 non è mio, ma di un simpaticone che mi ha rubato il nick e non sembra sapere cosa sia la dieresi.
Ayreon
Domenica 23 Giugno 2019, 22.11.35
12
I fw non li vendo per niente al mondo,
Lizard
Domenica 23 Giugno 2019, 19.39.19
11
ahahahahaha hai ragione... che fava non me ne ero mica accorto... grazie mille!!!
Lento ma inesorabile
Domenica 23 Giugno 2019, 19.16.31
10
No, non è la distesi, è che manca proprio la 'c'...
Crimson
Domenica 23 Giugno 2019, 18.50.11
9
@Ayreon Ammazza Banzai. Non so quanto valga ma ti consiglio di tenerlo stretto, è la versione alternativa canadese. La Metal Blade ne ha recentemente stampato alcune copie da collezione che si rifanno a quella edizione.
Ayreon
Domenica 23 Giugno 2019, 11.56.15
8
La mia copia in vinile mi sembra della banzai records
Lizard
Sabato 22 Giugno 2019, 23.26.11
7
La dieresi genera problemi di visualizzazione. Avremmo dovuto scrivere Broeken ma confido che essendo corretto nel testo della recensione sia considerabile un peccato veniale.
Lento ma inesorabile
Sabato 22 Giugno 2019, 23.08.11
6
Non vorrei risultare pedante, ma devo far notare che c'è un piccolo errore nel nome del disco nel titolo della recensione.
Crimson
Sabato 22 Giugno 2019, 20.57.22
5
@Ayreon penso dipenda dalle edizioni. Questa dovrebbe essere quella originale, che alla band fa - direi anche giustamente -cagare e quindi han provato a cambiarla. Ora però è stata messa sulla ristampa più recente, quindi dipende da che tipo di copia appunto. C'era anche quella con la luna, che appartiene alla prima stampa su cd o prima ristampa.
Ayreon
Sabato 22 Giugno 2019, 19.59.05
4
Ce l'ho con una cover diversa,la donna in fiamme,qual'e' il piu'raro?
Rik bay area thrash
Sabato 22 Giugno 2019, 19.12.55
3
Ah che ricordi, un album heavy metal molto bello. Gli fates warning oltre ad avere una coppia d asce di prim'ordine aveva in arch un vero fuoriclasse. Un singer vero, che in qualche modo si ispirava ad un certo Dickinson... Le song sono tutte molto belle e per certi versi questo album, soprattutto per i metal head della prima ora, resta un ricordo indelebile almeno per me 🤘
hard & heavy
Sabato 22 Giugno 2019, 18.53.10
2
per me questo album è un capolavoro voto: 87/100
Crimson
Sabato 22 Giugno 2019, 17.30.09
1
Bella recensione! Forse avrebbero dovuto assegnarti anche quelle dei due dischi successivi, decisamente più importanti di questo. Non me ne voglia il recensore che se n'è occupato, ma il giudizio "poco storico" su Awaken the Guardian - con Rage for Order ha praticamente cambiato le carte in tavola per l'heavy metal e il prog metal - grida ancora vendetta. Detto ciò, Soldier Boy - vado a memoria - non dovrebbe trattare direttamente di soldati in guerra ma di ragazzini che giocano con i soldatini - o essi stessi - alla guerra, questo chiaramente rende ancora più profonda la lettura e l'interpretazione (nelle varie interviste che ci sono in giro ogni tanto si carpisce qualcosa sui testi: quelli di Arch sono solitamente simbolici e criptici...quelli di NOB i più semplici)
INFORMAZIONI
1984
Metal Blade Records
Heavy/Prog
Tracklist
1. Buried Alive
2. The Calling
3. Kiss of Death
4. Night on Bröcken
5. S. E. K.
6. Misfit
7. Shadowfax
8. Damnation
9. Soldier Boy
10. Last Call
11. The Calling
12. Kiss of Death
13. Flight of Icarus
Line Up
John Arch (Voce)
Jim Matheos (Chitarra)
Victor Arduini (Chitarra)
Joe DiBiase (Basso)
Steve Zimmerman (Batteria)
 
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