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Fates Warning - Awaken the Guardian
( 8239 letture )
CORREVA L’ANNO 1986
Parafrasiamo il buon Rino Gissi e torniamo ancora una volta agli anni ottanta che furono; siamo nel 1986 (cliccare qui per approfondimenti), anno stellare per la storia del metal e zeppo di perle da ascoltare e riascoltare. In quel marasma di pilastri e pietre miliari ci fu anche lo spazio per la gemma che ci stiamo accingendo ad analizzare. Awaken The Guardian è il terzo album dei Fates Warning: il primo a discostarsi (non fino in fondo) dall’heavy metal degli esordi, il primo che vede il grandissimo Frank Aresti in pianta stabile nella band e l’ultimo con John Arch al microfono. Proprio lui, il cantante da moltissimi rimpianto e da molti perennemente odiato. Niente da fare comunque: volenti o nolenti, la sua voce è un tratto indelebile e un vero e proprio marchio di fabbrica a prescindere dai gusti personali. Quel timbro è inconfondibile, nel bene e nel male, e ovviamente non manca di esserlo per tutta la durata del disco; se non vi è mai piaciuto John al microfono probabilmente non vi piacerà neanche dopo aver letto queste righe. Persistete, comunque, perché ne vale davvero la pena!

E’ l’arpeggio di The Sorceress ad aprire le danze in maniera più che dignitosa creando quel giusto senso di attesa che permea ogni intro che si rispetti. Un riff claudicante e puntualmente arriva John con una serie di linee vocali fantastiche; l’incedere ricorda inevitabilmente la NWOBHM e gli Iron Maiden in particolare; l’apoteosi la si raggiunge nel ponte in cui parte un giro di accordi dissonanti e pesanti come badilate. John tira fuori dal cilindro un pezzo clamorosamente azzeccato e la traccia raggiunge il parossismo con l’ottimo assolo di Frank; infine la ripresa dei temi portanti conduce alla conclusione di una grandissima opener. Valley Of The Dolls riporta l’ascoltatore in lidi molto maideniani, sia come comparto sonoro che vocale; John qui sembra un Bruce Dickinson indemoniato e sugli scudi. Il pezzo scorre benissimo senza cali di sorta, ma è con la successiva Fata Morgana che si raggiunge un livello compositivo stellare: ottimi gli intrecci chitarristici sorretti da una sezione ritmica sempre nel pezzo. Completa il quadretto un John Arch in totale stato di grazia e il primo grande highlight del disco è servito. Guardian è iniziata da una serie di arpeggi intrecciati e seguiti da una melodia sopraffina che riporta magistralmente all’acustico. John si rivela ancora una volta il mattatore del pezzo con un’accoppiata strofa-ritornello da pelle d’oca; i Fates Warning sfoggiano un capolavoro con naturale maestria e scioltezza: 27 anni dopo, Guardian risulta ancora una canzone da brividi e dal notevole impatto emotivo. Prelude To Ruin è una traccia complessa e di non facile assimilazione: zeppa di dissonanze, tempi sbilenchi, cambi di tempo e una cripticità di fondo che non convince appieno; risulta un pochino dispersiva, sebbene si possa tranquillamente parlare di embrione di progressive metal denso di epicità.
La seconda parte del disco è migliore rispetto alla prima ed in essa c’è anche spazio per l’headbanging al ritmo dei riff di Jim e degli assoli di Frank. Giant’s Lore (Heart Of Winter) è un’altra perla di teatralità e ispirazione di buon livello che necessita comunque di numerosi ascolti per essere assimilata al meglio. E’ un pezzo che cresce col tempo e si lascia scoprire a piccole dosi, ma che rimane comunque sempre buono senza arrivare all’eccellenza. Sono molto piacevoli i due minuti strumentali di Time Long Past, che fanno da preludio ad Exodus, la canzone che chiude il lotto. Una chitarra acustica fa da base ad una serie di armonizzazioni tra chitarre elettriche semplici ma di grande effetto, che trasportano l’ascoltatore verso lidi onirici e lo preparano alla conclusione dell’opera. Exodus nulla aggiunge e nulla toglie a ciò che è stato ascoltato finora; supera gli otto minuti e si rivela la traccia più lunga dell’album, oltre ad essere un compendio di tutto ciò che la band è in grado di fare. Si inseguono quindi intrecci, assoli, armonizzazioni, passaggi acustici e trame a tratti contorte ed ellittiche; il succo però è che, quando Awaken The Guardian finisce, si è tentati fortemente a premere il tasto play per rincominciare il viaggio ancora una volta.

Non è un disco eccellente e non è un capolavoro; è un buonissimo disco con una sua personale magia e un suo personale magnetismo. Non è consigliabile a tutti i fan del genere perché la voce di John Arch ha sempre diviso e sempre dividerà; per chi non avesse ancora avuto la fortuna di ascoltarlo, provare comunque non costa niente, si potrebbe trovare in Awaken The Guardian un buon concentrato di emozioni e nozioni su quello che era il progressive metal andando a ritroso. In sede di valutazione si può pensare che i dischi successivi a questo furono una svolta stilistica, con l’entrata di Ray Alder al microfono, e che la sterzata totale verso il prog portò una sfilza di capolavori tuttora inarrivabili. Viene ovviamente spontaneo chiedersi cosa mai sarebbero diventati i Fates Warning con John Arch a cantare per loro; una risposta parziale la si è trovata col recente Sympathetic Resonance, che è un disco pazzesco di prog moderno ad alto tasso tecnico. Tornando ad Awaken The Guardian, è in circolazione una ristampa della Metal Blade del 2005 in cui lo si trova rimasterizzato assieme a un secondo cd contenente dei demo e dei live e ad un dvd con un live del 1986: un must per ogni fan.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
88.26 su 63 voti [ VOTA]
LucaTheReaper10
Domenica 16 Marzo 2025, 19.25.36
40
Secondo meriterebbe un po\' di più, perché dentro oltre al prog c\'è anche Epic e Power ed alcuni riff quasi thrash, disco molto bello
Dave Prowler
Sabato 31 Dicembre 2022, 1.39.33
39
Per mia opinione personale la sola Guardian meriterebbe un 100, fin da quando la sentii a 16 anni, quindi 31 anni fa mi sembro una versione musicale di Polaris di Lovecraft; onirica, poetica, sofferente con un qualcosa che non appartiene alla nostra dimensione...
Fabio
Mercoledì 13 Ottobre 2021, 20.51.42
38
80? Scusate ma è poco per questo capolavoro al tempo con i Sacred Blade tra i più avventurosi, meraviglia
alexpo444
Sabato 20 Marzo 2021, 13.38.04
37
Album superlativo. 80 è troppo poco. E' un album seminale per tutto il movimento progressive metal che sarebbe poi arrivato. Tutti, e dico tutti, i gruppi progmetal successivi hanno un debito con Awaken the Guardian
jaw
Giovedì 22 Febbraio 2018, 14.43.44
36
Stavo guardando il comm. sotto il resto dei Fates scompare al cospetto di Rage dei 'Ryche e l album che volevo citare dei Maiden e' 7th. Probabilmente mi sono sbagliato sul mimento
jaw
Domenica 28 Gennaio 2018, 1.17.56
35
Appunto zess, alcuni sono dei fessi, questo e' il punto piu alto dei fates, poi il resto scompare se citi promised dei ryche, al cospetto di qualsiasi cosa fatta dai fates. Poi e' un dato di fatto che i fates nascono con i maiden, quindi tiri fuori anche somewhere in time, e capisci il perche' il metal non e' per tutti. Ovviamente questi anni non sono in alcun modo replicabili.
Zess
Sabato 27 Gennaio 2018, 23.54.29
34
A caso? Ma le orecchie le avete, o scrivete tanto per fare? Disco inarrivabile.
Celtico
Sabato 27 Gennaio 2018, 22.57.09
33
Mah...un album che non ho mai digerito..concordo con chi pensa che non basta avere una voce da urlo...bisogna anche saper adattare le melodie ai pezzi e non buttarci sopra strofe e acuti a caso...
progster78
Giovedì 11 Gennaio 2018, 17.29.09
32
Ogni album dei Fates Warning e' un gioiello e questo awaken the guardian e' l'apice della formazione con Arch alla voce. meraviglioso. VOTO 95.
Crimson
Lunedì 25 Dicembre 2017, 11.38.15
31
Avevo già commentato, tuttavia ci tengo ad approfondire maggiormente la critica. La recensione è ben fatta. Il problema però, va detto, è che per le conclusioni finali a cui giunge è in minoranza (anche se diffusa in Italia) rispetto alla maggioranza delle opinioni, delle valutazioni e considerazioni sia critiche sul disco in sé, sia sulla storia dell'heavy e del prog metal. Perché, parliamoci chiaro, dall'ottimo testo sul prog metal di Jeff Waters ad altre pubblicazioni internazionali (tipo Martin Popoff, per dirne uno), dai pareri dei musicisti della scena (i Dream Theater stessi, per dirne uno), da quelli degli appassionati (di Heavy classico, di power US e di Prog) questo disco - da che mondo è mondo - viene ritenuto GIUSTAMENTE (sottolineo) un caposaldo della storia dell'Heavy Metal e del Prog Metal, genere e soprattutto modo di intendere il metal, che – più di tutti gli altri dischi - ha contribuito a creare. Qui non si tratta semplicemente di gusti: a tal proposito è curioso come il recensore (la cui recensione è, come detto, ottima per certi aspetti, ma meno per determinate conclusioni) ritenga la migliore o tra le migliori Fata Morgana e trovi poco riuscita Prelude To Ruin, laddove la prima è quella più classica e la meno evoluta del disco (anche se è stupenda), mentre Prelude to Ruin è quella più prog e sperimentale. Ma, per tornare al punto centrale, dicevo: qui non si tratta solo di gusti: ma di importanza di un album all'interno del metal. Awaken The Guardian, anticipato dal determinante The Spectre Within, ha rappresentato una vera e propria svolta, un punto di non ritorno per il metal classico (ovviamente, assieme a Rage for Order, ma in maniera molto diversa). Dopo di esso, non solo prende pieno avvio il progressive metal, ma lo stesso Heavy e power ne risulteranno influenzati e mutati: l’influenza di questo disco si estende su tutto il comparto “classico” (senza contare Chuck Schuldiner con l'ultima incarnazione dei Death, fino ai Control Denied, il suo omaggio al progressive power classico) dell’heavy metal: quanti sono i gruppi che gli devono qualcosa? Dall’Heavy-power-epic americano, a quello europeo e al progressive metal. Un vero e proprio classico degli ’80, disco fondamentale che ogni appassionato o interessato alla storia del metal deve conoscere e va sottolineato, soprattutto per chi si orienta su questa webzine: molto più di dischi - senza nulla togliere a questi album che sono eccellenti - che, purtroppo, qui rischiano di passare per più importanti, come Crimson Glory ed Heir Apparent (mi limito solo al 1986) che sono di fatto uscite meno importanti: mi chiedo come si valuti a questo punto un The Spectre Within). Sì, i recensori sono diversi ed è vero che ognuno risponde delle proprie valutazioni, ma comunque la stonatura resta, dato che non si parla di un disco uscito l’altro ieri.
Drake (Gunfire)
Mercoledì 20 Dicembre 2017, 19.45.18
30
E' assolutamente un capolavoro, pura poesia che tocca le corde dell'animo. Non è un disco prog, è un heavy classico e ben elaborato, il cantante pur somigliando lontanamente al noto Bruce non ha la stessa potenza ma una intensità che non ha paragoni. Non è un disco facile, necessita di vari ascolti ma poi pezzi come Fata Morgana ti accompagnano per tutta la vita. Eccellente.. e un capolavoro.. assolutamente
reaper
Lunedì 1 Maggio 2017, 14.40.05
29
non è un disco eccellente?? non è un capolavoro? non scherziamo questo lo inserisco nella top 30 dei dischi metal per ecellenza voto 100 pieno... disco straordinario.
Crimson
Lunedì 14 Novembre 2016, 21.04.59
28
@Diego Permettimi di farti notare che prima di giudicare, i fatti bisogna conoscerli bene. Innanzitutto: John Arch non ha tre album all'attivo ma 4 + un EP: ovvero A Twist of Fate (2003) e Sympathetic Resonance (2011) che è sostanzialmente un nuovo disco dei Fates con Arch; sono entrambi stupendi e ti consiglio di ascoltarli anche perché qui John ha raggiunto pienamente la propria maturità stilistica. Allora: partiamo da una cosa. Bruce Dickinson è un mito! Ma Arch lo è altrettanto e con "altrettanto" non sto paragonandolo a Bruce o altro, dico che è a tutti gli effetti un grande artista al di là della quantità dei dischi prodotti (conta comunque la qualità). Arch non è un semplice cantante/esecutore (come è stato Alder per la maggior parte della sua carriera) ma anche compositore di testi, melodie (e musica): tutte le canzoni dei Fates con Arch non vedono Matheos o Aresti o Arduini comporre e pensare da soli le varie canzoni, ma tutte sono scritte ed architettate insieme ad Arch i riffs sono appositamente composti per le sue melodie ed i suoi testi. Insomma, proprio come Dickinson (e Dio) e l'altra figura a cui rimanda Arch (per timbro e voce che crea atmosfere sognanti) - che non viene mai citata - Jon Anderson degli Yes. John Arch all'epoca era una leggenda nell'ambiente underground, amato ed imitato (lo stesso Ray Alder - che è un grandissimo- era un suo fan); trasformarlo in un novello Di Anno è francamente ingiusto. Arch scelse di non continuare la carriera da musicisita e dedicarsi alla famiglia; sostanzialmente perché non reggeva la vita in tour e soprattutto non riusciva a conciliare le due cose (tour, famiglia, lavoro). Ama soprattutto comporre e costruire canzoni in studio, anche esibirsi ma non per lunghi periodi e non girando per molto tempo come richiede la carriera di musicista. E' stata questa la causa principale che ha portato all'allontanamento dai Fates Warning, anche se all'epoca John voleva continuare con la band e visse malissimo l'allontanamento; altra cosa che pochi sanno è che dopo la cacciata dai Fates Arch fece l'audizione per entrare nei Dream Theater che lo avrebbero praticamente preso (i DT erano fan e amici dei Fates e Portnoy adora Arch), ma fu lui a scegliere la vita in famiglia e a ritirarsi dalle scene. Eppure, la passione per la musica non si è mai spenta; così come la voglia di arrivare alle persone con le sue melodie e anche di riscatto anche verso i compagni (o verso chi lo accusava di essere un Dickinson-clone). Dopo 15 anni decide di rimettersi in gioco tornando con un EP (aiutato da Matheos e Portnoy): doveva essere un suo lascito, un dire al mondo della musica "io ci sono, questa è la mia musica". EP fatto per pura passione, non per professionismo; non per tornare a fare il cantante/musicista come lavoro. Poi, nel 2011 si ripresenta un'altra occasione per tornare a comporre con Matheos ed i "nuovi" FW: viene così avviato così un progetto parallelo alla band madre. Ma anche qui, ora si limita a tornare in gioco quando ha tempo e voglia e quando Jim ha tempo e voglia di fare musica con lui. Ribadisco: Bruce Dickinson è un mito (Arch tra l'altro si è ovviamente ispirato a Dickinson e all'inizio - quando doveva ancora sviluppare un suo stile - era un'influenza preponderante) e professionalmente i due sono imparagonabili (acnhe come impatto ed influenza ovviamente). P.S. Anche Ray è un grande. Personalmente non faccio classifiche, Ray è imbattibile nel suo stile (che ha avuto modo di delinearsi appieno con Parallels) come Arch nel proprio. Ray tuttavia è più versatile, perché sa anche cantare nello stile acuto di Arch (da giovanissimo almeno) potendo così reintepretare egregiamente le vecchie canzoni, mentre John francamente non so se sappia reintepretare i dischi anni '90 dei Fates.
Diego
Lunedì 14 Novembre 2016, 17.11.41
27
Non ha più fatto niente, è questo il problema, ci sarà un motivo, no? Anche a me piacciono i dischi dell'era Arch, ma trovo quelli dell'era Alder 6 spanne sopra (tanto per dirla come te), opinabile pensiero di uno che suona e ascolta metal da più di 30 anni (ma non è una gara a chi ce l'ha più lungo, solo per farti comprendere che non sono proprio di primo pelo )
ihsahn
Lunedì 14 Novembre 2016, 15.47.28
26
@Diego: fare tanto non siginifca necessariamente fare bene, ho rispetto per i Maiden e per Dickinson (che hanno fatto parte dei miei ascolti per molto tempo) ma se parliamo di voce prorpio non c'è paragone dal punto di vista tecnico. Jhon Arch ha avuto una visione differente della musica da Jim e soci, è stato coerente con se stesso, sarebbe stato molto pià facile per un cantante come lui proseguire ed avere il successo che si meritava non credi?? cmq non voglio fare classifiche di chi è meglio/peggio, questo è il mio pensiero, il pensiero di uno che suona e ascolta metal da 20 anni.
Vanni Fucci
Lunedì 14 Novembre 2016, 15.24.43
25
Ma una recensione dell'ultimo? Per me è uno degli album dell'anno assieme a Vektor, Haken e Witherscape (anche del loro manca la recensione)
Diego
Lunedì 14 Novembre 2016, 14.57.29
24
Dimenticavo, Ray Alder è sei spanne sopra John Arch
Diego
Lunedì 14 Novembre 2016, 14.56.09
23
@ihsahn ma come fai a fare paragoni tra un monumento della musica e uno che ha tre album in tre anni all'attivo? Se John Arch avesse avuto un minimo di talento, avrebbe fatto carriera anche dopo i Fates, perchè le doti non mancavano, ma non basta avere una buona estensione vocale per essere grandi cantanti... Prendi i vari Neil Turbin, Steve Benito, Charlie Dominici, dove sono ora?
ihsahn
Lunedì 14 Novembre 2016, 14.33.07
22
E'stato il mio primo album metal che ho comprato quando avevo 13 anni!!!! Disco pazzesco, bellissimo, è stato il disco che mi ha fatto iniziare a suonare la batteria con tutto rispetto per Dickinson, John Arch è sei spanne sopra di lui.
Kai Shiden
Lunedì 22 Agosto 2016, 21.09.21
21
Voto 99, perché 100 non c'è.
Crimson
Sabato 23 Luglio 2016, 15.28.45
20
Buona recensione, però non sono affatto d'accordo sul giudizio che non sia eccellente o un capolavoro; Awaken è uno dei capolavori del metal anni'80 e disco cardine del nascente Prog Metal. Una perla assoluta e - ad oggi - ancora di non facile ascolto, come tutte le opere Fates anni'80 tardi anni'90. Prelude To Ruin capolavoro assoluto, la migliore se non fosse per la magia commovanete di Exodus e Guardian. Dispiace comunque che non siano state fatte recensioni a lavori come The Spectre Within, Perfect Symmetry, Parallels e Disconnected (opere molto importanti) e in generali non si sia completata la discografia. Servirebbe a dare un poì più di visibilità a questa band seminale.
LMA
Sabato 9 Gennaio 2016, 10.45.07
19
Disco per me da 70. John Arch ha una voce splendida, ma è tutto il resto un po' troppo in funzione sua. E' sempre sugli scudi anche quando sarebbe meglio diversamente. Certo poi si arriva a Guardian con una delle migliori performance vocali della storia dell'heavy metal e non rimane altro da dire.
Erekose
Giovedì 1 Agosto 2013, 13.11.47
18
Disco che non mi ha mai convinto più di tanto......soprattutto per il fatto che il cantante in alcune canzoni non sta un attimo zitto rovinando con linee vocali (per me) bruttarelle momenti strumentali più che buoni. Per me non è un capolavoro ma un disco più che sufficente (65)
dario
Domenica 28 Aprile 2013, 18.12.26
17
Come ho già avuto occasione di dire , credo che i FW siano un gruppo fondamentale nel metal (sia HEAVY CHE PROG) quindi il mio giudizio è di parte. Personalmente lo ritengo uno dei loro capolavori . Adoro sia John che Ray, molto diversi tra loro ma entrambi ottimi vocal. Sono d'accordo col recensore quando parla di fata morgana: livello di composizione stellare ! Voto 100 sul mio "personalissimo" cartellino.
Radamanthis
Giovedì 18 Aprile 2013, 14.56.41
16
@Andy \\\'71: hai citato Fata Morgana, capolavoro assoluto e non solo dei FW ma di tutta la musica prog metal e credo abbia uno degli intro più belli della storia del metal!
The Nightcomer
Lunedì 15 Aprile 2013, 10.23.59
15
Grandissimo Flag, sottoscrivo ogni tua parola lettera per lettera.
The Nightcomer
Lunedì 15 Aprile 2013, 10.20.34
14
Leggendo i primi due paragrafi della recensione si immagina un ben altro epilogo, invece poi si apprende, con amarezza, che il disco in oggetto "non è eccellente e non è un capolavoro". A prescindere da questa contraddizione, non sono assolutamente d'accordo. Dissento inoltre anche sulle considerazioni inerenti la discografia successiva, che ritengo non paragonabile a quest'album sotto molti punti d vista. Sarà che ho superato i 40 anni, sarà che ho visti uscire questi dischi, sarà quel che sarà, ma a volte non comprendo proprio con quale criterio vengono valutati i classici, visto che in diverse circostanze risultano penalizzati. Non amo polemizzare sui voti (ho sempre evitato), ma in questo caso la delusione è troppo forte. Mi consolo sapendo di non essere l'unico a ritenere questo lavoro incriticabile (diversi commenti sono allineati con il mio pensiero). A Rael: paragonare il prog dei seventies (che pure apprezzo moltissimo) a questo disco è secondo me azzardato, per usare un eufemismo. Sono cose completamente diverse, a prescindere dai gusti personali.
Andy \\\'71
Lunedì 15 Aprile 2013, 8.55.56
13
Disco immenso,suonato da musicisti eccezionali e fatto di canzoni uniche con altrettanto uniche e belle melodie.Fata Morgana per me,la loro più bella canzone di sempre!Voto 90!
Raven
Domenica 14 Aprile 2013, 23.09.31
12
Comunque in db abbiamo tonnellate di prog classico.
Rael
Domenica 14 Aprile 2013, 23.00.08
11
Per me non sono dei capolavori. In ambito progressive metal non ho mai sentito dei dischi che considero capolavori.
LUCI DI FERRO
Domenica 14 Aprile 2013, 22.35.14
10
@ Rael 1988 - No Exit 1989 - Perfect Symmetry 1991 - Parallels 1994 - Inside Out 1997 - A Pleasant Shade of Gray 2000 - Disconnected 2004 - FWX se questi non sono capolavori allora la crisi sta facendo pure danni al cervello delle persone
Rael
Domenica 14 Aprile 2013, 22.20.58
9
Consiglio ai giovani che vogliono avvicinarsi al progressive di partire dai gruppi degli anni '70. I veri capolavori stanno là. Saluti.
LUCI DI FERRO
Domenica 14 Aprile 2013, 21.40.17
8
@ vecchio peccatore hai ragione non è prog ma........HEAVY PROG DI CLASSE IMMENSA!
vecchio peccatore
Sabato 13 Aprile 2013, 22.11.30
7
Mah io gli darei 85, se non di più, e non lo considererei Prog... Per il resto buona recensione. Riguardo ai Fates Warning sono stati semplicemente dei grandi, questo disco è molto melodico e c'è un'atmosfera veramente fantastica e sognante, grazie in particolar modo alla voce magnifica di John Arch (che per me supera Dickinson), senza voler togliere nulla agli altri.
LUCI DI FERRO
Sabato 13 Aprile 2013, 15.20.39
6
mi dispiace veramente tanto criticare il voto secondo me troppo basso, per me Awaken the Guardian merita 93 su 100. Capolavoro di heavy metal progress....
il vichingo
Sabato 13 Aprile 2013, 14.56.33
5
I miei lavori preferiti della band sono i primi due, in particolar modo Night On Brocken , ma anche questo è un discone. Anche per me è un 90.
Flag Of Hate
Sabato 13 Aprile 2013, 13.51.18
4
@Undercover: su John Arch siamo -almeno- in 2
Electric Warrior
Sabato 13 Aprile 2013, 13.32.03
3
Un signor disco, un combo di musicisti pazzeschi (John Arch rimane un cantante fenomenale), ma io continuo a preferire lo stile che la band ha assunto successivamente.
Undercover
Sabato 13 Aprile 2013, 11.42.57
2
Continua a essere quello che preferisco, io sono forse fra i pochi a cui piace molto più John rispetto a Ray che, pur essendo un mostro, non mi ha mai preso più di tanto, infatti con lui adoro solamente "Inside Out" e "A Pleasant Shade Of Grey". Per "Awaken" il 90 lo ritengo quasi il minimo sindacale.
Flag Of Hate
Sabato 13 Aprile 2013, 10.26.42
1
E' un disco eccellente ed E' un capolavoro. Un disco magnifico, sognante, onirico, profondo, commovente. Si, commovente, perchè l'epicità e l'emozione che raggiune in certi frangenti non si riscontrano ovunque, basti sentire "Guardian" per capirlo. Il miglior disco dei FW, uno dei miei dischi Heavy preferiti in assoluto, nonchè uno degli album più epici di sempre. Per me questo è un 100/100.
INFORMAZIONI
1986
Metal Blade Records
Prog Metal
Tracklist
1. The Sorceress
2. Valley Of The Dolls
3. Fata Morgana
4. Guardian
5. Prelude To Ruin
6. Giant’s Lore (Heart Of Winter)
7. Time Long Past
8. Exodus
Line Up
John Arch (Voce)
Jim Matheos (Chitarra)
Frank X Aresti (Chitarra)
Joe DiBiase (Basso)
Steve Zimmerman (Batteria)
 
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