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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Alcest - Spiritual Instinct
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25/10/2019
( 6593 letture )
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Una sfinge ritratta di lato è tutto ciò che Neige ci vuole mostrare in copertina: composta, con schiena dritta e posa più simile a quella di un gargoyle che a un ibrido chimerico, non ci degna neanche di uno sguardo, e né tantomeno sembra volerci scervellare con indovinelli per testare la nostra saggezza. A dirla tutta, il volto disteso dall'aria trasognante sembra più un ritratto di Neige stesso, che più volte nei set fotografici viene immortalato mentre sembra che stia vagando mentalmente per altri mondi. Il profondo blu notte che fa da sfondo alla bestia mitologica è anche presente nella traccia d'apertura Le Jardins de Minuit, una terrazza finemente decorata con balaustre in marmo bianco scintillante che si affaccia sui giardini di mezzanotte, illuminata dal tenue pallore lunare. L'intro strumentale, accompagnato da leggeri vocalizzi, dura quanto basta per calarsi nella giusta atmosfera. Dopo questo crescendo, irrompe all'improvviso un riff molto piacevole che ben caratterizza il brano. Le varie voci sovrapposte si sovrappongono l'una sull'altra mentre basso e batteria trainano con forza il muro sonoro. È già qui che si possono ammirare analogie e differenze con il purpureo Kodama: i riverberi sognanti creano un saldo legame con l'album precedente, ma allo stesso tempo è percepibile un'aura più cupa, già suggeritaci dall'inscurimento cromatico della copertina.
Quest'intuizione ce la conferma Neige stesso, ammettendo di non essersela passata particolarmente bene nell'ultimo periodo, e di aver vissuto la realizzazione di quest'album come un intenso processo catartico. Prova di ciò ne è stata una fase di registrazione particolarmente difficoltosa, in cui l'urgenza di mettere in musica ciò che si provava ha fatto da principio motore. Infatti, tutto parte dalla rocambolesca stesura di Protection, un vero e proprio mare di suoni in cui sprofonda il gruppo, l'ascoltatore e anche il videoclip annesso. La formula usata è quella che si incontrerà in buona parte dell'album: sezioni cadenzate e fomentate da lunghe schitarrate squisitamente post-rock/metal alternano riff carichi di energia, capaci di lasciare un solco nella mente dell'ascoltatore e ben predisponendolo per ascolti futuri. Il concetto di dualità sembra essere l'ossessione degli Alcest, perennemente in bilico tra due facce di una medaglia che gira e che anche da ferma rimarrebbe in piedi, in equilibrio, senza poggiarsi definitivamente su uno dei due lati. L'equilibrio, per quanto possa sembrare qualcosa che implichi staticità, è invero una questione di dinamica. Nella vita non lo si raggiunge affrontando il corso degli eventi passivamente, come un sasso inerme in equilibrio indifferente, si è più come funamboli che devono mantenersi in piedi sulla corda il più a lungo possibile. Capita di cadere e farsi male, ma quando ciò succede semplicemente ci si deve rialzare e tornare sulla fune con più energia di prima. È proprio questo ciò che sembra fare la band, alternando parti sognanti con un morbido cantato a momenti scatenati con scream bestiali, più vicino ai latrati delle belve che all'umano. La padronanza nella ricerca dell'equilibrio si ha quando il funambolo che è in noi riesce a stare sulla corda quasi inconsciamente, come se ormai tutto il suo corpo e lo spirito fossero predisposti a quella cosa, integrandola in sé e rendendola parte intrinseca della sua essenza. È così che in Sapphire, dopo l'imbastimento di un'atmosfera serafica e liberatoria, una lancia urlata e graffiante irrompe verso la fine, sovrapponendosi al cantato principale, rendendo il tutto musicalmente equilibrato.
Il blu abissale della copertina e i richiami ad altre sfumature di questo colore, quali ad esempio lo zaffiro appunto, spingono senza troppa gentilezza all'idea del mare e dei suoi misteriosi fondali, e per fugare ogni dubbio, nell'intervista con Metallized, Neige ha confessato di considerarlo come qualcosa di salvifico. Nei momenti di sconforto, il mare al sud della Francia ha sempre esercitato un potere taumaturgico sul frontman della band, ripulendo il suo animo da un nero estinguibile solamente dall'incessante massaggio delle onde. Oscurità, profondità marine, quiete spirituale e ferale frustrazione sono le parole chiave che descrivono in summa la poetica di Spiritual Instinct. Tutto ciò trova coronamento nel brano più lungo dell'album, L'Ile des Morts, voluto ed esplicito riferimento al famoso dipinto omonimo di Arnold Bocklin. Quanto è stato appena detto si ritrova qui miscelato, amalgamato tra voci disperse, circolari rullate di batteria e riff stirati per raggiungere un qualcosa che non si toccherà mai. Il tema dell'inarrivabile, pregno di mistero, è la grande domanda che si pone lo spiritualista: cosa ci sarà dopo la morte? Nel quadro, la piccola imbarcazione (e ritorna il tema del mare) è diretta verso l'isola dei morti, ma in nessuna delle cinque versioni giunge mai a destinazione; non ci è dato sapere cosa accadrà. La stessa desolazione, senso di tacito sconforto che può nascere osservando il dipinto dell'isola, è perfettamente trasfigurato nella musica dalle urla lancinanti che spaccano la continuità del riff intorno al terzo minuto. Urla lunghe e appuntite, proprio come gli alti cipressi scuri del quadro. Il brano tocca probabilmente i punti più alti di questo lavoro, carico di idee, riferimenti, e ben ispirato.
C'è da dire che il passaggio dall'etichetta discografica Prophecy alla Nuclear Blast è stato ottimale, garantendo al gruppo un'ottima produzione ancora una volta capitanata da Benoit Roux, già produttore dell'album precedente. Tuttavia, questo senso di transizione indolore sembra essersi esteso anche ad altri aspetti del lavoro, alle volte fin troppo, e ciò dà la sensazione che Spiritual Instinct, in fondo, nulla dia e nulla tolga all'essenza del gruppo. Al di fuori delle variazioni cromatiche e tematiche, il livello compositivo si assesta più o meno allo stesso di Kodama, che riesce nella ricerca del bello tanto agognato senza però farlo evolvere in meraviglia. Sicuramente mossa da stimoli fondamentalmente diversi, nel complesso la band svolge un ottimo lavoro continuando a ritagliarsi il suo piccolo angolo di mondo, rimanendo iconica e riconoscibile, ma allo stesso tempo questa presa di posizione non riesce a dare spazio a quel qualcosa in più che possa rimanere veramente impresso nel cuore di chi ascolta. Ciò si conferma negli ultimi brani, che rilassandosi cedono lascivamente l'energia accumulata fino ad ora, frutti del processo di liberazione dal tormento.
Spiritual Instinct è un album interessante e che indubbiamente non deluderà chi da sempre apprezza lo stile della band. Seppur fin troppo arroccati su quanto già prodotto, gli Alcest han potuto presentare qualcosa in parte diverso grazie alle difficoltà passate; il tutto però, anche se non suggerisce alcuna via precisa per il futuro, non può definirsi il punto di massima espressione che il gruppo potrebbe raggiungere. Neige è un artista molto espressivo e preda della sua personalità perennemente in tumulto, ma di questa lotta non ci è ancora permesso ammirarne tutte le sfaccettature; è sicuramente un compito difficile, perché la band trasmette sì tanto, ma qualcosa nel tragitto si perde e non si riesce a preservarne la sua pura essenza. Tentare una ricerca musicale potrebbe anche rivelarsi controproducente, soprattutto se forzata, perché comporterebbe il serio rischio di alterare la genuinità di un songwriting che vuole risultare naturale, essenziale, piuttosto che sbalordente e sofisticato. Comunque l'album, grazie a momenti veramente ben riusciti, è capace di avvicinare l'ascoltatore al misterioso mondo che Neige svela sottilmente con la sua poetica ed estetica, ma non glielo lascia mai raggiungere definitivamente, congelando il tutto nella stessa sospensione eterna della piccola barca diretta verso l'isola dei morti.
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14
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sono un fan sfegatato di Neige per me qualsiasi lavoro che ha fatto è una perla mae devo dire che questo mi è piaciuto tantissimo , molto più oscuro ed heavy un bel carro armato già dall apertura del disco , mi ricorda moltissimo ecailess de lune ,album che per me resta la punta alta della discografia VOTO 95/99 |
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13
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Per quanto mi riguarda una delle scoperte, se non LA scoperta del 2019. Album magnifico dalla prima all'ultima nota, urla comprese. Testi belli, musiche ipnotiche, voci "antiche". In più punti mi ha rimandato al Mike Oldfield degli inizi - l'intro di Les jardins de minuit mi ha ricordato quel capolavoro di Ommadawn. Andrò sicuramente a ritroso. 85 |
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12
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Nella top ten del 2019 ad occhi chiusi. Album meraviglioso con pochi punti deboli. Due tracce sublimi su tutte Les Jardins de Minuit e L'ile des Morts. Bellissima anche la sottovalutata ed introspettiva Le Miroir. L'unica momento se voglioamo "normale" del platter è la title track, la conclusiva Spiritual Istinct. A mio modo di vedere qui si poteva fare di meglio, a tratti sembra un brano costruito troppo frettolosamente. Neige non ne sbaglia una. Alzerei il voto della recensione. Per me è un 82 . |
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11
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Insieme all'ultimo numero di Rockhard (Germania), vi è allegato un ep promozionale per questo disco: non li conoscevo se non di nome, pensando che facessero black metal non ho mai approfondito, ma questo ep mi ha così intrigato che penso di dare un'opportunità in più al combo francese.
Ottima scoperta! |
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10
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Non li conoscevo se non di nome. Poi ho deciso di dare qualche ascolto a questo ultimo lavoro così ben recensito. Comprato immediatamente. Mi sembra veramente bellissimo. |
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9
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Devo ancora sentirlo, io resto legato ai primi 3 album... essenzialmente la loro musica é sempre stata influenzata dall'Alternative Rock (soprattutto a quello dei Sonic Youth)... delle volte pareva quasi di sentirci dentro i Marlene Kuntz di Il Vile in certi pezzi. |
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8
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...una band che ha sempre prodotto musica di grandissima qualita'.... |
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7
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Me lo sto godendo di brutto. Bellissimo, voto 80 |
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6
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Alcester non mi ha mai convinto. Voto NV. |
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5
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Cioe' ragazzi...il disco devo ancora sentirlo tutto ma credo che gia' bastino i 2 singoli con relativi video su youtube(se non li avete gia' visti provvedete immediatamente xche' come tutti i video degli Alcest sono un qualcosa di meraviglioso!!che poi si abbina alla loro musica in maniera a dir poco perfetta!)Protection & Sapphire..(che tra l'altro ho in loop i video da un sacco di giorni e mi piacciono sempre di +!!)x meritare un ottimo voto!Splendido gruppo ,originale e ..proprio belli belli gli Alcest! |
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4
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Stucchevoli e prevedibili. |
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3
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Pura emozione. Ringrazio gli Alcest per questo ennesimo viaggio
all'interno della mente e dell'anima. Adoro tutti i loro album ma forse questo, seppur di poco, è il mio preferito. |
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2
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@Grabb alle volte sul sito capita che non inserisce il genere musicale che specifico nelle recensioni, non dipende da me...magari viene copia incollato il genere dall’album precedente pensando che per il nuovo sia lo stesso ma alle volte non è così. Comunque, non crucciamoci troppo, alle volte capita. Nella recensione alla fine parlo di sonorità black, shiegaze e post rock/metal, dove posso specificare meglio il gwnere soprattutto con album particolarmente eclettici |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Les Jardins de Minuit 2. Protection 3. Sapphire 4. L'Ile Des Morts 5. Le Miroir 6. Spiritual Instinct
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Line Up
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Neige (Voce, Chitarre, Basso, Tastiere) Winterhalter (Batteria)
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