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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Alcest - Les Voyages De L’Âme
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( 8933 letture )
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Per esperienza basta poco per sognare ad occhi aperti. Talvolta lo faccio senza neanche accorgermene. Per strada, a casa, ovunque. Girovago inconsciamente tra le immagini più recondite della mia psiche. Vedo dietro alla mia mente. Capisco chi sono. Spesso accade quando nel lettore passano gli Alcest!
Alcest, uno dei moniker più controversi degli ultimi anni. Portabandiera, non si sa bene per quale motivo, della più moderna corazzata di post-blackster (ci sono band ben più “post” di loro), i nostri francesi giungono dopo la recente ristampa dell’EP d’apertura Le Secret al tanto atteso traguardo del terzo disco. Identificato da Neige stesso come un crocevia piuttosto “complicato” in termini stilistici, Les Voyages De L'Âme si presenta come un efficace mixage tra la rilassante luminescenza dell’esordiente Souvenirs D’Un Autre Monde e l’opprimente e sofferta crepuscolarità del successivo Écailles De Lune. Le parti con cui questo “frullato” è stato preparato, se pesate, penderebbero maggiormente sull’episodio lunare del dittico di apertura, soprattutto per l’utilizzo molto spinto dello screaming e del tremolo picking, anche se nel gusto dei brani singoli è ascoltabile una maggior propensione alle melodie “dreamy” ed impalpabili. Vuoi l’inserimento di moltissime parti light, in cui l’arpeggio la fa da padrone (che ricordano vagamente la via intrapresa dagli Anathema di We’re Here Because We’re Here e Falling Deeper), vuoi l’andamento liquido e shoegaze delle chitarre, incentiva durante l’ascolto il distacco dell’anima dalla concretezza della vita quotidiana: il cammino di quest’ultima, declamato nel titolo stesso dell’opera, parte dunque dall’ascolto di queste note sognanti e trasognate.
Scorrere nella tracklist (consiglio un percorso lineare, senza salti da un punto all’altro della scaletta, molto ben amalgamata) significa perdersi fra le nuvole, tra i pensieri più reconditi, vagando tra le proprie gioie e i propri dolori, a seconda dello stato psicologico di partenza. Il bello della musica degli Alcest è che non vi è un unico scenario di riferimento (come può essere la disperazione nel doom, la fierezza nell’epic, la violenza nel brutal, ecc…): la trattazione molto intimistica - legata alle esperienze sensoriali che furono della darkwave a partire dagli anni ’80 - permette di interpretare in modo molto personale le melodie presentate all’interno del CD, costruendo attorno ad esse un immaginario che è tipico dell’ascoltatore e non tanto dell’autore. È questo slittamento di intenti, in cui è il fruitore il vero protagonista, a balzare all’occhio come cardine di questo Les Voyages De L'Âme che, proprio grazie alla continua mutevolezza degli umori, incentiva una posizione attiva da parte di chiunque. Io stesso ho trovato difficoltà a concentrarmi su di un ascolto tecnico, continuamente proteso a seguire le stimolazioni provenienti dai vari capitoli più che quelle attribuibili all’analisi vera e propria.
Vediamo ora di capire pregi e difetti di Les Voyages De L'Âme. Perché, direte, non è tutto oro ciò che luccica? Naturalmente no, anche se nell’occasione siamo concentrati su un disco, ma questo l’avrete già capito, che è ben sopra la media dell’odierno panorama musicale, sia per ispirazione, sia per perizia nella realizzazione. Questo è bene saperlo anche se alcuni accorgimenti sarebbero potuti essere migliori. In primis l’omogeneità della scaletta che presenta, tra picchi estremamente coinvolgenti, anche qualche momento un po’ stanco: la stessa Autre Temps, traccia iniziale e singolo apripista dell’album, dopo un primo gradimento, soffre di una certa ripetitività e di un’eccessiva mielosità, soprattutto nelle sue parti light che ricordano molto le sorelle di Souvenirs D’Un Autre Monde. Altri brani sottotono possono essere ritrovati nella seconda porzione di disco: Beings Of Light, dopo una prima parte estremamente soffice ed eterea, diviene troppo confusionaria ed aritmica, penalizzata anche da una produzione che esalta con difficoltà il guitarism distorto, reso fluido ed impalpabile dalle consuete derive shoegaze e dalla relativa effettistica (dunque un po’ nascosto dietro la sezione ritmica); va però sottolineata l’importanza della traccia che, nella visione complessiva della tracklist, rappresenta la parte terminale di un viaggio metaforico iniziato proprio con Autre Temps, episodio più luminoso del lotto che, credo volontariamente, contrasta con “l’oscurantismo”, anche sonoro, rappresentato da Faiseurs De Mondes (vicinissima alla vision tematica di Écailles De Lune). Havens è invece un interludio completamente acustico, piuttosto banale ed inutile nell’economia generale, osservata anche la sua collocazione in fondo alla scaletta che tuttavia, considerato ciò che andremo spiegando tra poco, è inevitabile, non volendosene privare. I rimanenti titoli sono tutti, in un modo o nell’altro, forieri della vision intimistica degli Alcest di cui parlavamo in apertura. Immenso il trittico Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles, Les Voyages De L'Âme e Nous Sommes L'Emeraude che, nei suoi quasi venti minuti di run, costituisce il cuore pulsante di Les Voyages De L'Âme, ossia il bivacco in cui l’anima dell’ascoltatore è costretta prima di giungere alla propria, ricercata meta: è proprio in questa porzione di disco che si iniziano ad intravedere nuvole, buio ed ostacoli (quelli di Écailles De Lune). Con il passare dei minuti il percorso si fa sempre più ostico e cadenzato (vedasi i controtempi in Nous Sommes L'Emeraude), fino alla sua immaginaria conclusione con Faiseurs De Mondes, brano compiutamente notturno. In questo senso va dato merito ad un Neige più visionario che mai, che ha lavorato con un eccezionale filo conduttore sfruttando (e recuperando) con astuzia idee già sperimentate nelle scorse release. Summer's Glory è invece un po’ avulsa rispetto alle altre tracce, proprio perché il viaggio immaginario è oramai concluso. Il modus operandi è sempre lo stesso, tuttavia il clean vocalism e la fattura più dilatata e soft le fanno fare un balzo indietro agli episodi iniziali (Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles e Les Voyages De L'Âme).
Dal lato tecnico la minestra è sempre la stessa, con l’aggiunta di qualche completamento di sinth: doppio cantato (clean e screaming), chitarre shoegaze, batteria spesso sconnessa al ritmo della sezione strumentale e quattro corde di sapore waviano. Riguardo a quest’ultimo aspetto va però registrato che le linee di basso sono ben più povere da articolate e di quanto sentito in passato, soprattutto su Souvenirs D’Un Autre Monde . Un vero peccato, soprattutto considerato che le armonizzazioni (principalmente i giochi tra le chitarre e tra le voci) sono da considerarsi migliori di entrambi gli album precedenti. Concluderei con un accenno sul comportamento del vocalism: bene il clean, benissimo quando i due registri vanno a braccetto (Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles), malino (non malissimo) lo screaming solista che alla lunga, così acido e tirato, stanca. Un maggiore corpo e un’intonazione meno urlata potrebbero giovare, anche se non credo queste siano prerogative nelle corde di Neige. Detto questo il registro black-style a mio avviso non va abbandonato, vuoi per aumentare il volume del cantato, vuoi per dettare quel senso di sofferenza che la musica degli Alcest ha comunque insita nel proprio stile.
Tiriamo le somme: meglio di Écailles De Lune, peggio dell’inarrivabile Souvenirs D’Un Autre Monde. Ovviamente da comprare per visitare, attraverso il sogno ad occhi aperti, gli antri più nascosti della vostra psiche. E per capire chi siete veramente…
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un altro bel disco di Neige qui ha addolcito un pò la dose rispetto al precedente capolavoro , un pelino sotto ma cmq disco da ascoltare e avere.VOTO 90/100 |
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adoro questa band post black francese,quasi shoegaze.il loro capolavoro per me e' souvenirs d'un autre monde! |
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Ahahahah ma che diavolo vorrebbe dire frocissimo? |
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devo dire che l'ho preso un po' a scatola chiusa, un po' per collezionismo, un po' perchè sapevo bene il prodotto che avrei ascoltato... devo dire che il grando di sufficienza grazie al quale ho acquistato questo Voyage è stato più che ripagato. Ci troviamo di fronte a un lavoro mieloso (e chi non ne può più lo capisco) ma cristallino e con un songwriting da paura. Mi sembra ancora una cazzata (per l'ennesima volta) far rientrare questo album in un panorama (black)metal. bisogna considerare l'album allo stesso modo con cui si considerano i dischi degli Slowdive, dei Cranes, degli ultimi Cocteau Twins... Di passi avanti ce ne sono e molti: il perfetto uso delle tastiere, gli effetti sonori, delle linee vocali sempre più accattivanti e ben riuscite. Un signor lavorone. Chessenedica gli Alcest sono una band che si è saputa mantenere su alti livelli. |
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Bellissimo, come sempre è lecito aspettarsi da Neige. Neanche un riempitivo, nessuna caduta. Le critiche di piattezza e ripetitività dello stile secondo me sono fuori luogo, questo è un disco che il 90% delle band odierne si sognano di produrre. |
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Disco frocissimo. Ascoltabile, piacevole tavolta, ma frocissimo. |
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Per me è qualcosa di sublime..specialmente l'omonima canzone dell'album...mi ha fatto provare emozioni fortissime...... |
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@Meta3K: Certamente la percezione a livello emotivo é soggettiva. In questo caso però, curiosamente le nostre sensazioni non differiscono poi tanto. Malinconia. Questo é esattamente ciò che provo nell'ascoltare le note di questo disco così come per i suoi predecessori. Solo che tale sentimento si può interpretare in almeno due modi diversi; la malinconia che mi viene trasmessa da Alcest può essere paragonata al sorriso che nasce spontaneo nel ricordare momenti felici passati con una persona che non c'é più, che non fà più parte della nostra esistenza. Stagioni passate, ricordi di gioventù. E Summer's Glory, come giustamente tu citavi, é un perfetto esempio di questa facciata della malinconia. Poi, però, é altrettanto vero che un pensiero malinconico possa nascondere in sé una neanche tanto velata tristezza. Ecco, qui credo che il discorso si faccia estremamente soggettivo. Certamente gli Anathema del periodo Judjement/A Fine Day To Exit erano più unidirezionali in questo senso. Se uno sorride ascoltando Judjement probabilmente, in quel momento, o é strafatto oppure indossa già una camicia di forza! Ciò che indubbiamente pervade la musica di Alcest (e questo disco non fà certo eccezione) é un profondo senso di pace. E la pace interiore, paradossalmente, può anche essere tormentata (da questa idea/dualismo credo che nasca e si poggi l'intero progetto artistico di Neige) |
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@ LS: Personalmente apprezzo molto i tuoi commenti e mi ritrovo in quasi tutto quello che hai scritto, peraltro argomentando in maniera cosi' chiara e illuminante. Solo non sono cosi' convinto che "Alcest cerca di risollevarti in maniera gentile e delicata". Penso che magari questo possa essere vero per "Summer's Glory", ma in linea di massima, ascoltando il resto, io percepisco sensazioni malinconiche; forse la cosa e' soggettiva, non so... Poi io qui vedrei piu' certe sezioni di "A Fine Day To Exit", ma non importa, siamo gia' in tre (Giasse compreso) a ritrovare elementi in comune con gli Anathema (seppur con i dovuti distinguo, cioe' nessuno di noi dice che sono la stessa cosa ovviamente), e non puo' essere un caso  |
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ps: tutt'altro che fuori luogo l'aver citato gli Anathema come reminescenza sonora. Ascoltate gli ultimi 3 minuti di Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles: l'arpeggio, l'incalzare dei piatti, il continuo alternarsi di accellerazioni e rallentamenti, il solo di chitarra: sembra provenire direttamente dai solchi di Judgement. Certo, gli intenti a livello emotivo delle due band sono agli antipodi; mentre gli Anathema tendono a trascinarti in una pozza di fango e disperazione insieme a loro, Alcest cerca di risollevarti in maniera gentile e delicata. Ma musicalmente parlando sono accostabili eccome. E personalmente, in alcuni passaggi di questo Les Voyages, io sento nitidamente alcune atmosfere (evocate dagli arrangiamenti, vocali perlopiù) tanto care ai Novembre, quelli più introspettivi e meno death oriented. |
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Questo disco necessita tempo per essere compreso e digerito completamente vista la sua non immediata complessità. Si perché ogni lavoro pubblicato da Neige sotto il nome Alcest, é una creatura che si evolve col tempo e che si muove su piani e spazi diversi. All' immediatezza delle melodie si contrappone la continua ricerca di un suono etereo e liquido non facilmente assimilabile da chi si nutre di pesanti distorsioni e compressioni, a volte, scellerate. Al pacato utilizzo di soffuse vocals pulite si contrappone l'intensità delle emozioni e dei paesaggi che le stesse tendono a creare. Souvenirs riuscì a portare questo dualismo ad un livello accessibile a tutti; con Ecailles e questo Les Voyages questo concetto si é lievemente estremizzato, infatti entrambe le release sembrano unire differenti ideologie musicali da un brano all'altro, a differenza di quel meraviglioso disco d'esordio che scorreva con una naturalezza sconcertante (caratteristica, questa, che personalmente mi ha spesso portato ad accostarlo all'inarrivabile Bergtatt, altro album impossibile da fermare prima che sia concluso ed impensabile da ascoltare frammentariamente). Al momento, la nota positiva più eloquente che sento di dover sottolineare é la maturità raggiunta da Neige come compositore: brani come Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles e Faiseurs De Mondes sono, a mio modestissimo parere, costruiti sapientemente e non risultano prolissi. Anzi, il loro incedere e continuo evolversi li rende forse i migliori episodi in questo viaggio. Detto questo, e scusate il papiro, io mi prenderò molto più tempo per dare un giudizio "definitivo" su questo lavoro. Ripeto, é un'opera molto più complessa di quanto il facile ascolto tenda a far credere. |
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i gusti sono personali ed insindacabili , trovo brutto pero' il voler giudicare chi sta dietro la musica giudicando persone che non si conoscono e delle quali non sappiamo praticamente nulla ,tral'altro la trovo una cosa veramente inutile . Un saluto a tutti ! |
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@tribster nessun problema, è stato un piacere chiarire la situazione, alla prossima  |
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@undercover: ti ringrazio della tua risposta cortese undercover, veramente. è chiaro ciò che dici, e assolutamente non è vero che nn mi stai simpatico, due righe su un computer nn mi permettono minimamente di giudicarti come persona, e mi guardo bene dal farlo (e mi dissocio da chi ha detto frustrato, fallito bla bla). è proprio solo una diversità di "temperamento" che a volte ti fa sembrare (e ripeto, sembrare) uno che spara giudizi a destra e a manca, e probabilmente a volte cozza con la mia, più pacata. Senza rancore e scusa se sono stato un pò sarcastico nel commento 23, era solo per attirare la tua attenzione e affrontare l'argomento. Alla prossima ciao! |
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Sinceramente, a me questo disco è piaciuto, anche se è inferiore ai suoi predecessori. Posso capire che a molta gente non sia piaciuto per via delle atmosfere molto mielose, con la quasi totale assenza di elementi black o simili... Di certo ci si poteva aspettare di più. Il voto di Giasse comunque credo sia più o meno quello che gli avrei dato io. |
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Quindi chi non lo apprezza è un caprone idiota eccetera? Complimenti... |
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discone come tutti i loro lavori. Non adatto alla massa di caproni ignoranti che ascoltano i soliti 4 gruppi. |
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E Michele, vedi forse qualcuno qui piagnucolare perchè Neige è diventato una popstar invece di starsene nell'underground? Quando mai qualcuno se n'è lamentato? E poi metallari chi? A me sembra piuttosto che si stia parlando dei contenuti musicali... Non mettiamo le parole in bocca alla gente per cortesia... |
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Metal3K scusa ma la tua spiegazione di "tanto astio" non sta molto in piedi. Al contrario, oggi nessuno si scandalizza più a sentire questi arpeggini strappamutandine e questi vocalizzi eterei... Anni fa potevano essere una piccola novità nel genere, ma ora sono una cosa inflazionatissima, basta notare tutti i gruppetti post-black/post-icazzi che imperversano... Poi, tu dici che non è necessario innovarsi: bisogna vedere come decidi di rimescolare la tua minestra. Se ad esempio Neige si fosse riavvicinato alle sonorità di "Le Secret" sarebbe venuto fuori non un capolavoro, ma almeno un buon disco. In questo "Voyages" invece ci sento una pacchianeria a dir poco nauseante, buttata lì come fumo negli occhi per sopperire alla propria sterilità... A questo punto preferisco artisti onesti come gli Isis: dieci anni di carriera, un paio di capolavori, poi dopo un ultimo disco ottimo ma poco originale si sono sciolti perchè non avevano più nulla da dire. Mi è dispiaciuto, per carità; ma se continuare significa autoscimmiottarsi e prendere per i fondelli i fans e se stessi, forse è meglio un po' di onestà. |
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@tribster, io non so dove tu veda saccenza nei miei commenti, sono opinioni personali, spesso "forti" ma personali e la maggior parte delle volte più che motivate cosa che non posso dire delle altrettante scorribande d'insulti (è successo con me come con altri utenti in svariate occasioni). Commento qui da circa due anni e di discussioni ne ho avute anche tante, chiarite e ci siam pure fatti una risata su ma con gente che l'unica argomentazione che riesce a portare a proprio favore è quella di una mia presunta frustrazione, una mancanza di tatto nei confronti dell'artista, il mio numero elevato d'ascolti o altre castronerie di tal genere perché perdere tempo a rispondere? Così come ho dato risposta secca a Ulvolc che non vedo perché debba perdere tempo sul mio commento che non gli è gradito e non concentrarsi sul dire la propria sul disco e confermo le ultime due righe, non posso tener conto di ciò che dicono dato che quegli attacchi sono venuti da persone che non hanno scritto due frasi sensate riguardanti il disco, a te rispondo perché per quanto non ti stia simpatico almeno hai detto la tua in maniera diretta ma pulita. |
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@flag of hate: ciao flag, rispetto al tuo commento volevo dirti che non sono assolutamente un fan (ne tantomeno un fan boy) di Neige, non me ne frega proprio nulla....se a undercover questo disco fa schifo, e che problema c'è??? nessuno. La mia critica, pungente ma non penso offensiva, è proprio in generale sull'atteggiamento un pò da "prof" saccente di undercover, tutto qua, leggendo la sua marea di commenti sparsi qua e là. tutto qua. Poi sono finito tra due commenti un po troppo "pesanti", ma cmq anche leggendoli mi sembrano più critici verso undercover che fanboy di neige. poi cmq uno può vederci anche quello che non vuol vedere. E tanto cmq a lui non frega un cazzo perchè noi non siamo degni!!  |
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Il successo fa male... Ora tutti quelli che prima adoravano Neige lo inizieranno a prendere a randellate... Non ho mai capito perché i metallari ragionino così. Bah. Comunque questo nuovo disco mi piace moltissimo, non come il primo, ma direi che siamo ai livelli di Ecailles De Lune Concordo con tutta la recensione, ma non con il voto, che avrei abbassato di 3 punti (appunto, come Ecailles De Lune) Bravo, Giasse!  |
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Immagino che per qualcuno (e non mi riferisco a nessuno di voi ma parlo in generale) possa essere inconcepibile che un blackster ad un certo punto cambi idea e, pur mantenendo vagamente certi elementi black, decida d'un tratto di dar spazio ai sogni ed al sentimentalismo... Se un disco come questo provenisse da un ambito rock magari sarebbe semplicemente apprezzato da qualcuno ed ignorato dagli altri. Si probabilmente la spiegazione di tanto astio e' questa, forse Neige rappresenta cio' che ogni fan del metal estremo ( e, se mi consentite, mi ci metto anche io... ) non vorrebbe vedere mai. Vi immaginate se Burzum cominciasse a fare canzoni mielose e sentimentali? Detto questo, qui si tratta di uno stile diverso dal solito, che puo' piacere oppure no, che puo' essere considerato metal oppure no, che puo' appassionare oppure provocare semplicemente disprezzo. E' vero, non sono state introdotte grosse novita' stilistiche rispetto agli album passati, ma non sono uno di quelli che pensa che rinnovarsi sia obbligatorio. Quello che mi sento di poter affermare, secondo il mio gusto ed il mio modo di vedere, e' che si tratta comunque di un lavoro qualitativamente elevato rispetto alla media e come tale, nel suo complesso, degno della mia personalissima stima. Infine confesso senza pudore di aver sognato ad occhi aperti anche io mentre lo ascoltavo... |
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volevo dire "letteratura moderna". Cmq in parte concordo sulle critiche. Gli Alcest hanno creato un trademark e un prodotto che vende. Lo sanno fare bene e questo va a loro merito. Se questa zuccherosità poteva essere interessante 4 anni fa, ormai io la trovo abbastanza sterile. |
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@Undercover: però nella letteratura contemporanea l'Alcesti di Moliere è molto più famoso di quello greco. Mettiamoci anche che Rousseau, Voltaire e DuBos ne hanno scritto pagine, quindi mi sembra un po' più comprensibile. |
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OK, leggendo i commenti ho capito una cosa che non sapevo: Neige si è guadagnato una notevole schiera di fedelissimi aficionados detti anche FanBoy™ che non accettano alcuna voce fuori dal coro delle lodi ortodosse. Se ad Undercover o a pinco pallino gli Alcest non piacciono, potrà dirlo senza destare l'ira funesta e risvegliare l'inquisizione dei poveri? Forse "squallore" è una parola forte, ma almeno lui non ha insultato nessuno di voi, e poi ha giustificato la sua opinione. |
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Mi è moderatamente piaciuto, anche se per me non siamo al livello dei due precendenti. Diciamo che mi aspettavo qualcosina di più...Brani preferiti Autre Temps, Faiseurs e Nous Sommes...dopo tre ascolti darei un 75, vediamo in seguito. |
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Ecco preciso preciso il modus operandi di undercover....insulta senza rispetto gruppo e musica (spacciandolo per rispettosa opinione), glielo fai notare, si incazza, e ti dice che non gliene frega un cazzo di quello che dici di lui....grande esempio di persona umile che si mette in discussione....ahahaha, mi fa morire certa gente di sto sito, è il top....cmq caruccio questo disco ma preferivo il precedente di molto!! |
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Massì ma Undercover lasciatelo perdere che ovunque scrive rompe il cazzo... ma vatti a fare una scopata ogni tanto invece di sputare sempre veleno a mò di intellettualoide. Povero frustrato. |
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CHE AUTRE TEMPS SIA MIELOSA E RIPETITIVA LO RITENGO PERSONALMENTE LA PERFETTA ANTITESI DI QUEL CHE INVECE E: MASSIMO RISPETTO PER LE OPINIONI ALTRUI MA IO LA REPUTO IL VERO CAPOLAVORO DI QUESTO CD |
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Scusate se ho scritto da cani ma vado di fretta. Ciao. Comunque bella rece, anche se non concordo per niente col giudizio espresso. |
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Neige non è mai stato un genio; certo, è riuscito a cambiare astutamente un po' le carte in tavola infilando un po' di questo e un po' di quello in un genere ultimamente a corto di idee, ma da qui a definirlo "genio" ce ne passa... Come personaggio mi è sempre stato sui cosiddetti, più che altro per le sue pose da poeta maledetto e incompreso de noantri (e fatte 'na risata ogni tanto!), ma musicalmente fino ad "Ecailles" (il suo vero capolavoro, che per me non è "Souvenirs") l'ho sempre trovato ottimo. Questo sottobicchiere di plastica asettica non fa che confermare che lui non è un genio, ma un musicista che ha avuto le idee giuste al momento giusto, che ha avuto il suo successo e che, alla fin fine, non è capace di districarsi dalla manciata di luoghi comuni che ha creato... Gli artisti di oggi sono così. Fai passare qualche anno e sono già bell'e che bruciati. |
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anche io mi unisco un po' al coro degli scontenti, non tanto per questo disco che non ho ancora ascoltato, quanto al fatto che ho sempre trovato gli alcest molto sopravvalutati...pur apprezzando il black malinconico del demo d'esordio, le tristesse invernale, ed il recentemente ep le secret...souvenirs lo trovai veramente soporifero... |
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Ciao Fabio II, si vede che siam noi quelli sbagliati e che ci vuoi fare  |
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Grande Undercover! ho soltanto il precedente lavoro, a metà album ho lasciato perdere, mai più riascoltato. Voglio rimane informato sui gruppi sorti nel nuovo millenio, ma questi proprio non vanno giù; poi magari sarò paleolitico io, questo può sempre essere vero. |
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@Ulvolc, il signore in questione in un'intervista rilasciata a questo sito ha dichiarato di non conoscere neanche il mito dal quale ha tratto il proprio monicker? Dovrei portare rispetto per cosa? Il disco è il solito concentrato di atmosfere melancoliche che ormai vanno a diradarsi dietro scelte e soluzioni ripetute talmente tante volte che sono diventate stantie, ti piace, buon per te, lo reputo sopravvalutato dalla sua prima uscita, è riuscito a "contaminare" negativamente i Lantlos dei quali ho adorato il primo e hanno perso punti proprio con la sua entrata, per questo dove tocca fa danno, poi ognuno c'ha il suo ma è troppo facile inveire quando qualcuno dice che è contrario a un'idea comune. Quest'album fra le altre cose è "zuccheroso" e lo sottolineo, poi non me ne frega un cazzo di quello che tu pensi di me e di come io possa espormi o meno, saluti e buona vita. |
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per ora non mi piace. il voto di Giasse mi pare altino, secondo me souvenirs ed écailles sono nettamente superiori a questo...il problema non è la "solita minestra", ma la mancanza di ispirazione. sembra un album fatto tanto per farlo, a differenza degli altri così unici. oltre questo vorrei dire ad Undercover che se c'è qualcuno squallido qui è lui, non Neige. se ben mi ricordo ho letto ho letto un tuo commento in cui lo chiamavi "spocchioso francesino". non c'è bisogno di aggiungere altro |
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Sono d'accordo con il voto, il punto è che sono bassi i voti dei precendenti lavori, personalmente trovo ecailles de lune superiore a questo e anche a souvenir. ps. io trovo scomparsa la parte black a differenza dei precedenti, non mi pare proprio proprio la stessa minestra sinceramente. |
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Ho ascoltato il disco tre volte (forse necessito di ulteriori ascolti), però non riesco a togliermi quel sapore d'amaro dalla bocca. Per carità, il disco è ben fatto, nonché ben suonato, ma ho come l'impressione che manchi qualcosa. In linea di massima sono d'accordo con il recensore, anche per quanto riguarda le valutazioni degli album precedenti, però effettivamente la stella di Neige sembra non essere talmente splendente quanto sembrava all'epoca di Souvenirs, ma anche dell'omonimo Amesoeurs. Dopo Ecailles, Les Voyages e l'ultimo Lantlos (che sono dichi tutto sommato più che buoni) l'immagine del francese ne ha risentito. Rimane un buon compositore, capace di sfornare musica di qualità, tuttavia, forse non è quel genio che sembrava essere ai tempi di Souvenirs. |
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Undercover, parli di squallore, argomenta! Ho conosciuto il personaggio ed è molto sobrio e riservato, come fai a definirlo squallido? La realtà è che sei un quaquaraquà perchè, considerando la quantità dei tuoi commenti, è fisicamente impossibile avere tutto quel tempo per ascoltare attentamente tutti quei dischi. Anche se fossi un lazzarone nullafacente. |
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buon album ,forse meno sorprendente dei precedenti e piu' "telefonato" : l'ho trovato nel complesso meno emozionante del precedente (per me il migliore in assoluto) ma ugualmente pieno di ottimi passaggi sognanti capaci di portarti via lontano con la mente ,cosa assolutamente non da poco ... |
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Lo squallore del personaggio e della musica non ha fine, niente progetto che non riesco a calarmi, ho bisogno dell'insulina perché rischio veramente una crisi diabetica... |
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@Giasse: Scusa, avevo capito che Faiseurs De Mondes non ti aveva soddisfatto. E comunque la somiglianza con gli Anathema fatico a vedercela anche in quello ahahah =) Comunque mi sono accorto di aver sbagliato. Ho confuso Havens con Beings Of Light. Havens tutto sommato non è poi così male, nulla di particolare ma è piacevole. Beings Of Light non mi dice nulla invece, una traccia che rasenta la sufficienza giusto perché non dà fastidio all'orecchio. |
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Non mi è piaciuto. Ma proprio per niente. L'unica buona/decente è "Faiseurs De Mondes"... Il resto barcolla tra banale, kitsch, riciclato e diabetico... Caro Neige, finite le idee, arriva il mestiere. |
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Mi spiego: la somiglianza con gli Anathema la vedo in alcuni passaggi di chitarra arpeggiata + tastiera; da nessun altra parte, ovviamente. Riguardo a Faiseurs De Mondes concordo con te: devi aver frainteso.  |
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4
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si dai l'80 ci sta, a voler esser proprio generosi anche 85 |
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3
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Tutto sommato sono d'accordo con la recensione e con il voto, ho solo un paio di obiezioni da fare: 1) di somiglianza con gli Anathema delle ultime due uscite ne vedo molto poca. Le atmosfere dei loro ultimi due album sono completamente diverse da quelli degli Alcest, in particolare quest'ultimo; 2) lo scream non lo trovo così male come lo fai passare e trovo che Faiseurs De Mondes sia una delle tracce migliori e più intense dell'album. Mi trovo d'accordo, poi, sul considerare Havens una traccia trascurabile se non inutile. Forse poteva essere fatto di meglio, ma tuttavia questo rimane sicuramente un buonissimo album che ti porta a sognare e a viaggiare... |
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2
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Interessanti certamente....nulla di più in questo lavoro. Nulla di più. Giustissimo Giasse! Jimi TG |
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1
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Per me il 100 lo merita "Souvenirs d'un autre monde", un album perfetto nella sua genuinità. A questo forse darei un 80 ma necessito di ulteriori ascolti. Ci sono dei pezzi capolavoro.....................!!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Autre Temps 2. Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles 3. Les Voyages De L'Âme 4. Nous Sommes L'Emeraude 5. Beings Of Light 6. Faiseurs De Mondes 7. Havens 8. Summer's Glory
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Line Up
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Neige: vocals, guitars, bass, sinth Winterhalter: drums
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