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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Anathema - We’re Here Because We’re Here
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( 10308 letture )
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Sette anni l'abbiamo aspettato, un'eternità. We're here because we're here è per me l'album più atteso dell'annata in corso e, nonostante siano oramai più di due mesi che lo ascolto, non mi sento ancora in grado di giudicarlo. Questo mio cappello alla recensione di Fabrizio vuole essere un piccolo breviario per introdurvi a ciò che sono oggi gli Anathema e prepararvi così alla lettura profondamente intima che Fabrizio ha riservato all'album in questione. Un uomo annegato in un mare di luce estatica è il simbolo del nuovo corso intrapreso dai ragazzi di Liverpool, un corso che sa di redenzione, di maturazione spirituale, in ultima istanza di amore, della speranza che spinge a cercare il buono in ognuno di noi. Un amore per la vita che va sottobraccio con la ritrovata fiducia in un genere umano che solo dodici anni fa veniva dato irremediabilmente spacciato in virtù della fatidica alternativa 4. La morte, dunque, è ora vista solamente come l'opposto della nascita e non come antitesi della vita, perchè la vita è eterna. A dispetto di ciò, comunque, di pezzi gioiosi o anche solo un attimino allegri non vi è nemmeno l'ombra (e per fortuna): gli inglesi riescono a trasmettere tutte queste sensazioni positive pur con un impianto musicale, armonico e melodico, dalla profonda impronta emozionale e commovente, di quelle che ti obbligano a pensare, a rivangare, a confrontarti con tempeste interiori sul proprio passato e sul proprio futuro... Dal punto di vista musicale gli Anathema portano avanti il discorso lasciato in sospeso con A natural disaster, un alternative rock che questa volta punta molto di più sulle architetture di tastiere e synth e sugli arrangiamenti d'archi ad opera della London Session Orchestra. La chitarra di Danny (che rimane il principale compositore del gruppo) interviene per sottolineare i passaggi più veementi e per completare con i suoi assoli l'orgia strumentale ed emotiva che caratterizza il finale della maggior parte dei pezzi. Vincent è alle prese con la sua prova migliore, e dal punto di vista tecnico e da quello interpretativo ma francamente non ne dubitavo visti i balzi da gigante della sua voce negli ultimi live. Sottolineo inoltre un Jamie al basso sempre più determinante e sempre meno all'ombra dei ben più famosi fratelli. La produzione di Wilson fa il resto: dando fondo in maniera magistrale alla tecnica del crescendo, il genietto degli amici Porcupine Tree (molto più che amici, a giudicare da Get Off Get Out...) traduce le dinamiche dei pezzi in incredibili saliscendi emotivi. Non è metal, non è gothic, ma è un disco che, sia che li conosciate già sia che non li amiate ancora, merita tutta la vostra attenzione ed anche parecchi ascolti. Potrebbe seriamente sconvolgervi. Ed ecco il motivo di questo inserimento nella low gain e del ritardo con cui questa recensione viene pubblicata. Perciò, cari fan degli Anathema, non vogliatecene! Buona lettura.
Stefano “everything is energy and energy is you and me” Asti
Anathema - We're Here Because We're Here
Mancano quattro minuti all’una, il silenzio è finalmente calato sul paesino di montagna. Non che ci sia gran confusione, ma è la settimana di ferragosto e i romani in villeggiatura rimangono per strada a chiacchierare fin oltre mezzanotte, e sappiamo bene come siano “caciaroni” i romani. Anche io sono nativo dell’Urbe, ma parlo piano e poco , e se lo faccio è per argomenti secondo me sensati, non mi piacciono le “chiacchiere tanto per chiacchierare”. In questo silenzio a tratti irreale gli Anathema mi fanno compagnia, una bella compagnia. Il loro nuovo album, We’re Here Because We’re Here, è una perfetta colonna sonora per i viaggi interiori che puntualmente verso quest’ora intraprendo, con la speranza di trovare non dico le risposte, ma almeno delle indicazioni riguardo i miei dubbi, le domande che mi pongo, i punti interrogativi che da anni ormai mi attanagliano. In realtà il viaggio interiore è iniziato, molto più pesante e ostico, nel 2007, viaggio che mi ha portato ad abbandonare le poche certezze che pensavo di avere. Con il passare del tempo ho saputo rivalutare certe situazioni, capire delle frasi che al momento non avevo (volutamente?) compreso. Sì, stavo male e mi rifugiavo nella musica. Gli Anathema erano fermi da un po’, l’ultima pubblicazione risaliva al 2003 con il bellissimo A Natural Disaster, ma proprio in quel periodo pubblicarono un singolo rendendolo scaricabile sul loro sito: la canzone era Angels Walk Among Us, acustico brano triste/dolce con un testo intimo e sofferto. Feci mia quella canzone, e alcuni versi diventarono il “manifesto” del mio myspace:
mother can you hear me? father can you help me?
Con mille sforzi, lacrime e malori fisici riuscii nell’impresa di liberarmi del mio passato che ormai più non mi apparteneva. Potevo ricominciare a vivere. Ma ben presto mi accorsi di quanto fosse difficile rimettersi in gioco a 28 anni, senza più punti di appoggio, senza certezze e man mano che il tempo passava, senza molte speranze. Hindsight, album acustico del 2008, fu mio compagno di viaggio: di nuovo gli Anathema, un caso? L’album era una sorta di raccolta di brani ri-arrangiati e registrati con l’ausilio di strumenti acustici, “spogliando” le composizioni e rendendole più scarne, più “semplici”, più delicate: poesia fatta musica. Quando sono triste, con tutto quel che ne consegue, mi piace ascoltare musica profonda, dolce, struggente per i miei sentimenti. Gli Anathema di Hindsight erano esattamente quello di cui avevo bisogno. Penso di essere una persona forte, con le spalle larghe. Sono riuscito a cambiare in meglio, le incertezze e le paure che una volta mi tormentavano sono solo un lontano ricordo, la durezza di certi atteggiamenti e la severità di giudizio verso gli altri e soprattutto verso me stesso sono stati sostituiti da comportamenti/pensieri meno rigidi, trovando anche – ma non sempre – la volontà di dare fiducia al prossimo, di buttarmi nella mischia “e vediamo cosa succede”. In poche parole oggi sto bene, mi sento tranquillo e in pace con me stesso. Sono la persona che avrei voluto essere. Sempre con le mie spigolosità, l’incapacità e la non voglia di fare compromessi, apparentemente freddo. Ma soprattutto ho ricominciato a sognare. Non sogni assurdi, irrealizzabili, ma semplici, reali, di quelli che so di poter realizzare in futuro se mi impegnerò, se lavorerò duramente per realizzarli. Ho speranza. La stessa speranza che mi trasmettono gli Anathema con il loro ultimo lavoro, quel We’re Here Because We’re Here che taglia definitivamente i ponti con il rock e che li rende perfetti come colonna sonora dei nostri momenti più intimi. Che fosse questa la direzione musicale intrapresa del gruppo di Liverpool era chiara da tempo, ribadita tanto nelle dichiarazioni quanto nei prodotti immessi nel mercato musicale. Angels Walk Among Us, presente anche nell’ultimo disco, fu nel 2007 assai discussa: molti la ritenevano meravigliosa, altri semplicemente “carina”, tanti rimasero delusi perché “moscia”. Io rimasi colpito dall’intensa delicatezza, dal testo profondo e dall’atmosfera soave che riusciva a penetrare anche il cuore della persona più incazzata e insofferente della terra. Da lì a pochi mesi uscì Hindsight, un disco particolare, maledettamente sincero, capace di parlare direttamente all’animo dell’ascoltatore. Di rock, come lo intende il metallaro medio neanche l’ombra. Così come non ce n’è in We’re Here Because We’re Here (a voler forzare la mano se ne sente giusto un po’ in A Simple Mistake). Anzi, io ci sento alcune cose di brit pop, qualche atmosfera alla Coldplay e Radiohead di qualche anno fa…eresia? Ma aldilà dei paragoni o delle definizioni gli Anathema hanno confezionato l’ennesimo gran disco della loro onorevolissima carriera. Un disco che definisco notturno, che va assaporato con calma, nel silenzio della vostra stanza, possibilmente a luce spenta. Vedrete che i fratelli Cavanagh vi prenderanno per mano e vi accompagneranno nei meandri delle vostre emozioni, portandovi laddove non eravate mai stati, facendovi scoprire luoghi del vostro inconscio che forse vi spaventeranno ma che col tempo vi renderanno più forti e consapevoli di quanto valete.
Parlare delle canzoni singole mi pare inopportuno, visto che l’album va assorbito e conosciuto senza pause, tutto d’un fiato, anche se riconosco possa esser impresa ardua arrivare fino alla fine del cinquantottesimo minuto. We’re Here Because We’re Here è la colonna sonora delle vostre riflessioni, un dizionario di sensazioni che vi insegna ascolto dopo ascolto qualcosa di voi, e come tale va preso.
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VOTO LETTORI
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86.72 su 175 voti [
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23
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grande album lo sto riascoltando ora. 85! |
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22
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Adoro quest'album! Lo reputo uno dei vertici della loro discografia multiforme, in cui non c'è un album uguale all'altro. Un lavoro raffinatissimo, ispirato, da ascoltare in viaggio, o in riva al mare, o in relax con la luce giusta... Successivamente non si sono più ripetuti a questo livello, ma qui -imho- a parte un paio di pezzi siamo veramente al top! Capolavoro. Voto 93 |
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21
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Maddai! Forse una delle rare volte in cui sono d'accordo col buon Rob Fleming! Anche per me questo è il primo vero calo di livello degli Anathema. Certo A Simple Mistake e Universal sono pezzi da 90, ma il resto? Troppo prolisso. Anche troppo "arioso" per me, ma questi sono gusti. Per altro non capisco proprio tutta quest'esaltazione per Dreaming Light, uno dei pezzi più insignificanti della loro produzione...bah. Per me quest'album non va oltre il 70. |
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20
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Dopo una serie impressionante di album perfetti il primo "intoppo". Chiamare un cd simile una battuta d'arresto, ovviamente, è una semi-provocazione, essendo di un'eleganza che solo i grandi possiedono. Ma con alle spalle capolavori quali Judgement, A Natural disaster, A fine day..., Alternative 4 sino ad arrivare a Eternity e The silent enigma, non si può che avvertire un calo. Calo forse dovuto alla ruggine di sette anni di stop? O forse è perché quando li ho visti all'Estragon a Bologna e hanno suonato per intero il cd un pò ho accusato il colpo? Non lo so. So solo che Everything, Dreaming light, A simple mistake e Universal sono splendidi. 75 |
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19
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Grande album, 85. E' in programma una recensione dell'ultimo, Distant Satellites, uscito l'anno scorso in questo periodo se non sbaglio? |
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18
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stupendo! forse il mio preferito. |
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17
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Ottimo album, mi ha preso praticamente subito e riscoltandolo più volte diventa davvero emozionante. "Thin Air", "A Simple Mistake" e "Dreaming Light" sono splendide. Per me un 85 ci sta. |
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16
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Lacrime e parole in attesa della rinascita...una recensione incredibilmente toccante per un disco che continua a farmi piangere... |
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15
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Album monumentale , con questo suono ho viaggiato alla grande ! |
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14
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Allora, l'album merita un 100 pieno! E' un capolavoro unico nel suo genere (anche se non appartiene a nessun genere mai udito in vita mia), e fa molto riflettere. Si possono citare la maestosa Thin Air (al primo posto tra i miei 25 più ascoltati di iTunes), Summernight Horizons, Everything, Angels Walk Among Us & Presence, Universal e Hindsight. Per quanto riguarda la recensione... per carità, capisco che hai avuto dei problemi, ma dovresti recensire un album, non raccontarci tutta la tua vita (della quale, molto onestamente, non me ne frega un emerito ca**o). Anch'io ho avuto i miei problemi: sono stato operato 3 volte negli ultimi 4 anni, e le ultime 2 volte sono rimasto bloccato a letto per ben 2 settimane, e, chissà, i medici hanno detto che potrebbe succedere di nuovo, e non ho 60 anni, ne ho ancora 19; ma se il mio compito è quello di recensire un album, non scrivo in 9/10 della recensione la mia vita e, soprattutto, non parlo dei vecchi album, e poi dire in 5 righe che non recensisco nemmeno una canzone. Quindi un po' meno egocentrismo, ti prego, se vengo a consultare un sito di musica non voglio di certo leggere papiri di roba inutile: tutti hanno dei problemi nella vita, che è sempre e comunque eterna, come ci insegnano i nostri amici da Liverpool. |
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13
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Grandioso, è la colonna sonora giusta per ore di pensieri |
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Ho capito. Quindi Dark Sanctuary ed Elane li mettereste qui, se mai doveste recensirli. Mi sembra una buona idea. |
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@Mollusk: la Low Gain è la sezione in cui includeremo tutti quei titoli non strettamente legati alle sonorità metal, colonne sonore incluse (ma non esclusivamente quelle). Visto il sound molto "scarico", abbiamo optato per includerci anche We’re Here Because We’re Here. |
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10
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disco meraviglioso , intimo ed avvolgente . Non vedo l'ora di rivederli in tour ! Ottima rece ! |
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9
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Disco che ho apprezzato ma con moderazione... La classe c'è, ma sono i pezzi a non coinvolgermi al 100%... Un buon disco ma inferiore alla loro produzione "alternative/post/rock"... L'apice per me rimane "Judgement" |
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8
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semplicemente il disco dell'anno (al di là di ogni etichetta). Brani meraivgliosamente dosati. Si sentono tutte le influenze degli ultimi anni degli Anathema: Cohen, Sigur Ròs, Coldplay, e perchèno anche i propri compagni di etichetta (apparte i Porcupine Tree): Pineapple Thief e The Engineers. Con qualche punta di Temper Trap. stupendamente eterogeneo e con quel retrogusto melò. |
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6
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bellissimo disco. Non capisco perché sia in questa sezione però...Del resto 'Low gain' non mi dice nulla; non era dedicata alle colonne sonore vere e proprie? |
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5
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album intenso ma anche un po' troppo ripetitivo e prolisso. mi piace x una buona mezzora poi iniziano gli sbadigli! detto questo alcuni brani sono eccezionali (dreaming light) |
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4
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disco stupendo, un piccolo CAPOLAVORO, di un'intensità spettacolare, di una profondità assoluta e suonato magistralmente. Grandissimi ancora Anathema, grazie di esistere! |
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3
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Questa recensione mi fa venir voglia di riascoltare l'album... |
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2
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Voto giusto per me. Un bel disco, ma per me i capolavori sono finiti con Alternative4. Mi è piaciuto molto di più di A natural disaster però...Attesa parzialmente ripagata, anche perchè non mi aspettavo un disco epocale. |
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1
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Ragazzi attendevo questa recensione da tempo,ma l'attesa è stata ripagata. Vi faccio i più sinceri complimenti,sia per l'introduzione,che la recensione stessa. Entrambe,descrivono perfettamente,la musica di questo grandissimo gruppo. L'unica cosa,avrei dato 10 punti in più ,ma questo è un mio parere personale. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Thin Air 2. Summernight Horizon 3. Dreaming Light 4. Everything 5. Angels Walk Among Us 6. Presence 7. A Simple Mistake 8. Get Off Get Out 9. Universal 10. Hindsight
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Line Up
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Vincent Cavanagh - Vocals, Guitars Daniel Cavanagh - Guitars, Vocals, Keyboards Les Smith - Keyboards Jamie Cavanagh - Bass John Douglas - Drums Lee Douglas - Additional Vocals
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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