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Alcest - Shelter
( 9025 letture )
La trasformazione è la chiave per la sopravvivenza per molte specie, ma quante hanno la fortuna di poter assistere ad una metamorfosi del proprio corpo durante il corso della propria vita?
Quando nasce, il macaone possiede un rivestimento di colore scuro, quasi completamente nero e ricoperto di piccoli peli, che con la crescita dell'animale comincia a tendersi e a perdere in colorazione. Dopo aver cambiato pelle, perdendo in parte la colorazione nera in favore di sfumature di verde e macchie rosso/arancio, il bruco procede a nutrirsi della propria muta, facendo tesoro della precedente abito e continuando a mangiare ed ingrossarsi fino alla formazione della crisalide. Un'ultima volta, la larva cambia pelle abbandonando definitivamente lo stadio giovanile e si vota all'immobilità esteriore, mentre all'interno del guscio il cuore pulsante dell'animale non smette di battere nemmeno per un secondo. Solo con il completamento della metamorfosi può avvenire lo sfarfallamento, quando l'imago rivela il proprio variopinto corredo e spiega le ali per cominciare una nuova vita.

Che qualcosa fosse destinato a cambiare in casa Alcest, era da tempo prevedibile: l'evoluzione presente nei predecessori già parlava chiaro e le prime indiscrezioni sul nuovo album, quasi lasciate trapelare ad hoc per far sbollire la prima ondata di critiche, che parlavano del produttore Birgir Jón Birgisson (già al lavoro con i Sigur Rós) e di Neil Halstead (Slowdive, Mojave 3) e Billie Lindahl (Promise And The Monster) come ospiti alla voce, non potevano lasciare molti dubbi. Eppure c'è chi ci ha sperato fino in fondo, o almeno finché non è stato diffuso il primo singolo, Opale, chi ha perso le speranze accecato dalla solarità della copertina, o ancora chi ha sempre saputo che sarebbe stata solo questione di tempo prima che la metamorfosi definitiva della creatura di Neige si realizzasse.
E con Shelter, ancora una volta, Alcest cambia pelle, dopo la già sorprendente maturazione di Écailles De Lune e l'altrettanto stupefacente virata di Les Voyages De L’Âme. Le chitarre si liberano della sozzura della distorsione lead, sporcandosi all'occorrenza della fuliggine di un leggero overdrive, si stratificano nelle corpose linee clean e si dilatano come veli sotto la brezza dell'effettistica; il basso fa capolino tra il marasma di linee delle sei corde, vere protagoniste di quest'uscita insieme alla voce, e si limita ad accompagnare, tenendo per lo più i quarti; la batteria abbandona completamente i pattern metal per dare una scansione più essenziale, ma, nonostante l'evidente posizione in secondo piano nel bilancio complessivo dei brani, si concede rullate sui tamburi e passaggi in controtempo, riuscendo a dare dinamismo agli otto brani che compongono il platter. La voce di Neige, da sempre componente fondamentale nel songwriting dei francesi, abbandona definitivamente lo scream ed entra in modo ancora più essenziale nei brani, enfatizzandone le sensazioni e tessendo architetture melodiche anche senza la necessità di altri strumenti. Complessivamente le canzoni si snelliscono, riducendo la strutturazione che caratterizzava i primi album a favore di una forma più digeribile e finendo per intaccare anche la durata dei pezzi, ripulendoli delle piccole sperimentazioni arpeggiate per lasciare spazio alle sequenze di accordi, semplificando inoltre la trama armonica complessiva.
Sin dai primi ascolti il lavoro di Birgir Jón Birgisson è evidente, riuscendo a donare a Shelter una produzione delicata, che sa tanto cingersi di etere nei brani più evanescenti e malinconici (L'Eveil Des Muses, Délivrance) quanto fare appello alla forza del sole in quelli più ostentatamente felici (Opale, Shelter), in cui le cantilene di Neige sono talmente spensierate da suonare quasi come delle grida liberatorie. In mezzo ai due estremi, una serie di brani che trasmettono una gamma di sentimenti che spazia dall'alone di enigmatica serenità (Away, grazie anche al timbro di Neil Halstead) alla sensazione sbarazzina (La Nuit Marce Avec Moi) di guardare il tramonto e pensare che, nonostante per un giorno si abbia avuto la meglio sulla vita, il successivo si dovrà ricominciare daccapo.
Nonostante la mano rimanga abile ed un brano come Délivrance, in cui l'ascolto rimane vivido anche dopo molti minuti nonostante il brano sia composto di pochi riff, ne è la conferma, la sensazione che qualcosa nel fragile equilibrio sonoro della band si sia incrinato aleggia durante tutto l'ascolto, ritrovandosi talvolta a stagnare in corrispondenza degli episodi più zuccherosi e non più a lambirsi del rassicurante velo di solitudine con cui sapevano avvolgere gli Alcest.

Si sa, quando le farfalle escono dal guscio in cui la larva si era rinchiusa le loro ali sono ancora umide e stropicciate, rendendole facili prede dei cacciatori più spietati, vittime stesse dei membri della propria specie in grado di difendere meglio il territorio. Per gli Alcest il momento della schiusa è arrivato e questa sarà per la band la prova più dura: riuscire a mantenere viva l'attenzione da parte del mondo metallico riuscendo ad accattivarsi al tempo stesso le simpatie degli ascoltatori di una fascia profondamente diversa. Shelter non è ancora l'affermazione della forza, ma rappresenta il desiderio di volare in alto, sempre più vicino al sole, dove i confini delle nubi sciabordano come onde e tutto si fa più etereo, impalpabile ed inafferrabile come la vita. Nonostante le controversie, la scelta di Neige è coraggiosa: lasciare porti ed acque sicure per inseguire la propria ispirazione, dovunque essa porti, rappresenta spesso un rischio che solo in pochi sono disposti a correre. Una volta lasciate da parte le facili soddisfazioni, melliflue conquiste che potevano appagare il giovane bruco ma non la farfalla adulta, dimenticata quella ruffianaggine di cui andava bene nutrirsi allo stadio larvale ed impostata finalmente la traiettoria di volo, il percorso sarà certamente più arduo, ma non meno appagante e né povero di riconoscimenti.



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
74.05 su 54 voti [ VOTA]
Black Me Out
Mercoledì 20 Luglio 2022, 14.51.11
30
Riascoltato oggi a distanza di anni e confermo quanto questo album mi piaccia, forse oggi più di ieri. Ingiustamente criticato all'epoca e anche oggi snobbato; vero che in campo shoegaze/dream pop c'è di meglio, ma "Shelter" ha dalla sua un potenziale davvero alto, da riscoprire per molti.
DooM
Giovedì 10 Dicembre 2020, 15.44.58
29
diciamo che questo per me sia il passo falso della band , dove la parte black metal viene proprio eliminata per dar spazio al puro shoegaze , un disco che ascolto poco ma che cmq viene apprezzato nel tempo a distanza di anni gli do un bel 80 DELIVRANCE una perla che vale l'intero disco.
Aelfwine
Lunedì 1 Aprile 2019, 1.27.48
28
Sto riascoltando l'album in questi giorni, e lo rivaluto dopo aver riletto un mio commento di ben cinque anni fa. Ho colto l'occasione per rileggere tutti i commenti qua sotto e molti sembrano dettati dal giudizio sull'appartenenza al "genere", nonostante gli Alcest siano sempre stati a cavallo tra il metal e sonorità differenti. Ebbene, dopo tanto tempo rivaluto le sonorità e l'apprezzamento nei confronti del disco. Non solo grazie ad una persona che mi ha indirizzato verso queste emozioni, quanto nella mia personale evoluzione dei gusti musicali, che dopo tanto tempo mi porta a rivalutare i suoni stessi della musica. Per concludere, allo stato il disco mi sta coinvolgendo. Délivrance su tutte nel suo finale così etereo
Poss
Venerdì 22 Aprile 2016, 21.23.22
27
Ottimo album. Délivrance è spettacolare, da brividi. Una delle loro migliori canzoni
Il saggio
Giovedì 13 Febbraio 2014, 12.01.36
26
Concordo pienamente con te Andy '71 vecchio.
Andy '71 vecchio
Mercoledì 12 Febbraio 2014, 17.12.25
25
Che sia prodotto dal prod dei Sigur Ros,che reputo una band fantastica,che canti pulito,che sia più pop ecc......Ma chissenefrega!Ancora una volta Neige ha seguito il suo istinto,il suo cuore,ed ha imbroccato l'ennesimo capolavoro!Musica eterea,infinita,il cambiamento c'è e si sente,lui si sta indirizzando verso il sole,è rimasta immutata la sua malinconia,il suo malinconico e meraviglioso modo d'interpetare la sua grande musica,un gran compositore che ci ha regalato l'ennesimo super disco......Un brano per tutti ci svela l'arcano,l'ultima "Delivrance"perla di rara e delicata bellezza,volta a farci capire che nulla è cambiato,è il solito melanconico Neige,che adesso però si ispira alla luce,la sua musica ora emana luce,calda suadente luce!Voto 85!
il saggio
Mercoledì 12 Febbraio 2014, 16.16.57
24
o.zandelli ha ragione: anche per me questo è il migliore. "Shelter" fantastica. Se non fanno metal vanno lasciati fare...sono incredibili. Grandi
o. zandelli
Giovedì 30 Gennaio 2014, 8.35.00
23
opale e fantastico e questo e il miglior album che anno fatto precedentemente
Etere
Lunedì 27 Gennaio 2014, 17.06.15
22
Prima di tutto faccio i complimenti al recensore perchè la stesura della suddetta recensione è davvero ottima. nonostante questo mi trovo poco d'accordo con alcuni cocetti espressi e quasi totalmente in disaccordo con la maggior parte dei commenti che ho letto qui sotto. Secondo me c'è un problema concettuale di base, ovvero valutare questo disco come si valuterebbe un qualsiasi altro disco degli Aclest o più in generale un qualunque disco metal. Non si può valutare in questa chiave un disco che di metal non ha nulla, ne ambisce ad averne. La giusta chiave di valutazione è qualla dello shoegaze e del dream-pop, letto in questo modo non si può che affermare che è un album spettacolare, una spanna sopra la maggior parte degli album del genere. A parer mio la migliore produzione di Neige, un album assolutamente spettacolare, finalmente gli Alcest si sono tolti di dosso l'etichetta "black metal" che gli andava stretta e non li rappresentava più da parecchio tempo. Sono convinto che se questo fosse l'album di debutto di un'altra band, non il terzo degli Alcest le opinioni sarebbero molto diverse. Probabilmente la recensione non apparirebbe nemmeno si questo sito. Personalmente ho apprezzato il cambiamento e l'ho considerato una mossa assolutamente vincente, per me 85/100
videoklip
Sabato 25 Gennaio 2014, 16.50.32
21
Per me questo genere non è post rock,per le canzoni pi a me hanno fatto unostrano effeetto all'inizio sembra che t'acchiappano poi svaniscono e con questo quoto in pieno il commento n.17, e concordo in parte con la recensione soprattutto quando in aluni tratti sembra rompersi l'equlibrio sonoro e musicale fino a diventare quasi piatto e monotono,mi dispiace,non mi hanno effettivamente preso proverò comunque a riascoltarli,per ora per me è 62.
RED Williams
Sabato 25 Gennaio 2014, 16.33.08
20
io concordo con @Neige93....lo trovo molto interessante come disco e molti pezzi non li riesco a togliermeli dalla testa...x me è da 85...chi noi riesce ad aprirsi ad altri generi al di fuori del metal non lo capirà...io adoro il post rock, lo shoegaze, il dream pop, il noise pop....e credo che questo disco meriti molto di più del "Musica da checca" o "Corazzata potemkin"...in quanto ha ottime sonorità, ottime armonie, ti fa viaggiare con il cervello, e non è musica da tutti i giorni!!!!!!
Neige93
Venerdì 24 Gennaio 2014, 21.25.01
19
Sarà, ma io canzoni come Deliverance, Away, Opale e Into the Waves le ho ben impresse in testa. 80.
Aelfwine
Mercoledì 22 Gennaio 2014, 22.22.32
18
La recensione è davvero bella, l'introduzione ed il finale chiudono un ciclo e spiegano perfettamente l'idea del recensore. Sono molto in linea con i commenti fatti finora. Non giudico l'album poiché ho ascoltato solo pochi pezzi sul tubo, l'impressione però è che ci siano davvero poche idee. La sensazione che quest'artista avessa già sparato tutte le sue cartucce con Ecailles De Lune si fa molto forte...
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 22 Gennaio 2014, 13.26.52
17
Sono perfettamente d'accordo sul fatto che non è metal. E' un pop un po' dilatato. Le canzoni sono anche carine ma te le dimentichi un minuto dopo. Gli album degli inizi erano tutta un'altra cosa, quanto a emozioni. Peccato. Au revoir.
zzz
Martedì 21 Gennaio 2014, 23.47.03
16
un'altra corazzata potemkin...
legion666
Martedì 21 Gennaio 2014, 22.09.52
15
concordo con asdasd....le Voyage de l'ame è stato un gran bell'album....questo si, non ha niente di metal, ma non decolla come gli Anathema che sono riusciti nel loro passaggio al melodico totale senza fare l'errore di cadere nella noia...mi dispiace per gli Alcest.....proverò comunque ancora con qualche ascolto....
Deathrider
Martedì 21 Gennaio 2014, 21.14.26
14
non dev'essere per forza metal, ovvio, ma qui si parla di metal. A me questa robaccia dream-pop da il voltastomaco, è roba da checche.
asdasd
Martedì 21 Gennaio 2014, 20.18.36
13
@deathrider al di là del fatto che non capisco cosa ci sia di pessimo in les voyages de l'ame, comunque se un album non è metal è patetico? Il messaggio lanciato da tutti quelli a cui non piace pare essere questo..non mi pare un ragionamento molto sensato, sinceramente..
Deathrider
Martedì 21 Gennaio 2014, 13.59.06
12
Peggiorato ulteriormente dopo il già pessimo Les voyages de l'ame. Il metal sta a zero qui. Veramente patetico.
Ahti
Martedì 21 Gennaio 2014, 13.27.58
11
Per me un mero calcificarsi della proposta per rispondere ad esigenze di mercato. Nessuna colpa a voler trasformare una passione in una fonte di reddito. Tuttavia gli Alcest han perduto, qui v'è la conferma lampante, quella capacità di giocare a piacimento con ombre e luci, riverberi ed aperture inaspettate. Maledetto sia il blackgaze e la sua mortifera influenza sul genere.
Carmine
Martedì 21 Gennaio 2014, 13.17.43
10
Album di difficile lettura, va ascoltato parecchio, ma oltre i 65 non va!
Theo
Lunedì 20 Gennaio 2014, 21.16.23
9
Diverso, inutile discuterci. Bello comunque anche se nettamente inferiore a tutti i precedenti. La qualità però c'è anche se è coperta dalle influenze troppo palesi di Neige (che ci son sempre state, udite udite, ma prima erano coperte dalla parte Black Metal). Questo uccide la fantasia che aveva sempre caratterizzato il combo francese e, se vogliamo, la sua unicità nel panorama artistico. Ad ogni modo un disco godibile, che si lascia riascoltare più volte anche (e forse soprattutto) da chi non è avvezzo al genere. Forti le influeze dei Sigur Rós in primis per me. VOTO: 69.
legion666
Lunedì 20 Gennaio 2014, 21.07.17
8
ascoltato un paio di volte.....ma penso questa volta di aver fatto bene a non comprare il disco a scatola chiusa come per i precedenti lavori....per il momento siamo fermi a 60....
Moro
Lunedì 20 Gennaio 2014, 17.01.14
7
confermo il voto. Ma non perché gli Alcest sono peggiorati o abbiano perso chissà quale radice meta (d'altronde sono anni che Neige dice di voler fare un disco simile agli Slowdive). confermo il voto proprio perché è un disco piatto, monotono, senza fantasia.
Djkelino
Lunedì 20 Gennaio 2014, 14.49.20
6
Deludente, ma non pessimo. Concordo con il voto
Malleus
Lunedì 20 Gennaio 2014, 12.51.29
5
Cos'è sta roba?. (Per essere fini)
Jimi The Ghost
Lunedì 20 Gennaio 2014, 12.35.32
4
Sono piuttosto basito da questo prodotto e mi trovo in una posizione ancora di scelta. Certo, traspare Il desiderio e la voglia di offrire, questa volta, un maggiore spazio alla "luce" (il suono clean) per diramare prospetticamente le ombre che ottenebravano i suoni per infine raggiungere e ottenere la "délivrance"... Piacevoli i suoni, ma poco intensi nella completezza d'insieme lasciando un più che sufficientemente ricordo e gradevolezza. Giovanni, è stato più Decisamente coinvolgente leggere la tua trattazione!. Un saluto Jimi TG.
Red Rainbow
Lunedì 20 Gennaio 2014, 12.09.17
3
Sono abbastanza in linea con Kenos, l'assenza di pathos è una tarma (per restare alle metafore entomologiche suggerite da GioMasteR ) che alla lunga corrode rovinosamente alcune buone idee che pure il buon Neige prova ancora a dispensare qua e là. Anche a me non convince l'appiattimento sulle architetture Sigur, non perchè da metallari incalliti si debba avere paura delle contaminazioni o delle sperimentazioni ma perchè se si devono esplorare nuovi territori lo si fa portandosi dietro la "sporta" di quello che hai creato in precedenza. Sul voto però concordo con GioMasteR, alla fine Voix e Delivrance qualcosa ti lasciano, impossibile non perdersi nelle ampie volute che disegnano e che fanno comunque sperare in futuri album "da farfalla" ad ali aperte
Kenos
Lunedì 20 Gennaio 2014, 11.19.56
2
Per me è da 5 scarso. Alcest leva quel poco di pathos che gli era rimasto col noioso e stucchevole Les Voyages, imposta il pilota automatico e mette in loop perpetuo le sue solite due o tre idee. Idee che del resto si trascina fin dagli esordi, ma se prima almeno poteva giocare sui contrasti col black, ora non ci sono più neanche quelli, e tutta la sua limitatezza compositiva viene a galla. Salvo giusto Voix Sereines (un buon brano e nulla di più) e il finale paraculo di Délivrance, che sembra tirato fuori da un qualunque disco dei Sigur - e anche lì, sai che novità. Per il resto, artista sopravvalutatissimo dalla comunità metallara, che ha comunque avuto il merito di mescolare un po' le carte in tavola in un genere abbastanza chiuso e intransigente.
Nikolas
Lunedì 20 Gennaio 2014, 10.56.00
1
Già... l'ho ascoltato solo un paio di volte quand'è uscito in streaming e ho avuto lo stesse impressioni.. che dire, francamente per me la genialità di Souvenirs è stato un caso unico, dopo ancora un positivo Ecailles De Lune e qualcosa di buono anche nel disco successivo... ma qualcosa si è spento, e secondo me in questo disco si nota tanto.
INFORMAZIONI
2014
Prophecy Productions
Post Rock
Tracklist
1. Wings
2. Opale
3. La Nuit Marce Avec Moi
4. Voix Sereines
5. L'Eveil Des Muses
6. Shelter
7. Away
8. Délivrance
Line Up
Neige (Voce, Chitarre, Basso, Synth)
Winterhalter (Batteria)

Musicisti ospiti:
Billie Lindahl (Voce)
Neil Halstead (Voce)
Hildur Ársælsdóttir (Violino)
María Huld Markan (Violino)
Edda Rún Ólafsdóttir (Viola)
Sólrún Sumarliðadóttir (Violoncello)
 
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