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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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17/10/2020
( 1501 letture )
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La musica è con molte probabilità la più alta ed efficace forma di comunicazione che l'essere umano sia mai riuscito a raggiungere nel corso della sua esistenza. Sicuramente lo sapeva bene Tilo Wolff, unica mente ed autore dell'allora appena nato progetto Lacrimosa, che riversò nel suo primo lavoro Angst (in italiano paura, angoscia) tutti i malesseri esistenziali che un ragazzo troppo sensibile e probabilmente un po' depresso di nemmeno 20 anni provava nei confronti della vita. Angst è stato pubblicato nel 1991 per l'etichetta discografica Hall of Sermon, fondata per l'occasione dallo stesso musicista tedesco che non riuscì a trovare nessuno disposto a pubblicare il suo lavoro.
Musicalmente l'album è accostabile al movimento tedesco della Neue Deutsche Todeskunst, che il musicista abbandonerà gradualmente per avvicinarsi a un gothic metal sinfonico che raggiungerà il suo apice con Stille ed Elodia. La Neue Deutsche Todeskunst (nuova arte tedesca della morte) nasce in Germania alla fine degli anni '80 ed è accostabile al movimento darkwave. Fa dei suoi fondamenti la lingua tedesca, la filosofia e la letteratura dei grandi autori tedeschi conditi con un pessimismo e un'oscurità di fondo. Vi è inoltre la predilezione per l'uso di frasi e parole in latino. Tilo Wolff, infatti, per il nome Lacrimosa si è ispirato all'ultima composizione scritta da Wolfgang Amadeus Mozart prima della sua morte e cioè il Lacrimosa del Requiem che il compositore lasciò incompiuto alle prime parti del coro. Il secondo brano dell'album è intitolato per l'appunto Requiem e contiene la formula in latino "In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.", ripetuta lungo tutto il pezzo come un mantra di morte. Le ultime battute finali contengono tutta l'essenza del pezzo: ci si può immaginare il protagonista solitario vagare nell'irrealtà di una fiera finita dove rimane solo l'amaro eco dei festeggiamenti. Ed ecco che guardando la copertina dell'album, lo splendido disegno dell'artista Stelio Diamantopoulos, autore di tutte le copertine degli album dei Lacrimosa, ci si accorge che vi è disegnata proprio questa fiera dove ormai regnano soltanto solitudine e gli echi lontani di una musica amara. In effetti in tutti i brani è la musica a farla da padrona e a comunicare ancora più delle parole. Musica dominata dalle tastiere, dal pianoforte e da una drum machine in cui si ascoltano ancora echi tipici della darkwave ottantiana. I testi, nonostante ciò, sono molto intensi e sofferti, quasi delle vere e proprie poesie in cui Tilo riversa tutti i suoi pensieri e turbamenti di adolescente sul senso della vita. Nel primo brano Seele in Not (anima in pericolo), un intro straziante di sintetizzatore dopo un attacco organistico sembra emulare un pianto disperato, e il testo sembra davvero una poesia a tutti gli effetti:
Halte jetzt die Fackel an mein Gesicht ein Vogel gleitet übers Wasser doch er sieht mich nicht mein Schiff ist längst gesunken Ich bin am ertrinken Ich kenne so viele Hilfeschreie doch kein Schiff in Sicht nur verlorene Stunden nur verlorene Tage Verloren wenn wir sterben verloren an was?
Adesso tengo la fiaccola sul viso un uccello plana sull'acqua ma non mi vede la mia nave è affondata da tempo sto annegando conosco così tante grida di aiuto ma nessuna nave in vista solo ore perse solo giorni persi persi quando moriamo persi a quale scopo?
La speranza per la vita sembra essere persa, ma poi all'improvviso "il cuore brucia anche se nessuna candela fa più fuoco",("Keine Kerze hat mehr Feuer doch mein Herz verbrennt") e il canto aumenta di intensità perché "l'anima in pericolo" perde la ragione. Lacrima Mosa è uno splendido strumentale pieno di pathos e struggimento, una sonata al pianoforte moderna in cui le parole sembrano essere superflue. La successiva Der Ketzer (l'eretico) è una critica al figura del papa all'interno della religione cristiana. Essa si apre con una registrazione di una voce in spagnolo ed è contraddistinta da un basso martellante e dal tono monotono e depresso, a tratti sprezzante, della voce di Tilo Wolff. La successiva Der letzte Hilfeschrei (l'ultimo grido di aiuto) è un'angosciante SOS con tanto di sintetizzatori lungo tutto il brano che simulano il battito di un cuore e di un elettrocardiogramma e un canto che è un urlo stridulo, fastidioso di chi è convinto che tutti i suoi cari lo abbiano abbandonato. L'ultimo brano Tränen der Existenzlosigkeit (lacrime della perdita dell'esistenza), è di una triste bellezza che lascia senza parole, la quale dopo il sintetizzatore lascia spazio a un piano quasi classico, senza nessun riverbero di pedale e anche qui una vera e propria poesia che però fa da contorno alla maestosità della musica, che riuscirebbe probabilmente a comunicare anche senza di essa.
Pur essendo un lavoro ancora acerbo, con tutti i limiti della mancanza di una band di supporto e di una registrazione quasi amatoriale, il primo album dei Lacrimosa del solo Tilo Wolff convince grazie a tutto il carico di sentimento ed emozioni che vi sono riversate. È ingenuamente vero e sentito, lo strumento che il giovane Tilo ha usato per riversarvi tutto il suo malessere, e che probabilmente l'ha salvato.
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6
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Tilo Wolff Artista con la A maiuscola. In una ipotetica mia mega-compilation di canzoni preferite di sempre, Seele in Not e Der Letzte Hilfeschrei ce le metterei di sicuro. |
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5
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Questo mi manca. Fino a lichgestalt sono tutti ottimi comunque. In pole position Stille e Elodia. Diciamo che il salto qualitativo è da Inferno a Stille. È talmente evidente tra l'altro che non sembrano nemmeno due album successione. Probabilmente nel mentre passarono più tempo a suonare che a respirare. |
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4
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Ho avuto l'occasione di ascoltarli dalla mia amica che ha la passione per i gruppi symphonic/gothic metal (e una bellissima villa classica sul Lago di Garda...). Sono particolari ma non male. Lontanamente mi ricordano, anche se meno "dance/elettronici" i Krisma che avevo conosciuto ad Amsterdam. Questo Angst, ha bisogno di vari ascolti ma ha momenti molto intensi. Vedo di approfondire il resto della discografia. Au revoir. |
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3
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Persona unica il grande Tilo. Grande bravura e sensibilita'. Per essere questo il suo primo lavoro, pur con mezzi "amatoriali" merita tanta stima ed amore. Conoscere lui e sua moglie dal vero è stato per me e per la mia famiglia un sogno realizzato. Grazie Sara per la bellissima recensione. |
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2
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Come scritto nella recensione la pecca maggiore del disco è il fatto di essere acerbo, ma si intravede già la classe di Tilo.
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1
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I Lacrimosa sono una mia guilty pleasure. Questo e Satura i miei preferiti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Seele in Not 2. Requiem 3. Lacrima Mosa 4. Der Ketzer 5. Der Letzte Hilfeschrei 6. Tränen der Existenzlosigkeit
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Line Up
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Tilo Wolff (Voce, Pianoforte, Tastiere, Batteria)
Musicisti ospiti Judith Gruning (Voce femminile in Der Ketzer) Roland Thaler (Chitarre) Phillipe Alioth (Tastiere) Eric The Phantom (Viola)
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RECENSIONI |
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