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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Bring Me the Horizon - Post Human: Survival Horror
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28/12/2020
( 3237 letture )
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A distanza di un anno dall’ultimo full-length Amo, i Bring Me the Horizon tornano con un sedicente EP che ha però quasi la lunghezza di un album.
Questo lavoro sembra il figlio del lockdown che stiamo vivendo in questo 2020, il prodotto del cigno nero che è questa inaspettata pandemia mondiale. Ciò è evidente già nei titoli di certe canzoni e più approfonditamente nei testi, che sono l’espressione di una serie di angosce, paure, frustrazioni e impossibilità, che i Nostri esorcizzano tramite la musica. Questo EP assume un particolare significato culturale, rappresentando un periodo storico unico nel suo genere, specialmente se consideriamo un contesto così moderno. Persino la copertina new age vede fra le altre, due figure che indossano la maschera. Post Human: Survival Horror incarna l’imprevisto, il duro colpo e il cambiamento che il mondo della musica ha dovuto subire, lo stop delle esibizioni live: forse in un universo parallelo (dove il Covid-19 non esiste) i Bring Me the Horizon non avrebbero pubblicato questo EP, in quanto impegnati in tour mondiali per il precedente album. A parte questa digressione ipotetica, in ogni caso il lavoro vede nella sua tracklist un pezzo uscito già un anno fa (Ludens), un singolo pubblicato come parte della soundtrack del videogioco “Death Stranding”; involontariamente questa canzone è diventata il seme di questo EP così culturalmente, liricamente e socialmente peculiare. A livello musicale troviamo dei Bring Me the Horizon rinsaviti rispetto al precedente Amo, scandalosamente pop per essere associato al loro nome; sono comunque la stessa band che permette a se stessa di fare un po' ciò che preferisce, mischiando e alternando i generi, quali pop, hardcore, alternative rock, elettronica e metal, osando anche con i featuring che in questo EP non mancano: parliamo di Amy Lee, le Baby Metal, YungBlud. Non mancano inserti con musicisti meno noti ma compatrioti dei nostri, come le londinesi Nova Twins. Insomma anche le collaborazioni così come le contaminazioni vengono prese qui e là, a piacimento, come forse solo i BMTH possono permettersi di fare. L’EP mantiene comunque il forte gusto catchy che i Nostri abbracciano ormai dai tempi di That’s The Spirit, con una grossa dose di elettronica e programmazioni digitali. Oliver Sykes torna finalmente ad urlare per la gioia dei fan, e lo fa sia nella prima traccia Dear Diary, il pezzo più metal/hardcore del lavoro (se così vogliamo chiamarlo), sia nella seconda Parasite Eve, forse la punta di diamante del lavoro dal punto di vista del songwriting e del significato lirico: essa parla della situazione covid ed è ispirata al videogame culto che porta lo stesso titolo, ed è una canzone davvero accattivante in toto. Lo screaming e un senso hardcore fuori dai denti ma anche commerciale non manca in Obey, in cui troviamo YungBlud, mentre la successiva Itch For The Cure (When We Will be Free?) dice già tantissimo nel titolo, ma è in realtà un breve intermezzo , per dare spazio poi alle Baby Metal in Kingslayer, che sicuramente vi strapperà un sorriso visto il suo stile nipponico. Il pezzo già citato Ludens e Teardrops sono forse esageratamente commerciali, ma il livello sale notevolmente con il pezzo in chiusura, con la splendida e intensa voce di Amy Lee, dal lunghissimo titolo One Day the Only Butterflies Left Will Be in Your Chest as You March Towards Your Death : i titoli lunghi sono una prerogativa dei Bring Me the Horizon, e questa volta lo tolleriamo grazie all’intrinseca e poetica bellezza delle linee vocali e melodiche di questo pezzo, che assume una dimensione propria ed avulsa dall’intero EP, elevandosi e illuminandosi di luce propria. Anche in questo caso i Nostri fanno una scelta stilistica particolare e inaspettata.
Nel complesso, un lavoro carino e con parecchie chicche da ascoltare, che risolleva le recenti sorti della band e ci fa sperare in un proseguo musicale all’altezza della loro carriera.
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13
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P.S. Concordo pienamente sull'importanza del lavoro di Jordan Fish.
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12
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Nel complesso direi che questo è un Ep di ottima fattura. Come sempre, abbiato un lavoro impacchettato e laccato di tutto punto per poter essere commercialmente competitivo. Abbiamo i 4 singoli di punta modellati per essere delle vere e proprie HIT (quindi c'è maggiore attenzione per i dettagli), poi abbiamo il resto. Teardrops ed Obey risultano i classici singoli radiofonici di punta e ripercorrono lo stile di altri vecchi singoli di punta proveniente dai 2 dischi precendenti ( MANTRA,wonderful life e Throne in particolare). Poi però, ci sono delle belle sorprese per quanto riguarda gli altri 2 singoli. Ludens e Parasite Eve hanno MOLTO di più di un semplice ritornello radiofonico. Hanno una struttura NON lineare che permette di SORPRENDERE l'ascoltatore senza però farlo affaticare troppo (frequenti cambi di "inflessioni" musicali, intro davvero interessanti, elementi elettronici che NON sostituiscono ma RINFORZANO riff e groove dei pezzi, passaggio da voce pulita a mezzi growl in momenti anche inaspettati...). Di fatto sono tra le migliori canzoni composte dalla band e Parasite Eve è forse la mia preferita di TUTTA la loro discografia...veramente un PEZZONE! Il resto del disco è carino e l'idea di avere così tanti feat porta un pò di freschezza ed originalità ai pezzi (tipo il ft. improbabile ma figo con le Babymetal). Per me questo Ep è più che dignitoso. Ottimo lavoro |
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11
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Bello, ben arrangiato e prodotto, sicuramente sopra la media... forse non longevo, ma come già detto figlio della contemporaneità, quindi coerente. Apprezzo molto il coraggio di dire qualcosa di diverso se non proprio di nuovo fondendo in maniera impeccabile metalcore e certa elettronica. Mi vengono in mente subito gli enter shikari, altra band proiettata verso il futuro della musica tour court...e non essendo un esperto conoscitore di queste due band ho di che rallegrarmi nelle prossime settimane nel rimediare alla lacuna! |
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10
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Condivido parte di quanto è stato già detto. Se c'è una cosa che lo distingue dai lavori precedenti è una mancanza di coesione, abbastanza insolita per il gruppo: le canzoni si susseguono senza una vera continuità e paiono una playlist di singoli. Per certi versi, nonostante il ritorno a un sound più "aggressivo", è meglio Amo. Resta comunque un lavoro notevole se pensiamo che è stato fatto in "smart working", ma non va oltre un 75 per me. Meraviglioso il feat con Amy Lee, inutile quello con Yungblud |
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9
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Una bomba. Forse la cosa migliore fatta da Sempiternal. |
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8
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I BMTH sono una delle mie band preferite, quindi potrei essere di parte, ma questo EP non ha assolutamente deluso le mie aspettative. Mi trovo quasi d'accordo con tutto quello che ha scritto l'autrice della recensione, però Parasite Eve non parla della situazione covid, anzi Oli ha ribadito in varie interviste che la canzone è stata scritta prima della pandemia e si ispira all'omonimo videogioco anche se poi è diventata terribilmente attuale |
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7
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Mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuta moltissimo una canzone come Kingslayer. Nel complesso io l'ho trovato veramente un buon lavoro. Anche io concordo col dire che non sia un prodotto longevo, ma il genere stesso genericamente non lo è, quindi difficilmente si poteva fare di più |
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6
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Io la considero un'ottima ondata di aria fresca, si sente l'influenza di HT e la cosa non mi dispiace affatto. La peggiore del disco ritengo sia Obey; il resto ottime melodie, feat interessanti e ritornelli che restano in testa. |
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5
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Black me out, questo, se non vado errato, dovrebbe essere un primo EP di quattro che avranno tutti come appendice la dicitura "Post Human" |
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4
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Non è il mio genere, ma lo adoro |
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3
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Ok allora il problema è mio: da quando è uscito lo ascolto ogni giorno, non riesco a farne a meno, temo di avere una dipendenza. Concordo con @Blackmeout quando dice che è una specie di playlist di Spotify, ma anche Amo, seppur più compatto, poteva essere etichettato in questo modo. Il grande pregio sono i testi, assolutamente contemporanei, ma questo potrebbe in effetti essere anche il punto debole perchè tra poco le tracce saranno, almeno da questo punto di vista, irrimediabilmente datate. Di nu metal sinceramente a parte l'omaggio nel titolo di Itch for The cure non saprei dire. Sarò troppo legato al sound della fase storica ma qui riff ribassati non ce ne sono, scratch manco l'ombra così come influenze funky o rap. Forse intendevi dire una sorta di orecchiabilità alla Linkin Park? Comunque sia, è il mio album/ep preferito dell'anno e confermo il voto altissimo. |
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2
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Io faccio parte della schiera di ascoltatori che apprezzano maggiormente i BMTH pop rispetto a quelli metalcore e rimango convinto che "amo" sia tuttora un ottimo disco, chiaramente difficilmente accostabile al materiale precedente, ma da prendere come l'apice di un nuovo percorso. Questo è almeno il mio punto di vista. L'analisi di Valeria per questo Ep è giusta e condivisibile, io lo trovo un disco divertente - questo è l'aggettivo più consono a mio parere - ma poco longevo, dove la cosa che mi fa più arrabbiare è il concetto estremamente contemporaneo di essere di fronte a una raccolta di singoli slegati tra loro più adatti a Spotify piuttosto che ad un album considerabile tale. Ma i BMTH hanno capito meglio di altri come funziona il mercato musicale attuale e si sono infilati alla perfezione nei suoi meccanismi, talvolta addirittura anticipandoli o girandoli a loro vantaggio. La cosa curiosa è che un Ep come "Music To Listen To..." seguiva parametri completamente opposti a quelli di questo Ep e nella sua complessità d'ascolto risultava un lavoro parecchio coraggioso. Vorrei sentire dai BMTH un altro disco su questa falsa riga, senza abbandonare le influenze di "amo". Questa sorta di nu metal moderno diverte al primo ascolto, ma poi tende ad annoiare velocemente; questo almeno è successo a me. Tutti i brani sono azzeccati, ma alla fine rimane un prodotto usa e getta idoneo ai nostri tempi. Peccato. 70 pure per me. |
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1
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Forse è il fan in me che parla, ma questo è un grandissimo lavoro. Tutti i feat azzeccati, il recupero delle radici metalcore pur mantenendo l'elettronica di that's the spirit e amo e oli che torna a urlare come ai bei vecchi tempi.
Aggiungo che Itch for the cure è un'evidente citazione di Cure for the itch dei Linkin Park di Hybrid Theory, band stimata da Oli e Fish
Voto 90 e se qualche lettore ha voglia, un mese fa circa abbiamo inserito in database il recupero della recensione di Amo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dear Diary 2. Parasite Eve 3. Teardrops 4. Obey 5. Itch For The Cure 6. Kingslayer 7. 1x1 8. Ludens 9. One Day the Only Butterflies Left Will Be in Your Chest as You March Towards Your Death
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Line Up
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Oliver ‘Oli’ Sykes (Voce) Lee Malia (Chitarra) Jordan Fish (Tastiera, Voce) Matt Kean (Basso) Matt Nicholis (Batteria)
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